Dante: un’intera settimana di incontri online dedicati al poeta

Ha inizio lunedì 9 novembre, alle ore 15, la settimana di incontri online, dal titolo “Dante. Storie Immagini Paesaggi”, organizzata dal Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo (Sagas) dell’Università di Firenze nell’imminenza del settimo centenario della morte dell’Alighieri.

Ad aprire l’iniziativa di divulgazione – che durerà fino al 13 novembre – saranno il rettore Luigi Dei e il direttore del Sagas Andrea Zorzi.

La settimana dantesca vedrà i docenti del Dipartimento alternarsi a personalità del mondo della cultura e dell’arte, come il presidente della Crusca Claudio Marazzini, il regista Federico Tiezzi e Cristiano Chiarot, già sovrintendente del Teatro del Maggio Musicale fiorentino.

Tanti i temi trattati e gli ambiti disciplinari coinvolti nell’iniziativa. Saranno illustrate le testimonianze dantesche leggibili nei siti archeologici e i paesaggi toscani della Divina Commedia, le principali opere liriche ispirate dal viaggio dantesco, senza dimenticare un omaggio alla lingua dantesca, al rapporto  fra Dante e l’Accademia della Crusca, fino all’influenza del poeta sul mondo del teatro, del cinema, della danza, della fotografia e del fumetto.

Tutta la manifestazione sarà liberamente accessibile online.

“Scene da Faust” al Fabbricone di Prato

Da domani a domenica 19 maggio, al Teatro Fabbricone di Prato debutterà “Scene da Faust” di Johann Wolfgang Goethe, nella versione di Fabrizio Sinisi e la drammaturgia di Federico Tiezzi.

In “Scene da Faust” il testo goethiano risulta proiettato verso gli schemi del teatro epico: la prima parte del mito di Faust – sapiente studioso di teologia, filosofia e scienze naturali che vende l’anima a Mefistofele firmando col sangue un contratto in cambio di nuove conoscenze, potere e giovinezza – sarà costituita da dodici scene, dove risulta centrale la figura di Mefistofele (Sandro Lombardi), che si pone come il doppio speculare di Faust (Marco Foschi), la sua metà, il suo alter ego e, freudianamente, la proiezione del suo inconscio.

La scena è occupata dal dramma della conoscenza: l’insoddisfazione per un sapere vecchio, inefficace e inadatto a soddisfare le istanze conoscitive dell’uomo, non più capace di concepire e spiegare il mondo e i suoi fenomeni sulla base della verità religiosa. Nello stesso tempo vi è un’indagine sui moventi del desiderio e del sentimento, nell’esplorazione del rapporto tra Faust e Margherita (Leda Kreider), ma anche del rapporto tra Faust e Mefistofele, immaginato come un rapporto di ‘amanti’ (si ama se stessi nell’altro), di esseri interdipendenti che si scambiano i ruoli, come due facce della stessa medaglia.

“Questo spettacolo – afferma il regista – parla della crisi della soggettività, della crisi dell’io nel suo rapporto con la realtà, in special modo quella storica e naturale. Una rivisitazione degli elementi costitutivi dello Sturm und Drang alla luce della contemporaneità”.

Ultima nuova produzione del Teatro Metastasio di Prato per questa stagione, realizzata con la Compagnia Lombardi-Tiezzi in collaborazione con Teatro Laboratorio della Toscana e Manifatture Digitali Cinema Prato, “Scene da Faust” vede in scena Sandro Lombardi, Dario Battaglia, Alessandro Burzotta, Nicasio Catanese, Valentina Elia, Fonte Fantasia, Marco Foschi, Francesca Gabucci, Ivan Graziano, Leda Kreider, Luca Tanganelli, Lorenzo Terenzi. Le scene e i costumi sono di Gregorio Zurla. Il coreografo è Thierry Thieû Niang, mentre il lavoro sulle voci è affidato a Francesca Della Monica. Allo spettacolo partecipano inoltre alcuni attori del Laboratorio Teatrale della Toscana.

Lo spettacolo sarà in tournée nella prossima stagione toccando molte città tra cui, Siena, Pistoia, Lugano, Napoli, Modena, Milano.

Domenica 12 maggio a fine replica sul palco del Fabbricone ci sarà l’ultimo incontro del ciclo “Lo spettatore attento” con il critico Gianfranco Capitta, che approfondirà i temi dello spettacolo insieme al regista.

Millenario San Miniato: “Pontormo. Felicità Turbate” di Mario Luzi

In occasione del Millenario di San Miniato al Monte, va in scena all’abbazia il 6 e il 7 dicembre lo spettacolo “Pontormo. Felicità Turbate” di Mario Luzi, regia di Federico Tiezzi

Torna alla luce in occasione del Millenario di San Miniato al Monte, dopo 23 anni dalla sua prima rappresentazioneil testo che Mario Luzi scrisse su richiesta di Federico Tiezzi attorno alla figura del grande pittore manierista Jacopo da Pontormo. 

Lo spettacolo che ne nacque – andato in scena al Maggio Musicale Fiorentino nel 1995 – costituì un tassello importante della lunga collaborazione tra il poeta di Castello e il regista della Compagnia Lombardi. Quello spettacolo fu per Tiezzi l’occasione di coinvolgere in una triangolazione ideale anche il compositore Giacomo Manzoni cui fu affidata la scrittura di una serie di brani per quartetto d’archi.

L’opera incentrata sulla figura di grande fascino e tuttavia sfuggente, come sospesa tra storia e leggenda, del Pontormo (“Pontormo. Felicità Turbate”), uomo “fantastico e solitario”, come lo definiva il Vasari, viene riproposta il 6 e il 7 dicembre 2018 (ore 21) nell’abbazia di San Miniato al Monte. Il concerto per voci e archi vede la partecipazione di interpreti come Elena Ghiaurov, David Riondino, Pierluigi Corallo, Sandro Lombardi, Francesca Breschi, Valentina Elia e Fonte Fantasia e del quartetto d’archi del Maggio Musicale Fiorentino: Lorenzo Fuoco, Andrea Tavani, violini; Dezi Herber alla viola; Elida Pali al violoncello. 


Una produzione Compagnia Lombardi – Tiezzi, Teatro Laboratorio della Toscana, in collaborazione con la Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino.

Confidava Mario Luzi commentando la composizione del dramma: “Avventurarsi in quella voragine prese a eccitare la mia immaginazione. Ritrovare lungo quella vaghezza di tracce e di segni il profilo di un artista e la sostanza di una vita mi sembrò la posta di una scommessa assai fascinosa”.
“A distanza di più di un ventennio dalla prima rappresentazione dello spettacolo, riproporre questa sorta di ritratto d’artista da vecchio che restituisce vita ed emozioni a un genio smarrito,  – spiegano dalla Compagnia Lombardi-Tiezzi – consente una riflessione sui dolorosi enigmi e sulle folgorazioni della creazione artistica e, insieme, getta uno sguardo impietoso sull’incontro-scontro tra questa e il potere politico”.

“Nient’altro ci ha ispirato nella programmazione di iniziative artistiche e culturali che, nell’arco di un intero anno celebrativo restituissero alla cittadinanza intera la consapevole percezione della bellezza e nondimeno dell’urgenza di una ritrovata e condivisa responsabilità nel propiziare una speranza per tutti più affidabile – commenta l’abate padre Bernardo Gianni – Non poteva mancare la voce di Mario Luzi che con i versi del 1997 dedicati all’abbazia (che si concludono con la frase: Stringiamoci la mano/sugli spalti di pace, nel segno di San Miniato) aveva perfettamente anticipato contenuti, metodo e ispirazione delle celebrazioni del millenario tuttora in corso. Non potevano mancare l’estro, la bravura e la raffinata signoria artistica di Sandro Lombardi e Federico Tiezzi, in una parola non poteva mancare una delle invenzioni più belle dell’umanità intera: il teatro”.

Continua padre Bernardo: “Certamente non stupirà che in uno spazio immaginato e generato per quella speciale esperienza performativa qual è la liturgia, mille anni dopo vi si possa perfettamente situare un’azione prettamente drammatica, vero com’è vero che il teatro è certamente arte, stupore, mestiere, prodigio, politica, ma il teatro è anche, e forse soprattutto, mistero, così come indicibile e inesplicabile mistero resta la bellezza di una basilica abitata da mille anni di storia”.

‘La Signorina Else’ al Salone degli Scheletri

?Firenze, ‘La Signorina Else’, prodotto dalla Compagnia Lombardi-Tiezzi e dall’Associazione Teatrale Pistoiese, andrà in scena da martedì 9 a domenica 21 ottobre, nel Salone degli Scheletri del Museo della Specola.

‘La Signorina Else’ si svolge all’interno della programmazione dell’Estate Fiorentina 2018 e nell’ambito della XXI Stagione Teatrale del Teatro Verdi di Firenze, grazie alla collaborazione dell’Università degli Studi di Firenze.

Nel ruolo del titolo, la giovane attrice Lucrezia Guidone, già protagonista in due spettacoli diretti da Tiezzi: Calderón di Pier Paolo Pasolini e Antigone di Sofocle, spettacolo per il quale le è stato riconosciuto il premio Le Maschere del Teatro Italiano 2018 come Miglior Attrice Emergente.  Schnitzler compie una vera e propria vivisezione del cuore di Else, al contempo impietosa e carica di pietà, mostrandocela nelle sue più riposte oscillazioni psichiche.

Questo ha portato Tiezzi a scegliere, per il debutto dello spettacolo, lo storico Teatrino Anatomico dell’Ospedale del Ceppo di Pistoia: l’analisi compiuta dall’autore sul mondo interiore di Else trova un correlativo oggettivo nell’operazione di regia, che ‘viviseziona’ il corpo del testo e il corpo creativo dell’attore.

Tale dimensione ‘anatomica’, innestatasi tra le dinamiche della pièce, si rifletterà in maniera analoga nel “Salone degli Scheletri” che vanta l’ospitalità di una delle più importanti collezioni osteologiche d’Italia per un totale 3.000 reperti.

Sarà l’imponente presenza degli scheletri di uccelli, pesci, rettili e grandi mammiferi ad amplificare la potenza del testo, spietata radiografia di una società corrotta fin nel nucleo familiare: una vera e propria tragedia della coscienza moderna, sganciata dai valori della tradizione, attenta solo ai propri istinti e ai propri falsi valori, cinicamente pronta a sacrificare un’adolescente in nome del denaro e delle apparenze sociali.

Lo spostamento dell’azione dai palcoscenici a luoghi carichi di connotazioni storiche o emotive particolari, fa parte del lavoro di ricerca della Compagnia di un Teatro dell’Esperienza che coinvolga il pubblico spingendolo a uscire dalla dimensione passiva di fruitore di uno spettacolo di intrattenimento a quella di attivo e partecipe collaboratore alla creazione dell’evento teatrale.

Dopo il successo riscosso con Il ritorno di Casanova, Federico Tiezzi prosegue dunque il suo lavoro di ricerca sul grande scrittore austriaco. Risalente al 1924, la novella La Signorina Else è un testo mirabile, tutto incentrato sul battito tumultuante dei pensieri che si affollano e scontrano nella mente di Else, l’adolescente ‘altera’, vivida e appassionata, su cui incombe una catastrofe familiare.

Else è una bella e virtuosa fanciulla, percorsa dai primi turbamenti sessuali, che viene presa in contropiede dalla richiesta dei genitori che necessitano di una grossa somma di denaro.

È la madre stessa che in una lettera invita la figlia a vendersi per salvare l’onore della famiglia. L’unico modo per ottenere il denaro è infatti chiederlo a un ricco conoscente che da tempo la corteggia e che si trova con lei in vacanza a San Martino di Castrozza. Tutto il testo vive delle reazioni di Else a questa sordida richiesta.

L’autore impiega in questo racconto la tecnica del monologo interiore, il flusso di coscienza, attraverso il quale i pensieri e le contraddizioni del personaggio e della società in cui si muove vengono alla luce con straordinaria potenza. Con tecnica magistrale Schnitzler viviseziona davanti a noi Else, offrendocela nelle sue più riposte oscillazioni psichiche, in una simultaneità di impulsi e contro-impulsi che la portano al delirio.

Il testo si inserisce nel clima della grande cultura viennese della finis Austriae, pervasa da scoperte artistiche che ne faranno il luogo di nascita della musica moderna (Strauss, Schönberg, Berg, Webern). È anche il momento in cui i pittori Gustav Klimt e Egon Schiele rappresentano quella stessa società attraverso opere che impietosamente la inchiodano al suo splendido decadimento.

Gimmy Tranquillo ha intervistato il regista Federico Tiezzi ed il Presidente del Sistema Museale dell’Università di Firenze, Marco Benvenuti:

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