Scontro durante il question time tra assessore Giuliani e Bundu. “Se nostro gruppo consiliare fosse a conoscenza di situazioni illecite dovrebbe denunciarle”

Durante un question time c’è stato uno scambio tra l’assessore Maria Federica Giuliani e Antonella Bundu sull’insufficiente controllo delle condizioni di lavoro degli addetti che lavorano per il Comune e che sono in appalto.

“I consiglieri Bundu e Palagi forse si sono dimenticati che lo sfruttamento del lavoro è una fattispecie penale. E forse non sanno che nell’ordinamento italiano vale una regola fondamentale: la ricostruzione dei fatti di natura penale è di stretta competenza della magistratura”. Questo è quanto detto dall’assessore al personale del Comune di Firenze Maria Federica Giuliani, che rispondeva ad un question time in consiglio comunale posto da Antonella Bundu (Sinistra Progetto Comune) e dal titolo ‘Salari da fame, orari ridotti e contratti pirata, part-time involontario’.

Bundu fa riferimento ad un “controllo insufficiente da parte del Comune delle condizioni” degli addetti “che lavorano per il Comune e che sono in appalto”. L’assesore ha replicato dicendo “che la denuncia è obbligatoria per il pubblico ufficiale, e il consigliere comunale lo è, o l’incaricato di un pubblico servizio, per i reati perseguibili di ufficio appresi in ragione del loro ufficio o servizio ed anche quando non sia individuata la persona alla quale il reato è attribuito”.

“Nel caso in cui il nostro gruppo consiliare fosse a conoscenza di situazioni illecite dovrebbe denunciarle, ci ha suggerito l’assessora – ha replicato Bundu -. Grazie. Ma se le norme sono rispettate e comunque c’è una situazione di sfruttamento ingiusta? La politica dovrebbe servire a questo e ci avrebbe fatto piacere sapere di uno sforzo specifico della giunta, per capire quale sia la situazione dei servizi in appalto nel nostro Comune”.

“Via i tiranni dall’Iran”: a Palazzo Strozzi Sacrati uno striscione con i volti degli uccisi o dei condannati a morte

Serve una campagna internazionale per bloccare quello che sta accadendo in Iran – ha detto il presidente della Toscana Eugenio Giani – Esprimiamo la nostra solidarietà a chi sta soffrendo per una tirannia che il mondo non può accettare”

Appeso fuori dall’ingresso principale della sede regionale, Palazzo Strozzi Sacrati, uno striscione, con i volti degli uccisi o dei condannati a morte, in cui si chiede di fermare le esecuzioni in Iran. Nella giornata mondiale dei diritti umani, ‘La Toscana delle donne’, la manifestazione promossa dalla Regione, onora così l’impegno di essere al fianco delle donne iraniane del Movimento donne vita e libertà.

Sullo striscione le foto con il nome e l’età degli arrestati e dei condannati a morte, i cartelli con scritto ‘via i tiranni dall’Iran’ e ‘diritti umani uguali per tutti’, i cori ‘combattiamo, moriamo, ripartiamo’ e le testimonianze di due donne del movimento Donne, vita, libertà, la rete di immigrati di prima e seconda generazione che chiede lo stop alla violenza.

“Durante l’iniziativa alcuni giovani iraniani si presentano con felpa bianca a scritta in arabo e italiano. Sono legati tra loro con una corda, alcuni hanno un cappio al collo, altri le mani legate, altri ancora una benda sugli occhi, a simboleggiare tortura, condanna e prigionia del regime. Occupano l’intero scalone del palazzo sede della Regione Toscana, mentre al piano terra suona il quartetto Gynaikos della Scuola di musica di Fiesole che esegue musiche di J. Haydin.

In tre mesi di proteste, è stato ricordato, in Iran sono stati uccisi almeno 500 manifestanti, 63 erano minorenni. In 20mila sono stati rinchiusi in carcere ed almeno 28 persone sono state condannate a morte, solo per aver partecipato a quelle manifestazioni. “Grazie alla Regione Toscana per aver fatto un atto concreto per dimostrare che sono dalla nostra parte”, dicono le esponenti del movimento. Tra i presenti anche l’assessore regionale Alessandra Nardini, il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo, il consigliere Vincenzo Ceccarelli e le assessore Federica Giuliani e Sara Funaro.

Tennis in rosa: sport e solidarietà uniti per la lotta contro tumore al seno

“Tennis in rosa”: per la prima volta nel centro storico fiorentino sarà allestito un campo da tennis regolamentare attorno al quale si svilupperà una giornata dedicata allo sport e alla solidarietà per il tumore al seno.

Tennis in rosa è un vero e proprio mix di sport, musica ed intrattenimento, con la presenza di foodtrucks per il cibo ed altri stand in tutta la piazza per rendere Piazza del Carmine un centro di aggregazione sportiva ma anche di divulgazione di un messaggio solidaristico per tutti coloro che si accostano al mondo delle malattie oncologiche
L’evento si terrà il giorno sabato 15 settembre dalle 16.00 alle 23.30.

Tennis in Rosa – Fight Breast Cancer with Sport (Associazione Sportiva Dilettantistica e ONLUS riconosciuta) è una associazione no profit che ha come scopo l’aiuto alle donne che sono state operate di tumore alla mammella attraverso il loro avviamento allo sport del tennis. Offre alle donne operate di tumore al seno la possibilità di intraprendere o proseguire la pratica sportiva, sotto la guida di maestri, con lezioni gratuite presso le strutture sportive che hanno aderito. Recenti studi scientifici dimostrano che il Tennis riduce il rischio di recidive poichè è funzionale al controllo del peso e determinante nel recupero della forma fisica dopo un intervento.

Alla presentazione di oggi dell’evento, la Presidente Commissione Cultura e Sport, Federica Giuliani: “Lo sport si conferma come mezzo più naturale e semplice per far arrivare messaggi importanti e per la riabilitazione”.

La Presidente dell’Associazione Tennis in Rosa, Gaia Casati, ha aggiunto: “In Piazza del Carmine allestiremo un campo regolamentare e dove donne in rose, autorità, campioni di vario sport giocheranno tutti quanti insieme per portare questo messaggio: sport e tennis sono un recupero fisico”.

 

 

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