Ires-Cgil: per inflazione crolla potere d’acquisto famiglie Toscana

E’ stato presentato oggi lo studio di Ires Toscana sugli effetti dell’inflazione sulle tasche dei cittadini toscani: secondo i dati il potere d’acquisto di 1,2 milioni di lavoratori dipendenti crollerà di 1870€ annui, il costo dell’energia aumenterà del 116% e quello dei beni alimentari del +10%, mentre la rata media dei mutui subirà un incremento di 218€.

I dati dello studio di Ires Toscana per la Cgil presentato oggi a Firenze delineano una situazione preoccupante: l’inflazione in Toscana determinerà un crollo del potere d’acquisto per i lavoratori dipendenti da 1.870 euro annui in media nel 2022, a causa soprattutto del boom dei costi per l’energia (+1.560 euro). Il conflitto tra Russia e Ucraina ha determinato una maggiore incertezza su investimenti e consumi, situazione che è peggiorata con il conseguente aumento dell’energia.

“E’ una situazione che penalizza molto di più i redditi medio-bassi e il lavoro dipendente”, ha affermato Gianfranco Francese, presidente di Ires Toscana.
“I dati parlano chiaro”, ha detto Dalida Angelini, segretaria generale della Cgil Toscana, annunciando la partecipazione alla manifestazione dell’8 ottobre a Roma. “Ad aprile scorso avevamo proposto una 14/a mensilità per i lavoratori: oggi siamo a dire che una sola mensilità non è sufficiente”.

Il sindacato rilancia proposte tra cui “l’aumento di stipendi e pensioni; l’introduzione del salario minimo e una legge sulla rappresentanza; il superamento della precarietà; una vera riforma del fisco; garantire e migliorare una misura universale di lotta alla povertà, come il reddito di cittadinanza; la sicurezza nei luoghi di lavoro; un tetto alle bollette; un piano
per l’autonomia energetica fondato sulle fonti rinnovabili”.

A rendere ancora più difficile il quadro delle famiglie a basso reddito in Toscana, secondo Ires, c’è poi l’incremento, superiore all’inflazione totale, del costo dei generi alimentari, stimata a settembre intorno al 10,5%. Per
una famiglia composta da due adulti e due bambini, con una spesa mensile per generi alimentari pari a 500 euro nel 2021, lo stesso paniere di beni costa 52,5 euro in più a settembre 2022. La fine della politica monetaria espansiva da parte della Bce, ed il conseguente doppio aumento dei tassi di riferimento a luglio e settembre 2022, rendono molto più difficile e costoso
per le famiglie l’accesso al credito prima casa.

A fine settembre il tasso medio praticato dalle maggiori 15 banche presenti sul territorio regionale per un mutuo prima casa a 30 anni, con importo richiesto pari ad euro 200 mila e Ltv pari all’80%, risulta essere del 3,60%, contro l’1,51% medio del primo trimestre 2022. In termini monetari, si tratta di un aumento pari a 218 euro della rata media mensile.

“Ormai i rincari costano ai cittadini più di uno stipendio – ha affermato Luca D’Onofrio, presidente di Federconsumatori Toscana -, rischiamo l’acuirsi di un conflitto sociale che sta montando, la situazione è complicata, il Governo ha il compito di rimettere liquidità in tasca ai cittadini e con l’autorità dell’energia occorre intervenire sull’aumento delle bollette”.

L’intervista a Luca D’Onofrio, presidente di Federconsumatori Toscana.

Acqua in Toscana: Federconsumatori, blocco tariffe fino al 2031

In attesa di capire come si realizzerà il ritorno alla gestione pubblica del servizio idrico, “fino al 2031 si blocchino le tariffe in tutta la regione, e se ne valuti il loro contenimento quando nel 2021 scadranno i termini degli oneri di concessione”. E’ quanto chiede Federconsumatori Toscana, che oggi ha organizzato a Firenze un convegno sul tema.

L’associazione chiede che “si lavori per una maggiore qualità”, perché “gli standard sono bassi per tutti i gestori indistintamente; si mantengano gli investimenti necessari; si blocchino le distribuzioni degli utili; si tenga aperto e si allarghi il perimetro del confronto nella costruzione e gestione di questo processo con le istanze dei cittadini e delle loro rappresentanze”.
Federconsumatori ribadisce quindi l’intenzione “di monitorare gli accadimenti”, e la richiesta di “condividere le scelte che volta per volta verranno compiute da Comuni, Autorità Idrica, Regione Toscana”.
“L’ipotesi contenuta nella legge Daga, di un possibile ritorno a gestioni in economia a livello comunale” del servizio idrico integrato “tramite aziende speciali, non è una risposta ai bisogni e alle esigenze dei cittadini”, perché “rischia di riprodurre i guasti di analoghe esperienze passate”. Afferma sempre Federconsumatori Toscana.
Per Fulvio Farnesi di Federconsumatori, “follia sarebbe quella di prevedere, come pare previsto nella legge in discussione in Parlamento, una unica scadenza per tutte le concessioni al 2020, con costi per il pubblico insostenibili. Un percorso più lungo, con costi commisurati alla fine delle concessioni, renderebbe il percorso credibile e possibile”. L’associazione si dice dunque favorevole “a una operazione che riporti in house l’attività del servizio idrico, ma senza ripercorrere esperienze di disseminate gestioni in economia a livello locale che non avrebbero la capacità di raggiungere adeguati livelli di efficienza, qualità ed economicità che contemporaneamente i cittadini si aspettano”.

Federconsumatori Toscana, allarme per truffati dalle banche e fondo per i rimborsi

Truffati dalle banche, Federconsumatori chiede all’esecutivo risposte sul fondo che per il 2019 vede assegnati zero euro per i rimborsi. In Toscana la platea di chi potrebbe aver diritto a rimborsi a vario titolo sarebbe oltre le 10mila persone

“Il 4 ottobre con grande clamore, come ci ha ormai abituato questo Governo, è stato annunciato che tutti gli azionisti-obbligazionisti-risparmiatori truffati sarebbero stati rimborsati. Suoni di tromba per annunciare che si sarebbe partiti dubito e che 1,5 mld sarebbero stati destinati ai truffati (in Toscana la platea di chi potrebbe aver diritto a rimborsi a vario titolo potrebbe essere oltre le 10mila persone). 

Non sono mancati, come sempre nella storia del Paese, pseudo Associazioni che hanno fatto da megafono. Di fatto l’unico effetto è quello di lasciare grande spazio ad una aggressiva azione di merketing per studi di avvocati verso persone che già hanno pagato la malagestio di alcune banche e che ora vengono chiamate a pagare per ricevere (forse? Quando?) un sostanzioso ristoro.

In campagna elettorale era stato promesso: “Tutti rimborsati al 100%!”. Peccato che, dopo gli annunci, sono venuti i fatti: nel bilancio dello Stato 2019 trasmesso a Bruxelles, alla voce relativa al fondo, sono assegnati 0 Euro. Avete capito bene: ZERO! Per il 2020, 360 mln (è credibile?). Ed altrettanti per il 2021. Allo stato attuale il fondo per il 2019, stando al draft che di fatto riassume il DEF, non riceverà alcuno stanziamento.

A gennaio verranno (forse) promulgate le “famigerate” norme attuative del fondo, che attendiamo dal marzo di quest’anno. Nonostante ciò risulta improbabile pensare ad un ristoro nei primi mesi del 2019 per chi ha già ottenuto un ACF positivo, considerando che il fondo non ha alcuna dotazione e che non è chiara la sorte della dotazione di 25 milioni in 4 anni ipotizzata dall’originaria previsione della legge di bilancio 2018 targata Baretta, che deve presumibilmente intendersi revocata.

Al Governo chiediamo una convocazione urgente delle Associazioni dei Consumatori riconosciute dal CNCU, che hanno rappresentanza e delega dei cittadini truffati, per una verifica seria su cosa e come fare per dare risposte non fumose ai risparmiatori. In assenza di tale convocazione procederemo ad una manifestazione sotto al MEF, per esprimere le proteste dei risparmiatori.”

Firmato: Federconsumatori nazionale e Toscana

 

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