🎧 La 77esima Estate Fiesolana dal 6 giugno a settembre al Teatro Romano

La 77esima Estate Fiesolana dal 6 giugno a settembre al Teatro Romano: nella splendida cornice del Teatro Romano di Fiesole dal 6 giugno fino a settembre torna la 77esima edizione dell’Estate Fiesolana. Oltre 100 giorni di programmazione a cura di PRG e Music Pool con una proposta artistica molto variegata, italiana e internazionale che va dalla prosa politica e filosofica alla danza, dal jazz alla musica classica.

Audio: Claudio Bertini di PRG S.r.l e Gianni Pini dell’Associazione Music Pool

Si apre nei primissimi giorni di giugno con tre appuntamenti di jazz a cura di Music Pool: già il 6 con una formazione stellare con Calderazzo, Patitucci e Weckl, e si prosegue il 10 ed il 14 con due serate in collaborazione con il Liceo Dante ed il Conservatorio. E poi il ritorno in teatro di Beppe Grillo(17 giugno) con il suo nuovo spettacolo in collaborazione con il Teatro Puccini che contiene un doppio riferimento all’opera di Luigi Pirandello Uno, nessuno e centomila. Presente la musica d’autore con Simone Cristicchi (8 luglio)e la sua straordinaria proposta ispirata al repertorio mistico di Franco Battiato, e con Mauro Pagani(15 luglio)che farà tappa del suo tour per il 40° anniversario dall’uscita di Crêuza De Mä, il disco scritto con Fabrizio De André. Per la scena musicale internazionale ancora grandi appuntamenti: jazz, soul e R&B per Cory Henry(9 luglio),Dana Al Fardan (17 luglio)con un concerto di musica classica contemporanea per orchestra e voce e Rufus Wainwright (20luglio),definito da Sir Elton John come il più grande cantautore vivente.

Per gli appuntamenti con il teatro civile e di narrazione segnaliamo la coppia formata da Corrado Formigli e Stefano Massini(23 luglio),il filosofo, saggista e psicoanalista Umberto Galimberti(24 luglio) ed il recital dello scrittore e sceneggiatore Roberto Saviano(3 settembre)

Non manca il teatro classico con I Menecmi da Plauto (26 giugno),Ifigenia in Aulide di Euripide (13 luglio) e Il grande racconto del labirinto(30 luglio),il progetto di Sergio Maifredi con la drammaturgia di Giorgio Ieranò, insegnante di letteratura greca e traduttore teatrale. The Pilgrims Choir diretto da Gianni Mini torna sul palco del Teatro Romano di Fiesole insieme al Trio Le Signorine e conla straordinaria partecipazione di Alessandro Riccio.

In collaborazione con il Teatro Puccini saranno organizzate altre le serate Massimo Recalcati (19 giugno)e Aldo Cazzullo insieme a Moni Ovadia(23 luglio)Nuovi tour teatrali anche per Carmen Consoli(28 giugno)con il suo nuovo progetto di valorizzazione degli strumenti e del patrimonio musicale siciliano, Sergio Cammariere a cura di Music Pool(12 luglio)con un repertorio di canzoni che hanno reso celebre il cantautore, e Max Gazzè(29 luglio)in un concerto completamente inedito, con sonorità diverse e una scaletta che si muove tra passato e futuro. Per tutti questi eventi la prevendita è già in corso.

Il Teatro Romano, come tradizione, ospiterà la giornata dedicata alla Festa della Musica(21 giugno),uno dei più importanti eventi a valore culturale che celebra il solstizio d’estate in più di 120 nazioni in tutto il mondo. La serata è curata dalla Scuola di Musica di Fiesole, l’ingresso è libero masu prenotazione.

La presenza del Teatro Pubblico Ligure è riconfermata anche quest’anno con un altro progetto ideato e diretto da Sergio Maifredi: la grande letteratura di mare di autori del calibro di Salgari, Hemingway e Melville. Un viaggio a tappe in quattro serate, come scali di una rotta attraverso gli oceani, darà voce ai protagonisti, in un racconto orale di avventure antiche quanto l’uomo.

Un doppio appuntamento con la danza lo porta la compagnia Lyric Dance Company(2 luglio Defilé di danza-16 luglio omaggio a Amy Winehouse),mentre i concertisti dell’ORT-Orchestra della Toscana torneranno a Fiesole insieme ad Alessandro Riccio per un evento dedicato a Giacomo Puccini in occasione del centenario della morte del compositore lucchese (22 luglio)Le sorprese del cinema dal 5 al 21 agosto è la rassegna cinematografica curata dalla Fondazione Stensen che propone due settimane di proiezioni da godere al fresco del Teatro Romano di Fiesole.

In via di definizione la data per la cerimonia del Premio Fiesole ai Maestri del Cinema durante la quale verrà consegnato il prestigioso riconoscimento ad un regista internazionale.

 

 

Paolini porta ‘Il calzolaio di Ulisse’ al Teatro Romano di Fiesole

Nell’ambito della 72ma Estate Fiesolana, martedì 30 luglio alle ore 21.15 il Teatro Puccini porterà in scena al Teatro Romano di Fiesole: “Nel tempo degli dèi – Il calzolaio di Ulisse” con Marco Paolini. Lo spettacolo fa parte anche della stagione teatrale 2019/2020 del Teatro Puccini (in programma il 31 gennaio e 1° febbraio 2020).

“Gli dèi quando giocano, giocano pesante. Se sbagliano hanno sempre il tempo di mettere
le cose a posto. Per gli dèi il tempo non conta: non invecchiano, non seccano, hanno
sempre tempo per fare e rifare le cose. Forse per questo non possono capire che ciò che
accade a noi umani muta le cose, a volte per sempre. A nessuno di noi gli dèi possono
restituire i dieci anni passati sulla spianata davanti a Troia, lontano da casa, e la rovina
che quei dieci anni generarono, per qualcuno, non è ancora finita.”
(Cit. Il calzolaio di Ulisse)

Marco Paolini

I 20 ANNI DI
Nel tempo degli dèi
Il calzolaio di Ulisse

di Marco Paolini e Francesco Niccolini
regia Gabriele Vacis

e con
Saba Anglana, Elisabetta Bosio, Vittorio Cerroni,
Lorenzo Monguzzi, Elia Tapognani

musiche originali di Lorenzo Monguzzi
con il contributo di Saba Anglana e Fabio Barovero
scenofonia, luminismi, stile Roberto Tarasco
aiuto regia Silvia Busato
luci Michele Mescalchin, fonica Piero Chinello
assistenza tecnica Pierpaolo Pilla, direzione tecnica Marco Busetto
prodotto da Michela Signori

produzione
Jolefilm
Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa
con la collaborazione di Estate Teatrale Veronese e Teatro Stabile Bolzano

Marco Paolini, autore e attore, racconta lo spettacolo Nel tempo degli dèi – Il calzolaio di Ulisse. “Era nata come Odissea tascabile – spiega Paolini -, è cresciuta nel tempo, nei suoni e nello spazio: è diventata olimpica e quasi alpina.”  “Perché Ulisse  più lo conosci e più ti porta lontano: e la distanza (celeste e marina) è la condizione essenziale per comprenderlo e cantarlo. Perché di questo si tratta: un canto. Forse il canto. Antico di tremila anni, passato di bocca in bocca, e di anima in anima: il soul per eccellenza. Perché questa è la storia dell’Occidente, e tutto contiene: dal primo istante, quando nulla esisteva, e un giorno cominciò a esistere, a partire proprio da quelle misteriose, ambigue capricciosissime entità che questa storia muovono: gli dèi. Ex guerriero ed eroe, ex aedo, Ulisse – racconta Paolini – si è ridotto a calzolaio viandante, che da dieci anni cammina verso non si sa dove con un remo in spalla, secondo la profezia che il fantasma di Tiresia, l’indovino cieco, gli fa nel suo viaggio nell’al di là, narrato del X canto dell’Odissea. Questo Ulisse – Continua l’attore – pellegrino e invecchiato non ama svelare la propria identità e tesse parole simili al vero. Si nasconde, racconta balle, si inventa storie alle quali non solo finisce col credere, ma che diventano realtà e addirittura mito. È partito all’alba che segue la gara dell’arco e la strage dei pretendenti: ha avuto solo il tempo di un lungo pianto liberatorio con il figlio Telemaco e una notte d’amore con Penelope, e subito riparte. Perché un destino già scritto e la volontà degli dèi gli hanno imposto di massacrare i 108 giovani principi achei, che gli hanno invaso la casa, insidiato la moglie, e le 12 ancelle che agli invasori si sono concesse.”

“Potrebbe dichiararsi innocente perché così gli hanno dettato gli dèi, che considerano quel
sangue un rito sacrificale, ma Ulisse non ci sta. Impossibilitato a sottrarsi a quel destino di
morte e violenza, e dopo essersi macchiato di quel sangue, ecco il colpo di scena: invece
di godersi la vittoria con l’annessa protezione divina (Atena e Zeus sono al suo fianco a
benedirlo prima, durante e dopo la strage), si autoinfligge la più dura delle punizioni e
denuncia come crimine quello che gli dèi dell’Olimpo considerano un’ecatombe, cioè il più
grande sacrificio che un essere umano possa loro offrire.”

“Così, dopo venti anni di assenza e disavventure, Ulisse si obbliga a un nuovo esilio.
Rinuncia al governo, abbandona la moglie e il regno, riparte con Telemaco al suo fianco,
che lo segue senza mai aprire bocca. Ma soprattutto Ulisse abbandona gli dèi che lo
vorrebbero trionfante e immortale: si rivolta contro i loro capricci, la loro ambigua volontà e non ha paura di pagare il prezzo della propria scelta.
Questo e molto altro, sotto le mentite spoglie di un calzolaio – anzi, del calzolaio di Ulisse,
uno straniero dai sandali sdruciti, indurito dagli anni, dall’età, dai viaggi e dai naufragi –
racconta il protagonista a un giovanissimo capraio incontrato apparentemente per caso. Parlano lungo un sentiero in ripida ascesa, dove una fila infinita di uomini formica
faticosamente arranca, trasportando – è proprio il caso di dirlo – ogni ben di Dio: perché
quello è il sentiero che conduce fino allo Chalet Olimpo, dimora divina dove sono in corso i
preparativi per una grande e misteriosa festa. Ma tutto questo, il calzolaio con il remo in
spalla, lo deve ancora scoprire.”

“Con quanti, ma soprattutto con quali dèi ha a che fare un uomo oggi? Non penso
ovviamente alle solide convinzioni di un credente, ma al ragionevole dubbio di chi guardando al tempo in cui vive, pensa con stupore e disincanto alle possibilità di
accelerazione proposte alla razza umana. Possibilità di lunga vita, possibilità di
potenziamento mentale e fisico, possibilità di resistenza alle malattie, eccetera… Restare
umani sembra uno slogan troppo semplice e riduttivo, troppo nostalgico e rassicurante
quando diventare semi-dèi appare un traguardo possibile, almeno per la parte benestante
del pianeta.
Ulisse per me – conclude Marco Paolini – è qualcuno che di dèi se ne intende e davanti alle sirene dell’immortalità sa trovare le ragioni per resistere.”

Con Marco Paolini, nel ruolo di autore di Nel tempo degli dèi – Il calzolaio di Ulisse, c’è Francesco Niccolini che ci spiega che “Per anni lui (Ulisse), per me, è stato l’uomo che pensa a testa bassa e poi trova le parole giuste: l’uomo del cavallo di Troia e della gara con l’arco, quello delle Sirene, Polifemo, Scilla, Cariddi. Poi, all’improvviso, è diventato l’uomo triste che piange sullo scoglio più isolato di isole da sogno, dove donne innamorate di lui gli hanno promesso l’mmortalità e molto altro, pur di trattenerlo: ma la nostalgia di casa, la nostalgia della moglie e del figlio erano sempre più forti di ogni tentazione. Strano atteggiamento per un uomo che il mito ci ha consegnato come il simbolo di chi vuole superare ogni confine senza paura.”

“Poi un giorno – continua l’autore – è diventato qualcos’altro ancora: è accaduto quando io, Marco e Silvia Busato abbiamo letto ad alta voce la strage dei pretendenti e delle ancelle puttane. Lì è cambiato tutto e abbiamo dovuto ricominciare da zero: ci eravamo incagliati su un problema enorme. Come si fa a sposare il punto di vista di un assassino di quelle proporzioni?Inaspettatamente ci siamo trovati di fronte a un reduce di guerra che perde il controllo di sé e fa una strage, peggio del peggior marine psicopatico di ritorno dal Vietnam, dall’Afganistan o dal’Iraq. Perché di questo si tratta: un reduce che, in tempo di pace, applica le regole più feroci del campo di battaglia. La sua vendetta è smisurata. Non c’è dubbio che i principi achei siano sfrontati, arroganti, dei parassiti che assediano Penelope, minacciano Telemaco e divorano le ricchezze del palazzo, ma – si domanda Niccolini – bastano questi crimini per fare a pezzi centoventi giovani uomini e donne?
Il giorno che ci siamo posti questo problema, e abbiamo cominciato a cercare la risposta,
quel giorno lo spettacolo ha cominciato a esistere. Ma il nostro Ulisse ha smesso di
assomigliare a qualunque antico e luminoso eroe: sporco di interiora e sangue, infangato,
maleodorante, invecchiato, rugoso e sdrucito, in esilio per altri dieci anni in compagnia
solo di un vecchio e inutile remo, abbiamo scoperto non l’ex guerriero, l’ex eroe, di sicuro il
reduce del campo di battaglia ma soprattutto un uomo, che – per l’ennesima volta da solo
e contro gli dèi capricciosi e ostili anche quando sembra che stiano al tuo fianco – cerca di
placare dèmoni vecchie nuovi, che lo hanno accompagnato lungo trent’anni di guerre,
naufragi e inattesi incontri. E tutto questo, con una sola spiegazione possibile, che ci viene
dal personaggio che più amo in tutto il poema (e che solo apparentemente è rimasto fuori dal nostro spettacolo), Alcinoo, il re mago, che tutta questa fatica e il dolore riesce a
spiegare con le parole più semplice e belle: «perché i posteri avessero il canto»” conclude Francesco Niccolini.

Gabriele Vacis, regista dello spettacolo che andrà in scena al teatro romano di Fiesole spiega come “Le nozze di Cadmo e Armonia, il libro di Roberto Calasso, porta in epigrafe una frase di Sallustio: queste storie non avvennero mai, ma sono sempre. Quel bellissimo libro di Calasso  raccontava il rapporto tra gli dèi e gli uomini. Gli dèi, nella Grecia classica, erano personaggi della vita quotidiana. Con tutti i pregi e i difetti degli umani. Non è facile, per noi moderni, comprendere questa consuetudine con le divinità.”

“Quando lavoro con Marco Paolini – racconta il regista -, ci capita spesso di chiedere aiuto ad uno dei più grandi scrittori italiani del novecento: Luigi Meneghello. E lui ci aiuta sempre. In Libera nos a Malo  scrive: Qui in paese quando ero bambino c’era un Dio che abitava in chiesa… Il Dio di Meneghello oltre ad abitare in chiesa, faceva i temporali ed era un personaggio del paese anche lui. Ecco: dev’essere qualcosa del genere – prosegue l’autore – che avevano in mente i greci di due o tremila anni fa. Le stesse storie che non avvennero mai ma che sono sempre che avevano in testa i nostri genitori e i nostri nonni.
E noi? Adesso? Oggi dove sono gli dèi? Dov’è Dio? La risposta esatta che si doveva dare
al catechismo non contraddice quello che voglio dirvi: dov’è Dio? In cielo, in terra e in ogni
luogo.”

Gabriele Vacis ricorda che “quando Paolini ha cominciato a parlarmi di questo spettacolo mi ha chiesto di leggere Homo deus di Yuval Noah Harari. Lì si trova una risposta che non contraddice quella del catechismo: adesso gli dèi siamo noi. Siamo noi occidentali ricchi che facciamo i temporali e abitiamo in chiese preziosissime: New York, Parigi, ma anche Dubai o Seul… Siamo noi che, discrezionalmente, senza bisogno di motivi razionali, decidiamo dove devono stare gli umani e come devono starci. Il libro di Calasso è importante perché
racconta l’ultima volta in cui gli umani e gli dèi si sono seduti, insieme, allo stesso
banchetto. Poi sono cominciati i muri. Da una parte gli dèi, dall’altra gli uomini. E in mezzo
c’è Ulisse, un uomo che ha un rapporto privilegiato con gli dèi grazie alla sua intelligenza,
alla sua arguzia. L’Ulisse che vorremmo raccontare è quello che ha già vissuto tutte le sue
peripezie, è un vecchio di oggi: ancora molto in gamba, consapevole ma senza futili
illusioni. È un saggio confuso e disorientato che ha bisogno di continuare a comprendere,
nonostante tutto. È un Ulisse che, finalmente, prova ad ascoltare sua moglie, suo figlio,
che prova a comprendere persino gli dèi capricciosi che si sono giocati il suo destino. Per
questo, in scena, Marco non sarà solo. Sartre – conclude Gabriele Vacis, regista dello spettacolo – diceva che l’inferno sono gli altri. Questo anziano Ulisse ha bisogno di comprendere quell’inferno che sono gli altri.”

BIGLIETTI
I settore € 27,00
II settore € 22,00
(diritti di prevendita esclusi)

PREVENDITE
BIGLIETTERIA DEL TEATRO ROMANO DI FIESOLE
Via Portigiani 1 Fiesole (tel. 055.5961293) aperta dalle ore 9.00 alle ore 18.30. Solo qui
sarà possibile acquistare i biglietti ridotti riservati ai residenti del Comune di Fiesole
presentando un documento di identità.

BOX OFFICE sede centrale di Firenze in Via delle Vecchie Carceri 1 (complesso Ex-
Murate) aperto dal lunedì al venerdì dalle ore 10.00 alle ore 19.00 e sabato dalle ore 10.00
alle ore 14.00.

VENDITA TELEFONICA con carta di credito: 055-21.08.04 dalle ore 10.30 – 18.00

CIRCUITO REGIONALE BOXOFFICE TOSCANA
(consulta la lista su www.boxofficetoscana.it /punti-vendita/)

TICKETONE vendita online su www.ticketone.it

APERTURA STRAORDINARIA DEL MUSEO CIVICO ARCHEOLOGICO DI FIESOLE
Tutte le sere di spettacolo i possessori del biglietto per l’evento previsto nella serata
potranno visitare dalle 20,00 alle 21,30 gratuitamente il Museo Civico Archeologico di
Fiesole che conserva materiali delle culture Villanoviane, Etrusche, Romane e
Longobarde.

QUALCHE INFORMAZIONE IN PIU’
I bambini sotto i 4 anni di età entrano gratuitamente accompagnati da un adulto, in numero
di un bambino/a per ogni adulto, ma non hanno diritto ad occupare un posto a sedere.
Il ridotto residenti nel Comune di Fiesole è acquistabile solo presso la biglietteria del
Teatro presentando un documento d’identità che attesta la residenza.

COME ARRIVARE AL TEATRO ROMANO di Fiesole
Per raggiungere il Teatro Romano di Fiesole è attiva la linea 7 di ATAF. Per gli spettacoli
che termineranno tra le 23 e le 23.30 in collaborazione con DORIN, sarà attivo un servizio
d’autobus che partirà da Piazza Mino a Fiesole circa 10 minuti dopo il termine dello
spettacolo ed arriverà a Piazza Stazione SMN.

Estate Fiesolana: Ascanio Celestini interpreta “Radio Clandestina”

Domenica 23 giugno, alle ore 21:15, al Teatro Romano di Fiesole, Ascanio Celestini porterà in scena lo spettacolo “(I vent’anni di) Radio Clandestina”, tratto dal testo di Alessandro Portelli “L’Ordine è già stato eseguito”.

A Fiesole torna “Estate Fiesolana”, il festival che propone concerti e spettacoli all’interno della cornice del teatro Romano di Fiesole. Domenica 23 giugno sarà l’attore e scrittore romano Ascanio Celestini a salire sul palcoscenico con “(I vent’anni di) Radio Clandestina”, uno spettacolo, di cui è interprete e regista, che parte dal testo “L’Ordine è già stato eseguito” di Alessandro Portelli, vincitore del Premio Viareggio, dove viene narrata una storia di poche ore che viene inserita nella storia dei 9 mesi di occupazione nazista a Roma, e poi in quella dei 5 anni della guerra, dei 20 anni del fascismo. La storia comincia alla fine dell’ottocento, quando Roma diventa capitale e continua negli anni in cui si costruiscono le borgate, prosegue con la guerra in Africa e in Spagna, con le leggi razziste del ’38, con la seconda guerra, fino al bombardamento di San Lorenzo, fino all’8 settembre.

Come si legge dalle note di regia: “L’eccidio delle Fosse Ardeatine è conosciuto da tutti, e in particolare per i romani ha segnato il momento più tragico dell’occupazione nazista. In questi mesi mi è spesso capitato di parlare del progetto al quale stavo lavorando e dopo un attimo vedere la cassiera del bar o il tecnico del teatro che mi si avvicinava dicendomi ‘io sono il figlio del ragazzino che giocava a pallone a via Rasella il giorno dell’azione partigiana’ o ‘io mi chiamo Carla perché mio nonno si chiamava Carlo ed è morto alle Ardeatine’ … All’inizio mi sembravano casualità, ma poi riflettendoci non è difficile capire che 335 morti alle Ardeatine hanno alle spalle centinaia di famiglie, migliaia di persone.

Eppure la storia di questo eccidio è conosciuta sempre al contrario. Quasi tutti sanno che i nazisti subito dopo l’attentato partigiano di via Rasella mandarono in giro per Roma centinaia di comunicati, sui manifesti, sui giornali e alla radio. Ma visto che i partigiani non si presentavano, risposero al loro silenzio uccidendo 10 italiani per ogni tedesco morto. È una storia che sanno tutti anche se è una grande menzogna e questo per ammissione degli stessi tedeschi. Nel processo del novembre ’46 al giudice che chiedeva: ma voi avreste potuto dire ‘se la popolazione romana non consegnerà entro un dato termine il responsabile
dell’attentato io fucilerò 10 romani per ogni tedesco ucciso?’, Kesserling rispondeva: ‘ora in tempi più tranquilli dopo tre anni passati devo dire che la idea sarebbe stata molto buona’.
– Giudice: ‘ma non lo faceste’.
– Kesserling: ‘no, non lo feci’.
E poi i nazisti come avrebbero potuto cercare i responsabili della bomba in via Rasella se tra l’esplosione di quella bomba e l’eccidio delle fosse Ardeatine non passarono alcuni giorni, ma soltanto poche ore.

A Roma non esiste un’immagine chiara di ciò che fu il movimento partigiano. I partigiani ce li immaginiamo mentre camminano in montagna e cantano Bella Ciao, ma a Roma erano i tedeschi e i fascisti gli unici che avevano il permesso di muoversi in gruppo e cantare. I partigiani romani si muovevano soli o in gruppi di due e Carla Capponi (che partecipò anche all’azione di via Rasella) dirà che fu un’emozione quando sentì una persona che la chiamava per nome ad alta voce.

Il racconto della lotta partigiana e dell’occupazione nazista a Roma viene spesso raccontata in maniera confusa, ma soprattutto l’eccidio delle Ardeatine e l’azione di via Rasella che lo precedette sono ormai parte di un mito negativo, di una storia che viene raccontata al contrario.

Io ho provato, partendo dai materiali pubblicati nel libro di Alessandro Portelli ‘L’ordine è già stato eseguito’ a dare voce a quella parte orale della storia che ancora racconta quei giorni in maniera viva, diretta e non rovesciata. Il primo studio per un più ampio progetto sulla memoria orale dell’eccidio alle fosse Ardeatine è stato presentato dal 31 ottobre al 3 novembre 2000 nella cella n.11 dell’ex-carcere nazista di Roma a via Tasso (oggi Museo della Liberazione) per la manifestazione Luoghi della Memoria organizzata da Comune di Roma e Teatro di Roma. ‘Sono passati vent’anni e i miei racconti stanno ancora in quella stanza. Nei pochi metri quadrati che occupano le scenografie di tutti gli spettacoli che ho portato in scena dopo’”

Estate Fiesolana.Avion Travel. Peppe Servillo

Venerdì 29 Giugno 2018 ore 21:15, Teatro Romano di Fiesole. Gli Avion Travel si sono ricongiunti in formazione originale per quello che è stato il Retour nel 2014, poi protrattosi fino agli inizi del 2017; tre anni in cui la band è stata protagonista di più di 100 concerti, riscoprendo l’intesa e l’affiatamento, ma soprattutto ritrovando un pubblico sempre affezionato e in attesa di nuova musica. Nell’estate del 2017 dopo la scomparsa di Fausto Mesolella e un periodo di esitazioni e riflessioni, il tour è ripreso in quintetto con la new entry di Duilio Galioto alle tastiere. Dal 2003 ad oggi naturalmente gli Avion Travel non hanno abbandonato la loro attività, grazie alle molte pubblicazioni, omaggi, cover, riedizioni e vari tour con formazioni diverse e ridotte. Peppe Servillo, voceMario Tronco, tastiereDuilio Galioto, piano e tastiere Peppe D’Argenzio, sax Ferruccio Spinetti, contrabbasso Mimì Ciaramella, batteria.

Roberto Vecchioni canta le sue storie di felicità

45 anni di successi per ripercorrere i ricordi e le speranze del poeta della musica italiana. Mercoledì 27 giugno al Teatro Romano di Fiesole (ore 21,15) il tour di Roberto Vecchioni “La vita che si ama” – ispirato all’ultimo libro dell’artista

Sul palco Roberto Vecchioni alterna dialoghi e canzoni per condurre il pubblico nello spazio della felicità che – come spiega l’artista – “vuol dire avere tutto in un solo istante… quando vedete una cosa, la vedete per l’ultima volta. Ogni persona che incontrate, appena la incontrate, è per l’ultima volta”.
Il filo conduttore dello spettacolo è costituito dai frammenti della memoria personale racchiusi in 45 anni di canzoni, da quelle meno consuete come “Stelle” e “Figlio, figlio, figlio” a “Sogna ragazzo sogna”.

La scelta è quella di prediligere i brani più personali rispetto a quelli intellettuali per raccontare attraverso la musica e le parole l’urgenza di felicità, le gioie vissute, i momenti dimenticati e superati che appartengono a quel tempo definito da Vecchioni “verticale”, che ci si porta sempre addosso. Il cantautore in questo spettacolo gioca con l’ironia, si immerge nel ricordo, rincorre la sua passione per costruire un bilancio in cui i giorni che sembravano più neri hanno lasciato il posto a quelli più luminosi.

Vecchioni lascia da parte il repertorio costituito da personaggi mitici e storici che frequenta solitamente per creare un clima intimista, ed attingere dalle cose belle della propria vita, come il ricordo della mamma descritta in “Dimentica una cosa al giorno” e “Un lungo addio” dedicato alla figlia. Non mancheranno i classici da Luci a San Siro a Chiamami ancora amore. I biglietti (35/25 euro, posti numerati, esclusi diritti di prevendita) sono disponibili  nei circuiti di Box Office Toscana www.boxofficetoscana.it/punti-vendita (tel. 055.210804) e online su www.ticketone.it (tel. 892.101).

ROBERTO VECCHIONI – Cantautore è uno dei padri storici della canzone d’autore in Italia. Per Einaudi ha pubblicato Viaggi del tempo immobile (1996), Le parole non le portano le cicogne (2000), Parole e canzoni (2002), Il libraio di Selinunte (2004), Diario di un gatto con gli stivali (2006), Scacco a Dio (2009), Il mercante di Luce (2014) e La vita che si ama (2016). Nel 2016 esce il nuovo album “Canzoni per i figli”, prodotto da Danilo Mancuso per D.M.E, contenente nove canzoni in una nuova emozionante versione e un brano inedito, pubblicato in un cofanetto in abbinamento al  libro “La vita che si ama. Storie di felicità”, un successo editoriale da oltre 100.000 copie.
Con i suoi libri ha vinto numerosi premi, tra cui il Cesare Pavese, Il Choise Montale, l’Elsa Morante. Professore di greco e latino per tanti anni, è attualmente docente di Forme di poesia in musica presso l’Università di Pavia e membro della Giuria dei Letterati del Premio Campiello.
A Febbraio 2018, dopo la vittoria nel 2011 con “Chiamami ancora amore”, torna come ospite del Festival di Sanremo per celebrare la poesia in musica e duetta con Claudio Baglioni nel brano Samarcanda.
Roberto Vecchioni è l’unico artista ad aver vinto il Premio Tenco (1983), il Festivalbar (1992), il Festival di Sanremo (2011) e il Premio Mia Martini della critica (2011).

Biglietti (posti numerati – esclusi diritti di prevendita)
1° settore 35 euro
2° settore 25 euro

 

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