Corrieri Esslunga: concluso presidio a Campi Bisenzio, ma ‘stato di agitazione continua’

Corrieri Esselunga, Sì Cobas – ‘Concluso il presidio al magazzino Esselunga. Ma lo stato di agitazione continua. Le iniziative e gli scioperi continueranno nei prossimi giorni fino all’apertura di una trattativa sindacale’.

Presidio di un gruppo di corrieri in appalto che lavorano per Esselunga davanti al centro logistico dell’azienda a Campi Bisenzio (Firenze), in via delle Cicogne. Momenti di tensione si sono registrati, secondo quanto appreso, perché il presidio, di carattere regionale, impediva l’uscita dei mezzi per le consegne.

Sul posto la polizia con la Digos peer tenere sotto controlla la situazione. Il presidio, iniziato da questa mattina alle 6 e terminato intorno alle 14:30, rientra nell’ambito di uno sciopero degli autisti in appalto Esselunga promosso congiuntamente da Si Cobas ed Usb, e che coinvolge i lavoratori di Campi Bisenzio, Porcari (Lucca), Montecatini Terme (Pistoia) e Livorno.

“Turni massacranti e straordinari non pagati, condizioni di sicurezza inesistenti e mancato rispetto del Ccnl – spiegano Si Cobas e Usb in una nota -: queste le ragioni che hanno portato al quarto giorno di agitazione, dopo i continui rifiuti dell’azienda di convocare al tavolo le rappresentanze sindacali. Come a Mondo Convenienza, ancora un caso di corrieri costretti ad un regime di cottimo di fatto nel sistema di appalti e subappalti che uccide diritti e massimizza i profitti”. Si Cobas spiega che, concluso il presidio, “lo stato di agitazione continua. Le iniziative e gli scioperi continueranno nei prossimi giorni fino all’apertura di una trattativa sindacale”.

Firenze, crollo Esselunga, celebrato funerale per altri tre operai

Dopo i funerali a Collesalvetti (Livorno) di Luigi Coclite, e del rito ieri per il tunisino 54enne Mohamed Toukabri, oggi a Firenze è stata la volta della cerimonia funebre per Mohamed El Ferhane, 24anni, Taofik Haidar, di 45 anni, e Bouzekri Rachimi, 56 anni, tutti originari del Marocco

Ultimo saluto oggi a Firenze per  per Mohamed El Ferhane, 24anni, Taofik Haidar, di 45 anni, e Bouzekri Rachimi, 56 anni, tutti originari del Marocco tre degli operai morti nel crollo al cantiere di via Mariti a Firenze.

Una cerimonia religiosa raccolta, alla presenza dei familiari, celebrata dall’imam di Firenze Izzedin Elzir alle cappelle del commiato.

La salma di uno dei tre, ha spiegato l’imam, sarà trasferita a Bologna e successivamente in Marocco mentre le altre due saranno prima portate in Lombardia, dove avevano parenti e amici, per un altro rito funebre, e poi rimpatriate. Oggi, durante la cerimonia, spiega Elzir, “abbiamo fatto una preghiera e un piccolo discorso sul lavoro, perché al lavoro si va per migliorare la propria vita, si va per la dignità del vivere, ma non certo per morire”.

“Il nostro invito è a cambiare la cultura sul lavoro – aggiunge l’imam di Firenze  -, per salvaguardare la vita, per lavorare in sicurezza e pensare che la vita è più importante del profitto. Si guarda al guadagno e si dimentica la dignità dell’essere umano. Serve una legislazione nuova. I familiari hanno ringraziato tutti, hanno vito che Firenze e l’Italia si sono spesi per cercare di capire cosa è successo. Per loro è stato un grande abbraccio dai nostri concittadini”.

Ingegneri, uso eccessivo del subappalto è male 

Angelo Domenico Perrini, presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri “Avere più imprese che lavorano su un cantiere rende più complicata la gestione delle interferenze, ossia la presenza contemporanea nello stesso luogo di più lavoratori che svolgono attività diverse, ed aumenta il rischio di incidenti”

“Avere più imprese che lavorano su un cantiere rende più complicata la gestione delle interferenze, ossia la presenza contemporanea nello stesso luogo di più lavoratori che svolgono attività diverse, ed aumenta il rischio di incidenti. Se, invece, c’è un’unica impresa, o imprese originariamente conosciute a gestire il cantiere diventa più semplice attuare il piano di sicurezza”. A parlare così è dopo l’incidente avvenuto presso il cantiere del supermercato Esselunga a Firenze che ha causato quattro morti e un disperso, è Angelo Domenico Perrini, presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri.

“Una delle concause di tragedie come quella di Firenze può essere individuata nell’uso eccessivo del subappalto” sottolinea il presidente del Consiglio nazionale degli ingegneri, chiarendo però che si sta parlando va chiarito che non ci si riferisce non del  subappalto in generale “ma al cosiddetto subappalto a catena per cui l’ultimo subappaltatore è costretto a lavorare a condizioni economiche molto basse e con tempi strettissimi e spesso non ha la possibilità di verificare adeguatamente il piano di sicurezza e le modalità di intervento”.

“ Per ridurre i rischi – incalza Perrini- è necessario che ci sia una buona organizzazione della sicurezza sul luogo di lavoro: ognuno deve sapere come e quando intervenire al fine di limitare i rischi. Se limitassimo il ricorso al subappalto certamente la gestione della sicurezza diventerebbe più semplice”.

Il presidente del Collegio degli Ingegneri  rammenta, infine, che “secondo i dati Eurostat, l’Italia negli ultimi anni ha una media complessiva di 2,6 incidenti mortali sul lavoro per 100.000 lavoratori, contro lo 0,84 della Germania, 1,9 della Spagna, 2,8 dell’Austria, 0,33 dell’Olanda, per citare i paesi con una struttura economico-produttiva simile a quella italiana. Solo la Francia, tra i Paesi a noi più vicini, registra valori più elevati dei nostri: 3,3 incidenti mortali ogni 100.000 lavoratori”.

🎧 Crollo cantiere Esselunga via Mariti: tre operai morti, ancora due lavoratori dispersi

Gravissimo incidente sul lavoro a Firenze. Stamani alle 8.30 l’impalcatura di un cantiere in corso per la costruzione di un supermercato, nel quartiere di Novoli, è crollata. “Ci sono purtroppo tre vittime, tre ricoverati e due persone ancora disperse”. Il bilancio del disastro di Firenze lo aggiorna l’assessora alla Protezione civile, Monia Monni, uscendo dal cantiere.

Che spiega: “E’ molto difficile individuare i dispersi. Non sono riusciti a farlo i cani del reparto Usar, che sono appositamente addestrati per le ricerche sotto le macerie. Non ci è riuscito il drone con la camera termica. Probabilmente sono molto in profondità e la quantità di materiale è tantissima”. Le tre persone ricoverate, invece, “fortunatamente non sono in pericolo di vita, anche se due di loro sono comunque in condizioni critiche”. Ora, prosegue, “ci stringiamo alle famiglie, perché si tratta di una tragedia immane, mai conosciuta da questa città”. Vedendo quel che è successo “si prova sconforto e una grande rabbia: non si può morire di lavoro. Ma è anche presto per commentare le dinamiche che sembrano più complesse di come si possono riassumere nelle chiacchiere da bar: è un crollo strutturale, quindi qualcosa di inedito”.

Al cantiere  è arrivato il pm di turno dela procura della Repubblica di Firenze. Sul posto sono arrivati anche il governatore Eugenio Giani, la vicesindaca Alessia Bettini, l’assessore comunale alla sicurezza e al lavoro Benedetta Albanese e il questore Maurizio Auriemma.(

Quattro ore di sciopero in tutto il settore metalmeccanico della provincia di Firenze, da effettuarsi oggi alla fine di ogni turno di lavoro: è l’iniziativa indetta da Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil dopo il grave incidente di stamani. In Italia, accusano Fiom, Fim e Uilm, “si sta consumando da tempo una mattanza nel generale silenzio della politica e delle Istituzioni, è inammissibile morire di lavoro perché le persone devono lavorare per vivere e non per morire! La tragedia di oggi avviene nella nostra città troppo distratta da altre vicende, lontana dai bisogni reali delle persone che vi lavorano. Il mondo reale anche a Firenze è un mondo dove purtroppo si muore di lavoro in condizioni di precarietà, e dove i lavoratori sono gli ultimi ad essere considerati”

La testimonianza di Antonio, ascoltatore e residente davanti al cantiere.

Firenze, Coronavirus: fino a 13 giorni per avere spesa a domicilio da Esselunga

A causa delle richieste eccezionali di questi giorni attraverso il sito web e la app – fanno sapere da Esselunga -, legate all’allarme Coronavirus e ai provvedimenti del governo per il suo contenimento, i tempi di attesa sono più lunghi: ordinando una spesa oggi pomeriggio a Firenze, il primo slot libero per la consegna è nella fascia 21-23 di martedì 24 marzo.

“Negli ultimi giorni in Toscana, come in tutto il territorio servito, abbiamo registrato un elevatissimo aumento delle richieste per il servizio di spesa online” a domicilio. Questo è quanto dichiara Esselunga, spiegando che sta lavorando “a un piano di potenziamento del servizio”, e che “aggiungiamo ogni giorno nuova capacità per rispondere alle richieste dei clienti”.

“A fronte di questo incremento nelle richieste, è stato introdotto un limite, per cui è possibile inoltrare un solo ordine ogni 7 giorni per singolo utente del servizio.
“Stiamo consegnando regolarmente in tutte le zone – afferma e conclude Esselunga – cercando di rispettare il più possibile gli orari prestabiliti”.

Nel frattempo, sono molti i negozi del lusso nel centro di Firenze che hanno deciso di tenere aperte le proprie boutique ma, nelle strade per eccellenza dello shopping, si notano anche le prime chiusure, a seguito delle disposizioni del Governo in materia di Coronavirus.
Dalle vetrine dei negozi rimasti aperti in via Tornabuoni, via Strozzi, via Roma e le strade limitrofe si vedono diversi commessi indossare le mascherine mentre i clienti sono rari in una città che anche oggi vede poche persone in strada. Chiusi anche alcuni ristoranti.
“Abbiamo deciso di chiudere i nostri negozi per dare un contributo a rallentare la diffusione del Coronavirus. Vi abbiamo nel cuore”, si legge su un cartello di una nota griffe di abbigliamento mentre su un altro ‘Torniamo subito per prenderci cura di te e di noi. Siamo temporaneamente chiusi’.

Violenza di genere, Barni: “numero verde 1522 attivo”

Un numero, già attivato da diversi anni dal Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei ministri, a cui rivolgersi per casi di violenza o stalking sulle donne. Chiamate il 1522 in caso di bisogno.

Un numero, il 1522,  da chiamare prima che accada qualcosa di irreparabile, per prevenire drammi ancora più gravi che il più delle volte si consumano all’interno delle mura domestiche.

La Regione Toscana rilancia la campagna contro la violenza sulle donne. E si parte appunto dal pubblicizzare l’esistenza di questo servizio, attivo 24 ore su 24, collegato alla rete dei centri antiviolenza e alle altre strutture per il contrasto alla violenza di genere presenti sul territorio. Un numero di pubblica utilità accessibile gratuitamente da tutta Italia, sia da rete fissa che mobile, con operatrici ed operatore capaci di parlare in italiano, inglese, francese, spagnolo e arabo e pronti ad indirizzare la persona all’altro capo del telefono al centro di ascolto e di aiuto più vicino.

Commenta il presidente della giunta regionale, Monica Barni: “Le istituzioni da tempo stanno lavorando per cercare di costruire una rete di prevenzione e protezione rispetto al fenomeno della violenza maschile sulle donne. L’obiettivo è quello di favorire l’emersione del fenomeno attraverso  la sensibilizzazione: siamo convinti infatti che la conoscenza dei servizi di supporto che possono essere attivati, in prima battuta quelli forniti dai centri antiviolenza, possa positivamente incentivare la presa di coscienza, la denuncia e la richiesta d’aiuto”.

” Del resto non è scontato che siano conosciuti – ricorda Rosanna Pugnalini, consigliera regionale delle pari opportunità –. Non è scontato che si conosca neppure questo numero telefonico”.

Chiamando invece il 1522 ogni donna può rivolgersi a un centro antiviolenza, con l’assistenza di operatrici qualificate. Non è un passo facile: il primo muro sono le reticenze dovute alla delicatezza delle questioni in gioco. C’è la paura, una fiducia da conquistare.

“Fondamentale in questa azione è chiaramente anche un cambiamento culturale, che deve vedere anche gli uomini protagonisti” annota Barni. Informazione, educazione e poi sostegno sono le parole chiave. Ed educare, si sofferma la vice presidente, vuol dire anche parlare e far riflettere i giovani: con la musica pure, organizzando un concorso prima nelle scuole e poi tra le giovani band ed artisti emergenti. Oppure con un premio, che si avvia già alla terza edizione, per le tesi universitarie che di violenza di genera si occupano. Serve una rete e una filiera.

“Ma la mancata emersione di molti casi  – rimarca ancora Barni – è dovuta anche al fatto che non si conoscono a volte le strutture a cui  le donne possono rivolgersi e proprio per questo abbiamo deciso di rilanciare la campagna di comunicazione per promuovere il numero gratuito 1522, collegato alla rete dei centri antiviolenza e alle altre strutture presenti sul territorio”.  Le operatrici telefoniche dedicate al servizio forniscono una prima risposta ai bisogni delle vittime, offrendo informazioni utili e un orientamento verso i servizi socio-sanitari pubblici e privati: “un avvicinamento graduale con l’assoluta garanzia dell’anonimato” ricorda ancora la vice presidente.

La campagna di quest’anno avrà il suo fulcro nella collaborazione con le catene della grande distribuzione organizzata, che hanno aderito convintamente all’iniziativa: dalla Conad del Tirreno a  Coop Centro Italia, dall’ Esselunga al gruppo Tuodì, da Pam Panorama a Simply Etruria, Unicoop Firenze e Unicoop Tirreno. “Occorre agire in modo capillare  per raggiungere risultati significati – dice la consigliera Pugnalini – e la presenza dei supermercati, da dove passano tante persone e tante donne, è fondamentale”.

Da sabato 10 novembre e per tutto il mese materiale informativo sul numero 1522 e sui servizi collegati sarà così presente presso i punti vendita di tutto il territorio regionale e al punto informazioni del Centro commerciale “I Gigli” di Campi Bisenzio, il più frequentato della Toscana. Ci saranno locandine e manifesti, biglietti formato tessera  da mettere in tasca e portare via. Tutti i dipendenti delle catene avranno  una spilla appuntata sulle loro divise da lavoro. Il culmine della campagna sarà il 25 novembre, Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne delle Nazioni Unite.

A partire dal 14 novembre e fino al 14 dicembre la campagna sarà presente anche sugli autobus di linea urbani ed extraurbani della regione e, a seguire, sui treni regionali. Alla campagna hanno aderito anche Confartigianato Toscana e CNA Toscana e diversi ordini e collegi professionali del territorio.

La Regione ha dedicato all’iniziativa una pagina all’interno del proprio sito istituzionale (www.regione.toscana.it/numero1522) da cui sono scaricabili e liberamente stampabili i materiali nei vari formati. La pagina sarà arricchita di informazioni e contenuti durante il mese dedicato alla campagna. E’ prevista anche una campagna social, in partenza da venerdì 9,  attraverso i canali ufficiali di Regione Toscana (Facebook – https://www.facebook.com/regionetoscana.paginaufficiale e Instagram – https://www.instagram.com/regionetoscana/).

“Come Regione siamo impegnati in prima linea, su più fronti” conclude Barni, che annuncia la presentazione il 22 novembre del rapporto annuale sulla violenza di genere, che raccogliere i numeri dei casi denunciati nel 2017, dei femminicidi che sono stati commessi in Toscana ma anche delle donne che hanno chiamato per chiedere aiuto.

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