LAV: denunceremo chi abbatterà i Mufloni del Giglio

“La Regione, cosa mai fatta negli anni precedenti, ha predisposto un piano venatorio che prevede l’uccisione di 37 mufloni nelle zone al di fuori del Parco” denuncia la  Lav. Che avverte “chiunque dovesse rendersi responsabile della morte dei mufloni”

I  volontari LAV “saranno sull’isola con lo scopo di raccogliere tutto il materiale probatorio necessario per poi denunciare chiunque dovesse rendersi responsabile della morte dei mufloni”. Lo dice in un comunicato la LAV.

Infatti, scrive l’associazione “nonostante le diffide inviate alla Regione Toscana e all’Ambito territoriale di caccia 7 di Grosseto, sembra oramai segnato il destino dei mufloni che vivono al di fuori dell’area del Parco dell’Arcipelago Toscano sull’isola del Giglio (Grosseto) che diventeranno il bersaglio della sanguinaria passione di alcuni cacciatori”.

La LAV ricorda che “a seguito di un accordo sottoscritto a novembre scorso tra il Parco, Lav e Wwf, le uccisioni dei mufloni nell’area del Parco erano state sospese e sostituite da catture e traslocazioni in aree continentali interdette alla caccia. Ma non c’è pace per i mufloni, perché ora la Regione, cosa mai fatta negli anni precedenti, ha predisposto un piano venatorio che prevede l’uccisione di 37 mufloni nelle zone al di fuori del Parco”.

Massimo Vitturi, responsabile Lav, animali selvatici spiega che “assieme al Wwf ci siamo attivati perché il territorio del parco sia esteso a tutta la superficie dell’isola del Giglio, questo comporterebbe l’automatica istituzione del divieto di caccia garantendo così la sopravvivenza degli animali che sarebbero tutelati dall’accordo che ne prevede esclusivamente la cattura e traslocazione”.

Il Gruppo d’intervento giuridico (GrIg) spiega di aver “inoltrato una nuova istanza , il 26 settembre, finalizzata alla realizzazione dell’area faunistica del muflone con il ripristino (un migliaio di metri di recinzione) del precedente recinto del promontorio del Franco (presso Giglio Campese), proposta da Save Giglio. Con una spesa contenuta per il ripristino della recinzione, i pochi esemplari di muflone dell’Isola del Giglio potrebbero vivere in pace senza creare alcun fantomatico problema a biodiversità e agricoltura”.

13 chili di sabbia dell’Elba come souvenir!?

Pisa, avevano in valigia 13 chili tra sabbia e ciottoli prelevati nelle spiagge dell’isola d’Elba, questo è quanto scoperto dalla guardia di finanza e dal personale delle Dogane che operano all’aeroporto di Pisa durante controlli a tre turisti spagnoli, indicati come studenti di Valencia.

A renderlo noto è l’ente Parco dell’Arcipelago toscano, dopo aver ricevuto la segnalazione dalle fiamme gialle. In particolare, rinvenuti nel bagaglio dei turisti 13 sacchetti da un chilo di sabbia elbana, che sono stati sequestrati.

“Il Codice della navigazione in relazione all’attuale giurisprudenza, qualifica l’abusiva asportazione di sabbia e ciottoli dalle spiagge quale reato di furto aggravato” ricorda l’ente Parco che la guardia di finanza “che ha sventato questa vera e propria aggressione nei confronti del patrimonio geologico e paesaggistico dell’Arcipelago Toscano”.

I campioni di sabbie e ciottoli sequestrati saranno riconsegnati all’ente Parco ed esposti nel Centro di educazione ambientale di Lacona, dove vengono proposte attività didattiche e divulgative relative alle tematiche degli arenili ed al ruolo degli ecosistemi dunali.

Barca in sosta in area protetta Pianosa, multato francese

Un diportista francese che si era fermato in zona vietata con la sua barca a vela di 12 metri all’interno dell’area marina protetta dell’Isola di Pianosa è stato multato con una sanzione di 330 euro dagli uomini di una vedetta della sezione operativa navale della guardia di finanza di Portoferraio (Livorno).

I finanzieri hanno accompagnato fuori dall’area marina protetta di Pianosa una barca a vela lunga 12 metri battente bandiera francese, che era in transito dalla Corsica e che si era fermata nella zona di Cala Giovanna a pochi metri dal litorale dell’isola. La manovra dell’imbarcazione francese era stata ripresa dalle telecamere del sistema di videosorveglianza dell’Ente Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, in uso alla sala operativa della Guardia di finanza di Livorno e alla polizia penitenziaria in servizio sull’isola che ha subito confermato ai finanzieri quanto era stato elaborato dalle immagini.

La zona marina tutelata si estende fino ad un miglio di distanza dalla costa di Pianosa: entro quest’area vi è il divieto assoluto di accesso, navigazione, sosta ed ancoraggio per qualsiasi imbarcazione da diporto e da pesca, nonché di immersione e balneazione, salvo le deroghe disciplinate dall’Ente Parco dell’Arcipelago Toscano.

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