Rogo Prato: emerge fenomeno ‘ditte fantasma’ cinesi

Nascoste in abitazioni, per Rossi Regione no abbassa guardia.

Sono 1469 le ispezioni nelle fabbriche cinesi svolte nell’ambito della fase due del progetto
‘Prato lavoro sicuro’, avviata lo scorso aprile, che ha portato a rilevare un nuovo fenomeno illegale: quello delle ‘ditte fantasma’, ovvero realtà che ufficialmente non esistono perchè nascoste all’interno di civili abitazioni. E’ quanto emerso oggi, spiega una nota, nel corso di un incontro nella città laniera a quattro anni dal rogo della fabbrica-dormitorio Teresa Moda nel quale morirono sette lavoratori cinesi.

L’incontro, spiega una nota, è stato organizzato dal Comune di Prato e dal coordinatore regionale del progetto Prato lavoro sicuro, Renzo Berti, alla presenza del presidente della Regione Toscana Enrico Rossi.

Dopo la tragedia, ha ricordato Rossi, “la Regione ha lanciato il progetto Prato lavoro sicuro, nel quale abbiamo messo 12 milioni di euro, abbiamo così assunto 76 ispettori del
lavoro e, d’intesa con Asl e Procure è partito un piano di ispezioni straordinarie che, dal settembre 2014 al marzo 2017 ha già controllato 8257 imprese, il 59% delle quali risultate non in regola. Oggi la prima fase si è conclusa ma la Regione non abbassa la guardia”. Lo ha detto il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi nel corso di un incontro nella città laniera, organizzato a quattro anni dalla tragedia, dal Comune di Prato e dal coordinatore regionale del progetto Prato lavoro sicuro, Renzo Berti.

“Il progetto Prato è diventato un modello – ha aggiunto -. Una sfida per far emergere da condizioni di illegalità diffusa, con un lavoro di squadra, realtà produttive capaci di contribuire alla ricchezza della Toscana e del Paese. Oggi vogliamo consolidare questa esperienza ma anche allargarla, per renderla uno strumento più raffinato ed efficace contro lo sfruttamento dei lavoratori quasi degli schiavi, inaccett abile in una terra civile come la Toscana”.

Aferpi: M5s; stop teatrino Renzi-Rossi, tutelare lavoratori

Giani: lite Rossi-Renzi non è fine legislatura Toscana.

“Altro che teatrino Renzi-Rossi, le istituzioni dovrebbero concentrarsi sul primo obiettivo a
breve termine: tutelare lavoratrici e lavoratori dell’indotto ex Lucchini di Piombino”. Lo afferma il consigliere regionale M5s Irene Galletti, annunciando una mozione in merito.

“Al momento chi assicura i servizi di fornitura ad Aferpi è in grave difficoltà – aggiunge in una nota – perchè nessun atto ministeriale garantisce a queste persone quell’estensione degli ammortizzatori sociali fino a fine 2018 sancita invece per i dipendenti Aferpi”.

Secondo Galletti, “sappiamo che la giunta si è mossa informalmente col Ministero per lo scopo, senza successo, per questo vogliamo passare sul piano formale, tramite un atto di indirizzo chiaro che sostenga la richiesta come proveniente dall’Assemblea dei toscani”.

Sulla questione è intervenuto anche il consigliere regionale della Lega Nord Roberto Salvini: “In tempi non sospetti avevamo capito che l’affare Rebrab sarebbe stato fallimentare e ora rimaniamo alquanto perplessi dall’atteggiamento della sinistra. E’ infatti in atto un inaccettabile, quanto comodo, gioco dello scaricabarile che sta coinvolgendo un po’ tutti, da Renzi a Rossi”.

“Immaginiamo il disappunto dei lavoratori delle acciaierie – sottolinea in una nota -, il cui futuro appare sempre più nebuloso, nell’apprendere che il classico teatrino della politica è quantomai vivo, con svariate accuse a sinistra e addirittura minacce di querela da parte del presidente della Giunta Toscana nei confronti del segretario Pd, Matteo Renzi”.

Secondo Salvini è “una situazione imbarazzante che certamente non aiuta minimamente a risolvere la pesante crisi occupazionale. Invece che parlare, accusandosi a vicenda occorre invece trovare rapidamente una valida soluzione alla criticità, ‘detronizzando’ Rebrab e assicurandosi che l’alternativa sia, questa volta, capace di dare certezze e non fumose illusioni, costate milioni euro, a migliaia di persone”, conclude.

I giornalisti, a margine della seduta solenne dell’Assemblea, hanno intervistato il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani in merito alla lite, se avesse timori per la tenuta della legislatura toscana. “Sia Renzi che Rossi sono persone che, ognuno nella rispettiva direzione, si erano fortemente impegnate per Piombino, quindi vanno considerati con rispetto. Non penso che siano questi i temi che possano portare alla fine della legislatura”.

Secondo Giani, “al di là della prima reazione che Rossi può avere avuto alle parole di Renzi, ci rendiamo conto che sulla possibilità di offrire uno sviluppo di quella che era la
siderurgia a Piombino si sono impegnati a fondo sia Renzi che Rossi”.

Aferpi: Rossi querela a Renzi, uffici al lavoro

Avvocatura Regione Toscana potrebbe presentarla prossimi giorni.

L’ avvocatura regionale della Toscana sta predisponendo la querela del presidente della
Regione Enrico Rossi (Mdp) nei confronti del segretario del Pd Matteo Renzi dopo le dichiarazioni a quest’ultimo attribuite circa la responsabilità dello stesso Rossi e dell’ex leader della Fiom Maurizio Landini sulla scelta dell’imprenditore algerino Rebrab per l’intervento nel polo siderurgico ex Lucchini a Piombino. E’ quanto si apprende da fonti vicine alla presidenza della Regione, secondo le quali la querela dovrebbe essere presentata già nei primi giorni della prossima settimana.

Ieri lo staff di Renzi aveva fatto sapere che ‘nessuno ha mai messo in dubbio il principio della gara’ e che quanto attribuito a Renzi era frutto di ‘ricostruzioni giornalistiche su frasi de relato’.

“Le querele non si minacciano, le querele si fanno e ho già dato mandato, ai legali di agire contro chi non dice come stanno le cose o le propone in maniera diversa. Io non ho scelto
Rebrab che è stato scelto con una procedura di gara. Mi riserverò poi nei prossimi giorni di avanzare qualche proposta perchè episodi come quelli verificati con Rebrab non si ripetano” aveva detto stamani il presidente della Regione Toscana, rispondendo ai giornalisti a margine di un convegno sull’urbanistica, che gli chiedevano del suo annuncio di voler querelare Matteo Renzi per quanto detto in occasione della sua visita a Piombino.

“Da quando sono presidente della Regione – ha aggiunto – mi sono trovato almeno con quattro grandi imprenditori che si sono proposti e hanno prospettato la volontà di risolvere tutti i problemi di Piombino. Poi questi imprenditori hanno magari abbandonato l’idea. Forse c’è qualcosa che non funziona nel modo con cui si fanno i contratti con i quali cediamo pezzi così importanti dell’apparato industriale”.

Rossi: “se Governo proroga, allora che si pensi a cose per la Toscana”

Rispondendo ai giornalisti, il presidente della regione ha affermato: “bene Gentiloni fino a Giugno se c’è tempo di definire alcune questioni importanti, come Piombino”

“Stamani mi hanno detto che sembra che rimanga Gentiloni fino a giugno, e la cosa che ho pensato, di default, è stata: bene, speriamo allora che si definiscano almeno due o tre cose che interessano la Toscana, tra le quali anche la vicenda di Piombino che non è banale”. Lo ha detto il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi (Mdp), rispondendo ai giornalisti a margine di un convegno sull’urbanistica, che gli chiedevano un commento sulle ipotesi di una proroga del Governo Gentiloni.

“Il problema della governabilità è molto serio ma è molto serio anche quello della rappresentanza – ha aggiunto -. Nella nostra Costituzione vengono ottemperati entrambi. Io credo che un Governo al paese è stato dato in situazioni assolutamente complicate e verrà dato anche questa volta”. Rossi ha ribadito di essere “contrario alle larghe intese. L’ho detto tante volte e da molto tempo, che producono la governabilità ma spingono però fuori dalla politica e dalla rappresentanza interi settori sociali che in quelle forze non si riconoscono”, ha concluso.

Aferpi, Rossi: “tornare a produrre acciaio a Piombino”

Con un post sulla sua pagina Facebook, il governatore della Regione Toscana commenta la vicenda Aferpi dicendo di “tornare a produrre acciaio a Piombino per evitare di mandare a casa 4000 lavoratori”

“Renzi dice che su Piombino è tutta colpa mia e di Maurizio Landini. Lo ringrazio per avermi messo in coppia con Landini, uno degli uomini più credibili e rispettati dai lavoratori. Quanto al merito inutile ricordare che la scelta delle imprese commissariate viene effettuata con gara da una commissione tecnica presso il Mise. Resto convinto che, anche per il futuro, l’unica proposta accettabile per Piombino è di tornare a produrre acciaio, perché altrimenti si farebbero solo gli interessi del capitalismo nazionale e internazionale che vorrebbero veder morire la siderurgia per sfruttare solo i laminatoi, mandando così a casa oltre la metà dei quattromila lavoratori diretti e indiretti”.

Lo scrive su Facebook il governatore toscano Enrico Rossi, tra i fondatori di Mdp, commentando notizie apparse sulla stampa in merito all’incontro ieri, durante il viaggio in Toscana del treno ‘Destinazione Italia’, del segretario del Pd Matteo Renzi con operai ex Lucchini di Piombino. Lo staff di Renzi ha affermato che il segretario non ha dichiarato quelle frasi ai cronisti ma si tratta di ricostruzioni giornalistiche.

“Il progetto industriale presentato dall’imprenditore Issad Rebrab – ha continuato Rossi – è stato scelto attraverso una regolare procedura di gara del ministero dello Sviluppo economico, sulla quale non ho avuto alcuna influenza. Le affermazioni su Piombino, così come riportate dai giornali, meritano una sola risposta: la querela. Ne sono dispiaciuto ma su questa materia non si scherza e non sono ammessi equivoci”.

“Credo che occorrano politiche più forti ed incisive – prosegue -, e che il Governo debba tutelarsi rispetto a fenomeni di abbandono industriale. A Piombino dobbiamo garantirci, memori degli errori compiuti in questa vicenda, nei confronti di chi prenderà in carico le
acciaierie”, ha spiegato il governatore, esprimendo apprezzamento per l’opera di De Vincenti e Calenda, ma invocando legislazioni per tutelarsi rispetto a piani industriali
presentati da imprenditori in un settore che è strategico per ogni politica industriale.

“In sette anni – ha aggiunto – ho visto quattro imprenditori interessati a rilevare le acciaierie e sono stato amico di tutti e parente di nessuno. Quindi posso dire che i ritardi con cui Rebrab sta arrivando ad un accordo per la cessione stanno mettendo in enormi difficoltà migliaia di lavoratori. Piombino ha diritto a trovare un imprenditore che
torni a produrre acciaio”.

Rossi su Leopolda 8: no rancore ma rapporti sereni, in Toscana accordo tiene

“Quando serenamente prendiamo atto di differenze, queste ci spingono verso approdi diversi. Non c’e’ nessun rancore, c’e’ semmai rispetto, ci puo’ e ci deve essere confronto”. Lo afferma il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, rispondendo ai giornalisti che gli chiedono se si sente di fare un ‘in bocca al lupo’ a chi partecipera’, oggi, alla kermesse renziana alla stazione Leopolda.

“La situazione in Regione e’ diversa- prosegue-, perche’ andiamo avanti sulla base
di un accordo programmatico che si tiene, e che e’ stato di recente anche riconfermato”.
A chi ricorda che l’anno scorso i partecipanti all’iniziativa gridarono ‘fuori, fuori’ all’indirizzo degli allora dissidenti del Partito democratico, Rossi ribatte: “Infatti, ci siamo
andati. A questo punto cosa si deve fare? Non ce lo possono piu’ dire- constata- se ci si separa, esperienza abbastanza comune, all’inizio possono esserci un po’ di problemi. Pero’, ci si guarda anche con una certa distanza, e perche’ no anche con un
po’ di simpatia. Non ci sono problemi, io sono perche’ i rapporti diventino sereni”. Il Pd, prosegue, “e’ il Pd, ha il suo programma, fa le sue iniziative. Noi siamo la sinistra- chiosaci
stiamo ricostruendo, poiche’ siamo convinti che il Paese abbia bisogno di una sinistra. Questo e’ il punto. I nostri programmi, in questa fase, sono diversi”.

“Io stamane sono andato davanti alle fabbriche ed insieme ad altri di Articolo Uno-Mdp a consegnare un volantino, che so essere stato apprezzato dai lavoratori, nel quale c’e’ scritto che noi abbiamo fatto un tentativo per ripristinare l’articolo 18. Toglierlo e’ stato un errore e io non c’ero in Parlamento”. Aggiunge Enrico Rossi, a margine di una conferenza stampa.
“Ripristinare l’articolo 18 e’ un modo per cominciare a ricostruire un sistema di diritti nel mondo del lavoro che adesso ha avuto davvero troppi colpi e ha fatto troppi passi indietro”.
Su questo c’e’ una diversita’ col Pd, ma “non per questo bisogna per forza considerarsi dei nemici, assolutamente”.

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