Arte: la Galleria Poggiali di Firenze propone “Rhizome”, una selezione di opere

Da domani, mercoledì 11 novembre, fino al 25 gennaio 2021, la Galleria Poggiali di Firenze presenta “Rhizome”, una selezione di opere degli artisti e delle artiste della galleria.

Nella prima parte degli spazi di via della Scala sono installati due lavori di Fabio Viale in marmo, assieme ad un paesaggio artificiale di Goldschmied & Chiari.

Il filo conduttore della fotografia prosegue con l’esposizione di lavori di Slater Bradley e Grazia Toderi, mentre si avvicendano scatti di Luigi Ghirri.

Le radici di “Rhizome” si allargano fino a toccare Gilberto Zorio e Claudio Parmiggiani, del quale è selezionata una delocazione di tre metri che ha per soggetto la libreria, proposta al MAXXI di Roma in una declinazione di 22 tavole di oltre due metri ed una carta di Eliseo Mattiacci.

Insieme a queste opere a parete, trova posto Claudio Parmiggiani con l’opera “Senza Titolo”.

La parte finale della galleria è dedicata al ritorno alla pittura con Luca Pignatelli, Manfredi Beninati e “Prima di Prima” di Marco Fantini.

Natale: torna F-light

Alberi d’autore e i 50 anni dallo sbarco sulla Luna ispirano la nuova edizione del ‘F-Light’, il Firenze light festival che per un mese, da domani al 6 gennaio, ridisegnerà il volto notturno della città.

L’evento, promosso dal Comune di Firenze e organizzato da Mus.e con la direzione artistica di Sergio Risaliti, avrà inizio con l’accensione dell’albero di Natale a Palazzo Vecchio e dell’abete in piazza Duomo da parte del sindaco Dario Nardella.

Seguirà l’illuminazione dell’albero in piazza della Repubblica, realizzato da Michelangelo Pistoletto, uno dei tre creati da artisti: gli altri, in piazza Santa Maria Novella e piazza Santissima Annunziata, affidati rispettivamente a Mimmo Paladino e Domenico Bianchi saranno accesi il 14 dicembre.

Tanti gli spazi coinvolti dal festival, presentato oggi: Ponte Vecchio, Palazzo Medici Riccardi, l’Oltrarno, oltre ai torri e porte della città. Il festival propone anche l’illuminazione delle rampe di piazza Poggi (l’inaugurazione è prevista il 20 dicembre), restituite a nuova vita con un restauro finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze: le cinque grotte e la grande vasca che si trovano su tre livelli diversi saranno valorizzate ulteriormente grazie a un nuovo impianto permanente di illuminazione bianca e colorata, da opera di Silfi.

Tra gli eventi anche l’esposizione ‘Novecento Lunare’, nel museo di Palazzo Vecchio (fino al 15 gennaio) che vuole essere un omaggio poetico alla Luna e alla sua conquista attraverso una selezione di opere di artisti italiani che evocano la luna e lo spazio celeste, fra cui figurano ‘Concetto spaziale’ di Lucio Fontana, ‘Riflesso del cielo’ di Eliseo Mattiacci, ‘Superficie lunare’ di Giulio Turcato e ‘La cometa’ di Fausto Melotti. Oltre al centro storico, sono in programma numerose iniziative in tutti i quartieri.

Estate Fiorentina: Listri e Rivalta al Forte Belvedere

Sino al 20 ottobre, il Forte Belvedere ospita due importanti artisti italiani: Massimo Listri, con la mostra A perfect day, e Davide Rivalta, con My land, in un progetto ideato da Sergio Risaliti, promosso dal Comune di Firenze e organizzato da Mus.e.

Dal 2013 il Forte di Belvedere ha accolto oltre 700.000 visitatori per le mostre di Zhang Huan, Giuseppe Penone, Antony Gormley, Jan Fabre, YTALIA ed Eliseo Mattiacci, affermandosi come uno dei più importanti centri espositivi a livello internazionale sotto la direzione artistica di Sergio Risaliti. Quest’anno il Forte riapre, il 29 giugno, con grandi novità, a cominciare dalla fusione scientifica e culturale tra Forte di Belvedere e Museo Novecento, come annunciato dal Sindaco Dario Nardella. Saranno inoltre inaugurate due nuove sale espositive all’interno del Forte, in aggiunta a quelle della Palazzina.

Il cuore del programma estivo è ancora una volta la grande arte contemporanea. Sino al 20 ottobre, il Forte Belvedere ospita due importanti artisti italiani: Massimo Listri, con la mostra A perfect day, e Davide Rivalta, con My land, in un progetto ideato da Sergio Risaliti, promosso dal Comune di Firenze e organizzato da Mus.e.

Massimo Listri è oggi considerato maestro riconosciuto della fotografia di architettura e di ambiente. Nella palazzina del Forte saranno esposte 25 sue fotografie di grande formato. Una galleria di vedute fiorentine, tutti interni, luoghi di conclamata bellezza e notorietà, assieme ad altri spazi storici e industriali in città e nelle aree limitrofe, di cui Listri riesce a cogliere  la qualità formale, appropriandosene con un linguaggio fotografico modernista, contro l’immagine ‘musealizzata’ o ‘cartolinizzata’

Davide Rivalta è invece un artista capace di sovvertire la riproduzione figurativa del mondo animale, suo genere d’elezione, con sculture in bronzo in cui , dicono i curatori “l’alterità del soggetto, più che apparire riprodotta secondo argomenti tradizionali e imitativi, sembra essere diversamente presente e reale”. Sui bastioni e all’interno del Forte saranno esposte dodici sculture di grandi dimensioni in metallo, oltre a un wall painting, anzi wall drawing, che trasformerà le quattro sale del seminterrato in una grotta di Lascaux.

“Con la doppia personale di Massimo Listri e di Davide Rivalta – dichiara Risaliti, direttore artistico delle mostre al Forte di Belvedere e di Museo Novecento – viene aggiornata la tradizione del Forte di Belvedere, che dalla mai dimenticata personale di Henry Moore del 1972 è stato l’ambito traguardo di grandi maestri all’apice della loro carriera, un vero e proprio “altare” di consacrazione e storicizzazione. Quest’anno il Forte rinnova la propria vocazione alla contemporaneità per posizionarsi nel sistema dell’arte come palcoscenico interdisciplinare e per la valorizzazione delle nuove generazioni. In linea con quanto accade al Museo Novecento e in modo complementare a quanto proposto in città, il Forte di Belvedere si fa promotore di contemporaneità in Firenze, attore protagonista di un nuovo rinascimento avviato con le grandi esposizioni di questi ultimi anni da Jeff Koons e Urs Fischer in Piazza Signoria, a John Currin e Gleen Brown al Museo Bardini, fino ad Alighiero Boetti ed Emilio Isgrò in Salone dei Cinquecento. Adesso le mostre di Massimo Listri e Davide Rivalta ci appaiono diversamente complementari. A Listri riconosciamo quel tipo di magia nella fotografia che porta dall’esterno all’interno lo sguardo, per introdurlo alla metafisica del linguaggio visivo, quello degli spazi architettonici e della scultura come patrimonio di bellezza. Di Rivalta scopriamo una diversa magia, ancora più primordiale: quella di un artista che ancora vive e agogna all’aperto, che porta l’esterno all’interno. Rovesciando il rapporto dominante tra uomo e animale, Davide rivela poeticamente la presenza dell’origine dei tempi tra noi adesso. Con Listri facciamo l’esperienza della bellezza in arte e architettura come patrimonio inalienabile del linguaggio. Rivalta crea l’ultima possibilità di un incontro con la sovrana bellezza dell’animale, il più alieno tra noi di cui invidiamo e rimpiangiamo lo stare all’aperto. Due mostre che mettono in gioco lo stupore e la meraviglia, l’ineludibile diversità e distanza dell’altro, quella della magnificenza negli spazi storici e quella della regalità all’aperto, dominati dalla presenza della bellezza artistica in un caso e dello spirito animale nell’altro”.

“Con gioia torniamo ad aprire le porte del Forte di Belvedere – afferma Tommaso Sacchi, assessore alla cultura – uno dei ‘luoghi dell’anima’ di Firenze, molto amato dai cittadini, con questa nuova mostra che ne esalta le qualità intrinseche di sede privilegiata di esposizioni legate alla contemporaneità. Solo da pochi mesi il Forte di Belvedere è tornato definitivamente nella piena proprietà della città grazie alla firma di un accordo di valorizzazione con il Demanio e la Sovrintendenza e adesso il Comune intende investirvi ulteriormente per farlo diventare un polo di arte e cultura, un contenitore multidisciplinare della contemporaneità e un centro di produzione, di ricerca e di sperimentazione. Ma non solo: è nostra intenzione lavorare per mantenere il Forte aperto tutto l’anno con nuove iniziative che ne aumentino la fruibilità da parte del pubblico”.
Il biglietto del Forte di Belvedere dà diritto all’ingresso gratuito al Museo Novecento e viceversa.

2 Settembre, Domenica Metropolitana

Firenze, il programma della Domenica Metropolitana di settembre, propone come di consueto un ampio ventaglio di visite e attività nei Musei Civici Fiorentini: le visite in Santa Maria Novella, al Forte Belvedere e alla mostra ‘Gong. Eliseo Mattiacci’, alla Torre San Niccolò, al Museo Stefano Bardini, all’esposizione Artisti al Teatro.

Ma anche sarà possibile visitare gratuitamente, questa Domenica Metropolitana, l’esposizione dei Disegni per il Maggio Musicale Fiorentino e il progetto Nati nel Novecento presso il Museo Novecento.

In Palazzo Vecchio inoltre, si segnalano il percorso “a occhi chiusi” rivolto a vedenti, ipovedenti e non vedenti, ma anche le attività per famiglie Vita di corte e la Favola della tartaruga con la vela.

Ed ancora, per le famiglie sarà possibile prendere parte agli itinerari di scoperta del Terzo Giardino, giardino pubblico sulla riva dell’Arno in corrispondenza di Lungarno Serristori.

Si segnalano l’accesso gratuito presso il Museo del Bigallo alle h10.00 e alle h12.00 (Piazza San Giovanni 1, prenotazione obbligatoria, tel. 055-288496 – servizio attivo anche dal lunedì al sabato) e presso il Museo della Misericordia alle h15.15 e alle h16.30 (Piazza Duomo, prenotazione obbligatoria, tel. 055-239393).

Si ricorda che tutte le visite guidate e le attività nei Musei Civici Fiorentini sono gratuite per i cittadini residenti nella città metropolitana di Firenze e la prenotazione è obbligatoria. All’atto della prenotazione è possibile riservare un solo appuntamento nel corso della giornata per un massimo di 5 persone.

Senza prenotazione sono gli accessi* ai Musei Civici Fiorentini. Museo di Palazzo Vecchio (orario 9.00/23.00), Torre di Arnolfo** (orario 9.00/21.00, 30 persone ogni mezz’ora, ultimo accesso ore 20.00),Santa Maria Novella (orario 12.00/17.30), Museo Stefano Bardini (orario 11.00/17.00), Fondazione Salvatore Romano (orario 13.00/17.00), Museo Novecento (orario 11.00/20.00), Cappella Brancacci in Santa Maria del Carmine (ingressi 13.00/17.00, ultimo accesso ore 16.15, 30 persone ogni mezz’ora), Museo del Ciclismo Gino Bartali (ingressi 10.00/16.00); Torre San Niccolò** (orario 16.00/19.00, 18 persone ogni mezz’ora, ultimo accesso 18.30).

Attenzione: le biglietterie chiudono un’ora prima dell’orario di chiusura.

INFO: http://musefirenze.it/domenica-metropolitana/

Gong, Eliseo Mattiacci al Forte Belvedere

Gong, la mostra che celebra Eliseo Mattiacci: aperta al Forte Belvedere dal 2 giugno e per tutta l’estate, fino al 14 ottobre.

Quest’anno tocca a Eliseo Mattiacci confrontarsi con uno degli ambienti più belli e più difficili al mondo, cioè con il panorama mozzafiato di Firenze dal Forte di Belvedere.

Gong è la più grande mostra mai dedicata ad Eliseo Mattiacci, classe 1940, marchigiano. E la mostra , che è curata da Sergio Risaliti, funziona. Funziona bene, perchè Mattiacci è un artista che ha sempre voluto dialogare con l’universo, e nel Forte di Belvedere ha trovato il palcoscenico ideale, che ha saputo trasformare in una sorta di trampolino di lancio verso l’infinito.

Proprio in senso letterale. Perché Mattiacci è un artista attratto dalle recondite armonie delle sfere celesti. Con le sue opere vuole legare terra e cielo per creare energie nuove o per ricreare energie arcaiche di cui noi contemporanei sembriamo avere più che mai bisogno oggi.

Cosa vuol dire? Vuol dire farci pensare al nostro posto tra la terra e l’universo. Vuol dire farci pensare al senso del nostro passaggio su questo pianeta. E i suoi lavori immersi negli spazi del Forte riescono ad innescare pensieri magici.

Gong si compone di due parti: all’esterno si trovano 11 lavori monumentali in acciaio corten. Sono opere pesantissime, una delle quali per esempio pesa 80mila chili; eppure svettano dai prati e dagli spalti del Forte verso Firenze e verso Arcetri, in quello che al curatore piace chiamare un “dialogo” con la città, con Brunelleschi, e con Galileo.

Si tratta di opere realizzate dalla fine degli anni Ottanta. Hanno titoli poetici, come Verso il cielo, del1987, e Vedere verso l’alto del 1992, Equilibri precari quasi impossibili, del 1991, Segno Australe – Croce del Sud del 1991, poi appunto l’impressionante Colpo di gong, del 1993, Vie del cielo del 1995, le orbite di Ordine cosmico del 1995-96, Totem con nuvola del 1996 e la mai esposta prima Scultura che guarda del 2008-2009.

Questi lavori arrivano a Firenze grazie a prestiti importanti da collezioni e musei internazionali, e così Gong ci dà l’occasione di vedere l’intero sviluppo della ricerca di Eliseo Mattiacci.

La seconda parte della mostra si svolge all’interno della Palazzina, dove trovano spazio nove sculture e istallazioni, realizzate in tempi e materiali molto diversi tra loro. Ci sono lavori storici e celebri come Tubo, del 1967, lungo 60 metri, e Recupero di un mito, del 1975, riallestita per la prima volta da allora e che sicuramente attirerà grandi e bambini con la sua sabbia fina e i ritratti dei capi pellerossa; e ci sono anche lavori più recenti, come l’opera sonora Echi di suoni e cani che abbaiano, del 1983, e l’installazione di pianeti in alluminio su una superficie stratificata in pallini in piombo, che si può solo ammirare a distanza di sicurezza,  La mia idea del cosmo, del 2000.

Il tutto accompagnato da una sessantina di disegni.

Tutti insieme i lavori di Mattiacci raccontano di una continua tensione ad esplorare il senso del nostro passaggio nell’universo, e la ricerca di un sublime contemporaneo. Le sue opere sondano il senso dell’esistenza, vogliono raccontare i cicli cosmici, ed aprire un dialogo con le forze umane e con quelle extraterrestri.

Anche letteralmente: infatti Mattiacci ha detto che “Mi sento attratto dal cielo con le sue stelle e pianeti e, al di là, dalle nostre galassie, è una immaginazione che va oltre, come a voler sfidare la fantasia stessa, come in un sogno. Mi piacerebbe lanciare una mia scultura in orbita nello spazio. Sarebbe davvero un bel sogno sapere che lassù gira una mia forma spaziale”.

In occasione della mostra anche il Museo Novecento espone qualche lavoro di Mattiacci: una scultura, un grande disegno, opere su carta e un video inedito.

Gong è realizzata grazie al sostegno di Banca Monte dei Paschi di Siena, main sponsor dell’evento, alla sponsorizzazione di Carpisa e con il supporto di Galleria Poggiali.

Tutte le info pratiche qui.

Margherita Abbozzo. Tutte le foto sono mie, a parte quella di apertura e la sesta nel testo, che sono di Simona Fossi.

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