🎧 Confesercenti Toscana e Italia Comfidi stanziano un fondo di 10 mln per le imprese

Confesercenti Toscana e Italia Comfidi stanziano un fondo di 10 milioni di euro per le imprese. Lo ha annunciato Nico Gronchi, Presidente di Confesercenti Toscana, al convegno “CREDITO 2.0, Prospettive di crescita dell’economia toscana e l’innovazione del credito”. Si tratta di una sorta di pacchetto “all inclusive” per cui, insieme all’azienda, sarà realizzato il fabbisogno finanziario, il rating, il business plan, l’istruttoria, la dimensione e il costo della garanzia, servizi e tasso di interesse. Il taglio del finanziamento sarà fino a 200 mila euro.

Tre i cambiamenti sostanziali nel rapporto banca/impresa dovuti al susseguirsi di piccole e grandi crisi finanziarie a partire dal 2008, riforme come Basilea 1 e Basilea 2 e soprattutto alle nuove tecnologie, spiega Gronchi: “Innazitutto nella platea degli attori in campo: prima c’erano le banche, erano l’alveo per costruire la finanza di impresa; 12 anni fa ne avevamo 680 a livello nazionale, oggi ce ne sono 450, 23 in Toscana, ma si sono affacciati anche nuovi operatori sulla base dell’evoluzione tecnologica, che hanno fatto proliferare società digitali, oltre alle banche per il microcredito”. “Secondo, l’aumento esponenziale di strumenti di conoscenza e analisi dell’impresa: oggi viene chiesto di andare in banca conoscendo bene rating, business plan, governance, e nonostante questo ci sono varie altre documentazioni da compilare che impattano sul merito creditizio. Infine – dice conclude Gronchi – i costi, erano legati al tasso, ora l’impianto dei costi e l’impatto sui bilanci, invece, è tale che condizionano la sopravvivenza dell’impresa. Questo a causa dei 10 aumenti consecutivi dei tassi di interesse decisi dalla BCE per raffreddare l’inflazione oltre alla richiesta di maggio garanzie sia pubbliche che private e ai costi “accessori” per accedere al credito”.

L’economia reale e il mondo del credito, insomma, hanno cambiato pelle e c’è bisogno di aggiustare il tiro. “Gli ultimi 4 anni – aggiunge Gronchi – hanno pesato moltissimo. Stiamo assistendo, inoltre, a un invecchiamento del soggetto titolare d’impresa, significa che non c’è ricambio generazionale”. Dai dati emerge, infatti, una mancanza cronica di una cultura finanziaria nelle imprese, caratterizzate da un’età media degli imprenditori molto alta ed un poco efficace ricambio generazionale. Tra il 2004 e il 2023 i lavoratori over 50 sono aumentati di oltre 4,5 mln, mentre gli under 50 sono calati a 3,5 mln, dei quali 1,8 mln tra gli imprenditori. La Toscana, che si contraddistingue per la presenza sorpattutto di imprese del terziario, può comunque contare su alcuni dati positivi: c’è stata un’evoluzione delle garanzie che ha trasformato i soggetti finanziatori in soggetti complessi e strategici.  “Soldi in giro ce ne sono, molti e relativamente a basso costo, così come gli strumenti finanziari e i servizi a supporto del credito, ma la sfida vera è di conoscerli, adattarli alla dimensione di impresa e ancorarli ai bisogni dell’economia reale”. Oltre 2 miliardi di risorse del PNRR  stanno arrivando in Toscana e Confesercenti ha investito sul credito a livello nazionale in maniera massiccia, facendolo diventare uno degli asset e delle leve più importanti nel sostegno alle imprese.

🎧 Trend negativo per l’economia toscana: PIL interno inferiore al 2022

Parabola discendente per l’economia toscana: nella prima parte dell’anno ha ulteriormente rallentato portando avanti il trend del 2022. E’ quanto emerge dal report sull’aggiornamento congiunturale presentato dalla Banca d’Italia. Le prospettive, segnate anche dai recenti eventi alluvionali, parlano di andamenti deboli, compensati in parte dal graduale recupero del potere d acquisto delle famiglie e dall’attuazione del PNRR. 

A restituire i dati della perdita di slancio dell’economia toscana nei primi sei mesi del 2023, è Bankitalia che stamani ha presentato il report sull’andamento congiunturale. Mario Venturi, Direttore della sede di Firenze, parla di un trend che va avanti dalla fine del 2022. “L’inflazione, seppure in leggera diminuzione, continua ad erodere il potere d acquisto delle famiglie e impatta sui consumi. Le condizioni di finanziamento restrittive frenano l’attività di investimento delle imprese che già risentono della situazione geopolitica a livello internazionale”. Il distretto manifatturiero, ad esempio, ha rivisto a ribasso i piani di investimento per il 2023. Infine, la minore vivacità degli scambi commerciali ha un risvolto negativo anche sull’export, che si ferma al +2,5% (in termini reali). In sintesi, il prodotto interno lordo della Toscana registra un aumento dell’ 1%, inferiore di quasi tre punti percentuali alla media nazionale della crescita del 2022. Lo studio, sul fronte produttivo, è stato fatto su un campione di 380 aziende, evidenziando come inflazione e politica monetaria abbiano determinato in generale un calo di investimenti, di consumi, di esportazioni. “Si soffre – ha aggiunto Venturi – l’onda lunga della pandemia”, per quanto l’indebolimento non si è riflesso troppo sull occupazione che sul territorio registra una crescita dell 1,1 %. In particolare, crescono i contratti a tempo indeterminato nel settore privato non agricolo, mentre quelli i a tempo determinato sono meno e si concentrano nei settori del turismo. L’indebitamento delle famiglie ha registrato una decisa decelerazione, soprattutto nella componente dei mutui per l’acquisto di abitazioni (2,2 per cento a giugno; 5,9 a dicembre scorso), frenati dal significativo rialzo dei tassi di interesse (nel secondo trimestre il tasso di interesse medio sui nuovi mutui è salito al 4,3 per cento; era 3,5 a dicembre). L’aumento del costo opportunità di detenere liquidità ha determinato una ricomposizione del risparmio finanziario verso depositi vincolati, titoli di debito e fondi comuni. Per il prossimo sementre, Bankitalia fa sapere che le aspettative di acquisti e vendite sono orientate a una dinamica molto debole su cui, inutile dirlo, vanno a incidere anche i recenti eventi alluvionali. Si parla sopratutto di rischi al ribasso che potranno essere smorzati dal graduale recupero del potere d acquisto delle famiglie e dall’attuazione del PNRR, in specie a beneficio dei piccoli comuni.

La bioeconomia italiana produce 415,3 miliardi di euro

Il nono rapporto ‘La bioeconomia in Europa’ evidenzia la crescita riscontrata dal settore bioeconomico italiano. Il suo valore di produzione rappresenta l’11% del totale peninsulare

Nel 2022 l’insieme delle attività connesse alla bioeconomia italiana ha generato un valore della produzione pari a 415,3 miliardi di euro (+15,9% sul 2021), l’11% del totale del valore della produzione nazionale,garantendo circa 2 milioni di posti di lavoro.

Lo afferma il nono rapporto ‘La Bioeconomia in Europa’, redatto dalla direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, in collaborazione con il Cluster Spring e Assobiotec-Federchimica, presentato oggi a Firenze.

“Un ruolo chiave nella bioeconomia è ricoperto dalla filiera del tessile-abbigliamento” si afferma in una nota di Intesa Sanpaolo, la quale spiega che il “40% dei soggetti intervistati nella filiera del tessile-abbigliamento dichiara di voler ampliare le proprie produzioni bio-based nei prossimi 3 anni”.

Secondo Gregorio De Felice, chief economist e capo della ricerca di Intesa Sanpaolo,”la filiera del tessile presenta un alto potenziale di circolarità che oggigiorno risulta solo parzialmente sfruttato. E’ dunque opportuno che le best practices, già in parte adottate, si diffondano ulteriormente, sia fra le aziende che fra i consumatori”.

E conclude prospettando che “l’attenzione a questi temi diventerà imprescindibile come leva strategica per il nostro tessuto produttivo”.

Toscana: un’intesa in 7 punti per rilanciare l’economia

Il Presidente della Regione Enrico Rossi ha proposto un nuovo patto è un nuovo piano per rilanciare l’economia in Toscana e ridurre i danni della crisi nazionale. Firmata oggi, infatti, un’intesa in 7 punti, con il mondo delle associazioni e delle imprese.

Dopo 3 anni l’economia si è fermata: riemersa dalla recessione degli ultimi 6 mesi del 2017, difficilmente la sua crescita si allontanerà dallo zero. Molte incertezze per il 2020 e qualche problema, per effetto traino, si inizia a registrare anche in Toscana che pure era riuscita a conferenza le conseguenze della crisi. La Toscana é la regione che, in Italia, ha retto meglio, seconda solo al Trentino Alto Adige. Ma nonostante questo, si sono viste ridotte le retribuzioni medie, inoltre il reddito disponibile delle famiglie è diminuito di 350€ al mese, poi sono aumentate le disuguaglianze e sono cresciute le famiglie in difficoltà e poveri (143 mila). Per questo motivo sono stati presentati, oggi, presso la sede della Regione sette punti d-intesa con le parti sociali.

Il primo punto riguarda gli investimenti pubblici. Saranno stanziati 8 miliardi, e previsti 110 mila posti di lavoro, 28mila destinati a rimanere a regime e una lunga lista di opere pubbliche. Per questo si intende dotare la Regione di quelle infrastrutture, attese da tempo e decisive per il suo futuro. La terza corsia dell’A11 e dell’A1, la Tirrenica e l’alta velocità Fiorentina. Il completamento della Grosseto/Fano e la bretella per il collegamento con Piombino, il raddoppio della ferrovia Pistoia/Lucca, i raccordi ferroviari tra il porto e l-interporto di Livorno, la Darsena Europa, il rilancio dlle attivit’ logistico portuali, sempre a Piombino. In più sono previsti investimenti nella sanità, per la difesa del suolo, sulla sicurezza sul lavoro, sull’edilizia residenziale pubblica.

Al secondo punto, una staffetta intergenerazionale, d’intesa con le imprese che si impegnino ad assumere giovani con tirocinio di 6 mesi retribuito dalla Regione e un apprendistato successivo di 2 anni. La regione, su quest’ultimo punto, con Rossi, promette incentivi ada finanziare attraverso le maggiori risorse avute dal fondo sociale europeo: 50 milioni di euro in 3 anni. Un intervento sulla formazione con i centri per l’impiego potenziati e che saranno in grado di intercettare la domanda di lavoro. che si attiveranno per la formazione delle figure funzionali alle richieste o carenze espresse dalle imprese. Inoltre, saranno investiti 10 milioni di euro, in 3 anni, per il turismo.

Ancora, investimenti nel digitale a partire dall’industria 4.0. L’obiettivo è raggiungere in 3 anni, 10mila imprese con una spesa di 5 milioni del Fondo sociale europeo. E l’intervento si potrebbe declinare in nuovo bando per progetti di ricerca e sviluppo, da finanziare con parte dei 47,5 milioni di premialità sul Fondo europeo di sviluppo regionale e l’eventuale rifinanziamento del bando servizi qualificati.

Al quarto punto non manca l’economia circolare. La regione intende sostenere le imprese per la chiusura delle filiere produttive: scarti che, opportunamente lavorati, diventano prodotti, più raccolta differenziata e meno rifiuti da destinare alla discarica.

Lanciata anche la proposta di un “Marchio Toscana” per aiutare lo sviluppo della Regione e la sua presenza sui mercati internazionali a sostegno soprattutto delle piccole e medie imprese che li potranno richiedere dal prossimo ottobre: online con una semplice autocertificazione.

Infine, il sostegno al credito. Un contrasto alla recessione della liquidità delle imprese con un nuovo fondo di garanzia e 3 linee di intervento.

Il Presidente Enrico Rossi intervistato da Lorenzo Braccini.

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2019/07/190712_07_RILANCIO-ECONOMIA-.mp3?_=3

Esportazioni: distretti Toscana +2%

Nel primo trimestre del 2018 le esportazioni dei distretti toscani sono in crescita del +2%, orientate soprattutto verso la Svizzera e la Cina.

Nel primo trimestre del 2018 le esportazioni dei distretti toscani realizzano una crescita in linea con il dato nazionale (2,0% contro 2,4%), raggiungendo quota 3,8 miliardi, pari al 45% dell’export regionale. Secondo il monitor dei Distretti della Toscana, realizzato da Intesa Sanpaolo per Banca Cr Firenze, si conferma centrale il comparto della moda, con in testa la pelletteria e calzature di Firenze (+7,4%), la concia e calzature di Santa Croce (+6,2%), e il tessile e abbigliamento di Prato (+6,9%).

Il distretto orafo di Arezzo risente del calo di vendite negli Emirati Arabi Uniti e complessivamente registra una riduzione del 2,6%; il distretto del marmo di Carrara segna un lieve rallentamento (-1,4%) legato alla componente di marmo lavorato. Bene camperistica della Val d’Elsa (+22,3%) e il polo farmaceutico (+62,8%).

In termini di mercati di sbocco, continua la crescita della Svizzera (+24,7%) in quanto polo logistico dei player della moda; crescono anche le vendite verso la Cina (+34,7%) grazie al cartario di Capannori e al marmo grezzo di Carrara. Calano gli Usa (-7,8%).

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