Nuove tecnologie e democrazia: cronache di un rapporto complicato. Tra rischi ed opportunità

Il futuro è della democrazia digitale. lo ha dichiarato oggi a Firenze Davide Casaleggio presidente della  Casaleggio Associati, parlando con i giornalisti a margine del convegno ‘Internet e democrazia rappresentativa’ organizzato dalla scuola Normale  in Palazzo Strozzi a Firenze.

Nel futuro, “credo che quello che prevarrà  la cittadinanza digitale, un concetto molto più vasto del semplice voto, un concetto di partecipazione attiva delle persone sulle decisioni e sulla vita della comunità”. Ha detto Casaleggio.

Ma sarà proprio così?

Le nuove tecnologie rafforzeranno la democrazia oppure la trasformeranno in qualcosa di irrimediabilmente diverso, a vantaggio di poteri sempre più incontrollati? E quale sarà il ruolo dello Stato in uno spazio già molto occupato da grassi gruppi privati?

Su questo Domenico Guarino ha intervistato la professoressa Emiliana De Blasio, è vice-direttrice del Centre for Media and Democratic Innovations “Massimo Baldini”) presso la LUISS “Guido Carli”, dove insegna Sociologia della comunicazione, e-Government e comunicazione politica e Gender Politics.

Casaleggio a Firenze: “Democrazia digitale è il futuro”

Lo ha detto oggi il presidente di Casaleggio Associati, parlando con i giornalisti a margine del convegno ‘Internet e democrazia rappresentativa’ organizzato dalla scuola Normale di Pisa in Palazzo Strozzi a Firenze.

Nel futuro, “credo che quello che prevarrà sarà la cittadinanza digitale, un concetto molto più vasto del semplice voto, un concetto di partecipazione attiva delle persone sulle decisioni e sulla vita della comunità”. Ha detto oggi a Firenze Davide Casaleggio.
Casaleggio ha spiegato di aver preso parte all’iniziativa in quanto, su questo fronte, “siamo interessati a quello che succede in giro per il mondo. Oggi abbiamo sentito esperienze da Nuova Zelanda, Spagna, Germania, tutte esperienze che utilizzano la rete per poter dare diritti ai cittadini e consentire loro di partecipare alla vita pubblica”.
In programma al convegno, c’è anche un suo intervento sulla Piattaforma Rousseau: “Sicuramente Rousseau è un unicum mondiale ed anche per questo ci interessa molto capire cosa è stato fatto in giro per il mondo, in modo tale da prendere spunti e migliorare la piattaforma”.
“La democrazia diretta è nel contratto” di governo, “perché un punto del contratto richiama la questione della cittadinanza digitale e più in generale i temi della democrazia diretta. Con quello che porterà avanti il ministro Fraccaro, sicuramente, a piccoli passi, stiamo andando nella direzione giusta”. Rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano un commento sul ministro pentastellato ai rapporti con il Parlamento Riccardo Fraccaro, che nei giorni scorsi ha detto di essere il primo ministro della democrazia diretta.
Poi, rispondendo ad una domanda se la menzione della democrazia diretta nel contratto di governo fosse anche una vittoria della Piattaforma Rousseau, Casaleggio ha detto “certo”.
“Sono ovviamente molto contento che si sia formato questo governo, ed è un percorso di crescita del Movimento, che la prima volta in Parlamento è riuscito ad avere il 25% dei voti e la seconda volta, tornando in Parlamento, è riuscito ad arrivare al governo”.
A chi gli ha chiesto un giudizio su questi primissimi giorni del nuovo governo, Casaleggio ha risposto osservando che “si stanno ancora insediando, penso che sia prematuro”.
“Non l’ho ancora letta” ai cronisti che gli chiedevano della proposta di legge del Pd sul conflitto di interessi.

Attacco di fine anno di Rossi: “M5S viola Costituzione”

Firenze, con un post sulla sua pagina ufficiale Facebook, il presidente della Regione Toscana, ex Pd e fondatore di Mdp, confluito poi in Liberi e Uguali, lancia un ultimo attacco di fine d’anno al M5S.

Nello specifico, Enrico Rossi si scaglia contro il nuovo Codice etico e Statuto per gli appartenenti al M5S, varato in vista delle elezioni.

Il nuovo Codice etico contiene una lunga lista di obblighi, se ne contano infatti 27, specifici per gli eletti in Parlamento, tra i quali Rossi sottolinea quelli che obbligano a: “Votare sempre e comunque la fiducia e addirittura a pagare una multa se lasciano il Partito”, proprio queste due clausole, secondo Rossi, sarebbero in violazione con l’intento dei padri costituenti.

Il post di Rossi in versione integrale:
“Il M5stelle viola la Costituzione con una logica autoritaria, obbligando i suoi eletti a votare sempre e comunque la fiducia e addirittura a pagare una multa se lasciano il Partito la cui linea dipende non da Di Maio ma dai veri capi, Grillo e Casaleggio. I deputati, per i padri costituenti, non erano macchinette in mano a capi di una setta. Io di un partito così non mi fido, soprattutto se lo penso alla guida del Paese”.

Oltre all’obbligo di votare sempre la fiducia ai governi presieduti da un premier M5S, nel nuovo Codice etico e Statuto, figurano tra le altre regole, anche il divieto di conferire incarichi a conviventi, affini o parenti fino al secondo grado; l’obbligo di rendicontazione di tutte le spese e la rinuncia ad “ogni trattamento pensionistico privilegiato”; inoltre in caso di espulsione dal gruppo parlamentare, abbandono o dimissioni per dissenso politico, scatterebbe poi l’obbligo di pagare una penale da 100mila euro entro dieci giorni.

Altra modifica importante al vecchio codice di comportamento, è l’eliminazione dell’obbligo a non associarsi ad altri partiti per gli eletti del M5S. I futuri parlamentari, infatti, stando sempre al nuovo Codice etico, devono “compiere ogni atto funzionale all’attuazione e realizzazione del programma del M5S e ad astenersi da comportamenti che possano risultare di ostacolo per l’attuazione del programma ” ma per loro sparisce l’obbligo, previsto nel Codice di comportamento del 2013, a non associarsi con altri partiti o gruppi.

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