Pd: Parrini, non è Aventino rifiutarsi di fare sgabello

Su Facebook, Dario Parrini, deputato uscente e neoeletto senatore del Pd, ha affermato che un rifiuto all’alleanza proposta da Di Maio e Salvini, non sarebbe Aventino, ma senso di responsabilità e tutela dei principi del Partito Democratico.

“Dico no all’Aventino, a quello vero però, non a quello inventato dai retroscena strumentali. Non è Aventino, e non è nemmeno bizza o ripicca o tatticismo, bensì è senso di responsabilità e tutela del Pd e della sua dignità e delle sue possibilità di ripresa, rifiutarsi di fare da sgabello a forze estremiste e demagogiche portatrici di programmi opposti ai nostri su euro, integrazione europea, dazi, diritti civili, equità fiscale, difesa del ruolo della scienza in sanità, rispetto della democrazia nella vita interna delle forze politiche.

Non è Aventino, ma chiarezza e senso di responsabilità – prosegue -, ricordare che per ora non siamo di fronte a proposte del Capo dello Stato bensì a ripetute prove di tracotanza di Di Maio e Salvini che ogni giorno ci spiegano che non vogliono alleanze ma sottomissioni. E che non vogliono negoziati ma imposizioni. Basta caricature, per favore”.

Decisa la nuova direzione del PD Toscano

Firenze, è formata da 3 renziani e da 2 esponenti minoranza, la reggenza del PD Toscano: il segretario metropolitano del Pd fiorentino Marco Recati (investito dalla funzione di portavoce), il sindaco di Prato Matteo Biffoni, il capogruppo in Consiglio regionale toscano Leonardo Marras, Valerio Fabiani, Adalgisa Mazza (questi ultimi rappresentanti rispettivamente delle mozioni di minoranza che fa capo al ministro della Giustizia Andrea Orlando e al governatore della Puglia Michele Emiliano).

Questo il quintetto nominato oggi dalla direzione del Pd toscano che costituisce la reggenza collegiale, saranno loro a guidare il partito regionale fino alla celebrazione del prossimo congresso regionale, che l’assemblea del Pd Toscana convocherà secondo le indicazioni del partito nazionale.

Contestualmente la direzione ha preso atto, ufficializzandole, delle dimissioni di  dalla carica di segretario del Pd toscano.

Ora l’assemblea, si apprende, dovrebbe dunque tenersi entro metà maggio, mentre il congresso probabilmente ci sarà in autunno.

Il documento, prodotto oggi dalla Direzione regionale del Pd riconosce che “i recenti risultati elettorali hanno dato un’indicazione chiara circa la necessità di aprire una stagione nuova”, e impegna la reggenza collegiale a elaborare una piattaforma politica da sottoporre alla prima assemblea regionale; promuovere momenti di analisi dei risultati elettorali anche in relazione ai cambiamenti socioeconomici dei nostri territori; individuare una commissione ‘Toscana 2030’, con il coinvolgimento dei territori e delle migliori esperienze del partito e della società toscana, che possa elaborare una proposta ideale e programmatica per il futuro della regione e favorire la ricostruzione di un campo largo e plurale di centrosinistra”.

Tra gli altri punti, anche “l’organizzazione, da effettuare urgentemente, di un momento di confronto nel partito sulle prossime elezioni amministrative, per condividere il percorso fatto ed esaminare le varie situazioni ritenendo prioritaria la formazione di coalizioni imperniate sull’unità del centrosinistra; sollecitare a un impegno straordinario le federazioni provinciali, le unioni comunali e i circoli, per promuovere a ogni livello il più ampio confronto possibile; operare in stretto e permanente raccordo con la conferenza dei segretari territoriali e con le singole federazioni”.

Abbiamo ristretto i nostri consensi, però in Toscana abbiamo ancora il risultato più alto a livello nazionale: dunque non ci sentiamo sconfitti; da questo bisogna ripartire. Nella reggenza siamo un gruppo di 5 che ‘ricompensa’ tutte le aree e le anime del partito. Credo che sia un buon viatico per fare un buon lavoro”.

Così il portavoce dell’organismo di reggenza che guiderà il Pd toscano al congresso, Marco Recati, parlando con i cronisti al termine della direzione di stamani a Firenze. “Non è mai facile rialzarsi, però non è neanche possibile mollare, perché crediamo in questo progetto – ha aggiunto – a sinistra del Pd non c’è stato sinceramente un gran risultato, ma comunque ci sono tante persone che fanno parte dalla nostra storia. Io credo che dobbiamo ripartire anche da lì”.

La prima e principale priorità che affronterà la reggenza del Pd toscano saranno le elezioni amministrative, “dove andremo al voto in primavera (i comuni maggiori dove si terranno sono Pisa e Siena): è il primo appuntamento importante, ed il lavoro che faremo al riguardo partirà già la settimana prossima”, ha anche detto oggi a Firenze il portavoce delle raggenza del Pd della Toscana Marco Recati.

Il tema, ha aggiunto, “verrà affrontato con i segretari provinciali, con le unioni comunali, con i circoli”. Un approccio, ha spiegato il portavoce, che è già utilizzato “su Firenze e, credo, in tutta la regione. Dobbiamo tranquillizzare la nostra base, i nostri iscritti, cercare di aprirsi ai mondi economici che sono presenti nel nostro territorio, perché ci attendono degli appuntamenti importanti e vogliamo farci trovare pronti”.

Monni (PD): “aspettiamo dimissioni segretario e vice”

Monia Monni, vicecapogruppo del Pd in Consiglio regionale: “se continuiamo con lo stesso metodo siamo destinati a commettere gli stessi errori”. La replica di Parrini: “”segno di profonda malafede, le dichiarazioni della consigliera”.

“Aspettiamo la direzione regionale di domani, e aspettiamo che si apra con le dimissioni del segretario e del vicesegretario, visto che la reggenza di questo partito è sempre stata una diarchia. Non è chiaro chiaro se ciò avverrà, valuteremo la nostra posizione e la nostra eventuale partecipazione a una reggenza sulla base di un’assunzione di responsabilità dell’attuale gruppo reggente”. Lo afferma Monia Monni, vicecapogruppo del Pd in Consiglio regionale, in vista della direzione regionale in programma domani pomeriggio che si riunisce dopo il risultato delle politiche per decidere la reggenza del partito toscano fino alla elezione del nuovo segretario che dovrebbe tenersi in autunno.
Monni rappresenta la parte del Pd toscano più critica rispetto alla gestione del partito da parte del segretario regionale Dario Parrini e del suo vice Antonio Mazzeo, e più dialogante con la sinistra interna ed esterna al partito. “Si è dimesso il segretario nazionale, assumendo su di sé ogni responsabilità, anche quelle che probabilmente non aveva – aggiunge -, e ci aspettiamo che anche in Toscana venga fatto. Se sarà così e si riparte da capo siamo disponibili a dare una mano a un processo di ricostruzione”. “Se invece non hanno sbagliato niente e non ci saranno dimissioni, allora possono continuare a guidare il partito come hanno fatto fino a ora”. Per Monni, “se continuiamo con lo stesso metodo siamo destinati a commettere gli stessi errori”.
“Leggo con sorpresa, e sono portato a ritenerle segno di profonda malafede, le dichiarazioni della consigliera Monia Monni, da mesi impegnata a seminare nel nostro partito polemiche sciocche e dannose come quella odierna. Non ha infatti alcun senso chiedere che si verifichi ciò che è stato già deciso e comunicato. Com’è noto, analogamente a quanto ha fatto il segretario nazionale, rassegnerò domani le mie dimissioni dinanzi alla direzione regionale”.
Lo afferma il segretario uscente del Pd toscano Dario Parrini, replicando al vicecapogruppo Dem in Consiglio regionale Monia Monni. “Le mie irrevocabili dimissioni comportano quelle dell’intera segreteria, della quale anche Monni fa parte, e l’insediamento di una reggenza – sottolinea in una nota -. Come comunicato il 6 marzo nell’ultima riunione della stessa segreteria e dei segretari territoriali, proporremo che la reggenza sia collegiale”.
Per Parrini, “siamo reduci da una pesante sconfitta elettorale. Dobbiamo rimetterci in marcia correggendo gli errori che abbiamo fatto. In un momento come questo servono responsabilità e unità, non atti divisivi e assai poco responsabili come quelli che da molto tempo vedono protagonista la consigliera Monni”.

Parrini (PD): lascio incarico ad assemblea entro marzo

Dario Parrini, segretario Pd Toscana uscente, annuncia su facebook: “certezza che sapremo decidere tutti insieme come dare una guida efficace al partito in questi mesi di transizione”.

Dario Parrini annuncia su Facebook: “Il mio mandato quadriennale di segretario regionale del Pd è scaduto nello scorso febbraio. Avendo già annunciato nei mesi scorsi la mia intenzione di non ricandidarmi a segretario del partito, non sarò io a dirigere il Partito democratico verso il congresso regionale. Il mio incarico, com’è giusto che sia, si concluderà con la prossima assemblea regionale”.

Il segretario Pd Toscana uscente e appena risultato eletto al Senato continua: “Questo è il percorso che proporrò la settimana prossima alla direzione regionale – aggiunge Parrini nel post – nella certezza che sapremo decidere tutti insieme come dare una guida efficace al partito in questi mesi di transizione e come avviarci in modo serio, coerente e ordinato verso il congresso, in modo da essere pienamente all’altezza delle responsabilità e dei compiti che competono alla nostra comunità politica”. L’assemblea del Pd toscano, a quanto si apprende, dovrebbe tenersi nel giro di un paio di settimane.

Parrini: “Nogarin si misuri con episodio di pessima amministrazione”

Il segretario del PD della Toscana Dario Parrini interviene sul sindaco livornese alla luce dell’indagine per omicidio colposo. Le opposizioni chiedono a Nogarin di “fare un passo indietro”.

“Diversamente dal M5s trovo incivili i processi fatti sui giornali anziché in tribunale. Che il sindaco Nogarin sia indagato per omicidio colposo plurimo in seguito all’alluvione dello scorso settembre è cosa che mi dispiace sinceramente. Gli auguro di cuore di uscirne penalmente indenne. Ciò detto, sarebbe ingiusto tacere che in quella circostanza Nogarin non fu all’altezza dei suoi doveri istituzionali”.

Lo afferma il segretario del Pd della Toscana Dario Parrini intervenendo su facebook. “Fu commesso un reato? Non lo so e non spetta a me dirlo – aggiunge -. Ma di certo si verificò un plateale episodio di pessima amministrazione”. Secondo Parrini, “è con questo dato di fatto che Nogarin deve misurarsi fino in fondo. Ed è in primo luogo di questo che deve rispondere ai suoi concittadini”.

Il sindaco di Livorno Filippo Nogarin ha incassato la piena fiducia del capogruppo di maggioranza Daniele Ceselli (M5S) ma dai banchi delle opposizioni si sono levate richieste perchè faccia un passo indietro. La prima a chiedere le dimissioni di Nogarin è stata la consigliera di Forza Italia Elisa Amato, seguita dal consigliere di Città Diversa Marco Cannito: “in attesa dell’operato della magistratura sarebbe il caso di fare un passo indietro per sensibilità istituzionale e coscienza”.

Anche Marco Valiani (Livorno per tutti) ha invitato il sindaco a lasciare, “si dimetta perchè questa città ha bisogno di altro”. Mentre il capogruppo del Pd, Pietro Caruso non ha chiesto espressamente le dimissioni di Nogarin, cosa già richiesta a ottobre scorso con la mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni, ma ha richiamato il sindaco “alle sue responsabilità”.

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