Carceri: Osapp, agente aggredito da un detenuto a Massa

Un agente di polizia penitenziaria è stato aggredito ieri pomeriggio nel carcere di Massa da un detenuto italiano, ristretto nel reparto di infermeria.

Lo rende noto l’Osapp, organizzazione sindacale autonoma di polizia penitenziaria, spiegando che il detenuto soffre di “evidenti problemi psichiatrici” ed era già stato “allontanato due mesi dal carcere di Massa per una precedente aggressione e poi riassegnato” nello stesso reparto. L’agente è stato medicato al pronto soccorso.

“Condizioni troppo critiche nelle carceri italiane – commenta il segretario generale Osapp Leo Benucci – per motivi di ordine e sicurezza e per l’incolumità fisica degli addetti del Corpo; per il detenuto in questione dovrebbero essere presi provvedimenti sia di ordine disciplinare, sia di ricollocamento in altre strutture”. Benucci si appella al Governo: “il ministro Bonafede, i sottosegretari Ferraresi e Giorgis e il nuovo capo del Dap, se ci sono diano un segnale di cambiamento intervenendo concretamente”.

L’Osapp rende inoltre noto che nel carcere di Prato è stato nuovamente rinvenuto un telefono cellulare, con carta sim funzionante, all’interno di una cella dove sono ristretti detenuti a regime di alta sicurezza: “La presenza di tali apparecchi di comunicazione tra interno ed esterno – osserva Benucci – comincia ad essere eccessiva e pericolosa per la sicurezza e la collettività esterna al carcere”.

Ancora episodi di violenza nelle carceri Toscane

Nelle carceri Toscane si sono registrati nuovi episodi di violenza. Un detenuto si è scagliato contro un agente di polizia penitenziaria nel carcere di Massa, causandogli una lesione della cornea. Un altro episodio simile è avvenuto nell’istituto della Dogaia di Prato. Invece un altro detenuto, con problemi psichiatrici, ha appiccato il fuoco alla sua cella nel carcere di san Gimignano.

Nel pomeriggio di ieri, un detenuto si è scagliato con violenza contro un agente di polizia penitenziaria per motivi futili nel carcere di Massa. L’uomo infatti ha colpito un diversi pugni al volto il poliziotto che stava controllando il reparto. Alla vittima gli è stata diagnosticata una lesione cornea all’occhio e una prognosi di 10 giorni. L’episodio è stato reso noto da Donato Capece, segretario generale del Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria).
Capece fa sapere che la situazione si è notevolmente aggravata rispetto agli anni precedenti. Sono stati resi noti i numeri degli eventi critici avvenuti tra le sbarre nel primo semestre del 2019: 5.205 atti di autolesionismo, 683 tentati suicidi, 4.389 colluttazioni, 569 ferimenti, 2 tentati omicidi. I decessi per cause naturali sono stati 49 ed i suicidi 22. Ci sono state inoltre molte evasioni di cui 5 da istituto, 23 da permessi premio, 6 da lavoro all’esterno, 10 da semilibertà, 18 da licenze concesse a internati.
Un altro agente di polizia penitenziaria è stato invece aggredito da un detenuto all’interno istituto della Dogaia di Prato. Lo ha fatto sapere il vice segretario generale dell’Osapp (Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria) Giuseppe Proietti Consalvi. Il fatto si è verificato quando nella sezione detentiva stava passando l’infermiera per la somministrazione della terapia serale. Il detenuto stava infatti nel corridoio senza un giustificato motivo; quando l’agente ha invitato l’uomo a rientrare in cella oppure ad andare in saletta in socialità, egli si è innervosito colpendolo più volte. L’agente ha riportato diverse contusioni e una prognosi di dieci giorni. “Risulta di irrinunciabile urgenza l’adozione di idonei correttivi da parte del capo del Dap Francesco Basentini e del guardasigilli Afonso Bonafede atteso che quasi tutti gli istituti del distretto sono completamente abbandonati al loro destino nel più totale sfacelo”, commenta Proietti Consalvi.
L’ultima aggressione è avvenuta a San Gimignano. Un detenuto del reparto isolamento e con chiari problemi psichiatrici ha appiccato il fuoco alla propria cella. “Quanto accaduto è il risultato di una politica penitenziaria attuata in assoluto dispregio delle condizioni di lavoro del personale di polizia penitenziaria. Quest’ultimo spesso è lasciato solo ad operare nelle sezioni e in assoluta ristrettezza di mezzi e di supporti anche con 100/150 detenuti alla volta e anche con detenuti di estrema pericolosità”, denuncia il vice segretario generale dell’Osapp.
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