Infermieri: bruciato fantoccio-infermiera, non accada più

Firenze, “Con la dignità degli infermieri non si scherza. È stato sbagliato bruciare il fantoccio. Quello che è accaduto non deve mai più ripetersi. La professione infermieristica non è uno scherzo né gli infermieri meritano di assistere a spettacoli macabri di questo tipo. Ci mancavano anche i riti”.

Così il presidente di Ordine infermieri di Firenze-Pistoia Danilo Massai commenta la vicenda del rogo di un fantoccio raffigurante un’infermiera impegnata ad effettuare tamponi Covid, bruciato durante una iniziativa pubblica organizzata per la tradizionale festa della Rificolona, ricorrenza religiosa che ricorda la vigilia della natività della Madonna.

Esibire le rificolone (lanterne di carta che usavano i contadini per farsi luce mentre venivano in città a festeggiare Maria) fa parte di una secolare tradizione fiorentina per la notte del 7 settembre quando ogni anno le parrocchie organizzano processioni e ritrovi, specie di bambini con le famiglie.

La sera del 7 settembre scorso in un parco di Firenze è stato dato fuoco a un fantoccio a forma di infermiera (a Firenze ‘rificolona’ è termine che fuori dalla tradizione cristiana è pure usato per estensione per canzonare la donna che indossa abiti non sobri), ma gli organizzatori hanno spiegato che il gesto non aveva alcun significato denigratorio e che non ha nulla a che fare con il movimento no-vax, tuttavia in molti lo hanno inteso così.

Anche se “abbiamo appreso dalla stampa – rileva sempre Massai – che quantomeno il gesto non aveva espliciti intenti denigratori o di minaccia, ma questo non toglie la gravità della cosa. Il gesto poteva essere facilmente equivocato (come infatti è successo) e, proprio per questo, è stato inopportuno. Gli infermieri che hanno assistito alla scena si sono sentiti offesi e denigrati, trattati come untori, come un simbolo negativo da cancellare”.

Sollicciano: infermiera Opi presa a pugni da detenuta

“Purtroppo ci troviamo ancora una volta a raccontare un episodio di violenza ai danni del personale infermieristico. Un fatto che ci porta nuovamente a sottolineare la necessità di migliorare il contesto in cui gli infermieri si trovano ad operare, per tutelare il loro lavoro e, insieme, la salute dei pazienti”. Lo scriveDanilo Massai, presidente di Opi Firenze-Pistoia, l’ordine interprovinciale delle professioni infermieristiche, raccontando in una nota di come un’infermiera sarebbe stata aggredita lo scorso 14 agosto nel carcere fiorentino di Sollicciano. “Alla collega infermiera aggredita a Sollicciano – continua Massai – va intanto tutta la nostra vicinanza e solidarietà”.

A quanto risulta dalle ricostruzioni, si legge sempre dalla nota Opi Firenze-Pistoia, l’infermiera dello Studio Auxilium, studio titolare della gestione dei servizi infermieristici in alcuni carceri della Toscana, si trovava nel settore femminile del carcere, in infermeria. Ad un certo punto, intorno alle 12.30, per motivi ancora da capire, una detenuta avrebbe fatto irruzione nell’infermeria, prendendo a pugni la donna e strappandole una ciocca di capelli. Grazie all’intervento di una Oss presente nei locali sanitari e che è intervenuta sentendo le grida di aiuto, la detenuta è stata bloccata ed allontanata anche con l’intervento della polizia penitenziaria giunta poco dopo nei locali sanitari. L’infermiera, recatasi al pronto soccorso del San Giovanni di Dio per le cure necessarie ha riportato una prognosi di dieci giorni.

“In questi giorni abbiamo già avuto un primo incontro per discutere dell’accaduto con i vertici della Usl Centro Toscana e con la Direzione Sanitaria dell’istituto penitenziario di Sollicciano – spiega Stefano Chivetti, presidente dello Studio Auxilium – prendendo atto della volontà sia della direzione sanitaria (con la quale c’è totale collaborazione ed univocità di intenti), che dei vertici della struttura carceraria di voler porre in essere una serie di azioni volte a migliorare la situazione e a individuare soluzioni condivise per il futuro”. “Un prossimo incontro – conclude Chivetti – è fissato per il 29 agosto con la convocazione formale di un audit, che ha proprio l’obiettivo di perseguire un percorso di analisi del contesto ed attuare azioni correttive. Intanto vogliamo inviare la nostra solidarietà alla collega ferita. Una collega che ha dimostrato, anche in questo momento difficile, grandissima professionalità e un’enorme passione per il proprio lavoro, tanto da chiedere di poter tornare in attività prima possibile”.

Toscana: infermiera non assunta perchè ha malattia cronica

Il fatto è stato denunciato da Opi Firenze-Pistoia, l’Ordine delle professioni infermieristiche delle due province, dopo la segnalazione di una neo laureata appena iscritta, residente nella provincia di Firenze.

La donna ha raccontato come si sono svolti i fatti: “Dopo essermi candidata e aver superato positivamente il colloquio mi sono recata, come indicato, in una cooperativa che lavora per una Rsa toscana per la conclusione delle pratiche burocratiche di assunzione. In quell’occasione, per correttezza, ho presentato un certificato del medico specialista che certificava la mia idoneità al lavoro anche notturno, nonostante la mia patologia”. “La malattia – prosegue la donna – non ha mai inciso sulla mia professionalità tanto che, in questi anni, ho sempre svolto regolarmente e con profitto i tirocini previsti nell’ambito del corso di laurea, in varie strutture ospedaliere. Eppure – aggiunge l’infermiera – dopo aver manifestato la mia patologia, mi sono vista negare il posto di lavoro e sollevare dubbi sulla possibilità di esercitare la professione di infermiera”.

Il presidente di Opi Firenze-Pistoia, Danilo Massai ha giudicato il fatto “un gesto altamente offensivo e discriminatorio sul quale abbiamo subito avviato accertamenti. Vogliamo intanto manifestare la nostra solidarietà e vicinanza alla collega; faremo tutto quanto le normative ci consentono per fare sì che i suoi diritti siano rispettati” ha aggiunto in conclusione Danilo Massai.

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