Agricoltura: 5 comuni toscani ottengono la Spiga verde

Confagricoltura Toscana ha annunciato che Castellina in Chianti (Siena), Massa Marittima (Grosseto), Castagneto Carducci (Livorno), Fiesole (Firenze) e Bibbona (Livorno) sono le cinque località toscane ad aver ottenuto la Spiga verde 2018, il riconoscimento di Ffe- Foundation for environmental education.

Il riconoscimento Spiga verde, arrivato alla terza edizione, premia i comuni che riescono ad attuare strategie di gestione del territorio in grado di portare benefici all’ambiente e alla comunità, sia in termini di qualità della vita che dei livelli occupazionali.

In Italia, spiega una nota, sono 31 le località che hanno ottenuto la Spiga verde e la Toscana è la seconda regione italiana per numero di comuni vincitori, dopo le Marche con sei località.

“Un importante riconoscimento, che premia la Toscana dell’agricoltura sostenibile – commenta Francesco Miari Fulcis, presidente di Confagricoltura Toscana.

“La salvaguardia dell’ambiente è un investimento sociale ed economico di lungo periodo a cui contribuiscono in maniera determinante le nostre aziende agricole, accompagnate e supportate da una corretta politica dei territori delle amministrazioni pubbliche più illuminate.- aggiunge Fulcis-La nostra associazione è parte attiva in questo processo e continuerà il suo impegno affinché il prossimo anno siano sempre più numerose le aree rurali premiate”.

Toscana, -50% raccolti albicocche e pesche: 12 milioni di danni

Sono le albicocche e le pesca nettarina ad aver risentito di più, in Toscana, del freddo intenso dei mesi passati, facendo registrare un calo della produzione rispettivamente del 50 e del 40%.

E’ quanto afferma Confagricoltura Toscana spiegando che gli effetti delle gelate, con temperature che hanno raggiunto anche i meno 10 gradi, “si sono manifestati ora, a macchia di leopardo e in maniera più o meno intensa: per alcune varietà di albicocche, ad esempio, la produzione è praticamente azzerata. Coinvolti da questo drastico calo circa 2mila ettari di terreno destinati a queste coltivazione, per una perdita economica che si attesta intorno ai 12 milioni di euro del valore di produzione”.
“Sono le zone interne della regione ad aver subito i danni maggiori – spiega Antonio Tonioni, presidente della sezione di prodotto ortofrutta di Confagricoltura Toscana -. Manteniamo alta l’attenzione sulle ciliegie, che sono nella piena fase di raccolta. Se continua questa pioggia ci saranno gravi danni al raccolto. Per adesso stimiamo un calo del 30%, ma per alcune zone ci potrebbe essere addirittura un dimezzamento della produzione”. Le aziende che producono pomodori, insalate, meloni e angurie e, in generale, i prodotti che vengono raccolti in estate, si spiega ancora dall’associazione, stanno invece riscontrando un’altra serie di problemi. “Le piogge hanno fatto slittare la fase di trapianto, e di conseguenza il raccolto, a metà luglio – continua Tonioni -. Molte aziende hanno perso già l’investimento fatto sull’acquisto delle piante. E’ presto per stimare i danni, speriamo che il tempo sia clemente e ripaghi delle perdite subite”.

Un OCM per salvare l’olio. Clemente Pellegrini

Olio, i giovani di Confagricoltura Toscana (Anga): “Produzione sotto minaccia, subito le stesse regole del vino e più controlli”. I giovani di Confagricoltura Toscana chiedono di costituire un OCM dell’olio, il modello contributivo che ha fatto il successo del settore vitivinicolo e che le istituzioni verifichino la rispondenza delle specifiche merceologiche dei prodotti in ingresso in Italia. Parla il Presidente Anga.

Toscana, Confagricoltura: allarme ortofrutta per freddo

Il freddo siberiano mette a rischio le prime fioriture di albicocco, pesco e susino. In tutta la Toscana sono 1500 gli ettari di coltura, circa 600 aziende, che potrebbero venir danneggiati dall’ondata eccezionale di gelo. Tonioni: “I danni  maggiori sulla costa”.

Se il freddo continuerà e le temperature si abbasseranno fino a meno 10 gradi nei prossimi giorni, come previsto, si aprirà una fase “di serio rischio. La situazione è grave – avverte Antonio Tonioni, presidente della sezione di prodotto ortofrutta di Confagricoltura Toscana – Il freddo intenso potrebbe danneggiare le gemme e quindi compromettere irreparabilmente tutto il raccolto. I danni maggiori inizialmente saranno sulla costa per gli alberi di pesco, susino e albicocco, poi se la situazione perdurasse verrebbero coinvolti anche melo e pero”.

Un danno al momento non stimabile. Unica certezza è la mancanza di coperture assicurative. “Ad oggi – continua Tonioni –  le compagnie non hanno aperto ancora le procedure assicurative e se anche lo facessero oggi per i primi 12 giorni non ci sarebbe copertura. Il danno poi verrebbe coperto solo per il 60 per cento, a fronte di un costo della polizza che supera il 20% del raccolto assicurato. Una situazione con cui gli agricoltori fanno i conti ogni anno e che sta diventando insostenibile”

Pasta: Confagricoltura, con nuove etichette maggior sicurezza

​Arriva il plauso alle nuove etichette per la pasta e il riso che consentono ai consumatori di conoscere il luogo di coltivazione del grano che devono essere ora indicate con chiarezza sulle confezioni. La novità interessa le 5000 aziende toscane che producono grano duro.

“E’ un passo in avanti importante che chiedevamo da tempo – commenta Gianluca Ghini, di Confagricoltura Arezzo, parlando dell’entrata in vigore dei decreti firmati dai ministri Maurizio Martina e Carlo Calenda – una questione di trasparenza nei confronti del consumatore che può fare la sua scelta su pasta e riso, e che deve essere consapevole che in alcune coltivazioni all’estero sono ancora utilizzate sostanze nocive che da noi sono vietate”.

Per Confagricoltura Toscana le nuove etichette sono una questione di sicurezza alimentare: “Il grano toscano, tra le altre qualità dovute al nostro particolare microclima, ha un requisito indispensabile, è un prodotto sano”.

La nuova etichettatura potrebbe anche portare a una riduzione delle importazioni di grano e riso dall’estero, con conseguenze dirette sulle aziende italiane: “Un modo indiretto di restituire valore al nostro prodotto”.

In Toscana aumento del 20% per gli agriturismi rispetto al 2016

Dopo Natale le famiglie cercano relax, benessere e enogastronomia immersi nella natura, anche per avvicinare i più piccoli alla natura e al rispetto per l’ambiente

Dopo Natale, la vacanza si fa negli agriturismi. Un successo per il settore confermato dai numeri: un aumento del 20% delle richieste in Toscana rispetto all’anno scorso. Sono soprattutto famiglie con bambini, italiane, che decidono di concedersi una pausa tra relax e natura. La permanenza media, si legge in una nota di Confagricoltura Toscana, è di due giorni e la scelta, nella maggior parte dei casi, è guidata da due fattori: l’offerta legata al benessere, come la presenza di terme e saune, e quella enogastronomica.

“Siamo vicini al tutto esaurito – commenta Valeria Bruni Giordani, presidente Agriturist di Firenze e Prato – L’aumento delle richieste di vacanze in agriturismo va di pari passo con la crescente attenzione delle persone al benessere e alla qualità. E’ una questione culturale. I clienti chiedono cibo di qualità, meglio se biologico, e apprezzano soprattutto la prossimità tra produttore e consumatore”. La scelta dell’agriturismo va per la maggiore anche per chi ha bambini. “La vacanza diventa anche un modo per avvicinare i più piccoli alla natura, educandoli al rispetto dell’ambiente e alla vita all’aria aperta”.

“In tutta la Toscana la tendenza a scegliere l’agriturismo, soprattutto per il cenone di Capodanno, è in aumento, con una permanenza breve – spiega Francesco Miari Fulcis, presidente Confagricoltura Toscana – Il connubio tra natura e relax risulta ancora una scelta apprezzata da molte persone, in particolare famiglie. In molti, però, tendono a prenotare a distanza di una settimana, condizionando la loro destinazione alle previsioni del tempo a lungo termine che spesso si rivelano errate causando non pochi disagi ai clienti e alle attività ricettive”.

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