Giornata Antifascista al Circolo Arci di San Giusto: insieme contro la paura e l’isolamento

Giornata Antifascista organizzata dai giovani del Comitato di Scandicci per domani, venerdì 22 giugno, al Circolo Arci di San Giusto.

Dopo il bellissimo corteo di sabato 9 giugno, che ha visto sfilare per le vie di San Giusto 500 antifascisti provenienti dal quartiere e non solo, le iniziative del Comitato Antifascista di Scandicci non si fermano di certo!
Pensiamo che, contro la presenza di Casapound nelle nostre strade, sia importante una presenza nel quartiere che vada contro alla paura e all’isolamento: è importante che tutti e tutte, senza discrimine di età, sesso o provenienza contribuiscano a una vita di quartiere basata sulla solidarietà e sull’aggregazione. Per questo i ragazzi e le ragazze dell’Assemblea hanno preparato per voi una meravigliosa Giornata Antifascista al Circolo Arci di San Giusto.

Line up della giornata:
*DALLE 16:00:
-“CONTEST DI GRAFFITI A TEMA ANTIFA”
Saranno a disposizione degli artisti tavole e bombolette nere/rosse, portate i vostri colori e tanta presabene tutto da condividere! Il vincitore del contest vedrà la sua opera esposta…sarà presente un misterioso giudice d’onore d’eccezione.
-“WORKSHOP DI BREAKDANCE PER BAMBINI E RAGAZZI”
-“MICROFONO APERTO E BASI PER TUTTI I FREESTYLERS CHE VOGLIONO UNIRSI A NOI”

*DALLE 18:00:
-“PRESENTAZIONE DI “CASAPOUND ITALIA – fascisti del terzo millennio” CON L’AUTORE ELIA ROSATI”
Quando nel 2003, a Roma, CasaPound Italia mise radici nel palazzo occupato di via Napoleone III, nessuno avrebbe potuto prevedere la sua rapidissima ascesa. Dalle piazze alle scuole, dai media ai consigli comunali, dalle periferie alle sottoculture musicali, fino ad arrivare alle elezioni politiche del marzo 2018. Elia Rosati svolge attività didattica e di ricerca presso la Facoltà di Scienze Politiche e il Dipartimento di Studi Storici dell’Università degli Studi di Milano. Da diversi anni si occupa di neofascismo italiano e tedesco e, più recentemente, del nazional-populismo europeo occidentale, collaborando con giornali, riviste scientifiche e media indipendenti.

*DALLE 20:00:
-“PREMIAZIONE DEL CONTEST E APERICENA BENEFIT PER IL COMITATO ANTIFASCISTA”

*DALLE 21:00:
-“INIZIO DEI CONCERTI”:
Saranno con noi, rigorosamente targati “Scandicci”:
-STRONCAPETTINI A PILE- (Hard Rock)
-SLYCE KIMBO- (Rock)
-THE HOODIES- (Rock)

Durante la giornata saranno presenti stand dell’ A.N.P.I. con materiale  informativo dove sarà possibile firmare contro la presenza della sede
Casapound di Via Chianesi, stand con libri a tema e per tutta la giornata saranno disponibili spazi per attività ludiche e sportive adatte a tutte le età!

“SCEGLI GIUSTO: SCEGLI ANTIFA!”

Bomba d’acqua a Scandicci (FI), allagata zona residenziale

Sul posto stanno intervenendo polizia municipale e protezione civile. Rallentato, per lo stesso motivo, il transito dei veicoli sull’autostrada A1 che si trova nelle vicinanze di Scandicci.

Una ‘bomba d’acqua’ ha causato l’allagamento di una ampia zona residenziale vicino a Firenze, a Vingone di Scandicci, verso le 17, dove è andato in piena il fosso Ghindossoli.
Sempre in Toscana, ma nella zona dell’Amiata, c’è stata una grandinata ad Arcidosso (Grosseto). Si temono danni alle colture, inoltre il forte temporale ha causato allagamenti di cantine e seminterrati.

Corteo antifascista a Scandicci contro apertura sede CasaPound

La manifestazione partirà da piazza Cavour a S.Giusto (Scandicci), alle 17 il concentramento.

Una manifestazione è stata organizzata per domani pomeriggio a Scandicci (Firenze) dal Comitato antifascista del comune alle porte del capoluogo toscano, “per ribadire – spiega in una nota – la propria contrarietà e quella della città di Scandicci all’apertura di una sede di CasaPound a S. Giusto”.

Sarà, spiegano gli organizzatori, “un corteo colorato, pacifico e antifascista che percorrerà le strade di S.Giusto per ribadire che ‘le strade sono di chi ama e non di chi semina odio'”.
La sede, si rileva anche, è stata aperta in via Chianesi, strada “intitolata a Elio Chianesi, partigiano medaglia d’oro al valor militare alla memoria, ucciso dai fascisti; un’offesa per il quartiere di S. Giusto e per la città”.
Tra le sigle che hanno dato la loro adesione Anpi, Arci, Cgil, Usb, Cobas, presidio Libera di Scandicci, Rete Studenti Medi, Firenze Antifascista, Associazione Vita indipendente, Pd, Si, Art.1-Mdp, Pap, Pci, Pmli.
Ricordiamo di una prima manifestazione avvenuta sabato 12 maggio alle 15.30, davanti al Circolo Arci di San Giusto, insieme al Comitato Antifascista, organizzata da Arci, Anpi e Cgil, Pd, Si, MdP, “per far sentire la voce dei cittadini contro l’apertura a Scandicci della sede di Casa Pound”.

 

Spiegarono dal circolo Arci di Scandicci: “Questa difesa passa anche attraverso iniziative come quella di sabato pomeriggio, in cui musica, arte, memoria e  soprattutto lo stare insieme, sono le armi migliori per combattere l’avanzata dei populismi e delle forze fasciste, che, invece, si nutrono dell’indifferenza dei cittadini e dell’ignoranza”.

Patti per videosorveglianza: firma contro criminalità e degrado

Firmati oggi in prefettura gli accordi con i comuni di Empoli, Lastra a Signa, Scandicci e Signa: impegno comune contro criminalità e degrado.

Rafforzare la prevenzione e il contrasto dei fenomeni di criminalità diffusa e di degrado urbano attraverso l’installazione di sistemi di videosorveglianza: aquesto mirano i patti firmati oggi in Prefettura tra il vice prefetto vicario reggente Tiziana Tombesi e i sindaci dei comuni di Empoli Brenda Barnini, Lastra a Signa Angela Bagni, Scandicci Sandro Fallani e Signa.

Dopo il comune di Firenze, che nello scorso febbraio ha già firmato un patto analogo (in prefettura alla presenza del ministro Minniti), Empoli, Lastra a Signa, Scandicci e Signa sono i primi quattro comuni della provincia ad avviare questo nuovo percorso previsto proprio dal titolare dell’Interno, al fine di promuovere la sicurezza urbana integrata, per mezzo di un maggior utilizzo degli apparati di videocamere in quelle aree dei territori comunali maggiormente esposte al rischio criminale.

I patti firmati oggi contengono le finalità da perseguire e gli impegni reciproci tra i sottoscrittori; seguirà da parte delle amministrazioni comunali la redazione dei progetti tecnici di videosorveglianza da sottoporre, entro il prossimo 30 giugno, al comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. Una volta completato l’esame, comunque non oltre il 31 agosto, la Prefettura trasmetterà i programmi, con una relazione di accompagnamento, al ministero dell’Interno. Qui verrà elaborata una graduatoria nazionale dei progetti pervenuti, sulla cui base verranno concessi i finanziamenti. Per il triennio 2017/2019 è stata autorizzata una spesa complessiva di 37 milioni di euro da distribuire in tutto il Paese.

“Sono soddisfatta di firmare oggi questi patti, ha dichiarato Tiziana Tombesi, che sono il primo passo di un nuovo cammino che può garantire risultati importanti. Innanzitutto, più controllo del territorio e ciò aumenterà il senso di sicurezza dei cittadini. Potranno essere monitorati anche i punti nevralgici della viabilità, le aree commerciali e industriali, i luoghi di maggior aggregazione delle persone, come i parchi. Ogni accordo ha le sue caratteristiche perché tiene conto delle specificità territoriali e delle diverse necessità di ogni realtà comunale. Inoltre, questi patti, ha concluso Tombesi, possono essere anche un impulso per le altre amministrazioni dell’area metropolitana”.

Giornata promozione affidamento cuccioli: appuntamento alla Scuola Nazionale cani guida

E’ in programma domani, sabato 19 maggio, la giornata per la promozione dell’affidamento dei cuccioli alla Scuola nazionale cani guida per ciechi a Scandicci (Firenze).

La giornata, dal titolo ‘E il cane incontrò l’uomo’, è organizzata per far conoscere e promuovere l’affidamento dei cuccioli alle famiglie che si rendono disponibili per questo progetto, ed è aperta a chiunque voglia partecipare.

Nel corso della mattinata verranno illustrati i vari aspetti del progetto affidamento, poi è previsto l’arrivo delle famiglie affidatarie ed infine, alle 12.30, gli interventi dell’assessore al Diritto alla salute e al sociale Stefania Saccardi e del presidente dell’Unione italiana ciechi di Firenze Antonio Quatraro.

La Scuola nazionale cani guida per ciechi della Regione Toscana da anni si avvale della collaborazione di famiglie volontarie per educare e socializzare i propri cuccioli destinati a diventare cani guida per le persone non vedenti che ne fanno richiesta. Le famiglie affidatarie aderiscono al progetto di affidamento, che ha una durata di circa un anno. In questo periodo si occupano di educare e socializzare il cucciolo in ambiente cittadino per abituarlo alle varie situazioni che incontrerà quando sarà un cane guida. Tutte le spese riguardanti il mantenimento e la cura veterinaria del cane sono a carico della Regione Toscana.

Teatro Studio Mila Pieralli, “Quasi una Vita”: la scena come “filosofia in atti”

Scene dal Chissàdove, con la regia di Roberto Bacci che cura la drammaturgia insieme a Stefano Geraci e con l’interpretazione di Giovanna Daddi e Dario Marconcini. Lo spettacolo prende spunto dai ricordi di Marconcini e Daddi, coppia nella vita, nell’intimità delle mura domestiche, così come nell’arte: un’esistenza insieme dedicata a una passione vera, il teatro.

La nuova produzione della Fondazione Teatro della Toscana “Quasi una Vita” è un lavoro che parte dal sodalizio storico e artistico con Giovanna Daddi e Dario Marconcini, che affonda le radici negli anni ‘70, quando facevano parte di un piccolo gruppo di dilettanti temerari e visionari, ispirati dal Living Theatre di Julian Beck e Judith Malina.

Dario Marconcini, insieme a Roberto Bacci, ha fondato il Teatro di Pontedera e ha contribuito a rendere Pontedera una capitale periferica della cultura, pensata in grande, fatta di legami veri, primo fra tutti con l’Odin Teatret e poi con Jerzy Grotowski.

Raccogliendo le parole della vita di Dario Marconcini e Giovanna Daddi, Stefano Geraci e Roberto Bacci hanno costruito uno scenario altro: sfuggendo al fascino della biografia, ci appaiono in scena pronti per la definitiva partenza per il Chissàdove, circondati dalla presenza di Elisa Cuppini, Silvia Pasello, Francesco Puleo, Tazio Torrini.

Roberto Bacci passa dall’individuale all’universale e si interroga su ciò che resta di noi dopo la nostra dipartita, sul senso dell’attraversare l’ultima porta che resta nascosta oltre la quale ci attende un incerto viaggio nel Chissàdove. “Quasi una Vita” è immaginare, con e grazie al teatro, di poter convivere per qualche minuto, sulla scena, con chi ci precede nel viaggio.

Scrive Roberto Bacci: «Questa opera è una menzogna. Perché la vita, malgrado i nostri sforzi e la buona volontà, è una menzogna a cui non sappiamo o possiamo opporre una verità. Dopo mesi di domande e di confessioni raccolte dalla vita di Dario e Giovanna, abbiamo tentato di osservare, attraverso il riflesso della loro esistenza, noi stessi.

Il risultato è l’opera: “Quasi una vita”.

Dario e Giovanna si sono offerti, come amici e come colleghi per guidarci in questo viaggio che è una riflessione sull’amore, il teatro, la malattia, la vecchiaia e l’attesa della definitiva partenza per il Chissàdove. Tradurre un bagaglio così ricco e pesante per renderlo in teatro è stato un insegnamento su come la scena può essere “filosofia in atti”.

“Quasi una Vita” è un titolo che richiama una mancanza di pienezza perché una pienezza è impossibile senza la consapevolezza di un senso e di un significato. Eppure in questa mancanza di pienezza, in questo “quasi” che tutti avvertiamo si nasconde un senso, un mistero da ricercare e svelare. Ed è la ricerca di questo mistero che ci rende vivi.

Qualcuno ha detto: “Ho trascorso tutta la mia esistenza in compagnia di qualcuno che non conoscevo”.

Risvegliare questo qualcuno, incontrarlo, interrogarlo, diventarne finalmente amico è uno dei compiti del teatro in cui mi riconosco. Così accade nelle prove, così può accadere sulla scena quando incontriamo lo spettatore».

Stefano Geraci afferma: «Se fosse stato cinema, questo spettacolo si sarebbe potuto ascrivere al genere biopic, quella fiction che si fonda su biografie reali, oggi di nuovo in voga e in alcuni casi con esiti molto suggestivi. La preparazione, almeno, è stata analoga. Abbiamo raccolto e registrato i racconti biografici di Dario Marconcini e Giovanna Daddi, attori e amici di lunga data con una intensa storia di teatro e vita in comune lunga quasi sessant’anni: il motivo di questa scelta non è stato però quella di raccontare le loro vite, ma di attraversarle insieme. Avevamo alcune domande con noi.

Cosa resta delle nostre vite quando ci volgiamo indietro e ci chiediamo: cosa abbiamo combinato? E il teatro ci concede un tempo per intravedere un disegno nei passi che abbiamo compiuto e che casomai abbiamo calpestato maldestramente senza neanche accorgercene? Forse la parola più adatta per descrivere questo lavoro è “congedo”, così come si usa nella poesia in forma di canzone: quei versi finali in cui l’autore rivolgendosi a se stesso chiede ai lettori di farsi carico dell’ombra del poeta, attraverso la vita dei suoi versi.

Lo spettacolo teatrale però non può fissare per sempre il momento del commiato. La sua virtù è altrove: creare una forma fatta apposta per sparire, ogni sera, di fronte agli spettatori. Se va bene, saranno loro a far viaggiare quel che resta di una esistenza nella loro memoria, e se un disegno esisteva, saranno gli spettatori a scoprirlo perché avrà provocato un’eco, una assenza, un’intima complicità con le loro vite.

Le scene di “Quasi una Vita” raccolgono e compongono gesti e parole dispersi in una storia d’amore, nel presentarsi della vecchiaia, nell’incerto confine che separa la malattia dalla salute, in abitudini e memorie teatrali che scavano i corpi ma che illuminano il passare del tempo con l’intensità di chi ancora ha il coraggio e l’incoscienza di voler debuttare nella vita.

Quando raccoglievamo i racconti che avrebbero fornito le tracce dello spettacolo e del compito degli attori che li avrebbero accompagnati sulla scena, Dario e Giovanna hanno chiesto a noi, intrufolati nelle loro vite mentre con generosa cautela ce le affidavano, se molte storie o storielle in cui vita e teatro erano inestricabilmente impastate fossero superflue o addirittura ridicole. Forse sì.

Ma forse il teatro è sempre ad un passo dal ridicolo. Perché la dedizione di una vita non sembra valerne la pena, perché pretende di muovere ombre troppo più grandi delle mani che ha a disposizione, perché agisce “come se” potesse trasformare la realtà: fino a quando può capitare che, per vie impreviste, ci commuove perché per un attimo, in un fuggevole frammento, è arrivato alla verità».

Dario Marconcini e Giovanna Daddi dichiarano: «Un attore nell’incarnare un personaggio, quale che sia, Prospero o Rogozin, Medea o Antigone, mette sempre qualcosa di sé; ma in questo testo non esiste nessun filtro protettore: non c’è il personaggio dentro il quale nascondersi. Parliamo di noi stessi, siamo chiamati col nostro nome, siamo lì sulla scena in prima persona, indifesi, ci confessiamo, mettiamo a nudo episodi della nostra vita fatta di ricordi familiari, di viaggi di pièce di teatro, con il pericolo di essere esibiti come l’orso davanti a Topkapi. Eppure questo non è un autodafé né una seduta psicanalitica. È invece come il ritorno a casa, ritroviamo con gioia, dopo tante esperienze teatrali lontane, Roberto e Pontedera, è come se il cerchio si ricomponesse. Il rimosso della nostra vita è però lo spunto per portarci in altri territori ben più pericolosi e misteriosi oltre a farci toccare con pudore, rabbia e timore il senso degli anni che passano e l’enigma dell’ignoto che ci aspetta.

In questo viaggio quasi iniziatico ci accompagnano con generosità quattro attori amici pronti a suscitare e a sostenere le diverse tappe.

Dobbiamo ringraziare Roberto e Stefano che con pazienza, nei lunghi incontri a casa nostra, sono riusciti, facendoci ritrovare oggetti dimenticati, foto, testi, a ricomporre il nostro patrimonio dell’anima, prima che esso andasse a perdersi.

Affrontiamo “Quasi una Vita” come un viaggio nel passato e nel futuro, o meglio come un viaggio nel corso del tempo».

Exit mobile version