Riace: Rossi, “Salvini chieda scusa a Lucano”

“La sentenza della Cassazione conferma che Mimmo Lucano è l’uomo pulito e generoso che tutti sapevamo e abbiamo conosciuto. A Riace né truffe, né illeciti, ma solo buon governo, visione, coraggio. Il ministro dell’Interno e dell’odio chieda scusa a Lucano e impari da lui cosa vuol dire integrare e rispettare la dignità delle persone”. Lo ha scritto su facebook il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi.

“Il dispositivo della Cassazione dopo l’udienza del 26 febbraio aveva già lasciato intendere che c’era un risvolto positivo per quanto riguarda le esigenze cautelari. Sono stato sospeso anche come sindaco e ho passato l’inverno a fare su e giù per fare testimonianze e ad aspettare un po” di luce”. Lo ha detto Domenico Lucano commentando  le motivazioni sulla sua vicenda rese note ieri della Cassazione. Domani è in programma l’udienza davanti al Gup di Locri a seguito del rinvio.

“Dal 2 ottobre – ha detto Lucano – sono stato prima ai domiciliari per 14 giorni e poi il Riesame mi ha dato l’obbligo di non andare a Riace. Intanto tutto il quadro accusatorio ancora deve finire perché la richiesta di rinvio a giudizio secondo me, da quello che ho potuto apprendere in questo periodo, non essendo a conoscenza degli aspetti giuridici, andrà avanti. Adesso dobbiamo aspettare domani per sapere se ci sarà il rinvio a giudizio. Alla fine io non ho mai detto, come accade in questi casi, ”sono innocente”. La cosa deve essere dimostrata da chi ha la competenza. Come ho sempre detto noi ci difendiamo nel processo, non dal processo”.

“Stamattina ho mandato un messaggio a Mimmo Lucano: io sono con lui da quando in pochissimi lo conoscevano e oggi sono contento. Ma la battaglia e’ ancora lunga”. Lo ha detto il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, dopo il deposito della sentenza della Cassazione relativo all’insufficienza di indizi a carico del sindaco sospeso di Riace, Mimmo Lucano. “Colpire lui significa fare un favore alla ‘ndrangheta – ha aggiunto l’ex Pm a margine del secondo forum nazionale sull’economia circolare a Napoli -. Lo Stato dovrebbe impegnarsi a debellare mafia e corruzione, non a colpire persone dal cuore grande, mente libera e tanto coraggio come e’ Mimmo Lucano e come sono tanti altri, quotidianamente colpiti perche’ vanno in direzione opposta rispetto al sistema”.

Un ponte per Riace oggi a Firenze

Manifestazione, oggi pomeriggio, 18 ottobre, alle 17.30 sul ponte Santa Trinita a Firenze, per dire ‘no alla chiusura di un’esperienza esemplare di accoglienza e d’inclusione, no all’arresto di Mimmo Lucano. La solidarietà non si arresta e non si deporta”.

Promossa dalla Rete antirazzista alla manifestazione hanno aderito dall’Anpi alla Cgil, dalla Diaconia Valdese fiorentina a Mdp, dalla Rete degli studenti medi a Sì Toscana.
“I provvedimenti con cui il ministro dell’Interno intende chiudere l’esperienza di Riace – spiega una nota – sono gravissimi e costituiscono un vero e proprio attentato alla vita democratica.”

“È necessario – continua – ed urgente opporsi alla deriva razzista e fascista che sta pervadendo il Paese sotto l’impulso di scelte governative dissennate, come il recente decreto sull’immigrazione, la chiusura dei porti alle navi che salvano i naufraghi, i ripetuti attacchi alle Ong. Come afferma un documento proveniente da Riace, ‘nessuna circolare ministeriale con incorporato tentativo di deportazione dei/delle migranti potrà fermare l’esperienza di Riace.”

“La sua criminalizzazione – conclude la nota – e l’arresto di Mimmo Lucano sono stati il detonatore che ha fatto esplodere l’ansia di libertà, di giustizia sociale, la voglia di ritrovarsi in tante/i in nome dell’umanità, della solidarietà, dell’accoglienza, dell’inclusione, di un’altra idea di società e di mondo”.
Intanto per oggi pomeriggio a Pisa la coalizione della sinistra Diritti in comune ha promosso una manifestazione in Logge di Banchi, a sostegno del modello Riace e del sindaco Mimmo Lucano.

Salvini e la criminalizzazione dell’accoglienza

A quanto risulta dall’inchiesta Mimmo Lucano non ha rubato soldi e non ha corrotto nessuno;  piuttosto ha forzato le leggi per assicurare un’accoglienza più pronta e più sicura ai richiedenti asilo secondo quello che nel mondo si è affermato come il ‘modello Riace’.

L’arresto in sé appare  spropositato rispetto ai reati contestati, anche se in effetti il pericolo di reiterazione  ci sta ed a rigor di legge giustifica il provvedimento: Lucano, come testimoniano le intercettazioni allegate ai fascicoli, avrebbe potuto tranquillamente commettere di nuovo i reati contestati. Allo stesso modo pare singolare la coincidenza del provvedimento con un clima politico-governativo sicuramente sfavorevole, anche perché i reati contestati non avrebbero in alcun modo creato né allarme sociale né danni alla collettività. Ma tant’è.

Crediamo nell’indipendenza della magistratura e siamo certi che la giustizia farà tranquillamente  il suo corso. Per quanto in una regione come la Calabria, che è bene ricordarlo detiene il record nazionale di  comuni sciolti per infiltrazioni mafiose, ben 21, ci saremmo aspettati che i PM fossero impegnati su fascicoli ben più urgenti e pesanti. Non è stato così, ne prendiamo atto.

Fin qui tutto bene, dunque. Quello che stride, ed anzi preoccupa,  in tutto questo è però l’atteggiamento di un ministro dell’interno che confonde sempre più spesso il proprio ruolo con quello di un capo popolo cinico e rissoso. A Salvini va ricordato che nel suo ruolo, egli rappresenta lo Stato e non solo la sua parte. E lo Stato non può gioire per l’arresto di un proprio rappresentante sul territorio. Soprattutto in quei territori, soprattutto se accusato di reati del genere.

Da un ministro che osserva la complessità dei fenomeni e sente la responsabilità di governarli, ci  saremmo aspettati piuttosto comprensione umana, se non addirittura interventi legislativi che facessero dell’azione di Lucano un modello esportabile in tutta Italia ed in tutta Europa. La parole di Salvini sono invece la ‘rivendicazione politica’ di un modello di governo che tende verso la criminalizzazione dell’accoglienza e di chi la pratica, secondo quanto già sperimentato da Orban in Ungheria.

L’immigrazione è un fenomeno complesso e chiede soluzioni serie, rigorose. Che tuttavia non deroghino ai doveri di solidarietà e di rispetto della dignità umana  iscritti nella nostra Costituzione. Il modello Riace è esattamente questo: un tentativo di soluzione che tiene insieme il dovere di accoglienza con  le necessità di preservare l’armonia sociale  e la pacifica convivenza. Un tentativo vincente, studiato in tutto il mondo, che dovrebbe essere  portato ad esempio. Cosa devono pensare ora tutti coloro, e sono decine di migliaia, laici e religiosi, che ogni giorno rischiano in prima persona per tenere i piedi il sistema complesso dell’accoglienza e dell’integrazione?

Additare Lucano  come un  criminale, denigrarlo, non solo è stupido, dal punto di vista politico, ma anche pericoloso, perché testimonia la volontà di scavare ulteriormente trincee tra ‘noi’ (?) e chi arriva. Tra chi si prodiga per un futuro di tutti e chi vuole costruirlo per pochi, mettendo gli uni contro gli altri: i migranti contro gli italiani, i ‘buonisti’ contro i ‘bravi cittadini’, chi difende i diritti umani contro chi afferma il diritto all’egoismo individuale e sociale. La legge non è mai un prius. Il diritto si scrive ed emana da un modo di intendere la societas cui è diretto. Che modello di società intende consegnarci e consegnare ai nostri figli Salvini?

Domenico Guarino

Arresto sindaco di Riace: don Biancalani “attacco a chi lavora per l’accoglienza”

“Sconvolto e dispiaciuto. Chi lavora per l’accoglienza in questo Paese non è ben accetto” sono parole del parroco di Vicofaro (Pistoia) don  Massimo Biancalani in merito all’arresto del sindaco Riace con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

VicofaroRaffaele Palumbo  ha intervistato don Biancalani a pochi minuti dalla diffusione della notizia del provvedimento da parte della procura di Locri.

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