Nascondevano in case affittate “in nero” 1,2 kg di cocaina

I carabinieri seguivano da tempo due fratelli che utilizzavano case in affitto come nascondigli per lo stupefacente. Sono ritenuti essere fra i principali rifornitori di cocaina del mercato pratese.

Avevano nascosto in una casa affittata ‘a nero’ 1,2 kg di cocaina pura: per questo due fratelli di 38 e 33 anni, di origine marocchina, con regolare permesso di soggiorno ed ufficialmente residenti ad Adria, in Puglia, sono stati arrestati dai carabinieri a Prato la scorsa notte. Lo stupefacente, proveniente dai Balcani, era destinato al mercato Pratese.

I due, hanno spiegato i militari, avevano eletto Prato a centro dei loro traffici. Qui avevano un’abitazione in affitto in via del Ghirlandaio, nella zona più residenziale della città a poche centinaia di metri dal centro storico. Da tempo i carabinieri stavano seguendo gli spostamenti dei due fratelli, ritenuti tra i principali fornitori degli spacciatori di Prato.

Uno è stato fermato in zona Sant’Ippolito, alla periferia ovest della città, e trovato in possesso di duemila euro in contanti, “circostanza molto sospetta visto che i due non hanno mai lavorato”, riferiscono ancora i militari. Successivamente i carabinieri si sono spostati presso una seconda abitazione affittata ‘in nero’ nella zona di Montale, tenuta segreta e utilizzata solo per nascondere lo stupefacente. Ed è li che è stata trovata la cocaina. Subito dopo è stato arrestato anche l’altro fratello, che nel frattempo aveva già imboccato l’autostrada in direzione di Bologna.

Gli investigatori ritengono che lo stupefacente provenga dal nord Italia, seguendo la rotta dei Balcani. I due fratelli si trovano nel carcere di Prato: il magistrato dovrà decidere sulla convalida dell’arresto e sull’eventuale misura cautelare da applicare.

Sicurezza: operazione gdf a Prato, in campo 150 uomini 

Si chiama ‘Alto impatto’ l’operazione che dalle prime ore della mattina di oggi sta impegnando i finanzieri in tutta la provincia di Prato per combattere l’illegalità fra gli immigrati di origine cinese.

In 150, con mezzi ed elicotteri, sono in campo per il contrasto del contrabbando, della contraffazione, dell’immigrazione clandestina e dello spaccio di sostanze stupefacenti a Prato. Tra gli obiettivi dell’operazione c’è anche il contrasto all’illegalità economica con una attività mirata ai ‘money transfer’. Il servizio, che impegna anche le unità cinofile, è coordinato dal comando regionale ed eseguito da quello provinciale guidato dal colonnello Antonio D’Agostino. La conclusione dell’operazione è prevista per questa sera.

Falsi: migliaia di pezzi ”perfetti” sequestrati, due denunce

Migliaia di accessori, fibbie, tracolle, nonché pelli, fodere e quant’altro propedeutico al confezionamento di articoli delle più importanti griffe in commercio, soprattutto borse, è stato sequestrato e due italiani residenti a Prato sono stati denunciati.

L’operazione è stata eseguita dai carabinieri del nucleo investigativo di Prato a seguito di indagini coordinate dai pm Laura Canovai e Valentina Cosci. Recuperati anche centinaia di stampi e matrici usate dai due pratesi per la riproduzione di tutte le componenti metalliche occorrenti all’assemblaggio dei prodotti finiti, nonché di false etichette, codici e certificati di autenticità su scheda magnetica. Il materiale sequestrato era nascosto in un’abitazione di uno dei due indagati, peraltro titolare di un’azienda attiva proprio nel settore della lavorazione di minuterie metalliche.

Ritrovati tra i falsi anche prodotti originali che venivano utilizzati quali modelli da copiare. Prada, Gucci, Ferragamo, Céline, Christian Dior, Saint Laurent, Chanel, Louis Vuitton e Fendi le griffe riprodotte. Non si tratta di falsi grossolani, fanno sapere i militari in una nota, come hanno rilevato, fortemente impressionati, i periti delle aziende chiamati a valutarli, ma di prodotti praticamente identici agli originali, capaci di ingannare anche i più esperti conoscitori e appassionati. Le indagini dei carabinieri puntano il dito anche verso la vendita mediante le piattaforme del commercio online, ove gli ignari compratori verrebbero ingannati anche dall’esibizione delle false etichettature e certificati contraffatti.

Elezioni: Prato, tra invitati Casapound. Leu non va confronto

Tra gli invitati c’è il candidato di Casapound, Leu non partecipa a un incontro promosso per stasera a Prato da un’associazione pratese, Liberi sognatori.

“L’antifascismo è per noi tema centrale, non siamo quindi disponibili a dare legittimazione a forze politiche che si richiamano al fascismo e che coerentemente con la Costituzione Italiana dovrebbero essere sciolte”, si spiega in una nota del coordinamento provinciale pratese di Liberi e Uguali. L’incontro organizzato per oggi, alle 21, da Liberi sognatori-Palestra di cittadinanza attiva all’ex chiesino di San Giovanni a Prato, è, si legge su Fb, per mettere a confronto i candidati di tutte le formazioni politiche che corrono nel collegio pratese uninominale per la Camera.

Vari gli inviti, compresi quelli per il candidato di Casapound e di Leu. Certa l’assenza di quest’ultimo: “Vogliamo ringraziare gli organizzatori per l”invito”, spiega il coordinamento di Leu Prato, “un incontro sicuramente utile di confronto sui temi delle elezioni politiche del 4 marzo. Il coordinamento provinciale e” costretto, tuttavia, a declinare l’invito e a non fare intervenire il nostro candidato alla Camera Luca Mori per la presenza al dibattito di un esponente di Casapound”.

Al Teatro Fabbricone arriva la grande letteratura con Il Giocatore

Da giovedì 8 a domenica 11 febbraio (feriali ore 20.45, sabato ore 19.30, domenica ore 16.30), al Teatro Fabbricone la grande letteratura si fa teatro con Il Giocatore, tratto dal romanzo di Fëdor Dostoevskij, riletto e adattato da Vitaliano Trevisan per la regia di Gabriele Russo.

I tintinnii delle slot, la pallina che gira nella roulette, il fruscio delle carte e il rumore più assordante, quello delle pulsioni dei personaggi ossessionati dal gioco, sono gli elementi che popolano la spirale fatta di azzardo, di passioni e di compulsioni dello spettacolo. La rilettura metaforica e contemporanea di Trevisan e la regia di Gabriele Russo, in bilico tra dramma e commedia, trasportano il romanzo in un’ambientazione atemporale. In questa atmosfera la figura della baboulinka ricorda quella odierna di una vecchina, sola, in preda al vizio del gioco; e il giocatore assomiglia a un giovane perso in un video poker.

Lo spettacolo è una catarsi non lineare in cui le storie del protagonista Aleksej e di Dostoevskij si fondono l’una nell’altra intrecciando tre diversi piani narrativi: da una parte c’è la vita dello scrittore indebitato a causa del gioco e con in pendenza un accordo con l’editore Stellovskij, nel quale c’è l’impegno a cedergli per nove anni i diritti delle sue opere, anche quelle future, nel caso non riesca a produrre un nuovo libro da dare alle stampe entro il novembre del 1866 (tratta dalle Note biografiche reali della vita di Fëdor Dostoevskij, anche lui perso nel vizio del gioco). In scena, quindi, assistiamo al dissidio dello scrittore che, preso dalle scadenze e dai tormenti passionali, sembra incapace di poter rispettare gli impegni. Solo grazie all’intervento di Anna Grigor’evna, una stenografa assunta per velocizzare la stesura del romanzo, riuscirà a portare avanti la storia e alla fine a tenere fede al contratto.

Il secondo piano narrativo è dato dalla genesi del romanzo stesso e della storia. Gabriele Russo ce lo fa vivere quasi come se fosse un viaggio nella mente e nella fantasia dello scrittore, con Dostoevskij e la Grigor’evna a intervenire tra gli attori per mettere a punto la stesura e correggere punti che non vanno.

Il terzo piano è quello della storia stessa, drammatica, in cui operano personaggi persi nelle loro debolezze e nei loro vizi, incatenati da amori improbabili e il diabolico gioco della roulette di “Roulettenbourg” (un luogo non meglio precisato in Germania, forse Wiesbaden) destinati a vivere una vita in bilico tra debiti, amori solo di convenienza e dipendenza dalla fatidica pallina, che oltre a scorrere da un numero all’altro, con il pathos di chi mette in gioco la propria vita, scorre anche sul destino di ognuno dei personaggi, incapaci di vedere l’ineluttabile buio alla fine del tunnel che li sta avvolgendo.

«Il gioco non è solo l’oggetto centrale dell’opera, ma è presente –spiega Gabriele Russo – in forma di metafora o di allusione, ovunque. È nelle relazioni ossessive tra i personaggi, nei continui “rilanci” a cui le circostanze li costringono, nelle vane speranze a cui sono aggrappati e che li fanno stare sospesi; come si è sospesi quando si è in attesa che la pallina cada sul rosso o sul nero. Così si arriva alle analogie con l’oggi e con ciò che è il gioco d’azzardo nella nostra società: quando vedremo la baboulinka o il giocatore perdere tutti i loro soldi al casinò, forse per un attimo ci dimenticheremo che si tratta dei personaggi di Dostoevskij e vedremo, più genericamente una vecchina, sola, in preda al vizio del gioco o un giovane compulsivo perso in un video poker. Per amplificare e sostenere il dialogo con l’oggi senza perdere il rapporto con il testo e con la narrazione, ho scelto un’ambientazione che fosse “atemporale”, creata da contaminazioni fra passato e presente, antico e moderno; questo vale per la scena, per i costumi, per le musiche e, naturalmente, per il linguaggio».

 

 

Pecci: Cristiana Perrella nuova direttrice del Centro per le arti contemporanee di Prato

Il Consiglio d’Amministrazione della Fondazione per le Arti Contemporanee in Toscana ha nominato Cristiana Perrella nuova direttrice del Centro Pecci di Prato. Perrella, 53 anni, succede a Fabio Cavallucci, a cui la Fondazione non aveva rinnovato il contratto. Giunge all’incarico dopo una selezione internazionale.

Curatrice e critica d’arte, per dieci anni Perrella è stata responsabile del Contemporary Arts Programme presso la British School di Roma. Ha collaborato con Riso, il Museo d’Arte Contemporanea della Sicilia ed attualmente è curatrice alla Fondazione Golinelli di Bologna, oltre a organizzare mostre in musei e gallerie quali la Fondazione Prada di Milano o il Maxxi di Roma. Il suo, in qualche modo, è un ritorno avendo frequentato nel 1991-1992 il corso per giovani curatori che si tenne in quegli anni proprio al Centro Pecci. La nuova direttrice del Centro Pecci sarà in carica per un triennio ed entrerà a breve in funzione.

Intanto quattro nuove opere d’arte per la collezione del museo Pecci sono state acquistate dal Comune di Prato per la cifra di 71.000 euro. Le opere sono un’installazione (luce, vetro, metallo) di Carlos Garaicoa; un film in 35 mm di Jzef Robakowski; un disegno grafico dedicato ai rapporti tra comunità italiana e cinese di Rainer Ganahl; ”Waterbones”, struttura modulare in acciaio inox, di Loris Cecchini. Le prime due opere vanno provvisoriamente al Centro Pecci, poi entrano in collezione, le altre due saranno da collocare in spazi pubblici.

“La collezione del Centro Pecci è pubblica, è di tutti. Incrementare la collezione è il miglior modo per valorizzare il ruolo e la presenza del Pecci nel panorama nazionale e internazionale”, spiega l’assessore alla Cultura, Simone Mangani. Tutti gli acquisti sono stati concordati con lo staff del ”Centro per l”arte contemporanea Luigi Pecci”.

“Se il bilancio 2018 lo consentirà, il Comune – scrive in una nota l”amministrazione – procederà a un altro acquisto: la ”Magnetism Installation” di Ahmed Mater”.

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