Incidenti sul lavoro: due operai gravi in Toscana

Sul territorio si sono verificati due gravi incidenti sul lavoro questa mattina. Un infortunio nella discarica di Podere Rota a Terranuova Bracciolini (Arezzo), ha coinvolto un operaio che ha preso un violento colpo al volto da uno sportello, l’altro è accaduto nella zona industriale apuana a Massa, dove un operaio è rimasto ferito a seguito di un’esplosione ed è stato necessario l’intervento dell’elisoccorso.

L’incidente all’interno della discarica di Podere Rota, in località di Piantravigne, a Terranuova Bracciolini, è accaduto intorno alle 9.00: un 45enne di Castel Focognano, che stava lavorando all’interno dell’impianto, ha preso un violento colpo al volto da uno sportello. Sul posto è arrivato il 118 che con un’ambulanza ha portato l’uomo all’ospedale valdarnese della Gruccia con un grave trauma commotivo. I sanitari hanno poi deciso il suo trasferimento, con l’elisoccorso Pegaso, al policlinico Le Scotte di Siena.
Un vasto incendio si è sviluppato all’interno della Sanac, una fabbrica nella zona industriale apuana a Massa (Massa Carrara) che tratta materiale edile refrattario: a seguito dell’esplosione avvenuta nel reparto di miscelazione un operaio è rimasto ferito ed è stato necessario l’intervento dell’elisoccorso per il suo trasferimento all’ospedale Cisanello di Pisa, dove è stato ricoverato con ustioni di terzo grado.
L’esplosione, intorno alle 9.00, è avvenuta all’interno di un contenitore di materiali da impastare prima della cottura. Le fiamme hanno attaccato sostanze come magnesio e alluminio e per questo sono stati necessari estintori speciali: l’incendio non può essere estinto con l’acqua. Sul posto i vigili del fuoco con rinforzi da Pisa, Lucca e Firenze per un totale di 20 uomini. Le operazioni di spegnimento sono ancora in corso.

Visita e fa consulti di neurochirurgia ma senza laurea Medicina 

E’ quanto hanno scoperto i carabinieri del Nas che hanno condotto le indagini, coordinate dalla procura di Livorno, con una serie di controlli in un centro di fisioterapia di Massa (Massa Carrara).

Visitava i pazienti, effettuava consulti di neurochirurgia, prescriveva medicinali ma non aveva la laurea in Medicina e chirurgia. Secondo quanto pubblicato oggi su la cronaca de Il Tirreno, la donna aveva effettivamente conseguito una laurea ma in in Chimica e Tecnica farmacologica e non in Medicina. Men che meno aveva la specializzazione in Neurochirurgia nè è mai stata iscritta all’ordine dei medici. Secondo quanto ricostruito i militari avrebbero avviato le indagini dopo la denuncia di un medico di base al quale numerosi pazienti avevano presentato ricette senza timbro.

Uomo trovato morto in area industriale a Massa

In base a un primo esame non sarebbero stati rilevati segni di violenza sulla salma. Per stabilire le cause del decesso disposta l’autopsia.

Un uomo di 47 anni, residente a Massa ma di fatto senza fissa dimora, è stato trovato morto nell’area ex Olivetti, nella zona industriale di Massa (Massa Carrara). La scoperta è stata fatta ieri ma la notizia è stata resa nota solo oggi.

Sul posto sono intervenuti i carabinieri. Dai primi accertamenti il decesso risalirebbe all’inizio della settimana. In base a un primo esame non sarebbero stati rilevati segni di violenza sulla salma. Per stabilire le cause del decesso disposta l’autopsia. L’uomo è stato identificato in base ai documenti che aveva con sè. Il cadavere è stato rinvenuto in una zona all’aperto dell’ex area Olivetti.

Massa: operato al cuore, gli trovano elettrodo nell’aorta 

Il paziente, un infermiere di 76 anni, fatto causa alla struttura di Massa, chiedendo un risarcimento di 500.000 euro. L’elettrodo è stato trovato da un equipe Livornese.

Nel novembre 2016 subì un intervento chirurgico al cuore in una clinica specializzata di Massa. Quattro mesi dopo, nel febbraio 2017, per complicanze, venne di nuovo ricoverato, questa volta all’ospedale pubblico di Livorno dove fu scoperto un elettrodo rimasto nell’arco aortico, un corpo estraneo ampio sette-otto centimetri. Oggi della vicenda tratta il quotidiano Il Tirreno riferendo che i legali della famiglia del paziente, un infermiere in pensione di 76 anni, hanno chiesto un risarcimento di 500.000 euro alla compagnia assicurativa della struttura di Massa, gestita dalla Fondazione Monasterio, dove si era sottoposto all’intervento cardiochirurgico.
Operazione in cui gli fu sostituita la valvola mitralica e vennero inseriti due by pass. Però, dopo pochi mesi, l’uomo dovette essere ricoverato di nuovo, stavolta a Livorno, per una sospetta infezione. Fu grazie alla Tac che i medici livornesi scoprirono la presenza dell’elettrodo nell’arco aortico. Da quel momento, dice la famiglia, il paziente vive nella paura e basta un banale dolore al petto per fargli temere danni all’aorta tali da poter causare la sua morte in un brevissimo tempo.
Si riporta anche la posizione della clinica di Massa da dove si dice che la presenza dell’elettrodo “può non essere una dimenticanza ma una necessità che viene presa in considerazione in alcuni interventi” cardiochirurgici.

10.000 euro in banconote false, falsari in manette a Massa

Le indagini sono risalite sino alla stamperia, situata a Milano. Gli inquirenti hanno portato alla luce un traffico di falsi a livello nazionale. L’inchiesta era partita nel 2016 e in questi due anni ci sono stati altri 4 arresti.

Oltre 400 banconote false, per un valore di 10 mila euro, e quattro ordinanze di custodia cautelare (tre in carcere e una ai domiciliari) ai ‘commercianti’ delle valute contraffatte che sono stati colti in flagranza di reato: è il risultato di un’operazione condotta dalla squadra mobile di Massa Carrara e dalla guardia di finanza, nell’ambito di una operazione coordinata dalla procura di Massa Carrara.

Gli arrestati, tutti residenti tra Massa, Lucca e La Spezia, sono due venditori ambulanti di frutta e verdura, un ristoratore, e un cittadino straniero disoccupato che è finito ai domiciliari. Le indagini hanno portato a scoprire la stamperia del denaro falso, che si trovava a Milano, dalla quale partivano corrieri con l’incarico di vendere le banconote false agli acquirenti, sparsi per tutta Italia. Gli acquirenti acquistavano tagli da 50, 20 e 10 euro, che pagavano, con soldi veri, rispettivamente 20, 4 e 2 euro.

Le false banconote, molto veritiere ma con lo stesso numero di serie, venivano poi rivendute ai ‘commercianti’ che le immettevano sul mercato. I soldi viaggiavano da nord a sud, passando per Massa Carrara, su furgoni carichi di frutta e verdura, nascosti nelle sponde del mezzo o dentro giocattoli per bambini, per lo più puzzle. Nelle intercettazioni i ‘commercianti’ parlavano di ‘casse di meloni’ riferendosi ai 50 euro, di ‘finocchi’ per identificare i tagli da 20 euro e di ‘fragole’ per i pezzi da 10.

L’inchiesta era partita nel 2016 e in questi due anni ci sono stati altri 4 arresti: il primo, a Massa, di due acquirenti che avevano appena ricevuto una ingente somma direttamente dalla stamperia milanese. Il terzo arresto è avvenuto sulla strada della Cisa, quando la polizia stradale fermò un furgone con a bordo un corriere che aveva nascosti 5000 euro falsi, mentre un altro corriere fu fermato poco dopo a bordo di un treno.

Massa: 40 Ose senza contratto, Cgil sotto Palazzo Ducale

Le operatrici socio educativi si sono presentate in aula la mattine dell’8 gennaio anche senza contratto. Per effetto della riforma Madia, non è ancora stato rinnovato il contratto co. co. co. scaduto lo scorso 23 dicembre.

La Cgil di Massa Carrara ha manifestato questo pomeriggio sotto palazzo Ducale, sede della Provincia di Massa Carrara, assieme ad una rappresentanza di operatrici socio educative (Ose), rimaste senza contratto dall’1 gennaio 2018.

Sono 40 le Ose, che si occupano di effettuare assistenza e sostegno agli studenti disabili iscritti nelle scuole superiori del territorio, a cui, per effetto della riforma Madia, non è ancora stato rinnovato il co. co. co. scaduto lo scorso 23 dicembre.

L’8 gennaio le 40 operatrici si sono presentate comunque nelle loro rispettive classi, per non far mancare un servizio essenziale agli studenti e alle loro famiglie, ma “ad oggi- spiega la Cgil – non ci risultano attivi i contratti, questo perché la riforma Madia abolisce la possibilità di effettuare co.co.co negli enti pubblici”.

La Cgil sostiene anche che l’ultima legge di stabilità dia la possibilità di prorogare i contratti co.co.co fino al 31 agosto, ma si tratta di capire se le Ose possano rientrare nelle tipologie previste dalla legge. Dopo aver ricevuto le rappresentanze sindacali, il presidente della Provincia Gianni Lorenzetti, responsabile dell’attività scolastica di secondo livello, ha dichiarato: “Intendo superare questo impasse il prima possibile; la legge Madia ha bloccato i contratti e noi proporremo soluzioni alternative per arrivare almeno alla fine dell’anno scolastico, utilizzando anche la legge non scritta, quella del buon senso, che spesso manca a chi ci governa”.

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