Buoni spesa perduti e ritrovati a Livorno, risaliti al proprietario

Nelle scorse ore uno dei 4800 beneficiari dei buoni spesa distribuiti dal comune di Livorno ha avuto la sfortuna di perdere i buoni mentre transitava in zona via Grande.

Il caso e un pizzico di buona sorte hanno voluto che quei quattro buoni caduti per strada siano stati visti e raccolti dal direttore generale del Comune che li ha riportati negli uffici. Grazie alla numerazione e all’abbinamento di ogni singolo  tagliando con la persona beneficiaria, in poco tempo è stato possibile procedere con la riconsegna.

Nella mattina della vigilia di Natale gli stessi uffici del direttore generale hanno restituito i buoni con grande soddisfazione del concittadino che abita in zona Garibaldi.

Dal 15 dicembre scorso sono stati consegnati i buoni  stampati dal Comune di Livorno in tagli da 50 e 20 euro,  per un totale di 1.052.800 euro, e destinati alle famiglie e cittadini in difficoltà a causa del protrarsi dell’emergenza Covid-19.

Sono arrivate e accettate 4617 domande, sulla base dell’avviso pubblicato  sul sito del Comune.
“Mi preme sottolineare – ha evidenziato il Sindaco Salvetti in occasione della presentazione- che nessuno resterà fuori, le domande saranno tutte coperte, per 833mila euro con risorse assegnate dal Governo, per altre 200mila con risorse comunali appositamente destinate con delibera di Giunta approvata questa mattina. Con questa integrazione di risorse comunali tutti i nuclei familiari che hanno fatto richiesta e in regola con l’autocertificazione e l’Isee, hanno ottenuto i buoni”. “Grazie all’impegno dell’Amministrazione e di tanti lavoratori comunali che ringrazio – ha detto il sindaco – siamo riusciti a consegnare i buoni spesa 10 giorni prima del Natale, permettendo così a tante famiglie livornesi, quasi 13 mila persone, di acquistare beni alimentari e di prima necessità anche per i bambini.

Per la distribuzione è stato riproposto il sistema attuato nella seconda fase delle consegne di primavera, cioè direttamente a domicilio.
“Non è stato bello – ha ammesso Salvetti –  anche se tutto è proceduto correttamente, vedere persone in  fila in attesa dei buoni pasto (come è accaduto durante la prima distribuzione dei buoni pasto a primavera). E’ molto più dignitosa la consegna a domicilio”.

“Con questa operazione – ha concluso – si sono sostenute sia famiglie in difficoltà finanziaria a causa dell’emergenza sanitaria che il mondo del commercio cittadino. Sono numerosi infatti i punti vendita che, con una manifestazione di interesse, hanno aderito – e possono ancora aderire – alla richiesta del Comune di spendere i buoni pasto presso le proprie attività commerciali”.

“Con queste risorse aggiuntive – ha aggiunto l’assessore Andrea Raspanti – abbiamo voluto contribuire a far passare un natale dignitoso e sereno ai livornesi pur in questa fase di estrema difficoltà in cui è necessario trovare risposte nuove a domande nuove. Vogliamo che questa Amministrazione sia sempre all’altezza della città che si è sempre dimostrata generosa e solidale, anche ad esempio per iniziative quali il Regalo sospeso e il Carrello sospeso . La nostra volontà politica è quella di mantenere alto ed eventualmente potenziare il livello di sostegno a chi è in difficoltà. Solo per misure di contrasto alle marginalità arriveremo a fine anno a una spesa di oltre 700mila euro, cifre che non si vedevano da molti anni”

Aggressione a vigili e carabinieri a Livorno: altri 2 minori indagati

Per le indagini sull’aggressione a polizia municipale e carabinieri avvenuta lo scorso 20 ottobre in piazza Attias a Livorno durante controlli sugli assembramenti, i militari del nucleo investigativo dell’Arma di Livorno hanno dato esecuzione stamani a un decreto di perquisizione, emesso dalla procura presso il tribunale dei minori di Firenze, nei confronti di un 15/enne, un 16/enne e del 17/enne che era stato già identificato e denunciato martedì scorso.

I tre minorenni sono indagati in concorso per resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento, lesioni personali aggravate e rifiuto di fornire le proprie generalità.
Il provvedimento di perquisizione, a firma del procuratore Antonio Sangermano che sta coordinando le indagini, è stato emesso a seguito degli esiti degli accertamenti dei carabinieri partiti subito dopo l’aggressione. Le indagini, spiegano gli inquirenti, hanno consentito di accertare che, oltre al 17enne identificato nell’immediatezza dei fatti, gli altri due minori, coadiuvati da un folto gruppo di giovani ancora in corso di identificazione, avrebbero aggredito le forze dell’ordine intervenute su richiesta di alcuni cittadini che avevano segnalato assembramenti di ragazzi incuranti del rispetto della distanza interpersonale e che non indossavano alcuna protezione.
Secondo l’accusa i tre avrebbero opposto resistenza a carabinieri e agenti della municipale, si sarebbero rifiutati di fornire le proprie generalità e avrebbero danneggiato le auto di servizio con il lancio di oggetti. A seguito dell’aggressione due agenti della municipale hanno riportato lesioni giudicate guaribili uno in 20 giorni, l’altro in 10.

Livorno: sequestro di migliaia di mascherine non conformi

La guardia di finanza ha sequestrato a Livorno 64mila mascherine di tipo K95, equivalenti alle Ffp2, “non conformi”, importate da un’azienda lucchese e destinate a privati e enti, tra cui anche alla Regione Toscana, per un valore di oltre 265mila euro.

Dall’esame delle fatture è emerso l’avvenuto commercio “in frode” di 293mila Dpi irregolari in ambito nazionale, vendute oltre che in Toscana, anche in Trentino Alto Adige, Lombardia, Lazio e Campania. Il responsabile della ditta, è stato denunciato per frode nelle forniture pubbliche e frode in commercio. Le mascherine sequestrate erano state importate da una società, con sede a Lucca, che per attestarne la conformità e poterle importare e immettere in commercio, si è avvalsa di un ‘voluntary certificate’ al posto di una regolare certificazione Ce.
Le indagini hanno messo in luce certificati per i Dpi emessi da un ente polacco, su richiesta del cliente importatore, non equivalenti a quelli rilasciati dagli organismi europei preposti. In sostanza, spiegano i finanzieri, la società polacca era organismo europeo notificato, ma non per la certificazione di Dpi.

Esplosione in negozio a Livorno, si cerca uomo in filmati telecamere

Proseguono a Livorno le indagini di polizia per cercare di risalire all’autore dell’attentato incendiario al bazar di via Garibaldi gestito da cittadini cinesi. La squadra mobile sta visionando i vari filmati delle telecamere di sicurezza. Al momento non e’ ancora chiaro il movente.

L’attentatore viene descritto come un uomo di carnagione chiara, presumibilmente tra i 50 e i 60 anni, che indossava cappellino, mascherina sanitaria e un giubbotto invernale chiuso. Nel gettare l’innesco all’interno del negozio dalla porta di ingresso, che era tenuta aperta, non ha detto nulla – cosi’ risulterebbe da testimonianze delle cinesi rimaste intossicate -, ma si e’ subito allontanato a piedi facendo perdere le tracce.
Anche dell’innesco non e’ stata trovata traccia: tutto sembrerebbe essersi dissolto nell’incendio, che si e’ sviluppato subito grazie ai materiali acrilici esposti tra la merce in
vendita e che sono stati subito aggrediti dalle fiamme. Anche le due donne, che si trovavano all’interno, una dipendente e un’acquirente (e non la titolare e una dipendente come emergeva in un primo momento ieri), dopo due ore in osservazione al pronto soccorso per una leggera inalazione di fumo sono state dimesse dall’ospedale. Sono state loro a spegnere velocemente il fuoco con gli estintori gia’ prima dell’arrivo dei pompieri.

Esplosione in negozio a Livorno, si teme atto doloso 

Esplosione e fiamme all’interno di un negozio di via Garibaldi a Livorno gestito da cittadini cinesi. Due persone, la titolare e un dipendente sono state soccorse per aver inalato fumo, e in seguito sono state accompagnate in ospedale per lieve intossicazione.

Secondo prime testimonianze raccolte dalla polizia una persona, camuffata con berretto e vestito scuro si sarebbe avvicinata al negozio lanciando qualcosa all’interno, forse una scatola con materiale incendiario, per poi fuggire rapidamente a piedi, e qualche secondo dopo si è verificata l’esplosione, avvertita anche dai residenti, e sono divampate le fiamme. L
a polizia ha subito avviato ricerche dell’autore. Sul posto anche i vigili del fuoco ma una volta arrivati l’incendio era già stato domato dai negozianti. Sono tuttora in corso gli approfondimenti della squadra mobile che con polizia scientifica e vigili del fuoco stanno cercando l’innesco.

Portano figlia a visita post-trapianto, multati su Aurelia

Portano la figlia di 8 anni a un controllo post-trapianto ma vengono multati dalla Polizia stradale sull’Aurelia prima di Livorno per aver contravvenuto alle disposizioni sulle misure di contenimento per l’emergenza sanitaria da Coronavirus. La sanzione è di 533 euro.

E’ successo a una famiglia di Grosseto che era in viaggio per una visita di controllo prevista all’ospedale Santa Chiara di Pisa. La bimba aveva avuto un trapianto di midollo osseo, dovuto ad una leucemia mieloide acuta, l’estate scorsa. “Ricorreremo in giudizio – ha detto il legale della famiglia, avvocato Simone Falconi portando alla luce la vicenda – Non c’erano requisiti per elevare questo verbale e perciò presenterò ricorso nelle sedi giudiziarie competenti. Parlerò anche coi questori di Grosseto e Livorno e col prefetto di Grosseto per metterli al corrente della situazione”.

Secondo quanto riferito l’auto era guidata dal padre ed è stata fermata nei pressi di Romito, sull’Aurelia a pochi chilometri da Livorno. Il padre guidava. A bordo c’erano la mamma, la piccola e il fratellino. Al controllo, una pattuglia ha contestato il viaggio: lontani da casa e troppi in auto. “La madre non se la sentiva di guidare perché è neopatentata – racconta il padre in un filmato su Fb che ha fatto già oltre 7.000 visualizzazioni – e la bimba vuole la mamma quando entra nel reparto di ospedale. Ecco perché eravamo tutti insieme. Ho spiegato questo alle forze di polizia che mi hanno fermato ma non c’è stato nulla da fare, hanno multato lo stesso”.

Tra l’altro, precisa, “siamo tutti negativi al Coronavirus, viviamo insieme e tutti siamo stati sottoposti a tampone proprio per la patologia di mia figlia”, come categoria fragile dove un eventuale cluster familiare da Covid potrebbe causare seri danni. “Sono in cassa integrazione – racconta ancora il padre – e questo mese ho riscosso 590 euro, quasi quanto la multa. Quello che ci è accaduto ha dell’incredibile. Siamo stati trattati peggio dei ladri”. La vicenda personale della bimba è nota in Maremma già dall’estate 2019, quando partì una catena di solidarietà, tipo raccolta fondi e concerti per sostenere la famiglia nelle cure. La bambina venne curata al reparto di ematologia oncologica di Pisa dove ha avuto un trapianto di midollo osseo. Adesso sta svolgendo la convalescenza per guarire definitivamente e le visite di controllo fanno parte del percorso che deve seguire.

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