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Arezzo, porta imprese all’estero ed evade 22mln
4 denunce. 7 le imprese sottoposte a verifica fiscale da parte dei finanzieri della Compagnia di San Giovanni Valdarno.
La guardia di finanza di Arezzo ha scoperto un’organizzazione di imprese, alcune con residenza fittizia in paesi a fiscalità privilegiata, che era riuscita ad occultare 22 milioni di redditi al fisco. Quattro persone denunciate, a vario titolo per reati fiscali. Al capo dell’organizzazione è stato contestato anche il reato di autoriciclaggio. Proposti per il sequestro preventivo beni e disponibilità economiche per 6 mln di euro mentre 500.000 euro sono già stati sequestrati a garanzia del credito erariale.
Le indagini sono partite dalla verifica su un imprenditore valdarnese che, secondo l’accusa, aveva solo formalmente trasferito la propria residenza all’estero e che, proprio attraverso un gruppo di imprese intestate a propri familiari e prestanomi, con ramificazioni in Paesi esteri, operava nella produzione e commercializzazione di calzature di alta moda. Le Fiamme Gialle, attraverso un’analitica ricostruzione dei flussi finanziari tra le imprese coinvolte, e grazie a incroci sulle banche dati, hanno così scoperto l’intera organizzazione, con tanto di holding e società controllate, alcune delle quali di diritto panamense e svizzero. Tutte le decisioni aziendali dell’intero gruppo, però, venivano assunte dal dominus in Italia, presso la sede di una delle aziende. Sette le imprese sottoposte a verifica fiscale da parte dei finanzieri della Compagnia di San Giovanni Valdarno.
Arezzo: manifestazione risparmiatori Etruria per rischio prescrizione
Manifestazione di protesta domani ad Arezzo dei risparmiatori azzerati di Banca Etruria. Il motivo è legato alla sospensione del processo per il filone delle indagini relativo alla truffa, in seguito al passaggio del giudice che lo ha condotto all’ufficio gup, con conseguente rinvio dell’udienza a settembre prossimo: proprio per domani era attesa la sentenza.
Quipu, nuova varietà di quinoa realizzata da ateneo Firenze
Potrebbe presto diventare un prodotto “made in Italy” con il nome di “Quipu” una varietà adattabile alle nostre condizioni climatiche di quinoa, lo pseudocereale delle Ande. A mettere in piedi la possibilità è l’Università di Firenze, che ne ha depositato i diritti presso il Community Plant Variety Office per sfruttarne commercialmente l’utilizzo.
Grosseto: notificati 31 avvisi conclusione indagini su olio
Sono stati notificati a 31 produttori di olio extravergine di oliva, titolari di frantoi e rivenditori, gli avvisi di conclusione indagini nell’ambito di un’inchiesta avviata nel marzo 2016 dalla procura di Grosseto per associazione a delinquere finalizzata a un numero indeterminato di delitti di frode in commercio anche con falsi documenti.
In questo modo, spiega la procura “gli operatori economici erano in grado di assicurarsi notevoli profitti, lucrando sulla differenza di prezzo tra l’olio comunitario e extracomunitario, di qualità inferiore di quello italiano. In pratica era stato messo in vendita olio extravergine di oliva come se fosse stato di pregio a prezzi notevolmente superiori”.
“La frode – conclude Capasso – ha danneggiato anche i piccoli produttori locali che non hanno potuto beneficiare della favorevole condizione di mercato”.