🎧 Benessere senza sostegni: estetisti e parrucchieri, Cna chiede riapertura in zona rossa

Consentire l’apertura di acconciatori, estetisti e in generale delle imprese dei servizi alla persona anche nelle zone rosse, combattendo al contempo l’illegalità che si sta diffondendo. Queste due delle principali richieste che Cna Toscana ha portato all’attenzione del presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani e dell’assessore regionale alle attività produttive, Leonardo Marras, affinché si facciano promotori di questa istanza, presso il Governo.

Cna, a livello nazionale, ha promosso anche una raccolta firme a sostegno del settore benessere, che in pochi giorni ha superato le 50mila adesioni. “La chiusura delle attività legali, infatti, sta incentivando il lavoro a domicilio, che è proibito e il dilagare dell’abusivismo da parte di soggetti che si improvvisano parrucchieri ed estetisti ma non ne posseggono i requisiti e non rispettano le norme di sicurezza, contribuendo in tal modo alla diffusione del virus”, afferma un comunicato di Cna. Situazione peraltro denunciata anche dai nostri microfoni dalla categoria durante il primo Lockdown.
“Il settore, a tutela di clienti e dipendenti, si è invece dotato di tutte le garanzie necessarie a riaprire saloni di acconciatura e centri estetici, rispettoso delle più rigorose norme e procedure igienico-sanitarie”, prosegue Cna. “Non è un caso che in questi mesi non abbiano rappresentato fonte di contagio proprio in virtù delle modalità organizzative che hanno adottato lavorando su appuntamento e non generando assembramenti”.
estetista
Foto Controradio

La testimonianza di Renela Shtylla (foto), estetista di via dei Serragli a Firenze (ascolta il podcast)

Cna Toscana ha consegnato al presidente Giani e all’Assessore Marras una lettera nella quale richiede l’apertura delle attività, anche nelle zone rosse. Nella missiva si richiede anche di “rivedere il dispositivo di erogazione dei contributi e di incrementarne l’entità, per scongiurare fenomeni socialmente devastanti quali chiusure e licenziamenti, in un settore peraltro ad alta densità di lavoro femminile e giovanile”.
In Toscana, nello specifico, spiega Cna, “parliamo di quasi 15mila piccole aziende, tra acconciatori, estetisti e tatuatori, che impiegano circa 30mila addetti e che nell’ultimo anno hanno registrato cali di fatturato del 25%. Proprio per questo, la maggior parte sono rimaste escluse dai sostegni, che fissano la quota minima al 30%. Se la situazione non migliorerà a breve, il rischio è che il 30% di queste aziende non riesca a sopravvivere nei prossimi mesi”.

“Drammatico ritorno in zona arancione per le imprese toscane”, Cna e Confesercenti

Ritorno in zona arancione. Cna Toscana  ‘L’inasprimento delle misure significa non solo staccare la spina alle attività produttive, ma anche gettarle nello sconforto e nella totale incertezza’. Confesercenti Toscana ‘le misure di contenimento sono diventate incomprensibili’

Per la Cna della Toscana è “drammatico il ritorno in zona arancione” ed è “impossibile lavorare nell’incertezza“. Il ritorno della Toscana in zona arancione rischia di trasformarsi in un dramma economico e sociale per le imprese toscane, costrette a vivere nell’incertezza, senza la possibilità di programmare il futuro.

“Purtroppo i timori di inizio settimana si sono concretizzati – afferma il presidente Luca Tonini – la Toscana da domenica tornerà in zona arancione e questa sarà un’ulteriore mazzata per le imprese. L’inasprimento delle misure significa non solo staccare la spina alle attività produttive, ma anche gettarle nello sconforto e nella totale incertezza. Questo valzer estenuante di colori non permette di programmare l’attività e rappresenta un ulteriore grave danno economico per tutti i settori. La decisione arriva poi dopo un periodo durante il quale si iniziava ad intravedere qualche timido segnale di ripresa”. “Adesso, invece, si torna nell’incertezza di non sapere cosa si potrà fare domani – prosegue Tonini – alla quale si aggiunge l’incapacità di capire cosa potranno fare alcune categorie economiche che si apprestavano a ripartire, come gli operatori del settore sciistico e delle palestre. Ormai non è più neanche una questione di ristori, ma è necessario che ci siano regole chiare e precise perché questa situazione non è più tollerabile. Occorre dare una risposta chiara, precisa e rapida, anche perché ci sono molti lavoratori che aspettano la cassa integrazione di novembre, dicembre e gennaio e non possono attendere oltre”.

Il passaggio della Toscana “in zona arancione, proprio nel giorno della festa di San Valentino, rappresenta l’ennesimo duro colpo al settore dei pubblici esercizi che in questo fine settimana avevano già raccolto le prenotazioni, acquistato la merce e pianificato il personale”. Così gli esercenti della Toscana sulla ‘retrocessione’ Covid che riguarda il territorio regionale a partire da domenica 14 febbraio. “Il sistema dei colori e delle misure diversificate tra territori è fondamentale, ma le misure di contenimento sono diventate incomprensibili – afferma in una nota Nico Gronchi, presidente di Confesercenti Toscana – I contagi aumentano nelle Rsa e negli ospedali; per i trasporti non si sono trovate misure efficaci, e la soluzione è chiudere bar e ristoranti e fermare lo spostamento tra Comuni? Comunicare a 30.000 aziende che dovranno stare chiuse, a solo 24 ore da un giorno da quasi tutto esaurito come domenica prossima. È una situazione troppo pesante e molti clienti stanno chiedendo di anticipare al sabato il pranzo di San Valentino, chi può lo faccia”.

“E’ inaccettabile continuare a lavorare in un clima di incertezza costante e senza programmazione: questa situazione è diventata insostenibile. – afferma Franco Brogi, presidente Fiepet Toscana – Senza voler dare giudizi sulle valutazioni scientifiche che non ci competono, non possiamo che constatare la necessità di mettere in campo nuovi strumenti normativi che non possono limitarsi a divieti e limitazioni all’attività di impresa, ma che concilino la salvaguardia della salute pubblica, del lavoro e della convivenza civile e sociale”. Senza regole chiare e semplici, diventa difficile promuovere “comportamenti corretti”, che di fatto rappresentano l’unica soluzione per uscire da questa crisi. È necessario conciliare salute e lavoro, che, però, non può tradursi sempre e solamente in “chiudiamo le sole attività legate alla ristorazione e all’intrattenimento”.

Chiediamo di definire in tempi rapidi un nuovo piano che affianchi la campagna vaccinale e superi la logica delle sole restrizioni, specificando cosa è possibile fare e quali le regole da seguire. Serve coerenza, tenendo conto che l’attuale sistema di insicurezza sta destabilizzando non solo le imprese ma anche i cittadini. Non a caso, oggi, sono in aumento le manifestazioni di insofferenza e protesta; fino agli episodi di disobbedienza civile con iniziative, perlopiù scomposte, ma nondimeno da considerare avvisaglie di una situazione sempre più esasperata. È fondamentale restituire la dignità al settore dei pubblici esercizi, attraverso un piano ben definito che conduca a una riapertura in sicurezza dei locali. Le nuove considerazioni del Cts, sollecitato dalla nostra attività sindacale, rappresentano un cambiamento importante nell’approccio alla questione sicurezza nei pubblici esercizi. Dobbiamo ripartire da lì. “Le nostre imprese necessitano di misure di sostegno adeguate, e ben più consistenti di quelle messe in campo fino ad oggi, altrimenti migliaia di aziende falliranno. – prosegue Brogi – È essenziale rafforzare le misure economiche a sostegno del settore, a cominciare dal decreto ristori Quinques, ancora purtroppo in standby, rivedendo i meccanismi di calcolo dei contributi a fondo perduto su base annua.” “Chiediamo provvedimenti straordinari per far fronte a un’emergenza straordinaria, che rischia di far scomparire un settore che dà lavoro a oltre 1 milione di persone – conclude Gronchi – Sono necessarie scelte coerenti nelle riaperture e risposte chiare e immediate in termini di indennizzi. Le nostre imprese non sono interruttori, ma da sempre tengono accesa la luce in tutto il Paese”.

A Firenze la mostra itinerante “Di luce propria”

Una mostra dedicata all’artigianato artistico che ha fatto grande l’Italia: fino al 7 dicembre, la Limonaia del Palazzo dei Congressi ospita “Di luce propria. Viaggio nell’Italia delle Arti e dei Mestieri”, volta a far conoscere e valorizzare le cosiddette arti minori e l’importanza di tramandare i saperi e la tradizione delle botteghe artigiane.

L’esposizione, che ha cominciato il suo viaggio da Matera Capitale della Cultura 2019 e  promossa dall’Unione Nazionale Cna Artistico e Tradizionale, è organizzata da CNA Toscana con il supporto di CNA Firenze, il patrocinio del Comune di Firenze ed è ospitata da Firenze Fiera. “Di luce propria” è stata presentata da Federico Gianassi, Assessore al Commercio e alle Attività produttive, Nicola Tosi, Direttore Generale CNA Toscana, Sandra Pelli Giusti, Presidente CNA Artistico e Tradizionale Toscana e da Tamara Ermini, rappresentante del CDA di Firenze Fiera.

Obiettivo della rassegna è omaggiare “gli artigiani e la loro arte in una mostra che esalta gli antichi mestieri, tramandati fino ai giorni nostri, una ricchezza da tutelare, promuovere e proteggere” – ha affermato l’assessore al Commercio e alle Attività produttive Gianassi. “Questa mostra itinerante, -continua Gianassi, – approda in una città, come la nostra, che dà grande valore alla maestria degli artigiani e alle eccellenze dell’artigianato. Siamo lieti, come Comune, di ospitare a Firenze iniziative come questa, organizzata da un’importante realtà come CNA Toscana che sempre più è attenta alla valorizzazione del nostro territorio”.

Dopo Matera, “Di luce propria” è stata presentata nelle città di Brindisi, Enna e Roma, raccogliendo successo di pubblico e critica per il livello qualitativo dei manufatti esposti. Ad ogni tappa, il gruppo originario degli artigiani coinvolti è aumentato,  arrivando ad includere i nuovi rappresentanti dell’artigianato artistico provenienti da tutta Italia, chiamati ad esporre opere che raccontano non solo un mestiere, ma la storia del proprio territorio. Nella tappa fiorentina, 40 realtà artigiane proporranno 80 pezzi unici, delle vere e proprie opere d’arte realizzate in legno, pietra, marmo, alabastro, pelle/cuoio, carta, ceramica e vetro, che testimoniano l’esistenza di maestranze capaci di produrre oggetti di altissima qualità in una società “usa e getta”.

“Siamo abituati a definire consumatori coloro che acquistano oggetti e servizi per la vita quotidiana, quasi facendo riferimento ad un bisogno compulsivo di riempirsi di beni anonimi per colmare vuoti interiori – ha dichiarato Nicola Tosi, Direttore Generale CNA Toscana -. Mi viene da pensare che dovremmo rivedere i nostri paradigmi di acquisto, orientandoci a comprare prodotti che siano fatti per durare, per produrre emozioni, che ci ricordino un territorio, una cultura ed una storia. I manufatti realizzati dalle mani degli artigiani contengono questo caleidoscopio di emozioni, di storie e di saperi”. “Questa mostra – ha proseguito Tosi – è l’occasione per arricchirci e per avvicinarci ad un futuro che ha radici antiche, quello di donne e uomini che realizzano con le mani e la passione oggetti fatti per le persone e non per i consumatori”.

“Abbiamo accolto subito e con grande piacere la richiesta di CNA Toscana di ospitare una mostra che racchiude alcune delle eccellenze della produzione artigiana italiana – ha affermato Tamara Ermini, rappresentante CDA di Firenze Fiera -.  Ma non solo: questa è anche un’opportunità per incontrare un gruppo selezionato di maestri, in attesa della prossima edizione di MIDA, ancora più ricca di artigiani e di prodotti di eccellenza Made in Italy”.

“Di Luce propria” vuole inoltre aprire, attraverso incontri e dibattiti con rappresentanti delle Istituzioni che si svilupperanno nella tre giornate di esposizione, una riflessione sullo stato attuale dell’artigianato: come trasmettere alle giovani generazioni la passione per quest’arte che da sempre accompagna la storia del Made in Italy, rendendolo unico e ricercato in tutto il mondo? Quali sostegni e incentivi esistono per chi vuole avvicinarsi all’artigianato artistico?

“La mostra esalta il valore dei nostri artigiani attraverso opere capaci di rappresentare loro stessi, il loro mestiere, la loro produzione – ha spiegato Sandra Pelli Giusti, Presidente CNA Artistico e Tradizionale Toscana -. La filosofia che anima la mostra è infatti quella di coinvolgere le eccellenze dell’artigianato artistico, locale e nazionale. Ed è anche l’occasione per fare una riflessione sul futuro di questo settore attraverso un confronto con esperti che conoscono tutte le potenzialità e le problematiche dell’artigianato artistico”.

Toscana: nasce osservatorio sull’immigrazione

Al workshop su ‘Immigrazione, impresa, lavoro, scenari di una Toscana in trasformazione’, al Teatro della Compagnia a Firenze, è stata annunciata la nascita di un osservatorio sull’immigrazione, con in prima fila Anci Toscana, Regione e Irpet.

L’osservatorio sull’immigrazione, ha spiegato il direttore di Anci Toscana Simone Gheri, “servirà a capire, approfondire, studiare quello che è l’impatto delle persone che vengono da altri paesi e lavorano in Toscana”. Gheri ha sottolineato che l’obiettivo è trasformare “la percezione di paura, rifiuto, facendo vedere che queste persone vengono nel nostro paese per cercare di lavorare e migliorare il proprio futuro. Bisogna far sì che le istituzioni e il sistema imprenditoriale garantiscano a tutti gli stessi diritti”.

“Contiamo – ha detto l’assessore regionale alle politiche dell’immigrazione Vittorio Bugli – di far uscire il primo rapporto sull’immigrazione entro la fine dell’anno”. Bugli ha sottolineato la collaborazione con Irpet per approfondire il tema del “lavoro degli stranieri in Italia”. Inoltre “abbiamo chiesto alle categorie economiche di venire a dirci quelle che sono le necessità” in modo da avere “un quadro della realtà”.

“Spesso – ha osservato il vice direttore di Irpet Nicola Sciclone – utilizziamo un termine, straniero e immigrato, senza sapere che questo termine racchiude categorie molto diverse. Dallo straniero residente, regolare, agli stranieri che si trovano nelle strutture e nei centri di accoglienza. Poi ci sono i cosiddetti clandestini. L’idea è di tracciare un quadro del peso di queste diverse” categorie “perché ciascuna di loro ha caratteristiche diverse”.

Tra gli interventi al workshop quello dell’assessore regionale a istruzione, formazione e lavoro Cristina Grieco secondo cui è necessario “cercare di fare sinergia per ottimizzare le risorse, tenendo conto dei dati come base di partenza e poi mettendo in campo politiche integrate per l’accoglienza, per l’integrazione ma anche per la formazione. A volte bisogna combattere il sentimento di ostilità e la percezione dello straniero come pericolo. I dati ci dimostrano che lo straniero è anche una grande opportunità, in primis per il nostro sistema produttivo, oltre che sociale”.

Il presidente di Confindustria Toscana Alessio Marco Ranaldo ha puntualizzato che “l’osservatorio serve per fare uno stato dell’arte, cioè capire a che punto siamo. Serve inoltre per dare degli spunti sulle politiche per l’accoglienza”. Secondo Ranaldo “non si può pensare ad un’economia del futuro che non coinvolga in maniera attiva i lavoratori stranieri”.

Per il presidente di Cna Toscana Andrea Di Benedetto “l’impresa in Toscana non può prescindere dai lavoratori stranieri. Noi spesso immaginiamo l’imprenditoria straniera come un’imprenditoria di bassa qualità ma non è così”.

Emergenza per fanghi da depurazione in Toscana, in arrivo ordinanza

Si profila un’emergenza in Toscana per lo smaltimento dei cosiddetti fanghi da depurazione, che devono essere per legge inviati in centri specializzati o bruciati negli inceneritori, a causa di una recente sentenza del Tar della Lombardia che vieta lo spandimento di questi materiali nei terreni agricoli. La sentenza ha infatti portato alcuni impianti, soprattutto lombardi ai quali vengono inviati i fanghi e i liquami toscani, a non accettare più conferimenti.

A lanciare l’allarme sono state ieri alcune ditte di autospurghi che hanno spiegato di non sapere più dove portare i materiali raccolti dopo che il centro Gestione impianti e depurazione acque spa (Gida) di Prato ha annunciato che dal 6 agosto non accetterà più i liquami provenienti dalle fosse settiche e dalla pulizia delle fognature.

Gida conferiva i fanghi di depurazione in alcuni impianti lombardi bloccati dal 23 luglio in seguito alla decisione dei giudici amministrativi. La questione dello stop ai conferimenti in Toscana riguarda anche le aziende che gestiscono il servizio idrico. Oggi a rilanciare la questione anche la Cna toscana che ha chiesto un intervento della Regione Toscana, per individuare “immediatamente siti dove effettuare lo stoccaggio temporaneo o definitivo”.

L’assessora regionale all”ambiente Federica Fratoni ha assicurato che si sta “lavorando alla predisposizione di un’ordinanza che consenta, in questa fase emergenziale, il conferimento in discarica dei fanghi da depurazione provenienti dal servizio idrico integrato”, “nell’attesa che venga emanato un decreto ministeriale di aggiornamento del decreto legislativo, il 99 del 1992, per lo spandimento dei fanghi in agricoltura. Testo che ieri è stato licenziato anche dalla Conferenza Stato-Regioni”.

Artigianato, approvato disciplinare d’uso marchi “Maestro Artigiano” e “Bottega Scuola”

La giunta regionale ha approvato il disciplinare d’uso dei loghi “Maestro Artigiano” e “Bottega Scuola” e della versione congiunta “Maestro Artigiano-Bottega Scuola” ed ha avviato le procedure necessarie alla registrazione a livello nazionale di logo e logotipo.

La delibera relativa è stata presentata questa mattina dall’assessore regionale alle attività produttive Stefano Ciuoffo nel corso del convegno “Maestro Artigiano – una ricchezza per la Toscana”, al Teatrino Lorenese della Fortezza da Basso di Firenze, nell’ambito della Mostra Internazionale dell’Artigianato.

Al convegno, oltre all’assessore, presenti fra gli altri i presidenti di CNA Toscana Andrea Di Benedetto, Confartigianato Imprese Toscana Giovan Battista Donati, Unioncamere Toscana Riccardo Breda e Artex, Centro per l’Artigianato Artistico e Tradizionale della Toscana Giovanni Lamioni.

“La Toscana – ha commentato Stefano Ciuoffo – è da tempo impegnata con Artex a realizzare iniziative per valorizzare l’attività dei maestri artigiani e a riconoscere alle Botteghe scuola un ruolo essenziale nell’attività formativa nel settore dell’artigianato artistico e tradizionale di cui sono espressione. La creazione dei loghi che li contraddistinguono e la loro registrazione rappresentano il riconoscimento culturale, sociale ed anche economico delle attività svolte da queste figure. L’artigianato artistico tradizionale toscano ha una grande rilevanza per l’economia toscana, un settore che esporta i prodotti ma anche l’immagine dellla Toscana in giro per il mondo. Il riconoscimento del marchio è una sorta di completamento di un percorso avviato tempo fa per coordinare e tutelare competenze e manualità, ma anche per trasmettere saperi che rischiano di disperdersi. L’esistenza di una sorta di rete di botteghe e maestri può servire anche da stimolo per tanti giovani ad intraprendere un percorso formativo che ha sbocchi lavorativi davvero interessanti”.

Secondo il disciplinare l’uso del logo “Maestro Artigiano” è riservato ai soggetti in possesso della qualifica rilasciata in base alla legge regionale del 2008, la numero 53, ovvero quella che detta le norme in materia di artigianato. L’uso del logo “Bottega Scuola” è riservato alle Botteghe Scuola accreditate. La CRAT, la Commissione Regionale Artigianato Artistico e Tradizionale, sempre istituita ai sensi della legge 53, oltre ad essere riconosciuto come l’organismo che tiene l’elenco dei soggetti in possesso della qualifica di maestro-artigiano, effettua anche il controllo sull’uso dei due loghi per iniziative a carattere informativo e di divulgazione relative all’Artigianato Artistico e Tradizionale Toscano.

Per le stesse iniziative l’uso dei due loghi è consentito anche ad Artex, il Centro per l’Artigianato Artistico e Tradizionale della Toscana. Sempre alla CRAT spetta inoltre concedere l’autorizzazione dei due loghi, dopo aver verificato l’iscrizione del richiedente all’elenco dei Maestri Artigiani o l’accreditamento della Bottega Scuola, e vigilare sul loro corretto uso.

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