‘Manuel’, ritratto di un giovane cresciuto in istituto minorile

Giovedì 19 aprile allo Stensen a Firenze anteprima del film di Dario Albertini “Manuel”. In sala il cast e i ragazzi di Villa Lorenzi.

Domani giovedì 19 aprile, alle ore 21.00 presso il Cinema Stensen, sarà proiettato in anteprima toscana il film ‘Manuel’ di Dario Albertini (Italia 2017, 98′): il ritratto sincero di un ragazzo che si batte per avere la madre mai avuta prima. In sala saranno presenti il regista e i due attori protagonisti Andrea Lattanzi e Francesca Antonelli.

Il film racconta la storia di Manuel, ragazzino di 18 anni, che esce da una casa famiglia per minori privi di sostegno famigliare e, per la prima volta, assapora il gusto dolceamaro della libertà; si ritrova esposto alla tentazione della cocaina ma  allo stesso tempo è  consapevole di dover mettere ordine alla propria vita e a quella di sua madre, Veronica, chiusa in carcere, e  che vorrebbe tanto tornare indietro e ricominciare.

“Manuel – ha detto il regista Dario Albertini – è una specie di gigante buono che si trova improvvisamente catapultato in una realtà sconosciuta chiamato a fare delle scelte più grandi di lui senza neanche avere il tempo di realizzare che si trova in mezzo al mondo vero”.

Alla serata parteciperanno anche alcuni ragazzi ospiti della comunità semi residenziale di Villa Lorenzi, sulle colline di Careggi, che ospita minori con problematiche varie.

Info: Cinema Stensen – Viale don Minzoni 25 Info www.stensen.org, 055/576551
Ingresso: 8 euro

Il primo film documentario su Tabucchi allo Stensen

 “Se di tutto resta un poco. Sulle tracce di Antonio Tabucchi” sul grande schermo a sei anni dalla morte del grande scrittore nato in Toscana. Lunedì 16 aprile al cinema Stensen di Firenze, alle ore 21 (viale Don Minzoni, 25, ingresso 8 euro). Il film sarà poi al cinema Arsenale di Pisa dal 18 aprile e nelle principali città italiane.

Il film documentario, che si avvale della voce narrante dell’attore Giorgio Colangeli,  è un viaggio nella vita dello scrittore toscano e nelle sue opere, attraverso i luoghi della sua esistenza, divisa fra Italia e Portogallo e attraverso il racconto intimo e commosso di chi lo ha amato – la moglie Maria José e il figlio Michele – conosciuto e apprezzato, come gli amici e i colleghi, fra cui gli scrittori Paolo Di Paolo e Maurizio Bettini, il critico letterario Paolo Mauri e l’attore Massimo Popolizio.

A 6 anni dalla sua morte, avvenuta il 25 marzo 2012 nella sua amata Lisbona, il documentario, attraverso una ricerca letteraria e umana, rende omaggio alla figura di Tabucchi, scrittore tradotto in oltre 18 lingue e autore di capolavori come Notturno indiano e Sostiene Pereira, traduttore per l’Italia di molte opere di Fernando Pessoa, docente universitario a Siena, Genova, Bologna e intellettuale fra i più attivi e brillanti della nostra epoca.

Raccontare Tabucchi – afferma il regista Diego Perucci – significa perdersi in un viaggio ai quattro angoli del mondo, fra i luoghi della letteratura, nelle soleggiate strade bianche di Lisbona e nelle sue ampie piazze con il sole che dardeggia, nelle eleganti vie della Roma umbertina o della Parigi dei bouquiniste del lungosenna, per i vicoli stretti e tortuosi di Siena o di Firenze, o per i vecchi caruggi di Genova pieni di salsedine. Per raccontare un personaggio di questo calibro avremmo potuto percorrere migliaia di chilometri in tutto il mondo. Abbiamo scelto un percorso, un filo rosso che dalla provincia di Pisa, a Vecchiano, ci ha portato fino al Fondo Tabucchi della Biblioteca Nazionale di Parigi, dove sono custoditi gli appunti, gli autografi e alcuni oggetti personali a lui appartenuti, donati poco più di un anno fa dalla vedova all’istituto parigino, o fino alla Cappella degli scrittori portoghesi, nel Cemiterio dos Prazeres di Lisbona, dove Tabucchi riposa accanto ad un taccuino e a una penna, perché gli scrittori – come diceva lui – non possono andarsene in giro senza avere la possibilità di prendere appunti in ogni momento”.

“Se di tutto resta un poco. Sulle tracce di Antonio Tabucchi” (Italia, 55’), è un film documentario diretto da Diego Perucci, prodotto da Giuseppe Cassaro e Samuele Rossi per Echivisivi in associazione con Dottor Cardoso.

Il film è in programmazione lunedì 16 aprile alle 17.30, alle 19 e alle 21 e nei giorni successivi. INFO

Middle east Now 2018 cinema, teatro, film, libri, eventi musicali e gastronomici per la giornata del 14 aprile

Sabato 14 aprile un ricco calendario di eventi musicali e gastronomici, spettacoli teatrali, proiezioni di film, presentazioni di libri e incontri al festival Middle East Now 2018.

Tra le anteprime cinematografiche alle 21.00 al Cinema La Compagnia alla presenza dell’attrice protagonista Zahraa Ghandour, “The Journey” (Iraq. 2017), ultimo film del talentuoso regista iracheno Mohamed Al-Daradji, con protagonista una giovane attentatrice suicida alla stazione di Baghdad, che rimette in discussione i suoi piani dopo un incontro che le cambierà la vita; e alle 22.30 il documentario “Muhi Generally Temporary” (Israele, 2017) di Rina Castelnuovo-Hollander e Tamir Elterman, storia di Muhi, ragazzino di sette anni di Gaza, vivace e coraggioso, che ha vissuto tutta la sua vita in un ospedale israeliano a causa di una grave malattia autoimmune, conquistando l’affetto di tutti.

Da quest’anno spazio anche al teatro contemporaneo con lo spettacolo White Rabbit Red Rabbit” dell’autore iraniano Nassim Soleimanpour che sarà interpretato dall’attore Fabrizio Gifuni sabato 14 aprilealle 21.00 al Teatro Cantiere Florida. Un esperimento sociale in forma di spettacolo in cui Gifuni, che lo interpreterà a Firenze per la prima e unica volta, senza regia e senza prove, aprirà la busta sigillata che contiene il testo direttamente sul palco e ne condividerà il contenuto con il pubblico. Lo spettacolo è prodotto in Italia da 369gradi e, nell’ambito di Middle East Now è realizzato a Firenze in collaborazione con Murmuris all’interno della rassegna Materia Prima 2018. Per info e prenotazioni: +39 055 71 35 357 /prenotazioni@teatroflorida.it / www.teatroflorida.it.

Middle East Now e BUH! presentano MIDDLE EAST NOW PARTY, un’eclettica selezione musicale dal mondo arabo che si aprirà alle 22.00 con una performance del dj e producer iraniano Saeed Aman e proseguirà con il DJ Set Live di Habibi Funk, progetto musicale fondato nel 2012 a Casablanca dal dj berlinese Jannis Stüerz, per la prima volta in Italia con suoni eclettici, scovati su cassette e vinili nei bazar dei paesi mediorientali. Ingresso libero con tessera Arci.

Tra i  film in programma durante la giornata al Cinema la Compagnia: alle 15.00 la prima assoluta di “Iman” (Sudan, 2017) di Mia Bittar, storia ispirata a fatti reali, che racconta la storia di quattro giovani sudanesi provenienti da diversi background sociali, che vengono attratti dall’estremismo più radicale; l’anteprima italiana di “Mr. Gay Syria” (Turchia, Germania, Malta, Francia, 2017) di Ayse Toprak alle 16.00, che affronta il tema dell’omosessualità nel mondo arabo attraverso le vicende di Husein e Mahmoud, accomunati dal sogno di partecipare al concorso Mr Gay World; ore 17.30 “Kabul Dystopian Symphony” di Aboozar Amini (Afghanistan, 2018) che immerge lo spettaore in un viaggio visivo dentro Kabul, attraverso gli occhi dei passanti; alle 18.00 la prima italiana del pluripremiato “Stronger than a Bullet“ di Maryam Ebrahimi (Iran, Svezia, 2017), su Saeid Sadeghi, fotografo durante la guerra Iran-Iraq, creatore di immagini di propaganda, oggi pentito; ore 20.45 “The Scribe” di Loay Fadhl (Iraq, 2017) cortometraggio di uno dei più talentuosi giovani registi iracheni, basato sulla tradizione irachena di trasmettere le informazioni attraverso la scrittura, ancora oggi in uso a Baghdad attraverso gli scribi. 

Al Cinema Stensen: alle 16.30 il cortometraggio realizzato in animazione rotoscopica “The Unknown Sweet Potato Seller” (Egitto, 2017) di Roshdy Ahmed, ispirato all’omicidio di un bambino che vendeva patate dolci, avvenuto durante la rivoluzione egiziana; seguito dall’anteprima italiana alla presenza della regista Reem Saleh di “What Comes Around (Libano, Egitto, Grecia, Qatar, Slovenia, 2018), documentario presentato in anteprima alla Berlinale su Um Ghareeb, donna egiziana che definisce “una grande famiglia” la comunità in cui vive, “al Gami yas” in uno dei quartieri più poveri del Cairo, dove tutti contribuiscono regolarmente con una piccola somma di denaro al sostegno dei più bisognosi.

Nel programma di approfondimenti alle 11.30 al Cinema La Compagnia la Presentazione del libro “SUFI NETWORK. Le confraternite islamiche tra globalizzazione e tradizione” di Francesco Leccese (Jouvence Editore) e per IL PUNTO DELLE 19:30 – Presentazione del libro “L’Iran al tempo di Trump” di Luciana Borsatti, corrispondente Ansa a Tehran. Alle 20.00 Dina Mousawi e Itab Azzim, autrici del libro “Our Syria. Recipe from Home” cureranno al Cinema La Compagnia l’aperitivo #CUCINA #SIRIA #COMEACASA. I piatti della cucina siriana di casa.

MIDDLE EAST NOW 9ª edizione
10-15 aprile 2018
Firenze, Cinema La Compagnia, Stensen e altri luoghi
programma, orari e biglietti su www.middleastnow.it

Murales, graffiti, stencil: ecco la mappa della street art a Firenze

La mappa della street art a Firenze e dal 15 marzo la Street Art internazionale sbarca anche su grande schermo con il film ‘Visages, villages’, in esclusiva fiorentina allo Stensen

E’ disponibile on-line una mappa con i luoghi della street art fiorentina (link mapppa), realizzata dal Portale Giovani del Comune di Firenze, dove sono segnalati oltre 50 spazi di creatività urbana, tra grandi murales, graffiti e interventi con adesivi, stencil e affissioni che caratterizzano ormai da qualche anno le strade della città, oltre ai luoghi liberi identificati dal Comune per futuri interventi.
La mappa è una cartina di Firenze dove sono indicati anche i luoghi di interesse su cui è possibile realizzare la propria opera d’arte: dai negozianti privati che mettono a disposizione i propri bandoni ai muri lungo la ferrovia, dal retro dei pannelli della tramvia ai muri di alcuni istituti scolastici, dai piloni del viadotto all’Indiano ai muri dei sottopassi delle Cure, del Gignoro e di piazza Alberti. Ma anche percorsi nel parco delle Cascine e l’arredo urbano in piazza Nannotti.

E’ anche in arrivo un nuovo sito (www.firenzestreetart.com) che vuole dare visibilità ulteriore ai luoghi di creatività e produzione della street art fiorentina, integrando il lavoro già fatto dal Comune per fare il punto sull’arte underground a Firenze. Il progetto del sito è realizzato da Fondazione Stensen e Gold, in collaborazione con Graffiti a domicilio, Street Levels Gallery, e con il supporto di TheSign – Comics&Arts Academy Firenze.

“I murales aggiungono colore negli angoli della nostra città – hanno dichiarato l’assessore alle politiche giovanili Andrea Vannucci e il collaboratore del sindaco per le politiche giovanili Cosimo Guccione – Il senso di questa mappa è riconoscere uno spazio in città per le nuove forme di espressione artistica al fine di creare spazi di libera espressione del pensiero”.

Inoltre, la Street Art internazionale sbarca in questi giorni anche su grande schermo con il film ‘Visages, villages’, in esclusiva fiorentina allo Stensen a partire da giovedì 15 marzo (ore 21.00, ingresso 8 euro), un esempio virtuoso di come l’arte urbana possa restituire i luoghi alle persone che li abitano.
Protagonisti del viaggio sono Agnès Varda e JR. Lei famosa regista, sceneggiatrice e fotografa, premio Oscar alla carriera. Lui grande street fotographer, famoso per i monumentali ritratti di gente comune, scatti di donne e uomini incollati nelle città di mezzo mondo. Agnès Varda e JR hanno qualcosa in comune: la curiosità e la passione per le immagini, e per i luoghi e i mezzi che permettono di esporle a più persone possibile. Agnès, 90 anni, ha scelto il cinema. JR, 35, ha scelto di creare gallerie fotografiche all’aperto.

Il film – distribuito da Cineteca di Bologna e promosso anche in collaborazione con Festival dei Popoli, Ied Firenze, Lungarno e Istituto francese – racconta il viaggio della strana coppia sul magico furgone fotografico di JR, nella Francia più verace, lontano dalle città. Un intenso road movie dalle spiagge della Normandia ai dock di Le Havre, dai villaggi della Provenza alle regioni agricole, un itinerario nella Francia degli operai e dei contadini, di quello che resta e di quello che scompare. Un’indagine socio antropologica nella Francia più vera. L’incontro con tante persone e altrettanti ritratti. La storia di un’amicizia cresciuta tra scherzi e sorprese, ridendo delle differenze.

Il caporalato in musica, allo Stensen il film evento ‘The harvest’

Anteprima toscana al Cinema Stensen di Firenze alla presenza del regista. Lunedì 12 marzo la proiezione di “The Harvest”, documentario che racconta lo sfruttamento dei sikh, unendo narrazione a musiche e danze punjabi

Un documentario musical che racconta l’atroce realtà del caporalato. E’ ‘The harvest’, il film in programma lunedì 12 marzo al Cinema Stensen (ore 17.30, ore 19 e ore 21 alla presenza del regista Andrea Paco Mariani).

Il documentario, in anteprima toscana, racconta Gruwinder e Hardeep, due ragazzi di origine indiana. Lui lavora come bracciante nelle serre dell’Agro Pontino, sfruttato e costretto ad assumere metanfetamine e sostanze dopanti per reggere i pesanti ritmi di lavoro e mandare i soldi in India, mentre lei svolge la mansione di mediatrice culturale. The Harvest si muove nell’arco di una loro giornata qualunque. Uno piegato nei campi a raccogliere verdura e subire vessazioni, l’altra a insegnare l’italiano affinché l’istruzione passa aiutare i lavoratori indiani a liberarsi dai soprusi che ricevono.

Il documentario affronta la questione del caporalato attraverso una lente innovativa che coniuga lo stile del documentario con quello del musical, utilizzato come espediente narrativo per raccontare la fatica del lavoro nei campi e l’utilizzo di sostanze. Attraverso una ricerca musicale e cinematografica il film vuole far emergere una determinata condizione che sarebbe altrimenti difficile da portare all’attenzione del pubblico senza toni retorici o didascalici. Trovare una forma artistica innovativa per narrare una realtà brutale, ma che tende a nascondersi nelle pieghe della quotidianità, è il nodo stilistico che il film affronta.

Un docu-musical che, per la prima volta, unisce il linguaggio del documentario alle coreografie delle danze punjabi. Una denuncia fuori dagli schemi nei confronti della pratica del caporalato, alla ricerca di una forma di liberazione attraverso il ballo.

INFO Cinema Stensen (viale don Minzoni 25) Ingresso 8 euro
info www.stensen.org
055-576551

“Il prigioniero coreano” di Kim Ki-Duk racconta la Corea divisa dalla guerra

Lunedì 26 febbraio al Cinema Stensen ” Il prigioniero coreano” storia del pescatore nord coreano che sconfina nelle acque del sud. Orari di programmazione: alle 16.40, 19 e 21.15

‘Il prigioniero coreano’, il nuovo film di Kim Ki-Duk. Il film, in anteprima nazionale dopo il passaggio nei festival, racconta le due Coree divise dalla guerra e riflette sul tema della libertà.
Un povero pescatore della Corea del Nord sconfina involontariamente nella Corea del Sud. Da quel momento entra in un vortice di interrogatori senza via d’uscita se non quella di piegarsi alla volontà altrui. Solo un ragazzo riesce a leggere il suo animo oltre le ideologie, e comprenderne l’innocenza. Ma, nonostante ciò, la strada per la libertà è lunga e difficoltosa. Quale libertà poi? Esiste in assoluto o esistono solo differenti gradi di libertà? E’ inoltre possibile costringere alla libertà o è una contraddizione tale da essere solo un’altra forma di violenza? Un dramma che sviluppa e moltiplica il tema del doppio, così com’è doppia la Corea, raccontando intensamente una grande storia collettiva attraverso la storia (l’innocenza) di un singolo individuo. Riuscirà Nam, dopo pressanti interrogatori, a convincere le forze di sicurezza sudcoreane di non essere una spia? Ma soprattutto: riuscirà Nam, dopo il proprio faticoso rilascio, a convincere il potere nordcoreano della propria integrità?

Kim Ki-duk racconta, con l’intimità toccante di chi l’ha vissuto, il proprio paese diviso dalla guerra, dal sospetto e dalla ferocia dell’ideologia. Da una parte la dittatura nord coreana, dall’altra la società dei consumi sud coreana. Un film drammaticamente attuale e universale.

 

Exit mobile version