Sanità, Toscana: l’allarme dei sindacati, “Regione sblocchi assunzioni”

Cgil-Cisl-Uil Firenze: “Preoccupazione per le ricadute che la mancanza di personale può avere nella tenuta dei servizi ai cittadini, servono investimenti, la Toscana si faccia sentire  col Governo e con la Conferenza Stato/Regioni”

Dopo l’ordine dei Medici e i sindacati degli infermieri, anche i sindacati confederali lanciano l’allarme-personale sulla sanità tostana. “Stiamo assistendo in questi giorni al grido di allarme lanciato dalle categorie che seguono la sanità rispetto alla mancanza di personale, dovuta al blocco delle assunzioni imposto dalla Regione Toscana. Ci preoccupano le ricadute che la mancanza di personale può avere nella tenuta dei servizi ai cittadini” scrivono i sindcati in una nota.

“Condividiamo la richiesta di sblocco delle assunzioni” aggiungono, definebdo “preoccupante  la riduzione nei prossimi anni del finanziamento sul Fondo Sanitario Nazionale”. ” E’ il momento di fare scelte se vogliamo dare concretezza alle tante parole di questi mesi” dicono CGIL CISL e UIL. Che invitano la cittadinanza “ad ascoltare le grida d’allarme dei lavoratori della sanità e, rivolgendosi alle istituzioni della Toscana chiedono di far sentire la loro voce sia in Conferenza Stato/Regioni che al Governo nazionale”.

“Continuare a parlare di Pnrr, di reti territoriali e di Sanità Pubblica Universale vuol dire crederci e conseguentemente fare investimenti nel breve e lungo periodo in assunzioni, tecnologie e telemedicina e invertire le scelte privatistiche fatte in questi anni” aggiungono Cgil, Cisl e Uil di Firenze. Che osservano:  “durante la prima fase della pandemia, sembrava che la consapevolezza degli errori fatti in 20 anni di scelte sbagliate sulla sanità fosse diventato patrimonio anche della politica” dicono -CGIL CISL e UIL- con un “mea culpa” generale da parte della politica e delle istituzioni e con una maggiore consapevolezza da parte dei cittadini sugli effetti disastrosi che sono stati prodotti. I ringraziamenti di un intero paese ai lavoratori della sanità più volte definiti “eroi” ci hanno commosso. Ebbene, dicono “la pandemia non è finita, ma dopo oltre un anno e mezzo dal suo inizio è necessario che tutti i servizi sanitari sia attivi al 100% e allo stesso tempo non si possono chiudere i servizi aperti per contrastare la pandemia, ma per tenerli aperti serve che ci siano le persone a lavorare”.

Scuola: Cgil e Flc Firenze: “Restano nodi irrisolti, occorre investire”

Scuola: riparte nel terzo anno di Covid, restano nodi irrisolti: “supplentite”, classi sovraffollate, trasporti, mancanza di investimenti. Cgil e Flc Cgil Firenze: “Manca un’organizzazione stabile e strutturata, in grado di garantire sia la necessaria continuità didattica sia un ambiente efficace per la sicurezza di tutti. Servono politiche pubbliche e investimenti per ripensare profondamente gli istituti”. Bene la vaccinazione e la frenata sulla Dad.

Di seguito il comunicato sindacale diffuso in occasione dell’apertura della scuola in Toscana:

Alla ripresa delle lezioni negli istituti scolastici di Firenze e provincia è inevitabile riscontrare che purtroppo neanche il terzo anno di pandemia ha spinto il decisore politico ad affrontare alla radice i principali nodi irrisolti della scuola.

E’ molto importante aver raggiunto la quasi totale copertura vaccinale del personale scolastico e aver avviato la campagna per i giovani e gli adolescenti: la vaccinazione resta la via maestra per combattere la pandemia e ci auspichiamo tempi rapidi per raggiungere il numero più alto possibile di studenti. E’ altrettanto importante aver abbandonato l’idea che la Didattica a Distanza rappresentasse una modalità ugualmente efficace di fare scuola, idea da noi contestata fin dal 2020, che ha avuto conseguenze gravi anche rispetto all’abbandono scolastico, notevolmente aumentato lo scorso anno come denunciato dallo stesso Comune di Firenze.

Tuttavia restano attuali tutti i problemi che ci portiamo dietro da anni, in primo luogo l’alto numero di alunni per classe.

L’anno scorso per ridurre il rischio di contagio fu introdotto il distanziamento interpersonale di un metro fra gli alunni e assegnato alle scuole il c.d. “Organico-Covid”, cioè personale scolastico aggiuntivo (docenti e ATA) utile per dividere i gruppi troppo numerosi e intensificare le operazioni di igienizzazione e controllo.

Quest’anno prima un parere tecnico del CTS e poi le disposizioni del Ministero dell’Istruzione hanno reso non più necessario il metro di distanza, che quindi non è più obbligatorio; di conseguenza il Governo ha pensato bene di non rifinanziare l’Organico-Covid per dividere le classi, ma di permettere esclusivamente l’utilizzo delle somme non utilizzate l’anno scorso e al massimo fino al 31 dicembre, come se le attività didattiche da gennaio 2022 non avessero più necessità di essere supportate adeguatamente.

Il Governo non è neppure intervenuto sulle norme che permettono la formazione di classi sovraffollate e anche per quest’anno abbiamo situazioni che raggiungono e in alcuni casi superano il numero di 30 studenti.

Sul versante dei trasporti non ci sono provvedimenti capaci di mettere in condizioni di sicurezza chi, fra alunni e famiglie, utilizza i mezzi pubblici per il tragitto casa-scuola e sebbene si parli di fondi stanziati appositamente dal Ministero dei Trasporti al momento non sono state fornite indicazioni certe al riguardo.

Anche riguardo all’annosa questione del precariato e della girandola dei supplenti nelle scuole siamo in alto mare e la “supplentite” non è stata debellata. È sicuramente positivo che ci siano state varie assunzioni in ruolo dai concorsi e che la procedura di assegnazione degli incarichi annuali sia stata programmata prima dell’inizio delle lezioni, ma sussistono ancora gravi problemi. Tra i docenti abbiamo ancora un numero abnorme di posti coperti da personale precario: quasi 2900, pari a circa UN TERZO delle cattedre degli istituti fiorentini; di queste il primo giorno di scuola risultano ancora scoperte, in base a una prima stima, un numero pari a 300/400. Tra il personale ATA (Assistenti Amministrativi, Assistenti Tecnici e Collaboratori Scolastici) restano ancora scoperti più di 500 posti.

La conclusione è che a tutt’oggi le scuole non possono fare affidamento su un’organizzazione stabile e strutturata, in grado di garantire alle studentesse e agli studenti sia la necessaria continuità didattica sia un ambiente efficace per la sicurezza e la tutela di tutti.

Il problema è ancora una volta la scelta di non investire nel sistema d’istruzione: anche l’attuale Governo infatti sta seguendo la medesima logica del risparmio che ha caratterizzato tutti i governi precedenti e non ha messo in campo alcun investimento serio e strutturale utile ad affrontare una volta per tutte i problemi che da anni il mondo della scuola sta denunciando e continuerà a denunciare.

Dobbiamo invece prevedere politiche pubbliche capaci di ripensare profondamente la scuola e, attraverso il coinvolgimento e il confronto di studenti, famiglie, organizzazioni sindacali e associazioni professionali, raggiungere obiettivi non più rinviabili, come l’estensione dell’obbligo scolastico fino a 18 anni, un’edilizia scolastica innovativa e sostenibile, l’aumento del tempo scuola, la valorizzazione del personale scolastico (anche attraverso il rinnovo del CCNL con salari europei) e la stabilizzazione del personale precario.

 

GKN Firenze chiude, licenziamento collettivo per 422

Campi Bisenzio, in provincia di Firenze, la GKN chiude il proprio stabilimento ed ha aperto la procedura di licenziamento collettivo per tutti i propri 422 dipendenti. Lo rende noto Daniele Calosi, segretario generale della Fiom-Cgil di Firenze e Prato, secondo cui la multinazionale che produce componenti per l’automotive si assume “la responsabilità di un enorme danno sociale” ed economico, “con conseguenze nefaste per tutto l’indotto”.

“E’ una scelta che era già nell’aria, da quando, dal 2018, la GKN fu acquistata da un fondo di investimento finanziario, la Melrose Industries. A dispetto del nome, la Melrose non si occupa di industrie, bensì di titoli finanziari -si legge in un un comunicato di Potere al Popolo – I suoi dirigenti non avrebbero nessuna competenza né alcuna volontà di occuparsi di come si produce un semiasse e come si piazza sul mercato. Il loro unico scopo sarebbe dunque far guadagnare gli investitori che hanno comprato quote rilevanti dei titoli GKN. Per far incrementare il rendimento di un titolo bisogna abbattere i costi reali di produzione, e da che mondo è mondo c’è un solo modo per farlo in tempi rapidi: tagliare il costo del lavoro”.

Già un anno fa, nel 2020 e in piena pandemia, a Birmingham (UK), l’azienda licenziava 185 lavoratori su 600, senza accedere agli ammortizzatori sociali di cui pure avrebbe potuto fare uso vista la crisi pandemica. Non lo ha fatto e proverà a non farlo per un semplice motivo: per far salire il rendimento del titolo finanziario occorre licenziare una quota di operai prima di rivendere il titolo.

“Ennesimo episodio gravissimo sul nostro territorio, le istituzioni e la politica diano il massimo sostegno a ogni lotta che lavoratori e lavoratrici vorranno portare avanti – è invece il commento congiunto di: Lorenzo Ballerini, Campi a Sinistra (Comune di Campi Bisenzio), Dmitrij Palagi, Antonella Bundu, Sinistra Progetto Comune (Comune di Firenze) – Un’azienda storica e importante del territorio metropolitano ha mandato una mail a fine settimana, a più di 420 persone, per comunicare la chiusura dal lunedì successivo: queste è lo stile con cui governano l’economia le realtà private che poi alla politica e alle istituzioni chiedono sgravi e aiuti”.

“La notizia arriva improvvisa, in un modo che rende grave una decisione inaccettabile, lesiva di qualsiasi principio di dignità delle persone, a cui tutte e tutti dobbiamo rispondere in modo immediato, sostenendo ogni forma di lotta e mobilitazione che verrà messa in campo. Non serviranno a nulla le note stampa e le dichiarazioni di intenti, se non ci sarà una pratica concreta che da oggi faccia di tutto per portare solidarietà e forza alla mobilitazione che i lavoratori e le lavoratrici sapranno mettere in campo”.

🎧 Giga Grandi Cucine, sciopero e presidio ai cancelli a Scandicci

Scandicci, oggi il sindacato con la Rsu aziendale ha dato vita a uno sciopero e a un presidio di protesta dei lavoratori davanti ai cancelli della fabbrica della Giga Grandi Cucine.

Uso massiccio degli ammortizzatori, assenza di un piano industriale di rilancio, mancata presentazione dell’azienda al tavolo di crisi in Regione Toscana: è quanto lamenta la Fiom-Cgil per la Giga Grandi Cucine di Scandicci (Firenze).

“Siamo al fianco dei 47 lavoratori di questa eccellenza del settore delle cucine industriali – dice il vicesindaco di Scandicci Andrea Giorgi – che vedono dismettere le linee produttive e per i quali il prossimo 2 gennaio termineranno gli ammortizzatori sociali questo è il momento di fare rete tra le istituzioni, a partire dalla Regione e dal Comune, e i sindacati”.

“L’azienda ci deve rispondere, oppure risponderà direttamente al Mise”, ha dichiarato Valerio Fabiani, consigliere per il lavoro e le crisi aziendali del governatore Eugenio Giani, secondo cui la proprietà (Middleby Corporation) “deve dirci cosa vuole fare con l’azienda di Scandicci.

Abbiamo convocato il tavolo la scorsa settimana e all’ultimo momento hanno detto di non poter partecipare: vogliamo capire se c’è un acquirente per questa realtà di altissima specializzazione e, nel caso non ci fossero acquirenti individuati da Middleby stessa, la Regione è pronta a entrare in campo per favorire una soluzione occupazionale sul territorio”.

In podcast le voci raccolte alla manifestazione

🎧 Gas-elettrico e servizi ambientali, in sciopero

Firenze, gas-elettrico e servizi ambientali, oggi sciopero con presidio regionale di Cgil-Cisl-Uil di categoria davanti alla Prefettura: obiettivo, modificare l’articolo 177 del Codice degli appalti che, a partire dall’inizio del 2022, costringerà le aziende concessionarie di questi servizi a cedere in appalto l’80% delle attività anche se svolte con propri mezzi e proprio personale.

L’iniziativa (proclamata da Filctem Cgil, Femca/Flaei Cisl, Uiltec Uil e Fp Cgil, Fit Cisl e Uilt Uil) è finalizzata a modificare l’articolo 177 del Codice degli appalti che, a partire dall’inizio del 2022, costringerà le aziende concessionarie di gas-elettrico e servizi ambientali, a cedere in appalto l’80% delle attività anche se svolte con propri mezzi e proprio personale.

Per i sindacati, “l’applicazione di questa norma produrrà una forte frammentazione nella gestione di servizi fondamentali per la collettività con un possibile peggioramento della qualità e della sicurezza del servizio, un aumento dei costi di gestione con pesanti ricadute sulle bollette di cittadini e aziende e la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro, più di 2mila nel settore gas-elettrico in Toscana”.

Per quanto riguarda il settore gas-elettrico, lo sciopero in Toscana ha riguardato le lavoratrici e i lavoratori di rilevanti realtà aziendali che gestiscono servizi di fondamentale importanza per i cittadini e per le attività produttive della nostra regione come, ad esempio, tutte le società dei gruppi Enel, Estra, Asa e Toscana Energia, Gesam, 21 Rete Gas, Italgas, Terna. Per quanto riguarda il settore dei servizi ambientali, le aziende interessate sono Alia, Sei Toscana, le aziende del gruppo Reti Ambiente.

Durante lo sciopero si è svolto un presidio regionale di lavoratrici, lavoratori e sindacati a Firenze in via Cavour davanti alla Prefettura, con la quale i sindacati hanno avuto un incontro per illustrare le ragioni dell’iniziativa ai rappresentanti del governo sul territorio.

Iniziative analoghe si sono svolte presso sedi istituzionali o aziendali in tutta la regione (a Prato, Massa Carrara e Livorno presìdi davanti alle Prefetture).

In podcast intervista a Riccardo Dei della Cgil, Claudio Di Caro della Cisl e Luca Lucietto della Uil, a cura di Gimmy Tranquillo.

🎧 Cgil: “Economia e occupazione del territorio”

Firenze, si è tenuto, presso la sede della Camera del lavoro metropolitana di Borgo Greci,  un convegno, organizzato da Cgil, dal titolo “Economia e occupazione del territorio, analisi dell’emergenza e ripartenza”.

Nel convegno della Cgil, c’era la presentazione di una ricerca in materia di Irpet, con Nicola Sciclone, Elena Cappellini, Tommaso Ferraresi e di una analisi dell’impatto del Pnrr sul territorio a cura di Roberto Errico di Fisac Lab nazionale.

“Il quadro che emerge dai dati economici per alcuni versi ci preoccupa, per altri ci fa capire che ci sono margini per una ripartenza, ripartenza che non deve significare che si torna a fare ciò che si faceva prima della pandemia. Urge guardare a tre cose: occupazione e qualità dell’occupazione; valorizzazione delle attività che servono ai cittadini come servizi, infrastrutture, digitalizzazione, sanità; esigenza di tenere insieme il territorio – è la posizione che è stata espressa dalla Cgil Firenze, per bocca della segretaria generale Paola Galgani -. Abbiamo nella Città Metropolitana dei territori molto diversi tra loro, dal punto di vista della manifattura ma non solo. Serve uno sviluppo omogeneo, non bisogna lasciare nessuno indietro, non devono esserci periferie, conta Firenze ma devono contare anche le altre zone della Città Metropolitana. Per questo chiediamo alle istituzioni di costruire una cabina di regia per concordare l’uso dei fondi pubblici, privati e del Pnrr: occorre una grande partecipazione dei territori e delle parti sociali. Le istituzioni non siano arbitri ma giocatori, dimostrino segno politico. Serve un nuovo modello di sviluppo, più ruolo del pubblico a scapito del mercato”.

Sono intervenuti al convegno: Mirko Lami (segreteria Cgil Toscana), Giulia Mugnai (sindaco di Figline Incisa), Alessio Falorni (Sindaco Castelfiorentino), Davide Baroncelli (sindaco Barberino Tavarnelle), Paolo Omoboni (sindaco Borgo San Lorenzo), Federico Gianassi (assessore attività produttive Comune di Firenze). Ha coordinato i lavori Elena Aiazzi (segreteria Cgil Firenze), li ha conclusi Paola Galgani (segretaria generale Cgil Firenze).

In podcast l’intervista a Paola Galgani, segretaria generale Cgil Firenze, a cura di Gimmy Tranquillo.

Exit mobile version