Sarcoma a Casaguidi-Cantagrillo, niente analogie tra pazienti

?Continua il mistero sulla causa dei ricorrenti casi di sarcoma tessuti molli nelle frazioni di Casaguidi-Cantagrillo dopo i risultati dell’Inchiesta Epidemiologica dell’Azienda Usl Toscana Centro.

“Nell’insieme tutte queste interviste, tutte queste ricostruzioni, non danno evidenza di qualcosa che colleghi tra di loro le persone”, ha detto il dottor Francesco Cipriani della unità di epidemiologia che sta indagando sui casi di sarcoma che si sono verificati nel pistoiese.

Sono stati illustrati giovedì mattina, nel corso di una conferenza stampa, i primi dati sull’Inchiesta Epidemiologica condotta dal dipartimento di prevenzione, sul cluster di sarcomi nella frazione di Casalguidi- Cantagrillo (comune di Serravalle pistoiese in provincia di Pistoia).

I risultati ottenuti dalle “interviste” e i relativi approfondimenti (tra il 18 settembre e il 21 novembre 2019) ai pazienti e ai loro familiari non hanno evidenziato significative analogie per i fattori indagati e non sono neanche emerse cause correlanti di rischio (storia sanitaria individuale e familiare, abitudini di vita, luoghi di lavoro, ambienti scolastici, ricreativi e domestici frequentati, con una maggiore attenzione al tipo di acqua utilizzata per bere, cucinare, lavare e irrigare orti) nel cluster indagato.

Il rapporto è stato illustrato dal direttore del dipartimento di prevenzione, dottor Renzo Berti, insieme ai dottori Miriam Levi e Francesco Cipriani dell’unità funzionale epidemiologica e dalle dottoresse Paola Picciolli e Lidia Marino Merlo della unità funzionale igiene, sanità pubblica e nutrizione.

L’inchiesta è parte di un sistema di valutazioni epidemiologiche più estese condotte in stretta collaborazione con l’Agenzia Regionale di Sanità (ARS) e Arpat e ISPRO (Istituto per lo Studio, la Prevenzione e la Rete Oncologica) e avviata sulla base delle informazioni cliniche raccolte dai Medici di Famiglia nelle zone interessate.

“Esprimo un ringraziamento a tutti i colleghi che hanno svolto un lavoro straordinario e accurato –ha sottolineato Berti- che al momento non ha però consentito di individuare un colpevole; il lavoro proseguirà e sarà ulteriormente sviluppato allargando il raggio d’azione e approfittando della collaborazione di partners qualificati come ISPRO, ARS e ARPAT”.

Le interviste hanno riguardato otto pazienti ai quali erano stati diagnosticati tumori rari del tessuto connettivo ed osseo (sarcomi) , di cui 7 tra il 2014 e 2017 ed 1 nel 2006. L’indagine era mirata a identificare i possibili elementi in comune tra i casi, dal momento che l’incidenza era risultata di 3,5 volte superiore rispetto a quanto accade mediamente a livello nazionale. I casi, inoltre, si erano concentrati in un’area piuttosto limitata, in alcuni anni e non in altri, configurandosi quindi come “cluster”.

I casi erano stati segnalati dai Medici di Famiglia che hanno partecipato attivamente insieme alla ASL all’indagine epidemiologica dei loro assistiti ricostruendone le storie sanitarie.

La decisione di avviare l’Indagine Epidemiologica, si ricorda, era stata assunta dal dipartimento di prevenzione dopo una prima sommaria valutazione epidemiologica, sia revisionando l’attuale bibliografia scientifica sui sarcomi e cluster, sia dopo aver acquisito le informazioni cliniche preliminari dai Medici di Famiglia: queste informazioni sono state oggetto dell’incontro tra la ASL e gli epidemiologi dell’Istituto Superiore di Sanità e della successiva decisione di avviare l’Indagine di approfondimento epidemiologico.

Le interviste sono state condotte utilizzando questionari strutturati per rilevare informazioni sulla storia residenziale e lavorativa, sugli ambienti frequentati e le principali abitudini di vita, sulla storia sanitaria recente e e remota (storia prenatale fino alla nascita) dei casi e dei familiari conviventi.

Le interviste si sono svolte con incontri diretti, faccia a faccia, della durata di circa un’ora, svolte da un medico igienista e da un assistente sanitario dell’Epidemiologia con i pazienti o con i loro familiari. Sono state prese in considerazione oltre alle storie cliniche dei pazienti (dal momento del concepimento in poi) altri molteplici ambiti: dall’approvvigionamento idrico (5 degli 8 casi sono sempre stati allacciati all’acquedotto pubblico; 5 degli 8 intervistati hanno riferito di bere acqua minerale in bottiglia da sempre e gli altri 3 bevono da sempre acqua in bottiglia e di fontanelli pubblici, anche se 1 di questi nel passato ha bevuto per alcuni anni acqua del suo pozzo), alle potenziali fonti di inquinamento ambientale (segnalate nei pressi delle abitazioni, sono indicate da tre famiglie la presenza di aziende floro-vivaistiche, da una famiglia la vicinanza di un’autocarrozzeria e da un’altra famiglia la discarica del Cassero, situata a circa dista 2,2 km) fino alle abitudini di vita e ricreative (4 pazienti su 8 sono ex fumatori e gli altri 4 non hanno mai fumato, nessuno ha dichiarato di aver svolto attività per hobby nel passato descritte come potenzialmente a rischio) risalendo anche alle frequenze pre e scolastiche.

Alle interviste si è affiancata anche una scrupolosa e attenta ricerca sulla qualità dell’ambiente con altre analisi di approfondimento. I campionamenti sono iniziati il 17 febbraio e sono tuttora in corso.

Ad esempio, allo scopo di escludere la presenza di fattori di rischio negli ambienti di vita delle famiglie dei casi, è stato condotto un supplemento di indagine mirato, in particolare, a misurare nell’aria di un gruppo di abitazioni dei casi i livelli di alcune sostanze cancerogene, tra cui aldeidi (formaldeide e acetaldeide), composti organici volatili, idrocarburi policiclici aromatici, radon e radioattività ambientale. Nelle acque dei pozzi privati è stato deciso di analizzare i parametri microbiologici, chimici, tra cui il cloruro di vinile, parametri indicatori e di 83 tipi di antiparassitari.

L’iniziativa, anche se non ha chiare basi scientifiche rispetto ai determinanti conosciuti del tipo specifico di tumore, cioè sarcoma dei tessuti molli e dell’osso, insieme alle altre iniziative dell’indagine epidemiologica attualmente in corso, può aiutare ad escludere la presenza di significativi problemi ambientali.

Quanto al Cloruro di Vinile Monomero gli studi non hanno evidenziato ad oggi prove certe di correlazione tra questa sostanza e i sarcomi. . Per quanto riguarda invece l’esposizione a diossine, l’inceneritore più vicino è a oltre 7 km di distanza, mentre eccessi di sarcomi di tessuti molli sono descritti nella letteratura scientifica per i residenti nel raggio di 2 km dagli impianti di vecchia generazione.

Il monitoraggio di ARPAT in occasione dell’incendio della discarica del Cassero del 2016 non evidenziava ricadute tali da apportare contaminazione del suolo e dell’acqua nel territorio circostante. D’altra parte, l’evento non è cronologicamente coerente con i tempi medi di latenza tra esposizione ed insorgenza di tumori, misurabili in molti anni.

Per migliorare la valutazione epidemiologica dei determinanti del cluster, è stato deciso di allargare la rilevazione della casistica ai residenti in aree limitrofe a Casalguidi appartenenti ai comuni di Pistoia e Quarrata, utilizzando le informazioni raccolte dai medici di famiglia di Casalguidi e dai dati del Registro Toscano dei Tumori di ISPRO.

Ulteriori valutazioni, sempre da parte di Arpat sono previste analizzando i dati storici del monitoraggio della discarica del Cassero. Per quanto riguarda la qualità dell’acqua sarà effettuata una ricostruzione di quella che arrivava a Casalguidi-Cantagrillo dall’acquedotto Serravalle prima degli anni 2000. Con ARS ed ISPRO sono in corso ulteriori valutazioni epidemiologiche sulla distribuzione spaziale e temporale dei sarcomi in tutta l’area pistoiese ed uno studio sulla salute di tutti gli abitati di Casalguidi e Cantagrillo dal 2008 ad oggi.

Sentiamo un estratto del suo intervento durante la Conferenza stampa su “Stato dell’Inchiesta Epidemiologica sul Cluster di sarcomi nelle frazioni di Casaguidi-Cantagrillo”, raccolto da Gimmy Tranquillo:

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2020/05/200508_04_SARCOMI-CASALGUIDI_CIPRIANI.mp3?_=1

Casalguidi, ancora un morte per sarcoma tessuti molli: scompare 18enne

L’Asl Toscana Centro nei mesi scorsi ha aperto un’indagine epidemiologica, per scoprirne le cause, poiché l’incidenza risulta superiore 3,5 volte alla norma: la media statistica è di 2-3 casi-anno su 100.000 abitanti.

“In questi ultimi tempi ho dovuto darvi tante notizie tragiche su nostri concittadini che ci hanno lasciato a causa del Covid. Oggi devo darvene una terribile, che tocca tutti nel profondo in quanto siamo una grande comunità: dopo una lunga malattia, dopo aver lottato per anni, ci ha lasciato una nostra concittadina di Casalguidi appena diciottenne”.

Così Piero Lunardi, sindaco di Serravalle Pistoiese (Pistoia), ha comunicato ai cittadini, sulla propria pagina facebook, la scomparsa di una 18enne di Casalguidi, una dei sette abitanti della frazione colpita da una rarissima forma di tumore: il sarcoma dei tessuti molli.

Uno dei sette casi di tumori rari, concentrati tutti un piccolo territorio (popolazione di circa 6.500 abitanti) per i quali l’Asl Toscana Centro nei mesi scorsi ha aperto un’indagine
epidemiologica, per scoprirne le cause, poiché l’incidenza risulta superiore 3,5 volte alla norma: la media statistica è di 2-3 casi-anno su 100.000 abitanti.

Minori: Ferri, “Preoccupano gravi episodi Casalguidi e Giulianova”

”Destano preoccupazione gli ennesimi episodi di violenza da parte di minori. Mi riferisco a quello nei confronti di un anziano a Casalguidi, nel comune di Serravalle Pistoiese, da parte di 5 ragazzi che hanno ripreso l’aggressione e postato il video sui social e a quello che si è verificato a Giulianova con un 17enne accoltellato al volto da un coetaneo a scuola. Ci troviamo di fronte a comportamenti gravissimi che devono far riflettere perché denunciano un malessere e l’assenza totale di principi e valori tra i più giovani”. E’ quanto dichiara il sottosegretario alla Giustizia, Cosimo Maria Ferri, candidato nel collegio di Massa sull’uninominale della Camera.

“Molto è stato fatto in questi anni nelle scuole per educare al rispetto dell’altro, per combattere le discriminazioni, il fenomeno del bullismo, le prepotenze. Le scuole infatti sono la base di partenza per fare prevenzione ed evitare che si verifichino casi di intolleranza e di violenza, ma è evidente -avverte Ferri- che occorre andare oltre, investire di più.

Devono essere maggiormente coinvolte le famiglie affinché vigilino sui ragazzi, sui loro atteggiamenti, sugli eventuali segnali di un disagio che si possono tradurre in azioni riprovevoli, lesive nei confronti di individui deboli, indifesi, ‘diversi’. E bisogna puntare su campagne istituzionali che non solo educhino i ragazzi ma li vedano protagonisti, che spieghino agli adolescenti anche l’uso corretto dei social dove le nuove generazioni trascorrono moltissimo del loro tempo”.

I minori denunciati per i fatti di Casalguidi, dopo l’identificazione negli uffici della questura, sono stati affidati ai genitori. In queste ore stanno fioccando le accuse. Il pm della procura presso il tribunale dei minorenni di Firenze, Filippo Focardi, ha ipotizzato anche i reati di lesioni volontarie dolose e di diffamazione aggravata dalla diffusione via web del video. Due accuse in più che oggi si sono aggiunte a quella di ieri sera, con cui è partita la polizia: il tentato furto per ”strappo” del bastone da parte di uno dei ragazzi, che – nel video è chiaro – raggiunge il vecchietto, ultraottantenne, e gli sottrae il bastone facendolo cadere in una stradina di Casalguidi. La squadra mobile ha identificato i cinque proprio grazie al video diffuso sui social mentre l’episodio risale al 14 febbraio scorso. Elementi decisivi all’identificazione sono stati gli abiti, posti sotto sequestro. Sequestrati anche i telefonini cellulari con cui i cinque si sono filmati durante l’aggressione all’anziano.

Minori aggrediscono anziano disabile e postano video sul web

Hanno aggredito un anziano invalido che stava camminando per strada strappandogli il bastone: l’uomo è poi caduto a terra. Protagonisti alcuni minori che hanno anche girato un video poi postato sui social. E’ accaduto a Casalguidi, nel comune di Serravalle Pistoiese e sul caso stanno indagando le forze dell’ordine.

L’anziano, riferisce il vicesindaco di Serravalle Pistoiese, Federico Gorbi, “per fortuna ha riportato solo qualche ecchimosi e qualche escoriazione. Ma l’episodio è gravissimo”. Intanto le immagini diffuse sul web, e che hanno suscitato vari commenti, sono state rimosse.

“Sono fatti che amareggiano profondamente – afferma ancora Gorbi – e che vanno stroncati sul nascere, prima che si diffondano ulteriormente. Sicuramente ci rimettiamo al lavoro delle forze dell’ordine e per quanto ne so gran parte dei responsabili sarebbe già stata individuata”.

Da quanto appreso sembra che l’anziano stesse camminando lungo una stradina quando il gruppo di ragazzi ha iniziato a seguirlo per poi dargli l’assalto. Uno dei minori gli ha strappato il bastone: l’anziano prima ha cercato di difendersi poi è finito a terra.

“La cosa che colpisce, e nel video si vede chiaramente – prosegue Gorbi – è che l’anziano stava viaggiando per conto suo, non faceva nulla di male, nel senso che a volte ci sono degli anziani che rimproverano dei giovani, magari perché fanno confusione, la reazione sarebbe sbagliata comunque ma almeno sarebbe originata da un aspetto, dovuto all’incomprensione generazionale: in questo caso non c’è stato neanche”.

Exit mobile version