Amministrative: polemica tra Lega e FDI su Vannacci candidato a Firenze

La Lega di Firenze pensa di candidare in Consiglio comunale il generale Roberto Vannacci, che ha già annunciato di voler correre per le Europee. FDI “siamo seri…”

Le due candidature per Vannacci (europee e comunali) sarebbero possibili. E’ stato il capogruppo del Carroccio a Palazzo Vecchio Federico Bussolin ad aver avanzato l’ipotesi. “Io penso che sia un’operazione fattibile, non mi dispiacerebbe – spiega Bussolin -. Confermo che l’idea c’è. Mi dico: perché no? Indirettamente ho fatto arrivare la proposta ed entro fine settimana conto di avere una risposta. In prima istanza ci parlerò”. Su possibili obiezioni di Fdi? “Io non parlo al posto di Fdi – aggiunge Bussolin -. Però non ho trovato colleghi di Fdi, anche in Consiglio comunale, che mi abbiano detto di no a questa idea”.

“Io penso alla mai lista, non a quella della Lega. Però un po’ di serietà ci vuole: se ti candidi alle Europee vuol dire che vuoi far il Parlamento europeo, se ti candidi in Comune vuol dire che vuoi fare il consigliere comunale. Che abbia la correttezza nella scelta. Se cerca i voti dei fiorentini per fare il consigliere comunale poi che lo faccia”. È quanto ha dichiarato il capogruppo di FdI a Palazzo Vecchio Alessandro Draghi in merito alla possibilità che la Lega a Firenze candidi come consigliere comunale il generale Roberto Vannacci.

Vannacci che intanto pèensa a come ‘presentarsi’ sulle schede elettorali.  “Mettere il nome “Generale” sulla scheda delle Europee? Perché no, ci sto pensando. Del resto quello dei Cinque stelle (Dino Giarrusso, ndr) la volta scorsa fece scrivere “Iena”. Credo che anche “Generale” ci possa stare”. E’ quanto ha detto Roberto Vannacci a Lucca – come riporta il Corriere.it – presentando il suo libro “Il coraggio vince”.

A Lucca, si legge ancora sul sito del Corsera, Vannacci si presenta con una maglietta con il suo volto e gli occhi coperti dalla scritta “Ignoralo”. “E’ un meme del Pd – ha spiegato – mi è sembrato carino rubarglielo. Del resto Schlein vuole fare la sua campagna elettorale sfruttando il mio nome e io li aiuto in questo”.

Il generale torna poi a difendersi per le parole sui disabili: “sono state travisate” e “lo dimostrano anche le numerose telefonate da parte di famiglie con figli disabili, che condividono il mio ragionamento”. Al giornalista che lo ha poi incalzato sull’affermazione “Mussolini statista”, Vannacci ha replicato: “Lo posso ripetere quante volte volete: è una verità. La lingua italiana dice questo: che Mussolini sia stato un uomo di Stato è inoppugnabile. E lo dice anche l’enciclopedia Larousse, alla voce “Mussolini” c’è la definizione: homme d’État. Anche i francesi lo affermano”. L’ultimo sguardo Vannacci lo riserva al progetto degli Stati Uniti d’Europa: “E’ una cosa che non si avvererà. Vi faccio un esempio: io sono pronto a morire per l’Italia, a mandare a morire i miei figli per la nostra patria. Mi trovate voi uno che è pronto a morire per l’Europa?

Pietrasanta non revoca cittadaninza onoraria a Mussolini: polemiche

Pietrasanta – “Difficile commentare la scelta della maggioranza che vede ancora oggi Mussolini affiancato a nomi come quelli di Pascoli, Mitoraj, Botero, Sepulveda e altre illustri persone”, affermano Pd e Insieme per Pietrasanta.

Pietrasanta, la ‘Piccola Atene’ della Versilia in provincia di Lucca, terra di elezione di grandi scultori, dice no alla revoca della cittadinanza onoraria conferita nel 1924 a Benito Mussolini. Nel consiglio comunale di mercoledì scorso Fi, Lega e Pietrasanta prima di tutto hanno votato contro la richiesta a firma Pd, Insieme per Pietrasanta e M5s, con una discussione accesa in aula e critiche rimbalzate anche su social e in città. E’ quanto riportano oggi la Nazione e il Tirreno.

“Non si trattava di cancellare la storia bensì di scrivere una nuova pagina per la città – scrivono Pd e Insieme per Pietrasanta -, tanto significativa quanto attuale, in un momento storico in cui forme dittatoriali stanno provocando guerre anche dentro l’Europa”.

“Quanto condanniamo e quanto siamo distanti dalla barbarie fascista e dall’ideologia di questo e di tutti i regimi totalitari, non dobbiamo certo affermarlo oggi” la replica di Fi, Lega e Pietrasanta prima di tutto che rilevano come “finora, nessuno degli amministratori che si sono succeduti alla guida del nostro Comune aveva sentito la necessità di procedere alla revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini. E neppure noi, la sentiamo”: è una “parte di storia che non possiamo né ignorare né cancellare, deve restare come occasione di riflessione per tutti”.

Alla votazione non ha preso parte Fdi. “La nostra assenza alla seduta non si lega ad alcun motivo di imbarazzo per la questione -Mussolini – ha spiegato Massimiliano Simoni, candidato a sindaco di Fratelli d’Italia -: per quanto mi riguarda, ma penso di parlare anche a nome dei consiglieri Battaglini e Balderi, questa cittadinanza la possiamo revocare anche domani. Non eravamo presenti perché da tempo, in palese disaccordo con questa maggioranza, partecipiamo ai consigli solamente quando possiamo incidere, in positivo, sulla città”. “Detto questo il Pd, che ha amministrato a lungo Pietrasanta”, perché “non ha pensato di revocare la cittadinanza onoraria a Mussolini quando aveva i numeri per farlo?”.

San Miniato (PI) revoca cittadinanza a Mussolini

Il provvedimento  di revoca è stato approvato a maggioranza con i voti favorevoli di Pd e altre liste civiche di centrosinistra. I tre consiglieri comunali della Lega hanno votato contro, mentre Forza Italia si è astenuta

Il Comune di San Miniato (Pisa) revoca la cittadinanza onoraria concessa a Benito Mussolini il 12 maggio 1924 (rpt 1924)dall’allora commissario prefettizio Giulio Jahn e poi ratificata dal consiglio comunale alcune settimane più tardi. Il provvedimento è stato approvato a maggioranza con i voti favorevoli di Pd e altre liste civiche di centrosinistra.

I tre consiglieri comunali della Lega hanno votato contro, mentre Forza Italia si è astenuta.

“Nessuno – osservano il sindaco dem Simone Giglioli e il consigliere delegato alla memoria, Michele Fiaschi – vuole cancellare un ventennio di storia italiana, come ci viene imputato, bensì pretendere e riconsegnare massimo rispetto e dignità all’onorificenza della cittadinanza onoraria del nostro Comune. Accostare il nome di Mussolini a Patrick Zaki o alla senatrice a vita Liliana Segre, testimoni e simboli della negazione dei più basilari diritti umani, ci sembra alquanto anacronistico. La scelta di revoca compiuta dal consiglio comunale non è solo un atto simbolico rivolto al nostro tragico passato, ma vuole essere un’affermazione presente e futura di ripudio dell’odio razziale e della guerra, ricalcando i valori antifascisti che sanciscono la nostra Costituzione e il nostro Statuto comunale”.

Appello ANPI contro vendita in edicole calendario del Duce

L’ ANPI provinciale di Arezzo e quella di Viareggio hanno espresso su Facebook, amarezza e sdegno nel vedere esposto in alcune edicole di Viareggio, il calendario celebrativo della figura di Benito Mussolini.

L’associazione dei partigiani ricorda inoltre che l’apologia del fascismo è un reato contro la Costituzione ed invita i gestori delle edicole a non esporre il calendario e a non metterlo in vendita.

Tali fatti sono “perseguibili per apologia di fascismo e in contrasto con i valori costituzionali”, spiega l’ANPI che poi lancia un appello “alla coscienza di tutti i gestori delle edicole invitandoli a non esporre il calendario e a restituirlo al mittente”.

Il comunicato nella sua versione integrale pubblicato sulla pagina Facebook dell’ANPI provincia di Lucca ANPI sezione di Viareggio:

“L’Anpi provinciale e la sezione Anpi di Viareggio esprimono la massima amarezza e sdegno nel vedere esposti in alcune edicole cittadine e non il calendario raffigurante e celebrativo della figura di Benito Mussolini.

l’Anpi nel ritenere tali fatti perseguibili per apologia di fascismo ed in contrasto con i valori costituzionali, ricorda che il duce o l’ “uomo della provvidenza” come lo etichetta il calendario non è altro che colui il quale promulgò le leggi razziali 80 anni fa, cancellò la libertà e la giustizia, fu causa della morte di antifascisti quali Matteotti, Gobetti, Gramsci ed i Fratelli Rosselli, e portò l’intera nazione nel baratro della seconda guerra mondiale.

Pertanto facciamo appello alla coscienza di tutti i gestori delle edicole invitandoli a non esporlo e a restituirlo al mittente”.

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