Firenze, GKN viola accordi sindacali, condannata

Giudice da ragione a Fiom Cgil Firenze, la GKN di Campi Bisenzio ha violato accordi sindacali aziendali non avendo comunicato l’esternalizzazione di alcune produzioni.

La GKN di Campi Bisenzio è stata condannata in base all’articolo 28 dello Statuto dei Lavoratori per aver violato gli accordi sindacali aziendali. Nello specifico il management dello stabilimento, che produce semiassi per diverse case automobilistiche tra cui FCA, è stato sanzionato per non aver comunicato l’esternalizzazione di alcune produzioni.

“Siamo soddisfatti della sentenza” dichiara Andrea Brunetti della Fiom Cgil di Firenze “ma vogliamo garanzie rispetto al rientro delle produzioni. Siamo inoltre in profondo disaccordo con la mancata stabilizzazione di 12 lavoratori in somministrazione a cui dopo 34 mesi di lavoro, invece dell’assunzione a tempo indeterminato, è stato prorogato il contratto. La proroga è avvenuta attraverso lo staff leasing, una forma contrattuale in somministrazione che, per quanto ci riguarda, viene utilizzata in modo improprio per aggirare la necessità di assumere questi lavoratori. Chiediamo alle istituzioni di farsi carico della situazione, visto che l’azienda nel 2017 si era posta come soggetto di eccellenza dell’automazione e dell’innovazione firmando un protocollo con la Regione Toscana e il Comune di Campi Bisenzio. Non si può essere al tempo stesso paladini dell’innovazione e utilizzare sotterfugi per non assumere. Per la Fiom Cgil innovazione deve essere sinonimo di lavoro con diritti.”

“La condotta antisindacale – secondo la Rsu Fiom – non avviene per caso. A nostro parere la decisione di Gkn di non comunicarci la delocalizzazione di alcuni volumi produttivi fa parte di una strategia volta a intimorirci e a ricattare uno stabilimento che vede un contratto integrativo scaduto da quattro anni, in un contesto già di incertezza del mercato dell’auto.
Con l’approvazione del recente Decreto Dignità, il Governo dichiara di voler limitare la precarietà. Gkn invece usa quel decreto come pretesto per minacciare i lavoratori interinali attraverso il mancato rinnovo del contratto o per condannarli alla precarietà permanente con contratti di staff leasing. Oltretutto le mancate assunzioni, motivate dalla crisi di mercato, si scontrano però con la continua richiesta di aumento dell’orario di lavoro straordinario. Non possiamo permettere che queste multinazionali aggirino leggi, accordi e contratti nazionali per realizzare profitti sulle spalle dei lavoratori e poi fuggire via come successo in altri luoghi di lavoro, cito Bekaert su tutte. I lavoratori continueranno a chiedere il rientro delle produzioni e la stabilizzazione dei colleghi. La Gkn ha al suo interno un incredibile patrimonio professionale, in grado di superare qualsiasi sfida lavorativa e di innovazione. Le istituzioni prendano una posizione chiara.”

Bekaert, sindacati e istituzioni: “Di Maio convochi incontro”

Il Ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio convochi un nuovo incontro al Mise sulla Bekaert di Figline Valdarno per fare il punto della situazione e chiedere all’azienda ed advisor di dare conto dell’avanzamento del processo di reindustrializzazione. E’ la richiesta avanzata oggi nel corso di un incontro tra istituzioni e sindacati a Figline Valdarno (Firenze), che nei prossimi giorni la Regione Toscana presenterà ufficialmente.

“Oggi – spiega una nota – è stato annunciato che tutti i dipendenti Bekaert saranno a breve chiamati dal centro per l’impiego per l’avvio delle politiche attive per la ricollocazione.” Presenti all’incontro, tra gli altri, Paolo Tedeschi, responsabile dell’ufficio distaccato della Regione che segue il caso Beakaert, il sindaco di Figline e Incisa Valdarno Giulia Mugnai, l’Unità di crisi della Regione Toscana, l’Agenzia regionale per l’impiego, la Rsu aziendale e i sindacati Fiom, Film e Uilm provinciali.

Durante l’incontro è stato fatto il punto sulla vertenza ed istituzioni e sindacati hanno concordato sulla necessità di portare avanti rapidamente una serie di azioni. Tra queste, anche richiamare l’azienda alle condizioni organizzative indispensabili e corrette modalità di gestione dei dipendenti, in particolare ricostituendo a Figline un presidio certo dell’ufficio personale, necessario per gestire gli adempimenti amministrativi e per garantire informazioni sulla cassa integrazione e i rapporti di lavoro. Altro aspetto, richiedere all’azienda una visita allo stabilimento per verificare le questioni di natura edilizia ed urbanistica utili ad agevolare il percorso di reindustrializzazione.

Per il segretario della Fiom Cgil Firenze Daniele Calosi, “Sernet, l’advisor incaricato da Bekaert per operare alla reindustrializzaione, si nasconde dietro vincoli di riservatezza e non si presenta all’incontro. Un comportamento che non approviamo. Chiederemo pertanto, insieme alle istituzioni locali, un incontro al ministero dello Sviluppo economico come previsto dall’accordo. Noi alla reindustrializzazione ci crediamo davvero e la pretendiamo come risposta ai 250 lavoratori Bekeart attualmente in cassa integrazione e a tutto il territorio”.

Il sindaco di Figline Valdarno Incisa Giulia Mugnai sottolinea, in una nota, che “adesso è urgente che sul territorio sia attivato un presidio dell’azienda presso lo stabilimento, un ufficio per il personale che sia da punto di riferimento per tutti i lavoratori che hanno necessità. Ma soprattutto è prioritario un nuovo incontro al Mise per valutare attentamente i prossimi passi della reindustrializzazione: in questo momento è fondamentale ricevere rassicurazioni sui soggetti realmente interessati a rilevare lo stabilimento e quindi a dare un futuro certo al nostro territorio.

Bekaert: firmata al Ministero l’intesa sulla Cassa integrazione

Bekaert (Figline Valdarno), firmata al Ministero l’intesa sulla Cassa integrazione (scatta il primo gennaio, dura un anno). Calosi (Fiom Cgil Firenze): “Ora concentriamoci sulla reindustrializzazione”

Oggi presso il Ministero del Lavoro è arrivata la firma per la Cassa integrazione per cessazione di attività per la Bekaert di Figline Valdarno (che dalle 22 di stasera chiuderà l’attività). Erano presenti all’incontro sulla vertenza i funzionari del Ministero del Lavoro, il Vicecapo di Gabinetto del Ministero dello Sviluppo Economico, la Regione Toscana, l’azienda assistita da Confindustria Firenze, l’advisor incaricato le organizzazioni sindacali Fim-Fiom-Uilm. Dopo l’uscita volontaria di 62 lavoratori, i 256 ancora dipendenti di Bekaert dal primo gennaio e per tutto il 2019 potranno contare sul sussidio di Cassa integrazione.

Durante l’incontro, Serent, l’advisor incaricato dall’azienda per operare alla reindustrializzazione, ha aggiornato il tavolo comunicando che vi sono quattro manifestazioni di interesse rilevanti per lo stabilimento di Figline provenienti da soggetti industriali operanti tutti nel settore siderurgico e delle lavorazioni metalliche.

Per Daniele Calosi (segretario generale Fiom Cgil Firenze), “grazie alla determinazione dei lavoratori, siamo riusciti a reintrodurre la Cassa integrazione, lo strumento necessario per continuare a lavorare alla reindustrializzazione dello stabilimento di Figline che resta il vero obiettivo di tutta la vertenza”.

Bekaert: tavolo regionale, obiettivo reindustrializzazione

Strumenti di formazione e incentivi per la ricollocazione dei lavoratori sono stati al centro della seduta del tavolo di crisi convocato dalla Regione Toscana per fare il punto sulla vertenza Bekaert, in vista della chiusura dello stabilimento prevista per il prossimo 31 dicembre.

“L’obiettivo comune – spiega la sindaca di Figline e Incisa Valdarno (Firenze), Giulia Mugnai, su Bekaert – resta però la reindustrializzazione dell’area, per la quale la Regione Toscana ha intenzione di adottare misure straordinarie che ne agevolino il prima possibile l’attuazione. Evitare la dismissione di quel sito produttivo resta quindi la priorità”.

Nell’ultima seduta il Consiglio comunale di Figline e Incisa ha approvato all’unanimità una mozione che chiede l’accesso alla Cassa integrazione anche per i lavoratori dell’indotto Bekaert che si occupano di mensa, portineria e pulizie.

Bekaert, Calosi (FIOM): da advisor segnali poco rassicuranti, vogliamo vederci chiaro

Intervista con il segeretario fiorentino della FIOM-CGIL, Daniele Calosi sulla vertenza della multinazionale belga di Figline Valdarno.

Bekaert: Di Maio, vittoria dei lavoratori e simbolo Stato dalla parte di chi non delocalizza

“Questa non è una vittoria mia, io ho fatto solo il mio dovere di ministro, la battaglia l’hanno fatta loro, i lavoratori, che hanno portato la Bekaert all’attenzione del mondo. Credo che mantenere le promesse sia un dovere”. Lo ha detto ieri sera il vicepremier Luigi Di Maio a margine dell’assemblea dei lavoratori Bekaert a Figline Valdarno (Firenze).

“Queste persone devono tornare a lavorare perché ne hanno tutto il diritto – ha aggiunto Di Maio -. Questa vicenda è il simbolo di uno Stato che sta dalla parte di chi non delocalizzazione e vuole investire in Italia. Di fronte ad una multinazionale che se ne scappa in Romania o in Polonia, lo Stato viene qui, dà una mano a chi chiede aiuto e fa tutto il possibile per far tornare le persone a lavorare”.
“Ringraziamo il Ministro perché per una volta ci ha dato e non tolto e noi lavoratori non ci eravamo più abituati. La cassa oggi ci consente di guardare avanti con una prospettiva diversa – sono le parole del segretario Fiom Cgil Firenze, Daniele Calosi durante l’assemblea –  Tutte le istituzioni a partire da quelle territoriali, sino al Governo, ci hanno sostenuto e consentito di scacciare l’arroganza della multinazionale belga. Adesso non solo i 318 lavoratori della Bekaert potranno contare sulla cassa ma molti di più. É una vittoria della dignità di chi lavora!! Ora dobbiamo lavorare per i dipendenti delle ditte in appalto perché per loro l’accesso alla cassa ancora non c’è. Infine un ringraziamento speciale va a tutti i cittadini che – conclude Calosi – ci hanno seguito fino qua perché senza di loro probabilmente non saremmo arrivati a questo grande risultato.”
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