Superbatterio New Delhi, salgono a 126 i casi in Toscana

E’ salito a 126, da novembre 2018, il numero dei pazienti in Toscana nel cui sangue è stato isolato il batterio New Delhi.

E’ il dato, aggiornato al 20 ottobre, diffuso sul proprio sito dall’Agenzia regionale di sanità della Toscana che ogni mercoledì pubblica il monitoraggio settimanale sulla diffusione del superbatterio Ndm. Riguardo alla mortalità, Ars spiega che “i casi sono risultati letali nel 33% dei pazienti con sepsi, percentuale paragonabile alla letalità per questa condizione causata da altri batteri resistenti agli antibiotici carbapenemici”. La settimana scorsa, il 16 ottobre, il batterio New Delhi risultava essere stato isolato nel sangue di 122 pazienti mentre i casi erano risultati letali nel 34%.

Asl Toscana Sud-est organizza incontri su prevenzione infezioni

L’Asl Toscana sud-est organizzerà incontri con sindaci, operatori, strutture convenzionate come case di cura e Rsa, e cittadini, per dare tutte le informazioni necessarie nella prevenzione delle infezioni, compreso il New Delhi. Gli incontri dell’Asl Toscana sud-est saranno organizzati nonostante nel territorio si registri quasi il 100% dei risultati negativi al batterio. 

In una nota, il direttore generale dell’Asl Antonio D’Urso spiega che: “Stiamo lavorando con la massima attenzione per sensibilizzare operatori e comunità sulle buone norme per la prevenzione ed il contenimento delle infezioni, su cui la Regione Toscana sta già operando da qualche anno. E’ importante sapere che ci sono soggetti colonizzati che non sanno di esserlo e che comunque sono da considerarsi persone sane”.
“Nel caso in cui però, queste stesse persone abbiano delle malattie che compromettono il sistema immunitario, è possibile lo sviluppo di infezioni resistenti ai trattamenti coi farmaci. Chiediamo quindi la massima collaborazione di tutti per trasformare questa circostanza in un’opportunità”, sottolinea D’Urso.
Come spiega l’Asl la questione centrale non è il batterio New Delhi in sè, ma le infezioni. Sono situazioni che necessitano dunque di grande attenzione e accorgimenti che siano attuati tra i cittadini ma anche tra gli operatori sanitari. Proprio il lavaggio delle mani è l’accorgimento più efficace contro le infezioni. “E’ stata adottato una procedura aziendale ad hoc dedicata a diagnosi, sorveglianza e controllo di eventuali infezioni”, ha ricordato l’Asl.
Dal 15 settembre la Regione Toscana ha predisposto lo screening per tutti coloro che sono ricovererati in ospedale. “Nessun allarmismo ma la soglia di attenzione non può scendere da parte di nessuno se si considera che l’Italia risulta essere, in ambito Ue, uno dei Paesi con il più elevato consumo di antibiotici e con preoccupanti livelli di resistenza”, conclude l’Asl.

Batterio New Delhi colpisce principalmente pazienti immunodepressi

L’Agenzia regionale di sanità ieri mattina ha diffuso i numeri della malattia: 31 sono i morti che hanno contratto l’infezione del batterio New Delhi in Toscana, l’area più colpita è l’Azienda sanitaria Nord-Ovest.

Nel periodo compreso tra novembre fino al 31 agosto, il batterio New Delhi è stato isolato nel sangue di 75 pazienti ricoverati negli ospedali toscani; la mortalità, dicono le ricerche scientifiche, è del 40% e il dato regionale rientra nella media.

Per quanto riguarda i portatori del ceppo batterio, sui quali sono applicate le misure igieniche di contenimento e che non hanno sviluppato una infezione, si tratta di 708 malati. I 31 pazienti deceduti, va precisato, erano persone con più malattie, anziani fragili, per questo non è facile attribuire automaticamente la causa della morte al batterio New Delhi.

Come spiega il dottor Danilo Tacconi, che fa parte della task force regionale nata per contrastare il superbatterio, in una persona sana il microrganismo non provoca conseguenze alla salute e resta spesso inattivo “a volte anche per mesi, forse di più, finchè il sistema immunitario non lo riconosce e riesce ad eliminarlo”. “Ma in soggetti immunodepressi – prosegue – ovvero in pazienti anziani con molte patologie, sotto chemioterapia, reduci da interventi chirurgici invasivi, grandi ustionati, o anche persone sottoposte a lunghi cicli di antibiotici, il batterio ha molta più possibilità di dare vita a una sepsi (l’infezione del sangue, ndr.). La mortalità osservata in questi casi è del 40%, ma non è immediatamente correlabile all’infezione, potrebbe invece essere causata dalla patologia preesistente”.

L’ospedale che ha riscontrato più isolamenti nel sangue del batterio New Delhi è quello di Pisa: si tratta della struttura più grande della Asl, dove capitano i casi più complessi, che finiscono in rianimazione o in reparti di alta specialità, come il centro ustioni, e quindi non stupisce che sia maggiormente colpito. Sono stati 31 i casi accertati nel periodo sopraindicato nell’azienda pisana. Segue Livorno, con 9, l’ospedale della Versilia con 8, il presidio di riabilitazione cardiologica di Volterra con 6, Massa con 4 e Cecina e Pontedera con 3. Gli altri ospedali dell’azienda sanitaria Nord-Ovest sono tutti a un caso, mentre alcuni casi sono stati riscontrati in altre strutture regionali come Careggi, Siena, Pescia, Pistoia.

Superbatterio New Delhi: salgono a 31 le morti sospette in Toscana

Ad oggi sono 31 i casi di morti sospette in Toscana per il superbatterio New Delhi, così fa sapere l’Agenzia regionale di sanità Ars. Non risulta un nesso causale automatico con la presenza del ceppo batterico. Da stamattina sul sito dell’Ars è visibile il monitoraggio sulla diffusione del batterio Ndm in Toscana.

Tra novembre 2018 e il 31 agosto 2019 in Toscana il batterio New Delhi è stato isolato nel sangue di 75 pazienti ricoverati con patologie gravi. Nei pazienti con sepsi esso ha una mortalità del 40%, una percentuale che è paragonabile alla letalità che ha questa problematica. Tra i colpiti ci sono stati 31 decessi, tuttavia l’infezione potrebbe essere una concausa o non aver provocato la morte. Al 31 agosto, invece, sono stati registrati 708 portatori del ceppo batterico ricoverati negli ospedali toscani. Su di essi sono state applicate misure igieniche di contenimento definite dal decreto regionale del 26 luglio.
Alla fine della mattinata, l’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi ha risposto in Consiglio Regionale a un’interrogazione del consigliere Fabrizio Marchetti (FI) in merito all’intervento del sistema sanitario toscano ritenuto ‘tardivo’. Quest’ultimo, a detta di Sacardi, “ha risposto prontamente al superbatterio che è stato posto sotto attento monitoraggio e sono state emanate tutte le indicazioni e le raccomandazioni valide per l’intero territorio regionale. Nessuna azione è stata minimante ritardata”.

Batterio New Delhi: da mercoledì 11 il monitoraggio sarà pubblicato sul sito dell’Ars

Da mercoledì 11 settembre sul sito dell’Ars verranno pubblicati aggiornamenti settimanali sulla presenza del batterio New Delhi negli ospedali della Regione.  Da lunedì 16 invece verranno accellerati i tempi del quick test. Queste sono le decisioni emerse dall’incontro in assessorato. Le misure sono state elaborate per rispondere meglio al bisogno di fornire una corretta comunicazione del fenomeno.

Dunque, da mercoledì 11 settembre, sul sito dell’Agenzia Regionale di Sanità verrà pubblicato settimanalmente il monitoraggio sulla presenza del batterio New Delhi. Anche i dati sull’isolamento del batterio nel sangue dei pazienti, il numero di test di screening positivi, la percentuale di decessi nei pazienti in cui è stato isolato il batterio saranno resi pubblici. L’aumento del numero di test microbiologici dovuto alle misure di sorveglianza ha reso necessario accellerare i tempi del test molecolare. Questo test, dal 16 settembre, garantirà tempi più brevi per la risposta, circa 2-6 ore, invece che dei tradizionali 2 giorni.

Le misure non saranno attuate solo nelle aziende sanitarie pubbliche, ma anche nelle case di cura private così come concordato con Aiop, Associazione italiana ospedalità privata. L’incontro ribadisce che tutte gli ospedali della Regione si impegneranno ad attuare queste decisioni unite alle misure previste dal decreto del 26 luglio. Tra le quali l’attenzione all’igiene delle mani grazie all’utilizzo di gel idroalcolico e salviette, mascherine e guanti.

Il vicepresidente del gruppo Forza Italia alla Camera Stefano Mugnai ha presentato un’interrogazione urgente al ministro Roberto Speranza sulla questione. “Il ministro della Salute chiarisca celermente quale sia lo stato di diffusione del batterio e quali misure intende mettere in atto per contenere il rischio infettivo a partire della Toscana”, afferma Mugnai.

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