Fiaccolata per la pace: oggi uniti dall’appello di padre Bernardo

Fiaccolata per la pace oggi a Firenze. Appuntamento lunedì 23 ottobre  alle 18.30 al Ponte alle Grazie da dove partirà la marcia  silenziosa e senza bandiere (passando da San Niccolò, salendo sulle rampe fino a Piazzale Michelangelo) verso San Miniato al Monte, dove si terranno gli interventi finali. Controradio aderisce e seguirà con finestre di diretta e sui propri canali social.

La Cgil aderisce affermando di “partecipare convintamente con le modalità da proposte” da padre Bernardo e dà appuntamento a Firenze alle 18.30 al Ponte alle Grazie da dove partirà la fiaccolata. I partecipanti, viene ricordato, senza bandiere, transitano da San Niccolò, rampe fino a piazzale Michelangelo, poi la salita finale per San Miniato al Monte, “dove ci raccoglieremo senza interventi finali (ci sarà unicamente un saluto di padre Bernardo)”.

Adesioni anche di Acli, Libera, Fondazione Giorgio La Pira, Cospe, Legambiente, Controradio, Gruppo Emergency Firenze, Centro Internazionale Studenti e Opera per la Gioventù La Pira, Toscana Impegno Comune, Donne insieme per la pace, Movimento dei Focolari, Associazione piazza San Donato, Empoli per la pace, Associazione Nuova Camaldoli, Pax Christi, Libertà e Giustizia, Testimonianze, Comitato Fermiamo la guerra.

Adesione del Pd della Toscana alla fiaccolata per la pace in Medio Oriente, promossa dall’abate di San Miniato al Monte, don padre Bernardo Gianni a Firenze, per lunedì prossimo. “Speriamo davvero che questa occasione veda fianco a fianco le comunità israelitica e islamica in risposta all’appello accorato di Padre Bernardo Gianni, insieme a tanti cittadini. Ogni iniziativa che costruisce ponti è importante, a maggior ragione in una fase drammatica come quella in corso”, ha detto il segretario regionale Emiliano Fossi. “Lo sport accolga l’invito di padre Bernardo. Contribuiamo tutti a dare forza al dialogo, in difesa degli innocenti e di quanti hanno perso la vita – dichiara Nicola Armentano, consigliere delegato allo Sport della Città Metropolitana di Firenze – Auspico che anche il mondo dello sport con Coni, Cip, Uisp e enti di promozione accolga l’invito di padre Bernardo per lunedì e possa contribuire a dare forza al dialogo”. “Noi rispondiamo sì all’appello di padre Bernardo Gianni”, afferma la Fondazione Giovanni Paolo II, che da oltre 25 anni opera con progetti di cooperazione in Medio Oriente, rendendo noto di aderire all’appello di padre Bernardo Gianni di cui “facciamo nostre le sue parole”. Aderisce anche la Fondazione padre Ernesto Balducci. “”Se vuoi la pace, prepara la pace” è una delle espressioni più significative del pensiero di padre Balducci – ricorda la presidentessa Grazia Bellini – Stravolgendo il detto dell’antica Roma, ha indicato nella cancellazione della categoria del “nemico” la via maestra per creare una vera cultura di pace tra gli esseri umani” .

Anche il sindacato Uil Toscana sarà presente con una sua delegazione alla fiaccolata. “E’ oggi più che mai necessario unire le voci per la pace e la prosperità di tutta l’umanità”, scrive la Uil. Da Palazzo Vecchio si fa sapere che l’assessore comunale al Welfare, Sara Funaro, sarà presente.

“Non mancheremo alla fiaccolata di San Miniato a Monte – affermano Dmitrij Palagi e Antonella Bundu di Sinistra Progetto Comune – dove le comunità, a partire da quelle delle principali religioni monoteiste (ebraica, cristiana e islamica), si mostrano capaci di fare quello che a larga parte delle istituzioni non è riuscito: cercare l’unità contro la violenza e favorire la richiesta di dialogo”. Italia Viva rende noto che sarà presente alla fiaccolata. Così anche il M5s che risponde all’appello “Uniti per la pace” con Roberto De Blasi capogruppo in Palazzo Vecchio il quale dichiara “pieno sostegno all’iniziativa lanciata da padre Bernardo per la partecipazione alla fiaccolata”.

Altre adesioni alla fiaccolata per la pace promossa da padre Bernardo Gianni. “Come donna, come imprenditrice, come fiorentina aderisco alla fiaccolata di San Miniato al Monte a Firenze, organizzata da padre Bernardo, per costruire pace e dialogo. Non abbiamo bisogno di piazze contrapposte, ma di uno sforzo di unione, di confronto e di comprensione”, spiega Antonella Giachetti, presidente nazionale di Aidda, Associazione imprenditrici e donne dirigenti di azienda. Accoglie l’invito di padre Bernardo la Comunità delle Piagge e il suo prete don Alessandro Santoro, per “propiziare il bene della giustizia e quindi la pacifica convivenza” tra i popoli che in questo momento vivono ore tragiche in Medio Oriente. Aderisce anche Firenze in Azione. Milena Brath, segretaria metropolitana del partito fondato da Carlo Calenda spiega: “Il sindaco La Pira diceva “unire le città per unire le nazioni” ed è con questo spirito che parteciperemo alla iniziativa voluta fortemente da padre Bernardo”. Parteciperà alal fiaccolata anche il consigliere comunale Andrea Asciuti (Gruppo Misto): “Questa – afferma – è l’unica strada che ogni persona di buona volontà ha per contribuire alla fine dei conflitti: ricercare l’unità per la Pace”.

Rondine Cittadella della pace accoglie l’invito di padre Bernardo. “Non avremo parole da pronunciare, slogan da gridare, vessilli da esibire: i nostri volti, i nostri sguardi, il nostro silenzio, la nostra coscienza memore tanto del dolore degli ostaggi e dei loro congiunti, quanto del fiume di sangue, in grande parte innocente, versato in questi giorni di ferocia, e, ancora, il fuoco amico di fiaccole accese come argine al buio della notte, saranno loro soltanto il nostro messaggio sempre rinnovato di pace e di speranza”. Queste le parole di padre Gianni che Rondine, si spiega, accoglie “in piena consonanza con suoi valori e il lavoro nella Cittadella della Pace che custodisce quelle amicizie impossibili tra giovani appartenenti a popoli che la storia ha reso ‘nemici’ ma che non si arrendono alla logica della guerra e con coraggio e fatica cercano ogni giorno di scoprire la persona dietro la bandiera, di riconoscersi nel dolore dell’altro e riscoprirsi umani”. “In questi giorni in cui la ferocia e la brutalità della guerra imperversa è ancora più importante trovare spazi per il dialogo tra i popoli – afferma il presidente di Rondine Franco Vaccari -. Il contributo più grande che ognuno di noi oggi può portare è quello di fare tutto quello che possiamo per spezzare la catena dell’odio e della violenza. Siamo grati a padre Bernardo per questa chiamata alla società civile e alle diverse comunità nel segno della famiglia umana”.

La Comunità Ebraica di Firenze ringrazia Padre Bernardo e tutti quanti si sono spesi per l’organizzazione della fiaccolata di domani, lunedì 23 ottobre. “Viviamo nell’angoscia per il destino di più di duecento persone a oggi nelle mani del terrore. È un dolore vivo e recente, ancora impossibile a essere consolato, il rispetto del quale ci impedisce di invitare i nostri iscritti a prendere parte tutti al corteo. Lasciamo ai singoli la scelta sul se e come partecipare. Non ci sarà dunque una partecipazione istituzionale formale della Comunità, né ci sarà il Presidente della Comunità, rappresentante di ogni singolo iscritto. Al contempo, è per noi così importante dare risposta a un momento di condivisione cittadina come questo, che non possiamo esimerci dal mandare un segnale di presenza: il rabbino capo Gadi Piperno sarà dunque al corteo per rappresentare l’animo della nostra Comunità, diviso e immerso nell’angoscia ma pronto ad accogliere la solidarietà della città”, si legge in una nota diffusa in queste ore.

Medio Oriente: l’appello di padre Bernardo a musulmani ed ebrei per fiaccolata insieme

Medio Oriente: padre Bernardo invita ebrei e musulmani ad una fiaccolata sulla salita a San Miniato al Monte. Il priore dell’abbazia la promuove per la sera di lunedì prossimo e fa il suo appello in una lettera pubblica.

Di seguito il testo dell’appello:

Care concittadine, cari concittadini,
le scene raccapriccianti di uomini donne e bambini cercate casa per casa, le uccisioni deliberate di inermi a sangue freddo hanno risvegliato dal torpore la nostra coscienza che in questi ultimi, terribili giorni dovrebbe aver acquisito una volta per sempre che la guerra e i suoi perversi propositi di pulizia etnica, ovunque essi si manifestino, segnalano che la nostra umanità ha sconfitto se stessa affermando il primato della violenza assassina e quello, sempre seducente, della ritorsione rispetto alla via, senza dubbio ardua ma così qualificante e costruttiva, del dialogo, della reciprocità e della condivisione. Scartare questo tracciato, pur segnato da inevitabili curve e salite, per imboccare pericolose scorciatoie, significa infatti deprimere la nostra visione della storia in una disperata e cinica rassegnazione al male e soprattutto rinunciare alla possibilità non utopica, ma concretamente necessaria, ragionevole e ineludibile che ogni nostro pensiero e ogni nostra azione sappiano sempre e dovunque propiziare il bene della giustizia e quindi la pacifica convivenza fra le legittime aspirazioni e i diritti di popoli e culture diverse. Nella luce di questa esigente, ma anche appassionante consapevolezza per tutte e tutti, senza distinzioni di fede e di sensibilità politica, Gerusalemme, il cui nome significa «città della pace», e tutta la regione mediorientale sono luoghi simbolici, ma reali nel cui fascinoso e sofferto splendore plurimillenario, accanto ad una irresistibile forza di ispirazione, si verifica con particolare urgenza come solo la pratica della pace possa generare un futuro che sia veramente capace di appassionare al bene della vita e alla responsabilità creativa il cuore e l’intelligenza delle nuove generazioni, lì come altrove. Per noi, poi, che viviamo in questo insigne crocevia di arte e di ingegno, dovrebbe sempre risuonare nel cuore la voce forte e profetica del sindaco Giorgio La Pira che ancora oggi ci invita a guardare alla nostra Firenze come la «città sul monte: bella, come la Gerusalemme messianica, irradiante pace e luce». Di fronte a tale bellezza, cercandone una finalità non semplicemente turistica, lo stesso La Pira si domandava inquieto: «La crisi dei popoli sta nel pericolo tremendo di una nuova guerra scardinatrice di ogni città e di ogni nazione? Ebbene: siano i popoli “convocati” -per così dire- in questa città della pace […] e da essa parta un messaggio sempre rinnovato di pace e di speranza». Care concittadine e cari concittadini, il privilegio che è vivere a San Miniato al Monte quasi mi obbliga a gridare queste parole, condividendo adesso con voi quella coraggiosa «convocazione» se non di popoli diversi, almeno di tutta la cittadinanza, perché salendo su questo monte, tornando a contemplare da quassù la bellezza splendida e sempre vulnerabile della nostra città, ci riappropriamo di quanto ci accomuna come uomini e donne: la responsabilità di custodire e promuovere la vita nell’armonia della pace, la scelta sistematica di ripudiare il terrorismo e la guerra, la premura con cui porsi in attento ascolto dell’appello che ci arriva dai nostri giovani i quali, desiderando domani partecipare in pienezza alle vicende della polis, esigono giustamente da parte nostra una vera e credibile educazione al primato del bene comune, contro ogni sterile e interessata faziosità e contrapposizione. Vi invito dunque, in queste ore oscure di angoscia, di smarrimento e di motivate preoccupazioni per il futuro non solo di quella o di quell’altra regione del nostro pianeta, ma per l’avvenire dell’intera famiglia umana, ad affrontare lunedì sera la salita che conduce a questo monte: non avremo parole da pronunciare, slogan da gridare, vessilli da esibire: i nostri volti, i nostri sguardi, il nostro silenzio, la nostra coscienza memore tanto del dolore degli ostaggi e dei loro congiunti, quanto del fiume di sangue, in grande parte innocente, versato in questi giorni di ferocia, e, ancora, il fuoco amico di fiaccole accese come argine al buio della notte, saranno -loro soltanto- il nostro «messaggio sempre rinnovato di pace e di speranza». Sarebbe veramente un dono nel dono se accogliessero questo mio fraterno invito le amiche e gli amici della comunità israelitica e della comunità islamica che con la loro presenza esprimono da molto tempo la ricchezza organica e plurale della nostra concittadinanza. Averle su a San Miniato al Monte lunedì sera, abbracciate dal nostro disinteressato affetto e dal nostro profondo rispetto per la loro indicibile sofferenza, sarebbe veramente un segno profetico di incalcolabile valore e significato, la cui fecondità di bene, ben oltre i contingenti steccati dell’odio e del sospetto, restituirebbe alla nostra città la possibilità di tornare a ridire al mondo intero con più verità e speranza quanto, alludendo all’invenzione fiorentina dell’umanesimo, il poeta Mario Luzi ebbe a dire, salutando nel 1986 in piazza Signoria Giovanni Paolo II, papa amico e insonne difensore della pace in medio oriente: «L’uomo: si imparò qui a Firenze a dire questa parola con particolare intenzione; come intendo un prodigio in cui la creazione si fosse identificata con il creatore; o come di un mistero di cui fosse impossibile delineare i contorni».

padre Bernardo
Firenze, abbazia di San Miniato al Monte

San Miniato al Monte diventa patrimonio Unesco con piazzale Michelangelo e le Rampe

L’Abbazia di San Miniato, la Chiesa di San Salvatore al Monte, le Rampe, il Piazzale Michelangelo, il giardino delle rose e quello dell’iris diventano patrimonio mondiale dell’umanità: l’estensione dell’area del centro storico è stato infatti oggi ratificata dall’Unesco, durante la 44esima sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale che si è svolta online direttamente da Fuzhou, in Cina.

“Una giornata storica – dichiara il sindaco Dario Nardella che per primo, insieme a Padre Bernardo Gianni, abate di San Miniato al Monte, aveva annunciato la volontà di chiedere l’inclusione di questa porzione di città all’interno del ‘cuore’ del patrimonio di rilevanza mondiale. In tutto Firenze vanterà oltre 530 ettari di zone di inestimabile valore artistico, storico, ambientale. Grazie a quanti hanno creduto fin dall’inizio in questo esito e hanno lavorato senza sosta per arrivarci e in particolare a Carlo Francini, responsabile sito Unesco del Comune”.

Per il sindaco “è un successo di tutta la città e dei fiorentini ed è il frutto di tutti gli sforzi di questi 7 anni: la pedonalizzazione del Piazzale, il recupero delle rampe del Poggi e delle splendide fontane, il restauro delle scalinate di San Miniato e gli interventi sul cimitero delle Porte Sante. Abbiamo restituito dignità e bellezza ad una porzione dell’immenso patrimonio di Firenze ed oggi il mondo intero ce lo riconosce”.

Il centro storico di Firenze è sito Patrimonio Mondiale Unesco dal 17 dicembre 1982. Nella Dichiarazione di Eccezionale Valore Universale, quest’area viene definita «una realizzazione artistica unica nel suo genere, un capolavoro d’opera, il risultato di una continua creazione protrattasi per oltre sei secoli» in grado di esercitare «una influenza predominante sullo sviluppo architettonico e delle arti monumentali prima in Italia e poi in Europa».

L’ambito territoriale iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale Unesco è il Centro Storico di Firenze, designato come Core Zone e si estende per 505 ettari. Essa corrisponde alla parte della città circondata dai viali e dalle mura medievali, scelta dettata dall’enorme concentrazione di beni culturali, di differente proprietà pubblica, privata e religiosa, presenti in quest’area.

Nel 2019, in occasione del Millenario dell’Abbazia San Miniato al Monte, è ritornato all’attenzione il fatto che, al momento dell’iscrizione del sito nella Lista del Patrimonio Mondiale, l’Abbazia di San Miniato era stata citata esplicitamente quale bene che contribuisce all’eccezionale valore universale del sito, ma non inclusa all’interno della perimetrazione del sito stesso. Da qui la richiesta formale di estensione che approda oggi al riconoscimento ufficiale.

“La decisione di Unesco ci riempie di gioia: la nostra città allarga il sito patrimonio mondiale e diventa sempre più un gioiello di cultura, storia, arte a livello mondiale”. Lo afferma l’assessore alla cultura Tommaso Sacchi. “Oggi – conclude – festeggiamo davvero una vittoria di tutti”.

🎧 San Miniato al “Mondo” attende parere Unesco e inaugura la cappella del Cardinale di Portogallo

Ore decisive e di attesa per sapere l’esito della proposta lanciata due anni fa in occasione della chiusura del Millenario dall’Abate padre Bernardo affinché  l’abbazia di San Miniato al Monte faccia parte del patrimonio mondiale dell’Unesco. Intanto oggi inaugurato uno dei capisaldi del Rinascimento fiorentino.

“La presenza dell’abbazia – ha spiegato Don Bernardo – rafforzerebbe il valore eccezionale universale del sito senza una variazione sostanziale dei criteri che nel 1982 permisero l’iscrizione del centro storico di Firenze nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco. Dal 2017 la comunità dei monaci benedettini segue con attenzione e partecipa alle attività portate avanti dall’ufficio Unesco del Comune di Firenze dedicate al programma internazionale sul patrimonio di interesse religioso del centro del patrimonio mondiale dell’Unesco”.

La Cappella del Cardinale di Portogallo,  è stata inaugurata oggi dopo un intervento di restauro realizzato sotto la Direzione Lavori della Soprintendenza Archeologia Belle Arti per la Città Metropolitana di Firenze e le Province di Pistoia e Prato condotta dalla Dott.ssa Maria Maugeri, ed eseguito da un pool di restauratori specializzati grazie al dono di Friends of Florence di cui è la presidente Simonetta Brandolini D’Adda.

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“San Miniato al Monte è un luogo molto caro a Friends of Florence, già tre anni fa, nel 2018 in occasione del Millenario dell’Abbazia, abbiamo contribuito al restauro del Ciborio, oggi con la presentazione della Cappella del Cardinale di Portogallo si rinforza il nostro impegno per l’immenso patrimonio della basilica, – sottolinea Simonetta Brandolini d’Adda Presidente di Friends of Florence – Ringrazio la Soprintendenza che in questo caso ha curato la Direzione Lavori, Padre Bernardo Gianni Abate di San Miniato per la sua disponibilità ad accogliere l’intervento, tutti i restauratori e le maestranze che hanno lavorato a questo affascinante progetto. Ringrazio soprattutto il Prof. Jon Cherubini per il suo generoso lascito che ci ha permesso di restaurare questa magnifica Cappella. Un nostro triste rammarico è non aver mai conosciuto questo grande benefattore innamorato di Firenze e di questo luogo, ma siamo felici di aver realizzato le sue volontà restaurando questo meraviglioso scrigno di bellezza.”

Soprintendente
Il Soprintendente Andrea Pessina. Foto Controradio

“Il restauro appena concluso della cappella del Cardinale di Portogallo – afferma Andrea Pessina, Soprintendente di Firenze – costituisce un intervento straordinario che senza ombra di dubbio potremo veramente definire “corale” per la molteplicità delle professionalità coinvolte e dei saperi che è stato necessario condividere. Il nostro più sentito ringraziamento va ai Friends of Florence e al prof. Jon Cherubini, il cui grande amore per l’Arte e per Firenze ha reso possibile tutto questo” “La comunità di San Miniato al Monte – sottolinea l’Abate Padre Bernardo Gianni – è profondamente grata ai Friends of Florence e ai donatori che hanno reso possibile una straordinaria impresa di restauro, restituendo all’originario splendore uno dei momenti più alti nell’arte e nell’architettura del rinascimento e nella millenaria storia di san Miniato al Monte, contribuendo a fare della bellezza e della sua tutela un grande strumento di consolazione è di speranza di fronte al mistero della morte e del male.”

San Miniato
Foto Controradio

“La Cappella del Cardinale di Portogallo, che comunemente è riconosciuta come uno dei più alti esempi del Rinascimento fiorentino, è ora restituita alla comunità, grazie alla generosità della famiglia Cherubini e all’impegno costante nella tutela del patrimonio fiorentino della Fondazione Friends of Florence, promotrice di questo esemplare restauro. Il mio personale ringraziamento – continua Maria Maugeri che ha curato la Direzione dei lavori – va anche a tutta la folta squadra di restauratori e loro assistenti con cui è stato facile collaborare per indole e professionalità, Daniele Angellotto, Bartolomeo Ciccone, Alessandro Gianni, Anna Medori, Nicola Savioli, Filippo Tattini e Andrea Vigna, ma poi tante professionalità che sarebbe qui lungo da enumerare, ma che senza il loro contributo mai avremmo raggiunto questo straordinario esito finale. Infine, un ringraziamento sincero lo devo al mio collega Alberto Felici, restauratore di provata esperienza grazie al quale abbiamo intrapreso la sperimentazione della metodica del laser applicata alla terracotta policroma con eccellenti risultati e per questo un grazie è d’obbligo a Light for Art del gruppo El.En che ci ha fornito la strumentazione a titolo gratuito e ad Alessandro Zanini per il supporto durante l’intervento

Marco Bagnoli, Scala Coeli. Due libri, un canto.

Marco Bagnoli è un artista contemporaneo legato a doppio filo con Firenze. Mercoledì 24 giugno, alle ore 16.30,  lo sarà ancora di più, grazie a SCALA COELI.

Di cosa si tratta?

Come sanno anche le pietre a Firenze, mercoledì 24 giugno è San Giovanni. Non ci saranno i fuochi quest’anno, ma ci sarà una speciale riapertura della basilica di San Miniato al Monte.

Sarà speciale perchè ospiterà un incontro/performance/momento unico, cioè SCALA COELI. Due libri, un canto. In questa occasione la presenza, l’arte e la voce di Marco Bagnoli saranno accompagnati dalla musica di Luca Di Volo e di Eleonora Tassinari. E dai monaci olivetani, sotto la guida dell’ Abate Bernardo.

Insomma sarà una cerimonia rituale, che sarà celebrata in un luogo specialissimo e magicissimo – esso stesso “porta del cielo” – in un giorno unicissimo, cioè quello di San Giovanni in cui, appunto, si aprono le porte dei cieli per mettere in comunicazione la terra con il regno dei cieli.

Il tutto prenderà il via da dove inizia la vera vita per i cristiani, cioè al Fonte battesimale, opera in alabastro di Marco Bagnoli.

L’arte si fonderà con la musica e con le parole. Infatti nella stessa occasione saranno anche presentati due libri: Marco Bagnoli Janua Coeli, edito da Petra, Firenze 2019;

E Scritti sospesi / Visioni estatiche, di Fulvio Salvadori, pubblicato da Lindau, Torino 2020.

Interverranno anche Cristina Acidini, Presidente dell’Accademia delle Arti del Disegno e della Fondazione Casa Buonarroti, Firenze; e Pier Luigi Tazzi, il curatore dell’ Atelier Marco Bagnoli, a Montelupo Fiorentino.

Marco Bagnoli ha già lavorato a San Miniato. E’ ancora fresca la memoria del suo lavoro Janua Coeli, cioè “Porta del Cielo”, realizzato solo due anni fa nel 2018 per celebrare il millenario della basilica. Sia lì che in altre parti di Firenze una volta visti i suoi lavori sono indimenticabili.

Scala Coeli di Marco Bagnoli proporrà insomma, come sostiene l’abate Bernardo “gesti, movimenti, canti, silenzi, letture e declamazioni finalizzate a riassumere il significato di memoriale dei dieci secoli da poco compiuti e più ancora di aprire al futuro, alla libertà e alla verticalità del cielo le nostre inquietudini dopo mesi di forzosa clausura per la quarantena”.

 

Margherita Abbozzo

Siria: iniziativa a Firenze per popolo curdo, ‘Europa faccia di più’

Nuova iniziativa a Firenze per sostenere il popolo curdo, sempre più in sofferenza dopo l’attacco della Turchia. Alle Murate si è svolto un dibattito nel quale è stata ribadita l’esigenza di un maggiore impegno dell’Europa per i curdi.

Nell’iniziativa a favore del popolo curdo svolta alle Murate, erano presenti anche Alessandro e Annalisa Orsetti, i genitori di Lorenzo, il 33enne fiorentino ucciso negli scontri in Siria con l’Isis mentre militava come volontario a fianco delle milizie curde.

“A Firenze – ha detto Alessandro Orsetti – ci sono sempre molte persone a seguire queste iniziative: significa che si è preso a cuore la situazione del popolo curdo”. Anche le istituzioni stanno facendo la loro parte, come il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi: “Ci ha dato la sua disponibilità”, ha ribadito Orsetti spiegando che l’obiettivo è fissare “un incontro, anche con i curdi, per la prossima settimana”. Orsetti si è detto soddisfatto perché “in tutta Italia, da Roma a Milano” ci sono eventi a favore di curdi: “Credo che la loro storia – ha concluso – abbia toccato e colpito molte persone”.

Tra i presenti padre Bernardo Francesco Gianni, abate di San Miniato al Monte: “La mia presenza è per sottolineare – ha affermato – il legame con Lorenzo Orsetti, che è sepolto a San Miniato”. Secondo il vicesindaco di Firenze Cristina Giachi è necessario promuovere “azioni di sensibilizzazione con la cittadinanza” ma anche “fare pressing sul Governo perché” si riesca ad attuare una “politica di disarmo nei confronti della Turchia”. Giachi ha sottolineato che “l’Europa potrebbe fare molto di più per cambiare i destini di questo popolo”.

All’iniziativa è intervenuto anche l’artista curdo-fiorentino Fuad Aziz: “Tutto questo sta accadendo sotto il silenzio dell’Europa – ha detto -. Non basta condannare, bisogna agire e fare azioni concrete”.

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