Toscana, vendemmia: qualità è buona ma -20% raccolto

Una produzione di 1.870 ettolitri di vino e mosto, in calo del 20% rispetto ai 2.338 ettolitri dell’annata 2022, a fronte di una qualità giudicata buona. Sono le previsioni vendemmiali dell’osservatorio di Assoenologi, Ismea e Uiv

Non certo abbondante, ma di buona qualità. E’ il responso di Assoenologi, Ismea e Uiv sulla vendemmia in Toscana. a contare sono stati soprattutto  i danni rilevanti da Peronospora (malattia fungina determinata dalle frequenti piogge).

Alla fine  si conta una produzione di 1.870 ettolitri di vino e mosto, in calo del 20% rispetto ai 2.338 ettolitri dell’annata 2022,. Ma appunto, la qualità è definita buona.

Assoenologi, Ismea e Uiv   a livello nazionale stimano complessivamente una produzione di 44 milioni di ettolitri, -12% sul 2022. Per la Toscana l’osservatorio evidenzia invece  come “la stagione 2023 si sia contraddistinta fin dal germogliamento per un’elevata piovosità. Durante il mese di aprile si sono registrati alcuni abbassamenti di temperatura anche leggermente al di sotto degli zero gradi, che hanno portato a sporadici fenomeni di gelata nei fondivalle. Maggio e giugno hanno fatto registrare un’elevata frequenza di giornate piovose, obbligando i produttori a numerosi interventi di difesa per limitare le malattie fungine, Peronospora su tutte, seppur complicati dalle difficoltà di accesso delle macchine nei vigneti e dal rapido dilavamento dei prodotti fitosanitari causato dalle piogge. Per questo si sono riscontrati sintomi su foglie e grappoli e seppur in una situazione molto eterogenea ci sono zone dove si rilevano perdite di produzione importanti”.

Oltretutto, si osserva ancora, in Toscana “le piogge e le conseguenti basse temperature primaverili, hanno influenzato anche l’allegagione, favorendo l’acinellatura e la cascola dei piccoli frutti, così da diminuire ulteriormente i rendimenti ad ettaro. Luglio è stato caratterizzato da caldo e assenza di precipitazioni che hanno portato a un importante sviluppo dei grappoli, grazie alle riserve idriche accumulate in primavera. Allo stesso tempo i vitivinicoltori si sono trovati a fronteggiare anche la crescente popolazione di Scaphoideus Titanus e la presenza in diverse zone del mal dell’esca. Nella prima settimana di agosto, ci sono stati i primi segnali di invaiatura che hanno preannunciato una vendemmia in tempi normali”. Nel complesso “non vi sono sbilanciamenti sulla qualità del raccolto, perché dipenderà molto dalle condizioni meteo di settembre, per ora si prevede un calo della produzione generale, con danni da Peronospora rilevanti”.

Vino, calo quantità Italia, Spagna, Francia

Firenze, a margine del 72/o congresso di Assoenologi, tenutosi domenica 19 alla Stazione Leopolda, l’AD della casa Marchesi Antinori, Renzo Cotarella ha sottolineato il fatto che quest’anno, in tre nazioni si sono prodotti 40 mln di ettolitri di vino in meno.

“La vendemmia quest’anno ha avuto un impatto dimensionale molto forte, a livello globale ma soprattutto europeo con Italia, Francia e Spagna che insieme hanno prodotto 35-40 milioni di ettolitri di vino in meno.

Una cifra stratosferica e praticamente uguale alla produzione vinicola di Argentina, Cile e Nuova Zelanda messe insieme”.

Secondo Cotarella, per il comparto “questo aspetto rischia di essere penalizzante perché i costi di produzione rischiano di dover essere calcolati su una minor produzione.

Tuttavia, il mercato è attento, è disposto a pagare qualcosa in più per i prodotti di qualità e i singoli marchi continuano a ricevere interesse”.

“Dal punto di vista del reddito – ha concluso – direi che non c’è da essere preoccupati ma rimane comunque un mercato molto competitivo che spinge a dover conquistare tutti gli angoli” anche perché, “la quantità generale di vino prodotta è leggermente superiore al consumo”.

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