Ristoratori in piazza Duomo, Marras “Regione non stampa moneta. Rappresenteremo esigenze a Roma”

Lo ha dichiarato l’assessore regionale toscano alle attivita’ produttive e all’economia, Leonardo Marras, dialogando con alcuni manifestanti che hanno partecipato ad una iniziativa a Firenze, indetta dal gruppo ‘Ristoratori Toscana’.

I ristoratori in piazza chiedono un aiuto alla regione Toscana, in termini di ristori per i loro mancati incassi per chiusura derivante da emergenza da Covid-19.

“La Regione non stampa moneta, il fenomeno e’ grande, talmente enorme, che noi bisogna rappresentarlo laddove e’ possibile affrontarlo, cioe’ a Roma. Ci sono ventisettemila imprese, quanto gli vogliamo riconoscere? Diecimila euro ad impresa, in media, viene duecentosettanta milioni di euro. Il bilancio della regione per risorse di politiche attive sono centoventi milioni l’anno. Se dovessimo mettere a disposizione quei centoventi milioni, noi dovremmo azzerare tutto cio’ che diamo alla scuola, al sociale, ai trasporti, alla cultura”. Ha affermato l’assessore. “La risoluzione” del problema dei mancati ristori per alcune categorie “sta nel rappresentare queste esigenze nel tavolo delle regioni insieme al governo – ha aggiunto  Marras -. Quando il presidente Giani verra’ qui, vi dira’ esattamente questo”.

Foto Controradio

Ascolta Pasquale Naccari, presidente Ristoratori Toscana e l’intervento dell’assessore Marras con alcuni manifestanti, raccolti da Chiara Brilli.

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Il consiglio regionale della Toscana e’ stato sospeso per un’ora per permettere ai consiglieri di partecipare al presidio dei Ristoratori Toscani in piazza Duomo. A chiedere la sospensione, il gruppo della Lega. Centinaia di operatori della ristorazione: “Da qui non andremo via se Giani non prenderà impegni concreti”, afferma Pasquale Naccari portavoce dei ristoratori arrivati da tutta la regione.

Ristoratori Toscana: “Chiudere? Meglio ora che a dicembre”

Firenze, “Se pensate di farci chiudere, fatelo ora e non a dicembre, perché il danno a Natale sarebbe incalcolabile, una vera catastrofe – queste le parole di Pasquale Naccari, portavoce dell’associazione Ristoratori Toscana, a proposito delle ipotesi di lockdown a fine anno – Meglio perdere novembre che il periodo delle Feste, che potrebbe ridarci un minimo di ossigeno”.

“Siamo rimasti delusi dalle dichiarazioni del presidente del consiglio Giuseppe Conte – accusa il portavoce dei ristoratori – Da lui ci attendiamo realismo, sì, ma non terrorismo psicologico. Ci aspettiamo che tratti l’Italia per quella che è, una grande potenza economica, e che abbia dunque progetti per il futuro e piani per limitare i danni. Da parte di un leader politico ci vuole lungimiranza. E prospettare una chiusura a Natale è tutto fuorché lungimirante. Il premier ci aveva detto che sarebbero aumentati i posti Covid nelle strutture sanitarie e i mezzi pubblici per garantire a studenti e pendolari di spostarsi in sicurezza. Invece, dopo mesi, gli ospedali sono già in sovraccarico, il trasporto al collasso e le scuole senza insegnanti. È inaccettabile. Ricordiamo che siamo stati i primi a chiudere, per senso di responsabilità. Adesso però non ha senso mettere limitazioni ai nostri locali e allo stesso tempo lasciare senza regole i trasporti pubblici”.

“Se, come ha già fatto, Conte afferma di non escludere un lockdown a dicembre, le famiglie e i lavoratori che temono di perdere il posto si chiudono in casa, risparmiano, non consumano. Lo stanno già facendo: basta fare un giro dentro i negozi e i ristoranti vuoti. I nostri soci ci stanno inondando di foto e di video che fanno spavento: le persone si sono già barricate. Questa paura porterà gli italiani a non andare al ristorante, ma anche a non comprare scarpe e vestiti, tanto per fare qualche esempio. Insomma, il danno economico colpirà tutto il Paese e sarà devastante per l’intera economia nazionale”, mette in guardia Naccari.

“Perciò, se si pensa che la situazione peggiorerà e che ci sarà la necessità di richiudere – conclude il portavoce dei Ristoratori Toscana – meglio farlo subito e consentire così alle imprese di recuperare una parte delle perdite nel periodo natalizio, anziché condannarci ad una lenta agonia. Se secondo lockdown deve essere, che almeno si pensi immediatamente ai sostegni per le famiglie”.

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