A Firenze e Pisa due interventi innovativi di chirurgia mini-invasiva

All’ospedale pediatrico Meyer di Firenze è stato effettuato un intervento di chirurgia mini-invasiva su un bambino di 13 mesi per la rimozione di una rara malformazione polmonare, mentre a Pisa è stato eseguito un innovativo intervento mininvasivo per distruggere un tumore maligno alla tiroide.

Il piccolo paziente dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze era affetto da una rara malformazione congenita (si stima che riguardi meno di 1 bambino su 100.000)
diagnosticatagli in utero e confermata subito dopo la nascita: si tratta di una lesione che
prende il nome di ‘sequestro polmonare intradiaframmatico’, ovvero una parte del tessuto polmonare rimane separata dal resto dell’albero bronchiale e dal normale sistema di irrorazione sanguigno dei polmoni. Questa porzione di tessuto anomalo, di aspetto simile a una tumefazione, perde le sue funzioni, non comunica con il resto del sistema respiratorio e riceve sangue da un’arteria ‘sistemica’. anziché dal circolo sanguigno polmonare. Se non asportato, può esporre allo sviluppo di infezioni anche gravi e, raramente, degenerare in forme tumorali maligne.

Per operare il piccolo “si è proceduto a un approccio chirurgico combinato, sia addominale che toracico, impiegando una tecnica mini-invasiva. Questo approccio ha permesso di
dominare la maggior parte dei vasi arteriosi dall’addome e di completare l’asportazione della lesione dal torace garantendo la minore aggressività chirurgica possibile.

L’intervento è stato reso possibile grazie a una collaborazione multidisciplinare che ha visto il team di chirurgia neonatale del Meyer – guidato dal professor Francesco Morini – lavorare in tandem con gli anestesisti, che hanno garantito, per tutta la durata dell’operazione, la particolare ventilazione che l’intervento richiedeva. Fondamentale anche il contributo della chirurgia pediatrica, della radiologia e della diagnosi prenatale del Meyer.

Il piccolo, si spiega dall’Aou Meyer, “adesso sta benissimo, dopo soli 4 giorni di ricovero ha fatto ritorno a casa e al controllo successivo è risultato in ottime condizioni”.

L’intervento mininvasivo per distruggere un tumore maligno alla tiroide svolto a Pisa è stato effettuato grazie a un’apparecchiatura progettata da un’azienda fiorentina leader nella fabbricazione di laser medicali. Lo ha reso noto l’Azienda ospedaliero universitaria di
Pisa (Aoup) precisando che la paziente, poco più che trentenne, “aveva un microcarcinoma papillare della tiroide, cioè un tumore di circa 12 mm, solitamente con prognosi favorevole e bassi tassi di recidiva”.

L’intervento è consistito nell’ablazione del tumore, spiega l’azienda sanitaria in una nota, “grazie all’erogazione localizzata di energia laser, attraverso una fibra ottica
introdotta con un sottilissimo ago: la paziente ha ricevuto solo una blanda sedazione e non ha avuto alcun disturbo né durante né dopo il trattamento”. Questa procedura, sottolinea l’Aoup, “adottata a Pisa e al Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York, apre nuove prospettive: il trattamento è di breve durata, ben tollerato dal paziente, non invasivo e non necessita di anestesia generale”.

L’intervento è stato eseguito da un’équipe guidata da Teresa Rago, dell’unità operativa endocrinologia 1 dell’Aoup, che ha avuto la collaborazione dell’endocrinochirurgia. “Sono molto soddisfatto – ha commentato l’assessore regionale al diritto alla salute, Simone Bezzini – per l’esito dell’intervento e mi complimentato con i professionisti dell’Aoup per il lavoro svolto”.

Tumori: a Pisa trattato con successo primo paziente, cura con linfociti-T

Nuovissima cura con linfociti-T per tumori all’Aoup di Pisa. Trattato con successo primo paziente alla vigilia di Natale

E’ stato trattato con successo nei giorni scorsi all’Aoup di Pisa il primo paziente candidato alla terapia Car-T, nuovissima cura con i linfociti-T (un particolare tipo di globuli bianchi considerati i ‘soldatini’ del nostro sistema immunitario) per casi selezionati di linfomi non Hodgkin aggressivi o recidive multiple di leucemie linfoblastiche refrattarie alle terapie convenzionali ai tumori.

L’Aoup, spiega una nota, è tra i pochi centri altamente specializzati in Italia, accreditati a livello europeo nel trapianto di midollo osseo e con èquipe multidisciplinari, che possono erogare tali tipi di cure.

Nell’Unità operativa di Ematologia di Pisa, un paziente, colpito da una ricaduta di una grave forma aggressiva di linfoma, è stato trattato alla vigilia di Natale con le cellule T manipolate in vitro, prodotte in collaborazione con Novartis, ed è stato seguito nei giorni successivi per il controllo delle reazioni attese, che sono state di lieve entità. Il paziente è stato poi dimesso in buone condizioni.

Il trattamento, spiega ancora l’Aoup, che consiste nel prelievo dei linfociti T e successiva purificazione con tecniche molecolari specifiche per potenziarli contro la malattia, rappresenta un nuovo baluardo terapeutico nella cura di queste gravi malattie del sangue ma non è applicabile a tutti i pazienti.

Conoscere il proprio metabolismo, a Pisa arriva apposita “camera”

Pisa, una stanza di circa 10 metri quadrati, termicamente isolata e a tenuta d’aria, in cui diversi sensori rilevano i parametri vitali e misurano il consumo di ossigeno e la produzione di anidride carbonica di un soggetto in esame. Le rilevazioni possono durare da poche ore fino a qualche giorno, così da poter definire con esattezza il metabolismo energetico del paziente.

La prima camera metabolica in Toscana è stata inaugurata stamani all’ospedale di Cisanello a Pisa. Si tratta della quarta in tutta Italia, ed è ideata da una cooperazione interdisciplinare tra il mondo medico e quello ingegneristico.

foto camera metabolica
Foto tratta da sito http://www.ao-pisa.toscana.it/

“La camera – spiega una nota dell’Aoup – può essere utilizzata per ricerche sul metabolismo energetico umano sia in condizioni di normalità che di patologia. Il suo utilizzo permette di misurare il fabbisogno energetico giornaliero per determinare il profilo metabolico e quantificare la predisposizione a guadagnare o a perdere peso. Questo strumento consentirà anche di perfezionare le diagnosi di disordini metabolici, come le lipodistrofie e disturbi della tiroide come l’ipotiroidismo e l’ipertiroidismo, di studiare la risposta metabolica a terapie farmacologiche per la cura dell’obesità e di studiare gli effetti metabolici dell’allenamento fisico in atleti nell’ambito della medicina dello sport. Inoltre, – spiega in conclusione Aoup – sarà indispensabile per la progettazione e calibrazione di strumentazioni biomediche indossabili per misurare il metabolismo energetico nella vita quotidiana”.

foto camera metabolica
Foto tratta da sito http://www.ao-pisa.toscana.it/
foto camera metabolica
Foto tratta da sito http://www.ao-pisa.toscana.it/

Pisa, nasce centro di ricovero breve, neanche una notte in ospedale

Tra i pochi in Europa per determinati interventi chirurgici.

Il 50% dei pazienti che devono sottoporsi ad un intervento chirurgico potrebbero non trascorrere nemmeno una notte di ricovero in ospedale: sarebbe possibile operarli in completa sicurezza, ricoverandoli la mattina e permettendo loro di tornare a casa nel pomeriggio.

A Pisa, rende noto l’Azienda ospedaliero universitaria, “è stato appena creato il Centro multidisciplinare in ricovero breve”, cioè una struttura complessa dotata di una totale autonomia gestionale e organizzativa, diretta da Rocco Rago.

“Nel 2018 – prosegue l’Aoup – considerando tutti i reparti dell’ospedale, circa il 23% degli interventi chirurgici sono stati effettuati in ‘day surgery’: è ancora lontano l’obiettivo del 50%, ma la nascita del centro dovrà contribuire in modo sostanziale al suo raggiungimento. Il centro è tra i pochi in Europa a effettuare in day-surgery interventi di paratiroidectomia, cioè di asportazione di una o più paratiroidi oltre a eseguire interventi di ernia inguinale bilaterale laparoscopica per via extraperitoneale, di resezioni trans ureterale di vescica e di chirurgia pediatrica”.

“L’obiettivo di ampliare l’offerta sanitaria e non limitarsi a interventi di bassa complessità – sottolinea Rago – è stato raggiunto grazie a un alto livello di esperienza chirurgica e anestesiologica e grazie al sostegno costante dell’azienda”.

Attualmente afferiscono al centro 15 unità operative che comprendono quasi tutte le specialità presenti in Aoup: chirurgia generale, proctologica, urologica, vascolare, ortopedica, maxillo-facciale, pediatrica e piede diabetico fanno base a Cisanello, mentre ostetricia e ginecologia hanno un loro spazio al Santa Chiara.

Pisa: intervento complesso salva vita a paziente

Un intervento chirurgico multidisciplinare a elevata complessità, che ha coinvolto in sala operatoria quattro equipe, si è concluso con successo e ha salvato la vita a un paziente affetto da un tumore avanzato alla tiroide, esteso anche in altri settori anatomici. L’operazione ha permesso di superare la fase critica e ora il paziente può intraprendere nuovamente le terapie oncologiche necessarie.

Lo rivela l’Azienda ospedaliero universitaria pisana. La patologia, spiega una nota dell’Aoup, “era infatti talmente diffusa da non poter essere trattata con la sola terapia farmacologica ed era necessario un approccio chirurgico che però richiedeva le competenze di più specialisti: endocrinologi, anestesisti, chirurghi endocrini, un cardiochirurgo, un chirurgo toracico, un chirurgo vascolare, un radiologo interventista oltre al personale infermieristico e tecnico di sala operatoria”.
La scelta cui sono approdati gli specialisti dell’Aoup è stata quella di asportare la tiroide congiuntamente alla rimozione del trombo cavale e atriale.
“Una procedura ad alto rischio – conclude l’Aoup – che avrebbe potuto richiedere la ricostruzione delle pareti dei vasi così come il ricorso alla circolazione extracorporea. E’ stato quindi necessario spiegare bene il rischio elevato dell’intervento e ottenere il consenso a procedere.
Dopo una settimana di degenza in rianimazione, il paziente è in buona salute e appena completamente ristabilito sarà di nuovo affidato alle cure degli endocrinologi oncologici per le ulteriori terapie”.

Pisa, Aoup replica a M5S: “Aree sosta ospedali adeguate a utenza”

“Sulla questione mobilità la premessa da cui partire è che ogni grande ospedale ha grandi parcheggi, che però non possono stare all’interno ma necessariamente insistere sulle aree limitrofe altrimenti viene meno la vocazione primaria di ospedale come luogo di cura. E Cisanello (Pisa) rispetta questa logica”.

Lo afferma l’Azienda ospedaliero universitaria di Pisa replicando alla denuncia fatta ieri dalla consigliera regionale del M5S, Irene Galletti, dopo un sopralluogo nelle aree di sosta. L’Aoup precisa che “allo stato attuale lo stabilimento ospedaliero di Cisanello ha un numero di stalli di sosta largamente sufficiente a ospitare sia le auto dei dipendenti sia quelle dei visitatori: i primi sono circa cinquemila, lavorano su tre turni su due stabilimenti (Cisanello e Santa Chiara), non giungono tutti al posto di lavoro con auto privata e non arrivano nello stesso momento”.

Dalle proiezioni effettuate, prosegue l’Aoup, “su Cisanello risulta che insistano 2500 dipendenti nel turno mattutino, circa 1600 in quello pomeridiano e 900 nel notturno” e “a riprova che la dotazione è sufficiente per l’attuale afflusso giornaliero c’è il fatto che, ogni giorno, il grande parcheggio A (circa 1500 posti), servito continuativamente da tre navette la mattina e due il pomeriggio, rimane con molti stalli vuoti fino a sera”. “Con l’imminente apertura, poi, del primo lotto del parcheggio B – conclude l’Aoup – il totale dei posti auto disponibili nelle immediate vicinanze dell’ospedale salirà a 2500, sui 4.044 previsti a regime, una volta completato il nuovo ospedale con il trasferimento a Cisanello di tutto il Santa Chiara: questa dotazione, approvata nel masterplan, è stata tarata su numero posti letto, dipendenti, ambulatori, aule didattiche e aree commerciali, nel rispetto delle normative vigenti.”

“A questi si aggiungono i 1200 posti auto gratuiti delle aree limitrofe – sottolinea l’Aoup -. In merito invece al Santa Chiara, si tratta di uno stabilimento ospedaliero storico, inserito in un contesto urbano, a ridosso della Piazza dei Miracoli, che di per sé sconta una carenza di aree di sosta, come tutti i centri storici di tutte le città del mondo. L’unica cosa che si può fare, e che viene fatta per mitigare il disagio, è prevedere delle tariffe agevolate in convenzione con il gestore della mobilità urbana”, conclude l’Aoup.

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