Turismo: in Toscana sarà ‘plastic free’

Al via ‘Toscana plastic free’, protocollo ‘culturale’ siglato tra il Consiglio regionale e Toscana promozione turistica per sensibilizzare cittadini, turisti e imprese sulla riduzione e il riciclo della plastica.

Il progetto prevede campagne di sensibilizzazione e concorsi di idee nelle scuole, un vademecum di ‘buone pratiche’ per un turismo sostenibile in Toscana, il coinvolgimento delle comunità locali nella realizzazione di progetti ispirati al riciclo e all’uso virtuoso della plastica, mostre e creazione di contenuti per i social network. Gli interventi saranno realizzati con un contributo di 300 mila euro, di cui 50 mila destinati alla comunicazione pubblicitaria. ‘Toscana plastic free’ include anche l’istituzione di un tavolo di coordinamento periodico presso la sede del Consiglio regionale, cui parteciperanno la giunta, Toscana promozione, amministratori locali e quanti operano sul territorio nel settore dei servizi ambientali. Il progetto scadrà a novembre 2020. L’intesa è stata presentata dal presidente del consiglio regionale Eugenio Giani, dal direttore di Toscana promozione turistica Francesco Palumbo, cui sarà affidata la gestione del progetto, e da Antonio Mazzeo, consigliere regionale Pd e relatore della legge numero 37 sulla riduzione della plastica.
“Il tema del plastic free da un punto di vista turistico è fondamentale – commenta Palumbo – abbiamo circa 50 milioni di presenze di turisti in Toscana e far sì che questi flussi in alcuni ambiti siano anche sostenibili diventa obbligatorio”.

Rom: Consiglio Regionale approva mozione integrazione

La Giunta della Regione Toscana si impegni a “istituire una cabina di regia regionale sulle politiche di gestione e integrazione delle comunità rom presenti sul territorio toscano, coinvolgendo prefetture e Comuni interessati, perché venga favorita l’inclusione sociale e garantito il rispetto dei doveri, della legalità e della dignità umana, a partire dall’accesso a educazione e istruzione per i minori”.

Lo prevede una mozione approvata a maggioranza dal Consiglio regionale, prima firmataria Alessandra Nardini (Pd), che ha registrato il voto contrario di Lega e Forza Italia. Il testo è stato sottoscritto anche da Andrea Pieroni (Pd), Serena Spinelli (capogruppo Mdp) e Paolo Sarti (Sì Toscana a sinistra).

Secondo Nardini, il problema dovrebbe essere gestito con una serie di soggetti interessati tra cui “il garante per l’infanzia, l’ufficio scolastico regionale e i servizi socio-sanitari, le parti sociali, i soggetti del terzo settore e gli ulteriori soggetti potenzialmente interessati”.
Nardini ha infine ricordato che “la Regione Toscana da sempre si è contraddistinta per aver perseguito un modello di società solidale, nella quale si garantiscono pari dignità, diritti e doveri a tutti i cittadini”.

La mozione, illustrata in aula da Nardini, parte dallo sgombero del campo nomadi di Navacchio, nel comune di Cascina (Pisa), il 17 dicembre 2018, che ha interessato circa 40 rom, di cui 25 minori. “Non mancarono ovviamente le foto gioiose della sindaca leghista Ceccardi sulle macerie, accanto alla ruspa – ha detto Nardini – in una grottesca manifestazione di propaganda sotto le quali rimanevano intatte le criticità”. La decisione di sgombero, si legge nella mozione, non fu concordata con gli enti locali.

La mozione ha stimolato un lungo dibattito in aula. Monica Pecori (Gruppo misto), ha chiesto di sottoscrivere la mozione di cui condivide i valori, mentre non condivide “assolutamente le ruspe e la cultura della ricerca del nemico”. Jacopo Alberti (Lega) ha chiesto innanzitutto come mai la mozione non fosse rinviata in commissione, visto il riferimento nel titolo “alle famiglie e i minori sgomberati dal Comune di Cascina”, ovvero a “una questione prettamente locale e non di interesse regionale”. Per Tommaso Fattori (capogruppo Sì Toscana a sinistra) il testo di riferisce a questioni “relative alla Regione Toscana nel suo insieme”, e quindi “propone una soluzione di tipo generale”. “La mozione è da discutersi in aula e chiedo di poterla firmare”, ha concluso.

La capogruppo della Lega Elisa Montemagni ha detto di poter “essere d’accordo sulla cabina di regia, ma non sulla strumentalizzazione di temi che sono delicati”. A Cascina (Pisa), “ci sono campi che sono stati sgomberati perché ci sono bambini che non possono stare nello sporco”. Per Antonio Mazzeo (Pd) “non si può spostare persone di qualunque genere, colore e razza, da una parte all’altra solo per continuare a fare slogan e campagna elettorale continua”. Serena Spinelli (capogruppo Mdp) ha affermato che “difendere queste popolazioni non porta consenso, è una battaglia che si fa sulla valutazione etica e morale. Ritornare a occuparsi” di questi temi “in maniera non strumentale, ma mettendo al centro i diritti delle persone, è una cosa importante”. Giacomo Giannarelli (capogruppo M5s), ha proposto di togliere il riferimento al caso specifico di Cascina dal titolo della mozione, soluzione accettata da Nardini. La mozione è stata così votata.

“Non ci sono gay in famiglia”, bufera su candidato centrodestra

Pontedera, in provincia di Pisa, polemica sul candidato sindaco del centrodestra, l’indipendente Giuseppe Brini, per una frase pronunciata sabato in occasione della presentazione della sua candidatura: “Vengo da una famiglia normale, ho quattro nipoti e non ci sono gay”, ha detto.

Dichiarazione del candidato del centrodestra, documentata da video postati sui social, che ha spinto il deputato leghista Edoardo Ziello, che ha partecipato alla presentazione della candidatura, a prendere le distanze attraverso una nota. All’iniziativa erano presenti anche il deputato di FdI Giovanni Donzelli e Susanna Ceccardi, commissaria toscana della Lega.

“La frase sui gay pronunciata da Giuseppe Brini, durante il suo discorso di ufficializzazione della candidatura a sindaco – sottolinea Ziello nella nota -, è imbarazzante e non rispecchia in alcun modo il pensiero della Lega, partito inclusivo che guarda al futuro. Per noi ognuno è libero di seguire l’orientamento sessuale che più lo aggrada e questo è testimoniato dal fatto che abbiamo iscritti e simpatizzanti omosessuali”.

Sull’episodio è intervenuto anche il sindaco uscente del Pd, Simone Millozzi che ha sottolineato: “Io penso che Pontedera meriti davvero altre parole ed altri valori”.

Il pd interviene anche a livello regionale con il consigliere Antonio Mazzeo: “Se c’è una cosa non normale è che un candidato sindaco possa anche solo pensare una bestialità del genere. E che Ceccardi e Ziello, presenti accanto a lui, non si siano sentiti in dovere di prendere immediatamente le distanze. Vergognatevi, se sapete cosa significhi. Pontedera merita ben altro rispetto. Un motivo in più per sostenere tutti insieme Matteo Franconi sindaco”.

Anche il M5S entra nella polemica con un comunicato: “Ci sarebbe da ridere ma poiché a pronunciare le infelici parole è stato il camerata candidato sindaco del centro destra, è doveroso insorgere. L’uscita di Brini è stata sconvolgente e l’imbarazzo è emerso palpabile anche sui volti di alcuni astanti. Certamente non su tutti: immaginiamo che per gli esponenti di Casa Pound e Forza Nova le frasi dell’avvocato siano apparse musica, peccato anzi che non abbia continuato la sinfonia a suon di lesbiche, froci, ronde, manganelli, terroni e neri. Apprendiamo dell’imbarazzo di alcuni esponenti del centro destra i quali amano definirsi liberali, che oltre ad essere stati costretti a dover ingoiare il boccone amaro di un candidato indesiderato e calato dall’alto, realizzano oggi quanto sia sconveniente una tale personalità posta al vertice di una così variegata coalizione mentre il giorno stesso della presentazione il deputato Ziello si è sentito in dovere di chiedere scusa e Pontedera Sicura lo ha prontamente smentito un secondo dopo con un fiero: “nessuno scivolone”. Rimandiamo al mittente le scuse di Brini in quanto una simile sortita non è un refuso né un lapsus ma l’inequivocabile esternazione di una determinata cultura dalla quale teniamo a rimarcare la nostra siderale distanza”.

E Sinistra Italiana con le dichiarazioni del segretario nazionale Nicola Fratoianni di Liberi e Uguali: “Che tristezza se a Pontedera prevalessero uomini come il candidato del centrodestra, che con le sue parole di oggi sui gay ha semplicemente rivelato quello che è la destra nel nostro Paese: retrograda, non rispettosa della dignità delle persone, medievale. Insomma, la destra peggiore”.

In serata poi arrivano le scuse ufficiali di Giuseppe Brini: “Mi scuso se le parole che ho utilizzato possono aver offeso la sensibilità di persone che non debbono essere giudicate per la propria inclinazione sessuale. Mi sono espresso male e probabilmente qualcuno si sarà offeso delle mie parole e me ne dispiaccio. Con i fatti, meglio che a parole, dimostrerò che nessuno verrà discriminato con la nostra azione di governo. Le persone che rispettano le regole, di ogni sesso o colore, saranno al centro della nostra azione amministrativa. Le liste che mi sostengono non guardano alle preferenze sessuali, tant’è che sono presenti anche candidati dichiaratamente omosessuali, ma che sono stati scelti soltanto in base alle loro capacità”.

Regione: “Dal governo nessuna comunicazione su Cpr in Toscana”

Federica Fratoni, assessore regionale all’ambiente e difesa del suolo, chiarisce: “ad oggi non è pervenuta alla Regione Toscana alcuna comunicazione in merito alla volontà del Governo di aprire un Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) a Coltano (Pisa)”.

Federica Fratoni ha spiegato che “nel caso in cui dovesse giungere una comunicazione sarà cura della Regione informare e coinvolgere prioritariamente tutti i livelli istituzionalmente interessati”, ma “ad oggi non è pervenuta alla Regione Toscana alcuna comunicazione in merito alla volontà del Governo di aprire un Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) a Coltano (Pisa), né sono pervenute comunicazioni ufficiali circa l’intenzione di aprire un Cpr in altre parti del territorio toscano”.

Per Nardini, Mazzeo e Pieroni “leggendo quanto uscito sulla stampa, e le parole dello stesso sindaco di Pisa Michele Conti, sembrava che il percorso fosse invece già partito. Se così fosse, dunque, il ministero dell’Interno sta agendo in totale e assoluta autonomia ma gli ricordiamo che la legge prevede che il presidente della Regione interessata sia preventivamente avvisato. Ribadiamo dunque non solo tutta la nostra contrarietà al progetto – hanno concluso i consiglieri Dem – ma la necessità assoluta che qualsiasi decisione o ipotesi il governo voglia avanzare debba essere preceduta da un confronto approfondito con la Regione e gli enti locali”.

Gettano liquido, forse candeggina, su volto senegalese

Pisa, due giovani in sella a uno scooter, avrebbero lanciato un liquido non meglio identificato, ma che potrebbe essere stata candeggina, sul volto di un venditore abusivo senegalese, la notte scorsa nel centro storico della città.

Il malcapitato è stato soccorso da alcuni passanti prima di farsi medicare al volto e agli occhi al pronto soccorso dove è stato dimesso con una prognosi di 10 giorni.

Sull’episodio indagano le forze dell’ordine che stanno ricostruendo l’accaduto, dopo alcuni messaggi postati su Facebook, da coloro che hanno prestato aiuto e che hanno lamentato il clima di odio alimentato da certe prese di posizioni politiche.

Secondo le prime ricostruzioni, la vittima dell’aggressione, identificata in ospedale ma non ancora rintracciata, sarebbe un senegalese destinatario di un provvedimento di espulsione perché clandestino.

“Questa Pisa non è casa mia! – ha scritto sul suo profilo Facebook, il Consigliere regionale della Toscana del Partito Democrarico, Antonio Mazzeo – Quando si istiga l’odio e la violenza ci sono imbecilli che si sentono anche in diritto di tirare la candeggina verso un ragazzo di colore. Chi da mesi semina odio oggi almeno chieda scusa!”

Arriva anche il commento del Sindaco di Pisa Michele Conti: “Appena saputo degli episodi di stanotte ho subito contattato le forze di polizia della città per avere informazioni certe e rassicurazioni sull’impegno che stanno mettendo in campo per individuare e consegnare alla giustizia gli autori dei gesti criminali. Combattiamo ogni giorno per una città più sicura e più vivibile, lavorando per tutti i cittadini onesti, senza altre distinzioni di sorta. Gli episodi avvenuti ieri sera, di cui parlano le cronache, sono due distinti: uno verso un cittadino extracomunitario, uno nei confronti di un italiano; sembra di fatto escluso il movente razzista. A questo proposito vorrei rivolgermi ad alcuni esponenti del Pd e delle minoranze che non perdono occasione per far polemica strumentalizzando i fatti a fini propagandistici: la smettano di creare falsi allarmi e diano il proprio contributo collaborando con l’amministrazione e le forze di polizia lavorando seriamente, ognuno con il proprio ruolo, per una città più sicura per tutti”.

Mazzeo (PD): serie di intimidazioni ai miei danni

Con un lungo post sulla sua pagina Facebook il consigliere regionale dem ed ex vicesegretario toscano del Pd, Antonio Mazzeo, ha denunciato “pubblicamente e alle autorità competenti” di essere stato vittima di una serie di “avvertimenti”

“Avrei evitato volentieri – afferma Mazzeo – di scrivere questo post. Ci ho riflettuto tanto ma quando è troppo è troppo e adesso è l’ora di dire basta e denunciare tutto pubblicamente
e alle autorità competenti. Prima il mio profilo facebook hackerato e le pesanti offese ricevute sui social network, poi qualche mese fa il ragazzo che mi ha fermato per strada
dicendomi di smettere di ridere perché sapeva chi ero e dove abitavo. E ancora il furto in macchina (forse per mia disattenzione) di qualche giorno fa e infine, ieri pomeriggio,
la mia auto vandalizzata in piazza della stazione”.
Secondo il consigliere dem “si può sempre credere alle coincidenze, e a singoli atti non correlati di microcriminalità, ma il clima di odio verso gli avversari politici e in
particolare del Pd alimentato in maniera scientifica a livello locale e a livello nazionale lascia molto da pensare: non sarebbe la prima volta che cattivi discepoli di cattivi maestri
mandano messaggi per provare a zittire chi la pensa in maniera diversa”.
“Io non mi faccio intimidire – conclude Mazzeo – e continuerò
in tutte le sedi possibili a portare avanti le mie battaglie a partire da quella per salvare i 18 milioni di euro che erano stati stanziati per la sicurezza di Pisa, per cambiare
radicalmente la zona stazione e debellare degrado e microcriminalità, o quella per rendere obbligatorie le vaccinazioni per potersi iscrivere a scuola. Chi pensa di fermarmi con gli atti intimidatori sbaglia di grosso: è solo uno stimolo a proseguire con ancora più forza il mio lavoro per Pisa e la Toscana contro chi pensa invece di continuare a fomentare
rabbia, odio e paure”.

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