Pitti in presenza a luglio, Nardella “Grazie a Governo”

Pitti Uomo tornerà in presenza col via libera delle fiere dal primo luglio. Le date non sono state ancora comunicate ma la manifestazione fiorentina dedicata alla moda maschile, secondo quanto appreso, è pronta a svolgersi già a luglio.

“Dopo la conferenza stampa del Presidente #Draghi possiamo finalmente annunciare con gioia che Pitti Uomo si potrà svolgere in presenza. Ringraziamo il ministro @luigidimaio per il suo interessamento e garantiamo massimo rigore sui protocolli di sicurezza sanitaria”, il commento del sindaco Dario Nardella affidato a Twitter.
In una nota Antonella Mansi, presidente del Centro di Firenze per la moda italiana e Claudio Marenzi, presidente di Pitti immagine, ringraziano a loro volta il Governo, Nardella e la Regione.
“Il mio primo pensiero e la nostra gratitudine vanno al sindaco di Firenze Dario Nardella – afferma Mansi -, che si è personalmente impegnato presso il Governo affinché la questione fieristica diventasse materia di attenzione prioritaria” “perorando la causa dei saloni di Pitti immagine come emblema e caso concreto della necessità di far ripartire un comparto fondamentale per l’export dell’industria italiana e per l’economia delle città. Ovviamente ringrazio il Governo e in particolare i ministri Di Maio, Speranza e Garavaglia, che hanno dimostrato grande sensibilità. Infine voglio ringraziare la Regione Toscana e in particolare l’assessore Marras, con il quale il Centro e Pitti immagine stanno lavorando da tempo per rilanciare il settore moda regionale e rendere operativi tutti i protocolli di sicurezza necessari allo svolgimento delle nostre manifestazioni”.
Si unisce ai ringraziamenti Marenzi: “Abbiamo sentito una forte e consapevole mobilitazione. Abbiamo adesso una grande responsabilità sulle spalle, ma confidiamo in una risposta positiva da parte delle aziende e dei compratori italiani ed esteri. Da oggi qui a Pitti Immagine intensificheremo ancor di più il lavoro per realizzare la migliore edizione possibile dei nostri saloni. A breve comunicheremo le nuove date”

Rapporto Irpet sul sistema moda toscano

?Si è tenuto a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze, un seminario nel corso del quale è stato presentato un rapporto Irpet nel quale si analizza il sistema moda in Toscana.

I settori analizzati dal rapporto Irpet che comunemente indichiamo come sistema moda: abbigliamento, calzature, accessori; e che in Toscana si sono sviluppati e affermati negli anni del boom economico, hanno maggiormente subito i colpi della globalizzazione e della crisi economica del 2008. Ma anche quelli che hanno saputo resistere e riaffermarsi, soprattutto grazie all’export.

La moda dà lavoro in Toscana a circa 130 mila persone: 115 mila nei settori della moda in senso stretto (tessile, abbigliamento, conceria, calzature, pelletteria, gioielleria), 1800 nella produzione di macchine e 12.800 nel terziario (commercio all’ingrosso e intermediazione). Come dire che il 7,7% dell’occupazione complessiva toscana opera nel settore, una stima per difetto alla quale sfuggono alcune attività connesse: minuteria meccanica, servizi alle imprese, trasporti e commercio al dettaglio. Nell’ambito dell’industria manifatturiera i settori moda coprono quasi il 40% degli addetti e realizzano un valore aggiunto che supera 5,5 miliardi di euro. Nessuna altra regione raggiunge valori così alti: la Toscana è la regione della moda. Un dato di fatto confermato anche dalle esportazioni che nel 2019, si stima, abbiano superato i 15 miliardi, ponendo la Toscana in testa in Italia per l’export, superando in valore assoluto anche la Lombardia. Posizione confermata anche rispetto al peso dell’occupazione nei settori moda, ben superiore a quello delle altre regioni.

La ricerca contiene alcuni dati interessanti che aiutano a costruire un quadro aggiornato e a fare confronti con alcune delle regioni di punta nel settore, come Veneto e Lombardia. Dall’analisi emerge la capacità del sistema toscano di reagire alla globalizzazione ed il suo fondamentale contributo alla ripresa dell’economia regionale post recessione. Il traino alla crescita è arrivato dall’export, quota rilevante del sistema. I settori con le maggiori criticità sono stati quelli più in difficoltà a riposizionarsi sui mercati esteri, come tessile e calzature. Il successo degli ultimi anni, in termini di esportazioni e addetti, è da attribuire alla filiera della pelletteria.

In prospettiva, il recupero di competitività delle produzioni più arretrate e il consolidamento di quelle più dinamiche passa attraverso l’adozione di tecnologie e pratiche gestionali legate al paradigma Industria 4.0. Attualmente le imprese della moda appaiono effettivamente in ritardo rispetto agli altri settori. Una discriminante in tal senso è data dalle dimensioni, con le realtà più grandi caratterizzate da livelli di digitalizzazione comparabili a quelli di aziende di alta tecnologia.

L’economia toscana legata al manifatturiero è fortemente specializzata nelle produzioni del settore moda. Nel 2017 il peso di queste produzioni nell’export ha toccato il 39,1%, quasi il doppio rispetto al Veneto (20,1%) e quattro volte rispetto alla Lombardia (11,9%). Tessile, abbigliamento, pelletteria e calzature costituiscono in termini di valore aggiunto il 5,2% dell’economia regionale ed il 29,5% della sua componente manifatturiera. Il Peso del sistema moda toscano su quello nazionale in termini di valore aggiunto è del 22,1% (Lombardia 23%, Veneto 16,3%). In termini di addetti sul totale nazionale, la Toscana ha il peso maggiore con il 22,8% (Lombardia 19,7%, Veneto 15,5%). Da evidenziare che il peso degli addetti dei settori cuoio e pelletteria in Toscana tocca il 46,3% (Lombardia 9,6%, Veneto 21,5%). Anche in termini di distretti industriali è evidente l’importanza della moda per la Toscana: su 15 totali, 10 sono specializzati nel comparto (in Lombardia 8 su 29, in Veneto 8 su 28). Sistema che trae buona parte dei propri ricavi dalle vendite all’estero, dato che il 47% della produzione regionale è destinata all’export (53,7% Lombardia, 50,7% Veneto). Restando all’export interessante segnalare come questo sia cresciuto a un tasso debole nel periodo 2000-2007 (18,5%) rispetto alle altre due regioni (36,9% Lombardia, 34,2% Veneto); diverso il caso del periodo 2007-2017, dove l’export toscano è cresciuto più rapidamente (27,8%) rispetto a Lombardia (18,5%) e Veneto (22,2%). Nel confronto con Lombardia e Veneto l’andamento dei redditi da lavoro dipendente per ore lavorate è stato meno accentuato. In confronto con gli altri settori economici toscani, e in particolare con la manifattura nel suo insieme, la moda si è mossa in linea con il resto del sistema.

In Italia nel 2016 la moda occupa quasi 500mila addetti, il 13,2% dell’intero settore manifatturiero; poco meno di un quarto (23%) si trovano in Toscana, il 19,7% in Lombardia e il 15,5% in Veneto. In termini di addetti assoluti spiccano abbigliamento, conceria e pelletteria e tessile; forte la concentrazione in Toscana delle lavorazioni del pellame e dei gioielli. Concentrando l’attenzione su due fotografie degli anni Duemila (prima e dopo la grande crisi) la composizione settoriale del sistema moda cambia per effetto della forte contrazione del tessile, nel 2004 primo settore per addetti, e per l’avanzamento, nel 2016, di abbigliamento, conceria e pelletteria, che diventano le specializzazioni maggioritarie, a fronte di un’ulteriore contrazione delle calzature e una stabilizzazione della gioielleria.

La filiera toscana nelle catene globali del valore. La valutazione del ruolo di un settore deve essere fatta anche tenendo conto della posizione che esso occupa nell’intera filiera produttiva, nei suoi rapporti a monte (da chi compra) e a valle (a chi vende) cercando di comprendere quanta parte di tale filiera resta all’interno della regione. Per quanto riguarda gli effetti a monte, per ogni euro di esportazioni della moda toscana, il 58,2% dell’attivazione resta all’interno dell’economia regionale, il 15,4% remunera fattori produttivi delle altre regioni italiane e il 26,4% è distribuito all’estero.

Riguardo alle dimensioni delle imprese del settore, sebbene prevalgano micro e piccole, negli ultimi anni diminuiscono quelle con meno di 9 addetti e crescono quelle di maggiori dimensioni, in particolare nella pelletteria. Molte grandi firme italiane hanno in Toscana sedi di medie e grandi dimensioni. Sono 10 le imprese con più di 250 addetti che complessivamente occupano 5mila addetti (il 5% del totale) mentre 160 sono quelle di medie dimensioni (tra 50 e 249 addetti) che assorbono oltre 14mila addetti. A livello territoriale i distretti della moda sono localizzati nella Valle dell’Arno.

Il rapporto  Irpet è stato realizzato a cura di Natalia Faraoni e Tommaso Ferraresi con il coordinamento di Simone Bertini. Intervengono l’assessore regionale alle attività produttive Stefano Ciuoffo, il direttore di Irpet Stefano Casini Benvenuti, il presidente del CFMI – Centro di Firenze per la Moda Italiana Antonella Mansi, il presidente di Confindustria Toscana Alessio Ranaldo, il presidente di Cna Toscana Andrea Di Benedetto, Moreno Vignolini per Confartigianato e il Professore Rinaldo Rinaldi dell’Università di Firenze.

Gimmy Tranquillo ha intervistato la presidente del CFMI – Centro di Firenze per la Moda Italiana Antonella Mansi:

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2020/01/200117_00_RAPPORTO-IRPET-MODA_CIUOFFO-MANSI.mp3?_=1

Mansi (Confindustria): infrastrutture, “cantieri sono strumenti anticiclici”

I cantieri delle grandi opere italiane “sono strumenti anticiclici, in un periodo in cui l’economia ci sta preoccupando perché il commercio globale è chiaramente rallentato, siamo in una situazione di sostanziale recessione quindi abbiamo bisogno proprio di un’iniezione e di un ‘buster’ che ci possa consentire di avere una spinta ed una marcia in più”. Lo ha detto Antonella Mansi, vicepresidentessa di Confindustria, a margine dell’evento sui rapporti Toscana-Usa in corso oggi a Firenze, parlando con i giornalisti dell’importanza di sbloccare i cantieri.

Parlando poi del via libera allo sviluppo dell’aeroporto di Firenze da parte della Conferenza dei servizi, Mansi ha detto che “è un passaggio che ci da’ fiducia che a questo punto si possa cominciare concretamente a guardare ad una nuova infrastruttura che possa essere all’altezza del bisogno, ma anche all’altezza dei nostri talenti e delle nostre caratteristiche territoriali che sono vocate all’esportazione, all’internazionalizzazione e quindi essere attrattivi e poter usufruire di infrastrutture adeguate è certamente un punto di vantaggio competitivo, ma anche di crescita sociale del territorio”.
Mansi inoltre ha affermato che definire il premier italiano Giuseppe Conte ‘burattino’ durante una seduta al Parlamento europeo “non va bene, noi il senso delle istituzioni ce l’abbiamo e ce l’abbiamo profondo”.
La vicepresidentessa ha aggiunto che “dobbiamo anche abbassare i toni in termini generali e tornare a parlare delle questioni che interessano le persone, e dunque il lavoro principalmente e la crescita economica che poi è la premessa perché il benessere si possa creare e distribuire”.

Aeroporto Firenze: flash mob per sviluppo dello scalo

Oltre 100 persone, tra rappresentanti di categorie, istituzioni e imprese, hanno partecipato oggi a Firenze al flash mob organizzato dal Comitato ‘Sì aeroporto’ in favore della nuova pista dello scalo fiorentino.

L’iniziativa, all’interno del Palazzo dei Congressi, è stata organizzata alla vigilia della conferenza dei servizi, che si riunirà domani a Roma, che potrebbe essere l’ultimo passaggio per il via libera alla nuova pista parallela.
Durante il flash mob, sulla facciata del Palaffari, sono stati appesi due enormi striscioni con scritto ‘Sì aeroporto’.
Tra i presenti: la vicepresidentessa di Confindustria nazionale Antonella Mansi, il presidente della Camera di commercio di Firenze Leonardo Bassilichi, l’eurodeputata e segretaria del Pd toscano Simona Bonafè, e il presidente di Confindustria Firenze Luigi Salvadori, il sindaco di Firenze Dario Nardella, il presidente del Consiglio regionale Eugenio Giani, e il sovrintendente del Maggio musicale Cristiano Chiarot. A partecipare anche le associazioni di categoria, imprenditori del territorio, la Cisl, il vicepresidente della Fiorentina Gino Salica e rappresentanti di Confindustria Toscana.
Queste alcune delle dichiarazioni a margine dell’evento.
 “Dire ‘no’ alla nuova pista per l’aeroporto Vespucci di Firenze significa dire ‘no’ allo sviluppo della città e di tutta la Toscana. Per questo ci aspettiamo che la conferenza dei servizi dia il proprio via libera a quest’opera”. Afferma Simona Bonafè, segretaria regionale del Pd della Toscana.
“I numeri – ha aggiunto – dicono che lo sviluppo di Peretola sta andando avanti con quello del Galilei di Pisa. Chi punta tutto sulla decrescita infelice o su guerre di campanile non vuole aiutare la crescita produttiva e occupazionale della nostra regione ma solo coltivare il proprio bacino elettorale a danno di tutti i toscani.”
“Se domani alla conferenza dei servizi sul masterplan dell’aeroporto di Firenze non verrà fuori un netto sì alla nuova pista, o se peggio ancora venisse rinviato tutto o emergesse una contrarietà, allora tutta Firenze dovrebbe prepararsi a far sentire la propria voce”. Così il deputato fiorentino Gabriele Toccafondi in vista della conferenza dei servizi domani a Roma.
“Ci sarà da scendere in piazza per far ascoltare chi non vuole sentirci – conclude Toccafondi in una nota – e pensa di bloccare lo sviluppo di Firenze e della Toscana dopo anni e anni di lavoro, studi e progetti condivisi.”
“Domani si chiude una procedura, speriamo bene: tutte le caratteristiche tecniche ci dicono che dovrebbe andare bene”, ma in caso di risposta negativa la “nostra paura” è che “si tratti di una strumentalizzazione politica”. L’intervento del presidente della Camera di commercio di Firenze Leonardo Bassilichi, il quale aggiunge: “voler ricondurre tutto all’élite” che vorrebbe la nuova pista dell’aeroporto per interessi personali “è una stupidaggine incredibile”, lo scalo, conclude Bassilichi, “assorbe un terzo della disoccupazione dell’area metropolitana fiorentina per effetto diretto e indiretto.”
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