🎧 Marche: la macchina della solidarietà toscana a sostegno della popolazione e del territorio

Marche – E’ operativa  la colonna mobile della Protezione civile regionale della Toscana con 50 volontari, idrovore, scavatrici, moduli per la pulizia del fango e squadre di motoseghisti.  La sala operativa regionale sta coordinando l’intervento. Ascolta l’ntervista a Davide Costa, responsabile nucleo documentaristico Anpas Toscana.

“Non si arrendono i marchigiani. E non si piangono addosso. Mai. Magari si arrabbiano, urlano, tirano due moccoli. Ma poi prendono in mano la situazione e ripartono.
Anche quando l’acqua ti ha portato via i ricordi di una vita o, come in questo allevamento, settecento maiali. Un patrimonio sparito in due minuti.
Arrendersi? Mai. Lo dicono e lo dimostrano. Come quella bambina di 7-8 anni che fruga con occhi attenti tra i mucchi di masserizie alluvionati davanti a casa finché non trova quella bambola. E se la riprende, tutta motosa, con gioia e orgoglio”, scrive in un post sul suo profilo Fb lo stesso Costa.

“In questo momento tutte le persone che vivono nei territori colpiti dall’alluvione possono essere considerate vittime di quello che è successo. Lo è, ovviamente, chi è morto, lo è chi ha perso una persona cara ma lo è anche chi ha vissuto il trauma di essere trascinato dall’acqua o di essere bloccato in macchina. È vittima chi è stato salvato ma anche chi ha salvato perché può vivere un possibile crollo emotivo”. Aquilino Calce, consigliere dell’Ordine degli psicologi delle Marche con delega all’emergenza, racconta alla Dire la realtà che sta vivendo chi si trova nel territorio di Senigallia.

“In questo momento le persone vivono una fase acuta di stress e ansia. Da una parte c’è la paura vissuta nel momento dell’alluvione, dall’altra la rabbia e la frustrazione. C’è chi ha dovuto lasciare casa, chi ha perso tutto”. Per questo le associazioni dell’emergenza operanti sul territorio, tra cui l’Ordine degli piscologi, si sono subito attivate, coordinate dalla Protezione civile “per effettuare un’opera di contenimento emotivo- spiega Calce- perché in questi casi è importante intervenire subito e offrire supporto psicologico onde evitare che si possano sviluppare poi successivamente problematiche legata all’ansia o disturbi post traumatici da stress”.

“Oltre che nei ritrovi dove ci sono gli sfollati, molti colleghi stanno andando in giro per i territori raggiungendo le varie zone colpite dall’alluvione per ascoltare quali siano le necessità delle persone- spiega Calce- si lavora facendo una valutazione, un’analisi dei bisogni e un’opera di contenimento emotivo. Come Ordine poi- continua- stiamo prendendo contatti con le varie istituzioni e con il tavolo coordinamento dell’emergenza in modo da poter fare da raccordo per il nostro ruolo ma anche per rendere visibile alle persone quello che le associazioni stanno facendo sul territorio così che possano sapere facilmente e velocemente a chi rivolgersi in caso di necessità. Oltre agli interventi nell’immediato, infatti, è necessario un lavoro di valutazione e assestment successivo in modo da fornire il supporto di cui c’è bisogno anche nei giorni successivi all’emergenza”, sottolinea Calce. Non solo. Dal canto suo l’Ordine sta operando anche per aiutare gli stessi psicologi che si trovano in difficoltà. “Abbiamo attivato un censimento rivolto ai colleghi che sono rimasti gravemente danneggiati dall’alluvione, per capire bene quanti siano e quali danni abbiamo subito- spiega la presidente dell’Ordine, Katia Marilungo- come successo nel 2014, infatti, molti hanno avuto danni ai loro studi e non possono lavorare. Salvaguardare la loro possibilità di lavoro e pensare a una serie di iniziative da portare avanti sul territorio di Senigallia, come abbiamo fatto 8 anni fa, per far capire alle persone che ci siamo e possiamo offrire il nostro aiuto, sono i due fronti su cui ci stiamo muovendo, oltre al supporto nell’emergenza”, conclude Marilungo.

Anpas: “Maltempo a Stabbia, i residenti prendono a male parole i volontari”

Firenze, l’Anpas Toscana, che riunisce le Pubbliche assistenze, denuncia con un comunicato che suoi volontari sono stati presi a male parole durante gli interventi di soccorso per il maltempo di Ferragosto a Stabbia, località vicino a Empoli.

È comprensibile la rabbia per i danni subiti, ma sfogarsi contro il volontariato non è accettabile”, sottolinea Anpas riportando alcune frasi subite dai volontari tipo “Se siete venuti qui per parlare al telefonino potete anche andarvene”, “avete attrezzature del 1500, e pensare che paghiamo le tasse per mandarvi in giro”, “Non sapete neanche quello che state facendo”. I volontari della protezione civile sono intervenuti in piena notte a Stabbia, frazione di Cerreto Guidi incontrando i residenti che “si sono sfogati inveendo nei loro confronti”.

C’erano molti ‘veterani’ di maxi-emergenze, spiega Anpas, “volontari che hanno donato il tempo libero e prestato servizio nei campi di accoglienza dei senza tetto all’Aquila, ad Amatrice, o hanno spalato il fango nell’alluvione di Livorno. C’erano anche volontari che erano già intervenuti anni fa sempre a Stabbia, quando una tromba d’aria scoperchiò i tetti in eternit di quasi tutti i capannoni della zona industriale seminando la sostanza tossica a frammenti in mezzo alle strade”.

“Comprendiamo le difficoltà dei residenti di Stabbia – ha detto il responsabile della protezione civile di Anpas Toscana, Roberto Poggiani – sappiamo i danni e gli allagamenti di quel territorio. Sono stato informato dai nostri volontari presenti sul posto di quello che è accaduto. Sfogarsi contro i volontari però non è accettabile. E neanche lo sfottò a chi viene ad aiutare. Con le attrezzature che le associazioni hanno acquisito senza chiedere soldi ai contribuenti, ma per aiutarli in maniera disinteressata. L’intervento di protezione civile avviene con modalità che prevedono un piano preciso e tempi di intervento predefiniti. Le squadre lavorano col coordinamento delle istituzioni. E non su richieste estemporanee dei cittadini. Come è successo ieri, e come succederà oggi e domani”.

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