Studentesse morte in Catalogna, Renzi: “scandalo giustizia spagnola, Conte agisca”

La morte di 7 ragazze italiane tre anni fa in un incidente stradale in Spagna, a Tarragona, “non é causato dal destino cinico e baro, ma é una clamorosa e scandalosa vicenda giudiziaria con le istituzioni spagnole principali responsabili”. Così Matteo Renzi in conferenza stampa alla Camera sulla tragedia del marzo 2016, quando era premier, presenti i parenti di alcune vittime.

“Hanno fatto i furbi una prima volta archiviando a sorpresa, poi la seconda, ora vogliono mettere a tacere lo scandalo giudiziario – ha aggiunto Matteo Renzi -. Lo dico come ex presidente del Consiglio : pur con la discutibile normativa spagnola, c’è un costante ”abbuiamento” – lo dico alla fiorentina – del caso sulla stampa spagnola. La verità la si deve alle famiglie”.

“Di risposte burocratiche di un sottosegretario non sappiamo cosa farcene – così Renzi sull’esito dell’interrogazione della deputata Pd Maria Elena Boschi -, il governo Conte ci dica cosa intende fare. I presidenti delle Camere ricevano le famiglie delle ragazze (alcune delle quali oggi alla Camera, ndr) se lo desiderano, il ministro degli Esteri dia un segnale di vita”.

Alla domanda se abbia parlato del caso con il premier spagnolo Pedro Sanchez, collega nel Partito socialista europeo (Pse), Renzi ha risposto: “Quando volevano archiviare l’inchiesta chiamammo Rajoy (premier di centrodestra, ndr), finché sono stato premier me ne sono occupato, ora mai mi permetterei di scavalcare il presidente del Consiglio italiano, ma lo richiamo alle sue responsabilità. Spero Conte voglia parlare con Sanchez. Le pressioni formali e informali le abbiamo fatte e le faremo”.

Tre anni fa nell’incidente morirono anche altre 7 ragazze di alti Paesi europei. In conferenza stampa oltre a Boschi tra il pubblico l’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando, deputato Pd, e l’ex tesoriere del partito Francesco Bonifazi, senatore.

Per Maria Elena Boschi, ministro all’epoca dei fatti, “il processo ha molti lati oscuri e ci sono già stati tre tentativi di archiviazione. Ora rimangono pochi mesi per arrivare a una sentenza”.

“La prima archiviazione c’é stata senza interrogare l’autista del pullman, la seconda solo con una dichiarazione spontanea dello stesso autista, che ha smentito il colpo di sonno di cui aveva parlato alla polizia e ha parlato di asfalto bagnato – ha detto Gabriele Maestrini, il padre di Elena, una delle vittime -. Sarebbero state condotte così le indagini se fosse morta una cittadina spagnola? Un giudice può ora decidere se archiviare ancora o dare il via al processo. Sono amareggiato di non aver potuto incontrare l’ambasciatore spagnolo e di non aver ricevuto risposta a una lettera ai reali spagnoli. Sono anche deluso che la magistratura italiana non abbia aperto un’inchiesta parallela. Ora il governo italiano abbia una partecipazione più attiva e incisiva sul caso. Noi valutiamo un esposto alla procura generale della Repubblica”.

Orlando: Pd-M5S? Non è un argomento dell’oggi

Lo ha detto il ministro della Giustizia Andrea Orlando parlando con i cronisti a margine di una iniziativa della minoranza Pd a Firenze

Una convergenza Pd-M5S per formare un governo “non mi sembra che sia un argomento dell’oggi: nel senso che mi sembra che oggi il M5S stia alacremente lavorando per costruire un asse con la destra, ed è una cosa sulla quale è giusto che anche i molti elettori di centrosinistra che hanno votato per il M5S riflettano”. Lo ha detto il ministro della Giustizia Andrea Orlando parlando con i cronisti a margine di una iniziativa della minoranza Pd a Firenze. “I loro voti, dati spesso anche come elemento di critica al centrosinistra e al Pd, oggi saranno utilizzati per costruire un rapporto con Salvini”, ha aggiunto. Nel quadro attuale, in cui, ha ribadito il ministro, “stiamo soprattutto assistendo a un tentativo di convergenza fra Lega e M5s, è evidente che noi non siamo interessati, e non possiamo esserlo in alcun modo”.

“Non commento le sentenze della magistratura” ha poi detto  Orlando rispondendo alle domande dei cronisti sulla sentenza al processo a Palermo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia. A chi gli chiedeva di eventuali effetti della sentenza sulla formazione del governo, Orlando ha detto: “Commenterei indirettamente la sentenza”.

Orlando è intervenuto anche sulla dialettica interna al Partio Democratico.  ‘Il Pd non riesce ad imboccare la strada per una discussione che era gia’ urgente il giorno dopo del voto ed ora diventa drammaticamente urgente. Tutti i modi in cui ci si puo’ confrontare dentro e fuori il partito sono utili: compresa l’ipotesi di un congresso’.  ha detto il ministro della Giustizia. ‘Io credo che non bisogna avere paura di discutere, di riflettere, di trarre tutte le conseguenze dai messaggi che sono arrivati dal voto – ha aggiunto -, dobbiamo trovare le sedi ed i modi per allargare il piu’ possibile la discussione. L’importante e’ che questa discussione non la facciamo soltanto con quelli che sono rimasti ma riusciamo a farla anche con quelli che se ne
sono andati. Non mi riferisco alle sigle politiche, mi riferisco ai milioni di elettori’. Rispondendo a una domanda sull’annuncio da parte di Matteo Renzi della nuova edizione della Leopolda a ottobre, Orlando ha risposto che ‘non e’ un tema che, onestamente, mi appassioni molto’.

Meloni (Fdi): A Livorno è stata un’aggressione

Giorgia Meloni, la candidata premier per Fdi, riguardo i fatti avvenuti ieri, ha dichiarato: “A Livorno ci hanno aggrediti, ma i giornali non lo dicono. Quella è stata una aggressione, ma non si può dire perché l’aggredito è di destra”. Orlando (Pd): “Condanno gli atti di ostilità”.

La Meloni ha affermato: “Ero stata invitata a Livorno dai commercianti e ho trovato un folto gruppo di ubriaconi dei centri sociali che non hanno contestato ma hanno tentato di aggredirci. Sono i centri sociali, hanno tutti nome e cognome e sanno tutti chi sono e dove stanno. E’ stata una aggressione ma non si può dire perchè l’aggredito era di destra. Se a ricevere l’aggressione era uno di sinistra da parte di qualcuno di destra, poco dopo avremmo avuto i Caschi blu dell’Onu per strada”, conclude.

Il ministro della Giustizia Andrea Orlando, ha detto, mentre era ospite alla trasmissione Agorà: “Condanno gli atti di ostilità nei confronti di Giorgia Meloni e di chiunque manifesta il proprio pensiero”.

Niccolò Ciatti, Nardella scrive a governo: sia fatta giustizia

Il sindaco di Firenze: “oggi stesso manderò una lettera al ministro della Giustizia Orlando  e al ministro degli Esteri Alfano perché i responsabili della morte di Niccolò siano assicurati alla giustizia”.

“Oggi stesso manderò una lettera al ministro della Giustizia Orlando e al ministro degli Esteri Alfano perché i responsabili” della morte di Niccolò Ciatti, il 22enne fiorentino picchiato a morte da tre giovani ceceni lo scorso 11 agosto a Lloret do Mar in Catalogna fuori da una discoteca “siano assicurati alla giustizia”. Lo ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella, alla cerimonia di scoprimento di una targa per ricordare il ragazzo ucciso, proprio di fronte al banco del mercato centrale dove lavorava.

“Chi sbaglia paga – ha proseguito il sindaco – La vita non è uno scherzo e non ci deve essere solo Firenze accanto alla famiglia di Niccolò, ma tutto il Paese. Fino a quando non verrà fatta giustizia per quello che è successo ci ritroveremo sempre tutti insieme: oggi al mercato, domani allo stadio, dopodomani in una piazza; sempre insieme, fino a che non verrà fatta giustizia”. “In ricordo di Niccolò Ciatti, come la freccia, tuo simbolo di amicizia, sei passato accanto a noi con amore e gioia, con semplicità sei entrato nei nostri cuori e vi rimarrai per sempre”, è la scritta sulla targa scoperta in suo nome. Una folla commossa da decine e decine di persone ha partecipato alla cerimonia; tra queste, oltre ai familiari del giovane ed alla fidanzata Ilaria, anche Giancarlo Antognoni, club manager della Fiorentina, la squadra del cuore di Niccolò. “Siamo tutti vicini ai suoi familiari – ha detto Antognoni – la loro battaglia è giusta. Non si può rovinare una famiglia per colpa dei delinquenti che ci sono in giro”.

 “Tra un po’ dovremo andare in Spagna, perché le indagini sono state prolungate di ulteriori dodici mesi. Dal 20 di marzo ci saranno ulteriori testimonianze: chiaramente saranno vagliate anche quelle che abbiamo trovato noi e siamo più che convinti che tutti” i tre ceceni indagati dalle autorità spagnole per l’aggressione di Niccolò “dovrebbero essere in carcere, assieme all’altro, perché hanno partecipato attivamente a questo massacro”. Lo ha detto Luigi Ciatti, il padre del giovane picchiato a morte fuori da una discoteca di Lloret do mar in Catalogna nello scorso agosto, parlando con i giornalisti a margine dello scoprimento della  targa . I tre giovani sono indagati nella vicenda costata la vita al 22enne fiorentino, ma solo uno, ritenuto l’autore del colpo fatale, è recluso. “Non è giusto permettere che queste persone possano aggirarsi intorno a noi, libere; hanno sbagliato e devono pagare – ha proseguito Ciatti – Noi non cerchiamo vendetta, assolutamente. Vogliamo una giustizia che funzioni e che faccia capire che chi sbaglia paga. Avere giustizia è il minimo che possiamo fare per Niccolò. Aspetteremo, ma ci arriveremo”. E a chi gli ha chiesto se abbia sentito la vicinanza delle istituzioni alla sua famiglia nella battaglia per ottenere giustizia, il padre di Niccolò ha risposto di sì: “Sono riuscito a parlare con tutti: sia le autorità locali, il sindaco di Scandicci e quello di Firenze, sia vari ministri, come Orlando, ed anche la vicepresidente del Senato Di Giorgi e Maurizio Gasparri”, ha detto. “Quello che è accaduto riguarda l’Italia – ha proseguito – perché è capitato al mio Niccolò, ma potrebbe capitare a qualunque altro cittadino italiano all’estero. Il sostegno io l’ho avuto: mi auguro che questo serva affinchè si riesca ad avere un processo nei tempi più brevi e rapidi possibili”.

Giustizia: sciopero di 1 mese dei giudici di pace

Partirà lunedì 8 gennaio, lo sciopero dei giudici di pace per contestare la riforma voluta dal Ministro Andrea Orlando. Verranno garantiti solo gli atti indifferibili e urgenti, nonché la tenuta di un’udienza a settimana.

L’unione Nazionale Giudici di pace scrive in una nota: “Abbiamo deciso di impugnare dinanzi al TAR Lazio tutte le disposizioni attuative dell’incostituzionale riforma del Ministro Orlando, a partire dalla circolare che vieta i trasferimenti e dagli imminenti bandi di concorso per le nomine di nuovi magistrati di pace ed onorari. Il Ministro Orlando sta portando avanti una riforma che segnerà il de prufundis della giustizia in Italia e lo contrasteremo con tutti gli strumenti consentiti dalla legge”.

I giudici di pace ed i magistrati onorari – fa presente l’Unione nazionale giudici di pace- “già oggi trattano il 50% dei processi civili e penali di primo grado; non è pensabile, a fronte di un aumento futuro dei carichi di lavoro sino all’80% del contenzioso ed a parità di dotazioni organiche, che l’attuale rapporto a tempo pieno dei giudici di pace e dei magistrati onorari di tribunali e procure possa essere trasformato in un rapporto part-time; ciò determinerebbe un crollo della produttività ed efficienza degli uffici giudiziari, i cui disservizi già oggi costano al Paese mezzo miliardo di euro l’anno per risarcimenti dovuti alla lentezza dei processi”.

“Il Ministro Orlando è venuto meno a tutti gli impegni assunti, anche con dichiarazioni pubbliche ed in Parlamento. Quanto meno in questo scorcio di mandato il Governo apporti con decreto legislativo quei correttivi minimi alla riforma -conclude la nota – richiesti dal CSM e dalle Commissioni parlamentari, ponendo gli oneri previdenziali a carico del Ministero, come già previsto dalla legge di bilancio, e regolamentando i trasferimenti e la responsabilità disciplinare dei magistrati onorari”.

Orlando: “Lasciare porta aperta per alleanza con LeU”

?Il ministro della Giustizia Orlando, oggi a Firenze per il rapporto annuale sulla corruzione, commenta i sondaggi che danno il Pd in caduta libera: “Preoccupato? Mi preoccupa di più per ascesa delle destre”

“Io spero che fino all’ultimo momento si tenga la porta aperta”, con Mdp e Leu, “e sono per tenere la porta aperta”. Lo ha detto il ministro della Giustizia Andrea Orlando parlando con i giornalisti che gli chiedevano se fosse ancora possibile un’alleanza tra Pd e Liberi e uguali (Leu). Il Ministro è intervenuto oggi a Firenze, nella sede della Regione Toscana governata da Enrico Rossi (Mdp), a margine della presentazione del primo Rapporto annuale sui fenomeni corruttivi e di criminalità organizzata in Toscana.

E quella tra Grasso e D’Alema sulla leadership “è una querelle che mi appassiona abbastanza poco. Quello che mi interessa è se si mantiene una prospettiva unitaria oppure no. Chi, poi, in un partito comanda è una vicenda di quel partito, e non è un elemento su cui noi dobbiamo fare della speculazione”. Continua così il ministro della Giustizia rispondendo a chi gli chiedeva se ‘Grasso riuscirà a mantenere indipendenza, o sarà succube di D’Alema’ nella guida di Liberi e uguali.

Invece sull’eventualità di avere un colloquio ‘politico’ con il governatore Enrico Rossi , Orlando aggiunge che “non era previsto, ma sicuramente non considero Rossi un avversario politico. O, come dire, non riesco ancora a considerarlo un avversario politico. Quindi, sicuramente sono interessato a capire cosa sta succedendo in quell’ambito, che credo non dovrebbe essere bersaglio della nostra campagna elettorale”.

“Non sono preoccupato dai sondaggi, sono preoccupato perché credo che sia importante di fronte a una destra così pericolosa mettere in campo una proposta politica, tanto più se non si consolida la coalizione. Il Pd deve provare da solo a rivolgersi a settori popolari, a chi ha sofferto di più la crisi nel corso di questi anni, e deve farlo accentuando alcune politiche, sul contrasto alla povertà, anche rivedendo alcuni passaggi, e facendo anche una valutazione ponderata su cosa ha funzionato e su cosa non ha funzionato nel Jobs Act, affrontando il tema della redistribuzione del reddito, e facendo del tema della lotta alla diseguaglianza la questione centrale della prossima campagna elettorale”. Ha infine concluso il ministro negando quindi preoccupazione per il Pd alla luce dei più recenti sondaggi, con l’avvicinarsi della campagna elettorale.

Gimmy Tranquillo ha intervistato il ministro Andrea Orlando:

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