🎧 La pelletteria toscana rischia una nuova crisi con lo scoppio del conflitto in Ucraina

Nel 2021 la pelletteria toscana è cresciuta del 32,5%, esportati beni per 5 miliardi di euro, ma per Assopellettieri serve prudenza. A causa all’attuale incertezza internazionale il rischio è la perdita di competitività rispetto ai colleghi europei ed extrauropei.

Il sistema della pelletteria della Toscana prova a recuperare il terreno perso a cusa della pandemia, ma la crisi in Ucraina rischia di far saltare il banco. Se l’anno appena trascorso, infatti, ha visto una forte ripresa del commercio, il 2022, rischia di essere peggiore rispetto anche al 2020, a causa proprio della guerra scoppiata in Ucraina. I dati presentati stamani da Assopellettieri indicano un incremento nel 2021 del 32,5% rispetto al 2020. Buoni numeri che ancora non raggiungono, però, quelli del 2019, da cui la separa ancora un gap del 7,1%.

La Toscana è comunque la prima regione italiana per le esportazioni del settore con un + 10,9%, con il Veneto la seconda regione che si ferma al 4%. Nel 2021 sono stati esportati 5 miliardi di euro contro i 3,8 del 2020 e i 5,4 del 2019. La parte del leone la fa Firenze che, con oltre 4,2 miliardi di beni esportati, segna un +42,3% sul 2020 e riduce al -4,8% il distacco con il 2019. Il capoluogo toscano, da solo, rappresenta un terzo dell’export nazionale di settore.

La pelletteria toscana, uno dei motori trainanti dell’export, è un settore fatto di manodopera specializzata e di materie prime provenienti dall’Ucraina e da altri paesi dell’Est. Per questo ci si prepara ad una “tempesta perfetta”, come affermato da Andrea Calistri.

L’intervista ad Andrea Calistri, vicepresidente di Assopellettieri, a cura di Lorenzo Braccini, è disponibile in podcast.

Sono 17mila le famiglie toscane coinvolte nella lavorazione del cuoio e delle pelli. La Toscana esporta 20,9 milioni di euro (2021), di cui 18,3 verso la Russia. Il conflitto esploso alla fine di febbraio porterà ad un rincaro del costo della produzione, tra la chimica e l’energia necessaria per produrre le pelli. Ricordiamo che la filiera pelle copre il 16,3% dell’export manifatturiero toscano e rappresenta il primo macrosettore di attività regionale per export.

“Stiamo vivendo una situazione grave e instabile, che mette ulteriormente a dura prova l’economia dopo i due anni deifficilissimi della pandemia – afferma Leonardo Marras, assessore all’economia della Toscana -. I dati sull’export ci dicono che i numeri stanno tornando a crescere, che nle mondo c’è tanta voglia di prodotti italiani, simbolo di qualità e bellezza, ma di fronte all’attuale incretezza internazionale non possiamo abbassare la guardia.”

 

🎧 Assopellettieri: “Serve pazienza, tra un anno avremo una ripresa galoppante”

Firenze, si è tenuta nel Salone di Cinquecento di Palazzo Vecchio la seconda edizione degli Stati Generali della Pelletteria Italiana, un convegno fortemente voluto e organizzato da Assopellettieri, ‘associazione nazionale che rappresenta le imprese di pelletteria, dai brand del lusso alle piccole e medie imprese.

“La Toscana rappresenta il 60% della pelletteria italiana, ovviamente ha avuto la stessa terribile performance della pelletteria italiana: nel 2020 abbiamo perso il 35%, in alcuni casi anche il 40% del fatturato. Nei primi mesi del 2021 la situazione si sta stabilizzando e alcune filiere di alcuni grandi brand che avevano meno disponibilità di magazzino hanno ricominciato a produrre”. Lo ha detto il vicepresidente di Assopellettieri con delega al distretto toscano, Andrea Calistri.

“Siamo in una fase in cui dobbiamo chiedere a tutti gli attori di avere pazienza di attendere ancora qualche mese – ha aggiunto – perché la situazione è delicata ci sono aziende che sono vicine a non farcela, ma la ripresa è a due passi. Quindi il tema per noi è non perdere alcun pezzo, è una scommessa molto difficile su cui il dialogo sarà con tutti. Siamo certi che tra un anno avremo una ripresa galoppante quindi ora non dobbiamo perdere competenze”.

“La pelletteria è uno dei reparti che ha tenuto meglio” durante la pandemia “perché vive per l’85% di esportazioni che hanno avuto, durante il secondo Governo Conte, una deroga alle chiusure e soprattutto hanno avuto una grossa fetta di aiuti grazie al patto per l’export che abbiamo sviluppato in Farnesina, per oltre 6 miliardi di euro. Ha tenuto bene, è un comparto molto resiliente perché di altissima qualità tecnologica, innovativa ed è parte fondante del brand made in Italy, quindi è riuscito a reggere”. Ha detto Manlio Di Stefano, sottosegretario al ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, agli Stati Generali della Pelletteria Italiana in corso a Firenze. “Come tutti gli altri settori la pelletteria ha subito una flessione – ha aggiunto Di Stefano – ma è incredibile come i dati dell’export italiano del 2021 siano superiori persino al 2019: abbiamo chiuso il primo quadrimestre 2021 con 6 miliardi in più dello stesso quadrimestre del 2019, quindi la prospettiva futura è eccellente”.

In podcast l’intervista a Manlio Di Stefano Sottosegretario al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, a cura di Gimmy Tranquillo

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