Affettività in carcere, Corleone, ‘sentenza rivoluzionaria, fa cadere tabù’

‘Ora si approvi proposta di legge 1566 a prima firma Magi’ dice il coordinatore dei Garanti dei Detenuti. Con la sentenza n. 10 del 2024 depositata oggi, La Corte costituzionale, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 18 dell’ordinamento penitenziario, nella parte in cui «non prevede che la persona detenuta possa essere ammessa a svolgere i colloqui con il coniuge, la parte dell’unione civile o la persona con lei stabilmente convivente, senza il controllo a vista del personale di custodia, quando, tenuto conto del suo comportamento in carcere, non ostino ragioni di sicurezza o esigenze di mantenimento dell’ordine e della disciplina, né, riguardo all’imputato, ragioni giudiziarie».

“E’ una rivincita per noi e per Alessandro Margara che nel 2000 aveva inserito nel regolamento penitenziario questo diritto, poi cancellato dal Consiglio di Stato. Una sentenza che si potrebbe definire rivoluzionaria, perché fa cadere un tabù che durava da troppo tempo”. Così, in una nota, Franco Corleone, presidente del Comitato scientifico della Società della Ragione, ex sottosegretario alla Giustizia e già garante dei detenuti della Toscana, commenta la sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 18 dell’ordinamento penitenziario nella parte che riguarda il diritto all’affettività. , precisa Corleone che all’epoca era sottosegretario con delega al carcere.

“Dobbiamo ringraziare il giudice Fabio Gianfilippi che ha consentito alla Corte di esprimere una sentenza coraggiosa – ha aggiunto -. Non ci sono dilazioni, il diritto è immediatamente esigibile. Compito di Governo, Parlamento, amministrazione penitenziaria e magistratura è ora di dare attuazione all’indirizzo della Corte”. P

Per Corleone “saggezza vorrebbe che la proposta di legge 1566, elaborata dalla Società della Ragione e a prima firma dell’on.Magi, sia immediatamente discussa e approvata”. Secondo Sarah Grieco, segretaria della Società della Ragione, “è una grande vittoria per noi che dicembre scorso abbiamo promosso un appello, sottoscritto da oltre 200 fra giuristi e personalità della società civile. Così – conclude Grieco – finalmente il nostro paese si allinea alla stragrande maggioranza degli ordinamenti europei che garantiscono il diritto delle persone detenute in carcere  a coltivare gli affetti, che sono parte fondamentale del percorso di reinserimento nella società”.

Giustizia e carcere, un libro nel nome di Alessandro Margara

Presentato oggi a palazzo del Pegaso, il volume che raccoglie la discussione nata sull’uso populistico della giustizia penale e del carcere con il garante regionale dei detenuti, Corrado Marcetti, Saverio Migliori, Emilio Santoro e Grazia Zuffa.

giustiziaNel terzo anniversario della scomparsa di Alessandro Margara, presentato oggi il libro che raccoglie la discussione nata sull’uso populistico della giustizia penale e del carcere, come armi contro i nemici sociali, avvenuta durante il convegno “Carcere e Giustizia ripartire dalla Costituzione rileggendo Alessandro Margara” (8 e 9 febbraio 2019).

“Meno Stato e più galera”, così si esprimeva Margara qualche anno fa e seguendo il suo pensiero sono state due le questioni messe al centro del dibattito: l’intreccio tra penale e politica, il significato che la giustizia e il carcere hanno assunto nel senso comune. Gli autori dei saggi sono: Luigi Ferrajoli, Maria Luisa Boccia, Tamar Pitch, Lucia Castellano, Andrea Pugiotto, Stefano Anastasia, Giovanni Salvi, Patrizio Gonnella. Previsto un loro intervento.

Nel volume sono, infine, pubblicate le conclusioni dei laboratori tematici che hanno preparato l’incontro di febbraio: “Città e sicurezza”, “opg e rems”, “41bis ed ergastolo”, “droghe e carcere”, “gli spazi della pena”, “giustizia di comunità”, “immigrazione e sicurezza”, “donne e carcere”.

“C’è un pericoloso scivolamento dallo stato di diritto allo stato di polizia” ha detto in occasione della presentazione del volume che si è svolta questa mattina nella Sala dei Gigli in palazzo Bastogi a Firenze,  il garante dei Detenuti  della regione Toscana Franco Corleone ai microfoni di Domenico Guarino.

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