Firenze promuove il turismo sostenibile con Airbnb: lanciata la collaborazione

E’ partita ufficialmente la campagna Airbnb in collaborazione con il Comune di Firenze e Feel Florence per la promozione di un turismo sostenibile e di qualità. L’iniziativa si articola in tre parti: informazione, formazione e comunicazione.

La chiave della campagna saranno le esperienze e la sharing economy: una modalità unica e autentica per esplorare le città.  Da alcuni giorni è online sul sito di Airbnb una pagina dedicata (www.airbnb.it/esperienzeresponsabili-firenze) per mettere in evidenza le procedure e le normative da rispettare per offrire un’esperienza responsabile a Firenze, ma anche le informazioni per l’host che già aveva inserito una propria offerta. La pagina verrà promossa attraverso una campagna di informazione presso gli host.

Sul lato della formazione, Airbnb si impegna a organizzare un incontro online per gli operatori turistici professionali della città di Firenze per illustrare le opportunità rappresentate dalle ‘Esperienze Airbnb’. Non appena sarà raggiunto il numero minimo di dieci esperienze online, a cura di operatori fiorentini partecipanti all’evento di formazione, Airbnb si impegna a creare una ulteriore pagina ad hoc all’interno del sito Airbnb dedicata all’iniziativa.

Attraverso iniziative come questa, verrà posta l’attenzione su quel tipo di economia che prevede un rapporto di vicinanza e fiducia tra persone di scambio reciproco e di attenzione al dettaglio e cura del servizio.

“Se finora Airbnb non prevedeva per i tour operator un ruolo particolare in piattaforma – ha sottolineato l’assessore Cecilia Del Re -, grazie a questo accordo segniamo una importante svolta nel settore della sharing economy. Il settore del turismo esperienziale, rispetto al quale Airbnb ha svolto un ruolo pionieristico, con questo accordo va a integrarsi con il mondo degli operatori professionali all’insegna non solo della qualità dell’offerta a favore dell’utente/viaggiatore ma anche della tutela del lavoro, dell’impresa e della concorrenza”.

“Questo accordo – ha aggiunto Giacomo Trovato, country manager di Aibnb – va nella direzione di una ripartenza sostenibile del turismo, cercando di alzare ulteriormente l’asticella della qualità”.

Come evitare le truffe su Airbnb

In vista dell’estate e della ripresa del turismo sul larga scala,  Polizia Postale e Airbnb hanno diffuso un vademecum con  consigli anti-truffa per prenotare la casa vacanza.

Non pagate mai direttamente con bonifico, Non comunicate fuori dal sito., occhio ai link: sono alcuni dei consigli contenuti nel vademecum antitruffa diffuso da Airbnb e Polposta.

Secondo i dati di Airbnb, stiamo assistendo ad un ritorno alla villeggiatura: le prenotazioni sono aumentate dal 33% nell’estate 2019 al 53% per quella 2021 mentre il turismo rurale è passato da un 21% nel 2019 al 37% di quest’anno.
Ma con la popolarità della casa vacanza online, aumenta anche il rischio di imbattersi in tentativi di truffa che prendono di mira gli utenti che per la prima volta si cimentano con la prenotazione fai da te della vacanza.

Secondo l’Osservatorio Multicanalità del Politecnico di Milano e da Nielsen, lo scorso anno 30 milioni di italiani hanno effettuato almeno un acquisto online. Il settore dei viaggi, stando alla ricerca, è quello in cui più si utilizza il digitale: quasi 7 utenti su 10, il 65%, acquista una vacanza esclusivamente online oppure alternando online e offline. Nel 2020 con lo scoppio della pandemia le segnalazioni per reati informatici al Commissariatodips.it della Polizia Postale e delle Comunicazioni sono cresciute del 142% rispetto all’anno precedente.
Per semplificare la vita ai consumatori, è nata la Guida pocket In Vacanza come a casa: prenota e parti in tutta sicurezza, curata da Altroconsumo, Polizia Postale con Airbnb per aiutare soprattutto chi è alle prime armi a orientarsi quando prenota una casa vacanza online.

“Nonostante gli oltre 5,6 milioni di annunci disponibili, i tentativi di truffa sono estremamente rari e un team di assistenza è disponibile 24 su 24 a supporto degli ospiti. La riprova è che le frodi più comuni avvengono su altri siti e il nome di Airbnb è utilizzato per adescare la potenziale vittima perché è un brand che tranquillizza”, spiega Giacomo Trovato, Country Manager di Airbnb Italia. “E’ importante che sia i contatti tra host e guest sia i pagamenti avvengano sempre all’interno del nostro sito o dell’applicazione, come indicato dai nostri termini di servizio. Airbnb infatti trattiene la somma al momento della prenotazione, riversandola al padrone di casa solamente 24 ore dopo l’avvenuto check in”.

La Dirigente del Compartimento di Polizia Postale e delle Comunicazioni per la “Toscana” la Dott.ssa Alessandra Belardini afferma che “l’informazione è un dovere di tutti per evitare che i truffatori abbiano vita troppo facile.” “Occorre” prosegue, “aggiornarsi preventivamente perchè è possibile reperire notizie importanti sul web anche grazie all’incessante opera del Commissariato di PS on line consultabile da tuttti in modo snello e comprensibile.”

I profili dei truffatori

1. Il cervello in fuga. Questo finto proprietario si è appena trasferito all’estero, e non può mostrare la casa o accogliervi di persona, anche se ci tiene molto ad affittarvela. Per fugare eventuali dubbi, spiegherà che si tratta di lavoro. La trattativa a distanza è il preludio di una richiesta di bonifico internazionale. Comincerà subito a chiedervi documenti (utili per costruire la sua prossima falsa identità), condividere non meno di 2-3 bozze di contratto À la carte, in un sospettoso crescendo di zelo che culminerà nella necessità di concludere l’affare entro 24 ore. Il tutto seguito da una finta pagina di prenotazione Airbnb, una finta fattura Airbnb e una vera scomparsa dopo aver ricevuto una caparra importante.

2. Il tecnico informatico. L’host ha davvero creato un annuncio su Airbnb, ma appena chiedete informazioni tramite l’app vi propone per comodità di continuare la conversazione per posta elettronica. Il tempo di chiedervi un paio di cose sul vostro arrivo e vi manderà un’altra email informandovi che per un problema con l’aggiornamento del calendario l’annuncio non è al momento visibile nella ricerca (in realtà lo ha rimosso), e vi fornisce per comodità il link diretto, ovviamente ad un sito clone, molto simile ad Airbnb a un occhio poco esperto.

3. Il compare. Anche in questo caso l’host ha creato (da poco, troppo poco) un annuncio su Airbnb, sprovvisto di recensioni. La pagina vi convince e prenotate. Il truffatore è amichevole, gentilissimo e lieto che abbiate scelto la sua casa e vi proporrà addirittura un bello sconto. Come può permetterselo? Strizzandovi l’occhio, suggerisce di annullare la prenotazione con Airbnb e di trattare privatamente, così da risparmiare entrambi la commissione del portale. Una volta incassato il bonifico, l’amichevole complicità lascerà il posto ad un assordante silenzio: l’amicone è sparito e già a caccia di un’altra vittima.

I consigli per non farsi fregare

1. Non pagate mai direttamente con bonifico. Se vi viene proposto di inviare una caparra, non fidatevi: è contrario ai termini del servizio di Airbnb. Pagate esclusivamente attraverso il sito, che in nessun caso prevede il bonifico come strumento di pagamento. Airbnb generalmente trattiene l’intera somma dalla vostra carta di credito e la inoltra all’host solamente 24 ore dopo l’avvenuto check-in, dandovi il tempo di entrare in casa e verificare che tutto sia come pubblicizzato.

2. Non comunicate fuori dal sito. Diffidate da chi vi propone di lasciare Airbnb per accordarvi privatamente con la promessa di uno sconto: è il preludio ad una richiesta di bonifico. Inoltre, non sarete più tutelati dalle garanzie della piattaforma. Restando nella chat dell’applicazione, potrete segnalare in qualsiasi momento al servizio clienti comportamenti sospetti.

3. Occhio a link condivisi via email o da altri siti. Diffidate da chi vi contatta tramite un sito di annunci dell’usato o un portale immobiliare generico dicendo di affidarsi ad Airbnb. C’è il rischio che vi condividano un link ad un sito fasullo.

4. Come riconoscere Airbnb dai cloni. Tutte le pagine di Airbnb hanno l’indirizzo che inizia con www.airbnb.it o .com, e un numero dopo la parola ‘rooms’, come nell’esempio: www.airbnb.it/rooms/30728582. Indirizzi più complicati o con una struttura diversa devono insospettirvi. Se non siete sicuri, potete cercare su un motore di ricerca il nome dell’annuncio (es. “Luminoso terrazzo Milano”) e “Airbnb” come parole chiave; dovrebbero comparire solamente le pagine legittime.

5. Leggete l’annuncio con attenzione. Un annuncio ben curato è di solito indice di un host e di una casa altrettanto in ordine. Dovrebbero invece mettervi in allarme: un prezzo troppo competitivo per la settimana di Ferragosto, descrizioni particolarmente vaghe, la totale mancanza di recensioni o un profilo utente creato da pochi giorni.

6. Airbnb non è un’agenzia immobiliare. Diffidate di chi vi dice di “aver dato incarico ad Airbnb” di mostrarvi la casa. Il sito infatti è solamente un portale di intermediazione, equidistante da host e guest. Non esiste “personale Airbnb con le chiavi”, come se si trattasse di agenti immobiliari.

7. Attenzione agli alloggi ‘esca’. Se una volta arrivati a destinazione vi si chiede un cambio di sistemazione, ovviamente non all’altezza di quella prenotata, usando come scusa un problema improvviso sorto nell’appartamento originario che lo ha reso momentaneamente inagibile, la cosa migliore è documentare tutto e contattare subito la piattaforma per avere un rimborso totale.

6062 gli Airbnb a Firenze, 2% sono imprese con 25% dei letti

Firenze, “Il tema dell’impatto socioeconomico del turismo e dell’esplosione del fenomeno Airbnb è al centro della strategia dell’amministrazione sul turismo sostenibile – ha detto il presidente della Commissione Sviluppo economico Enrico Conti – Non per caso Firenze, unica città italiana insieme a Bologna, fa parte di un tavolo di metropoli europee che si battono per cambiare la normativa comunitaria su questo tema”.

Dalle dichiarazioni di Conti si apprende poi che dei 6062 Airbnb host attivi a Firenze nel novembre 2019, che pubblicizzano circa 12.000 annunci, il 46% pubblicizza al massimo una camera, un ulteriore 27% appena due camere, un ulteriore 11% tre camere. Solo l’11% degli host vende più di quattro camere.

Tuttavia, nonostante sia solo il 2% degli host a pubblicizzare ciascuno 15 camere e oltre, essi mettono a disposizione circa un quarto dell’offerta complessiva di letti.

“Anche al netto dei finti Airbnb, ossia delle strutture ricettive ufficiali già sottoposte alle norme degli alberghi dice poi Conti – non c’è dubbio che lì occorra intervenire. Tutela dell’ecosistema del commercio e artigianato di qualità, incentivi al ritorno della residenza nei centri storici e regole di concorrenza che distinguano tra attività di integrazione al reddito e vero e proprio business, dovranno quindi essere le direttrici di intervento su questo tema”.

“Sono gli obbiettivi – conclude il presidente della Commissione attività produttive Enrico Conti – che l’amministrazione ha sempre perseguito e che perseguirà con più efficacia giovandosi finalmente di una norma nazionale”.

Sul tema della regolamentazione degli Airbnb era intervenuto anche il ministro Franceschin: “Il tema degli Airbnb è un fenomeno che va governato in modo intelligente, capendo anche che siccome il turismo vuol diventare sempre più esperienziale, la gente apprezza l’idea di andare in una casa in cui si può capire come si vive all’italiana. Quindi è un fenomeno che ha portato anche un turismo interessante a cui l’Italia non può rinunciare. Ma va regolato”.

Firenze, 7mila alloggi vuoti; Abitare Solidale: “Usiamoli per co-housing”

Circa 7mila alloggi sfitti nel Comune di Firenze a fronte di una notevole emergenza abitativa, spesso causata dalle conseguenze della crisi economica, che si traduce in un costante aumento degli sfratti dal 2008 ad oggi, quasi sempre per morosità incolpevole (circa il 98%), e nell’80% dei casi per perdita del lavoro o chiusura della propria attività, che interessano non solo famiglie a basso reddito, intorno ai 22mila euro lordi, ma anche nuclei con un reddito attorno ai 35.000 euro.

Sono le stime fatte da Auser Abitare Solidale, l’associazione fiorentina che da oltre 10 anni, prima in Italia, promuove modelli innovativi di abitare condiviso e collaborativo in risposta alla fragilità alloggiativa. Secondo l’associazione sarebbero appunto circa 7mila gli alloggi che risultano sfitti (o potenzialmente affittati al nero) nel capoluogo toscano.

A questo fenomeno preoccupante si aggiunge la diminuzione dello stock abitativo a disposizione per locazioni tradizionali a causa della migrazione verso l’affitto breve turistico, tipico dell’Airbnb, e una certa refrattarietà ad affittare a nuclei stranieri le proprie case per paura di una eventuale non solvibilità dell’affitto, anche se spesso ingiustificata.

Da qui nasce il servizio di valorizzazione immobiliare in chiave fortemente sociale ‘LabHOuse – Laboratorio Casa’ di Auser Abitare Solidale: nell’ambito di questo progetto, l’associazione lancia una chiara e concreta proposta, indirizzata ai proprietari immobiliari dei 7mila alloggi attualmente sfitti e inutilizzati: “Date a noi le vostre case in gestione. Noi gli daremo nuovo valore sociale attraverso due possibilità: o mediante la sottoscrizione di un comodato d’uso che garantirà la copertura di tutte le utenze, le spese di condominio, eventuali tasse sulla casa, piccole manutenzioni a carico dei nuovi ospiti; oppure tramite un contratto di locazione con un affitto sociale, certamente più basso di quello di mercato, ma sicuro e con una forte riduzione della tassazione sulla locazione. E anziché restare vuota, la vostra casa diventerà oggetto di una coabitazione tra persone che stanno attraversando un periodo di difficoltà, e che così potranno avere una casa”. E infine l’appello sul numero di case che servono: “Abbiamo bisogno di almeno dieci case entro gennaio per rispondere alle richieste dei nostri utenti in difficoltà”.

In sintesi, una soluzione doppiamente vincente: per i coabitanti, che potranno suddividere il costo della locazione e delle utenze senza correre il rischio della morosità; per il proprietario, che non dovrà sostenere più i costi della casa, anche se vuota, ed anzi potrà contare sulla sicurezza di un affitto contenuto. A tutela di entrambe le parti verrà garantito un fondo di garanzia per evitare eventuali morosità e compensare soldi eventualmente perduti dal proprietario. Il tutto all’interno di un progetto sociale più ambizioso che prevede la costruzione di relazioni arricchenti tra coabitanti e l’attivazione di percorsi di autonomia specifici per migliorare progressivamente le condizioni economiche iniziali dei nuovi inquilini.

“Dal 2008 ad oggi – ha detto il fondatore e coordinatore Auser Abitare Solidale, Gabriele Danesi – si è assistito a un progressivo allargamento della fascia di popolazione a rischio povertà, soprattutto abitativa, che, partendo dalla ‘fascia grigia’ prima, e dalla ‘povertà relativa’ o ‘intermittente’ in tempi più recenti, coinvolge nel contesto attuale anche persone dotate di reddito certo (da lavoro o da pensione). Personalmente oggi credo sia lecito parlare di normalità sospesa, condizione che potremmo sintetizzare come una ‘situazione in cui, pur in presenza di un’oggettiva disponibilità economica, posizione lavorativa e/o reddituale certificata, strumenti relazionali e culturali, si è nell’impossibilità di accedere a beni, diritti e servizi a causa di fattori esterni non gestibili da una policy pubblica e orientati da meccanismi speculativi’. Per questo crediamo che il modello di abitare condiviso da noi sperimentato possa, con le debite accortezze e garanzie, offrire risposte a queste nuove forme di povertà”.

Firenze, airbnb: gli affitti brevi non crescono più

Dopo 10 anni di incremento, il mercato degli affitti turistici tramite airbnb, a Firenze, segna una tendenza di saturazione rispetto al boom del passato, a comunicarlo la società di anilisi di Big data, Airdna. La società fa sapere, i prezzi non crescono più e il fenomeno smetterà di crescere.

Dall’anilisi di Airdna è emerso che il rapporto tra le offerte, le inserzioni disponibili e il prezzo (o meglio l’entrata per intero appartamento) sta cambiando. In pratica – fanno sapere gli analisti – se le inserzioni salgono del 22%, le entrate per camera salgono del solo 4 nello stesso periodo: questo dimostra che il mercato fiorentino e toscano sta mostrando segni di saturazione.

I dati sono Toscani, ma come ormai è noto oltre 10mila dei 48mila appartamenti su Airbnb sono nel capoluogo.

“La saturazione che registriamo – continuano sempre gli analisti di Airdna – è nel mercato degli affitti a breve termine, non è certo il mercato immobiliare che si sta saturando di affitti a breve termine.” La conferma a questo potrebbe arrivare dagli albergatori, che vedono una tendenza diversa. Infatti, nel periodo natalizioregistrano un incremento delle prenotazioni negli hotel.

Non resta che capire se la spinta del turismo globale, di cui hanno beneificiato molti degli Airbnb, andrà avanti e quanto. Se davvero il mercato per gli affitti brevi è saturo o si tratta solo di un inciampo. Dalla sede italiana di Airbnb non ci sono reazioni particolarmente preoccupate riguardo questa nuova tendenza. anche erchè le loro prenotazioni aumentano: da 72mila a 78mila arrivi, un 8%  lontano comunque rispetto alle percentuali di aumento annue del 30 registrate finora.

 

Toscana, turismo: obbligo comunicazione a comuni per B&B

“Il turismo è un’industria che cresce a dispetto di qualsiasi crisi, non si può fermare”. Così Angelo Pittro, direttore di Lonely Planet Italia, intervenendo ieri ai ‘Talk a Villa Bardini’, ciclo di incontri promosso da Fondazione Cr Firenze.

L’art. 70 del Testo unico del sistema turistico regionale stabilisce che dal 1 gennaio 2019 chi opera affitti a carattere turistico dovrà fare, una tantum, una comunicazione al Comune per dire che quell’appartamento viene utilizzato per quei fini e comunicarne le presenze turistiche.

Parere favorevole, con la raccomandazione di aggiungere alcune integrazioni, alla comunicazione che i locatari di alloggi con finalità turistica dovranno obbligatoriamente effettuare ai Comuni. E’ quanto espresso, a maggioranza, dalla commissione sviluppo economico e turismo del Consiglio regionale, presieduta da Gianni Anselmi (Pd).

Il parere ha ricevuto il voto favorevole di Pd e M5s e l’astensione della Lega con la raccomandazione di integrare il modello con alcuni dati, anche in seguito, come ha fatto presente Anselmi, ad alcune sollecitazioni ricevute da rappresentanti di associazioni di categoria. “Si tratta – ha detto Anselmi – di richieste di aggiunte allo schema proposto al nostro parere” con la previsione anche “di avvertire il locatore delle sanzioni a cui è soggetto nel caso di omissione o comunicazione incompleta o di omessa comunicazione dei flussi turistici ai comuni capoluogo e alle città metropolitane”.

La legge rimanda ad una delibera di Giunta che definisce le informazioni che devono essere fornite in questa comunicazione sulla quale la commissione ha espresso il parere. Nel modello si parla dei caratteri identificativi del bene, dei riferimenti catastali e delle dotazioni, si precisa poi che la trasmissione della comunicazione dovrà avvenire tramite un database.

“L’eccesso di turismo – spiega Angelo Pittro, direttore di Lonely Planet Italia -può rappresentare un problema, specie in una città turistica come Firenze, che lamenta in alcuni casi di aver perso la sua anima e sento dire che l’imputato numero uno è la multinazionale Airbnb.”

“Ma anche se scomparisse non si risolverebbe il problema. Una ricetta per affrontare il tema dell’over tourism – continua Pittro – non esiste, un po’ come con l’arrivo dell’industrializzazione bisogna imparare a interagire con questo fenomeno senza fare guerre di religione. Il duro compito lo hanno le amministrazioni delle città che si trovano a dover in qualche modo proteggere un patrimonio che altrimenti rischia di scomparire”.

“La nostra missione – aggiunge il direttore – come Lonely Planet, è cercare di dare sempre indicazioni di nuove mete, trovando ragioni che non sempre sono quelle storiche. Vogliamo allargare lo sguardo del viaggiatore”.

“Lonely Planet – conclude Pittro – diventa partner della seconda edizione del festival ‘La città dei lettori'”, che si svolgerà a Villa Bardini il prossimo anno (7-8-9 giugno).”

 

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