🎧 “Dona in doppio”: la campagna dell’AVIS per Sangue e Plasma

Le necessità di sangue e emocomponenti del sistema sanitario in questo momento sono molte, non perché sono venuti meno i donatori, ma perché il sistema stesso ha maggiori bisogni, dovuti anche alla ripartenza delle attività ospedaliere nel difficile periodo di transizione verso la fine della pandemia.

E’ entrata nel vivo la campagna di Avis Regionale Toscana, con l’obiettivo  di promuovere la donazione del sangue e plasma. Il nome della campagna è “Be red, be yellow, be Avis”: il claim è “Dona in doppio!” (#donaindoppio).  L’avis intende  informare e sensibilizzare i donatori e la cittadinanza sulla possibilità di alternare le donazioni di sangue e di plasma e diminuire così i tempi di recupero tra una donazione e l’altra, dato anche il momento di difficoltà che stiamo attraversando rispetto all’aumentato bisogno di sangue ed emocomponenti che sta perdurando nel periodo estivo.

Le necessità di sangue e emocomponenti del sistema sanitario in questo momento sono molte, non perché sono venuti meno i donatori, ma perché il sistema stesso ha maggiori bisogni, dovuti anche alla ripartenza delle attività ospedaliere nel difficile periodo di transizione verso la fine della pandemia.

Si tratta di tenere unite le due grandi di sfide, quella che riguarda sia la disponibilità di globuli rossi sia quella di plasma e quindi di plasmaderivati. “Non  esistono pazienti più importanti di altri e malattie o cure di serie a e di serie b e che l’universalità delle cure dipende anche dalla disponibilità delle persone a donare£ dice AVIS.

Per un approfondimento di sistema e qualche numero sulla Toscana qui  il link alla conferenza stampa della Regione con le associazioni (https://www.avistoscana.it/vis-art/207719/Serve-pi-sangue-Regione-Toscana-Associazioni-lanciano-lappello) qui  qualche info in più sulla campagna: https://www.avistoscana.it/vis-art/208043/Decolla-la-campagna-di-Avis-Toscana-per-promuovere-la-donazione
INTERVISTA CON LA PRESIDENTE DI AVIS REGIONALE, CLAUDIA FIRENZE

🎧 Afghanistan:  Nura Musse Ali precisa senso sue affermazioni su Talebani

Lo fa con una lettera  inviata alla  alla commissione Pari Opportunità della Toscana di cui l’avvocata di origini somale finita nell’occhio del ciclone per un’intervista al Tirreno fa parte. “I Talebani sono esattamente quello contro il quale mi batto fin da quando ero una bambina”

“In seguito all’articolo apparso il giorno 24 agosto 2021, ritengo opportuno fare questa ulteriore precisazione con riferimento a quanto dichiarato al giornalista estensore dell’articolo, in quanto ritengo di essere stata completamente fraintesa. Io considero reato promuovere o sostenere moralmente o materialmente le organizzazioni integraliste e criminali, compreso il regime talebano tradizionale. I Talebani sono esattamente quello contro il quale mi batto fin da quando ero una bambina e ho dovuto subire sulla mia pelle le conseguenze del fondamentalismo, pagandone le conseguenze per anni”. E quanto scrive Nura Musse Ali nella lettera inviata alla commissione Pari Opportunità della Toscana.

“La mia non voleva essere una critica contro l’operato delle nazioni occidentali in Afghanistan, che si sono battute con grande impegno per sconfiggere il fondamentalismo, i Talebani,  e creare i presupposti perchè le libertà civili fossero rispettate e la democrazia si affermasse. Purtroppo questo impegno non è riuscito ad entrare nella vita della gente, specialmente quella più lontana dalle città principali, facendo sì che i talebani prendessero il potere là dove non sono arrivate le nazioni occidentali e dove è stato più facile imporsi tra la povera gente” continua.

“Mi sono resa conto solo leggendo l’articolo quanto sia stata ingenua nell’esprimere le mie idee. Data la mia plurima identità mi sono sempre illusa persino di poter offrire idee ‘nuove’ per estirpare il fondamentalismo dal pianeta. Come testimoniano anche miei scritti, rifletto su questi temi (fondamentalismo, mutilazioni dei genitali femminili, velo, matrimoni forzati e altre forme di privazione di aggressione dell’essere) sin dalla prima adolescenza. E il mio punto di vista traspare in modo nitido in ciascuno di loro, sebbene questi scritti non siano noti al grande pubblico”.

“Io sono con tutte le donne afgane che vedranno i loro diritti vessati, calpestati, che magari subiranno mutilazioni nella culla, matrimoni forzati nell’infanzia e lapidazioni nell’età adulta. Io sono per i diritti, per un altro mondo ovunque. E ritengo che quel mondo sognato sia raggiungibile solo attraverso un’istruzione di massa di quelle popolazioni che purtroppo sono ancora vittime del fondamentalismo” scrive ancora.

“Io non ho mai detto di essere a favore del “ritorno” del Talebani. Sono sempre stata contro il regime talebano e credo che la mia storia di vita lo dimostri senza bisogno di aggiungere parole. Mentre scrivo, sono incredula di dovermi difendere da una simile strumentalizzazione”.

“Mi scuso con tutte le persone che hanno letto l’articolo e hanno potuto essere indotte a pensare le cose oggi sono a smentire con forza. Vorrei potermi scusare soprattutto con chi ha dato la vita per la libertà, se le mie parole possono aver fatto pensare una cosa simile. Chi mi conosce sa chi sono e cosa penso. Conoscermi non è difficile, basta leggere quello che scrivo perché la scrittura è stata la mia amica fedele per tutta la vita. Quando scrivo parlo con me stessa e al mondo per raccontare quante volte io per prima sono stata privata della libertà e ho pianto per questo. Ed è per questo motivo che risulta per me del tutto inconcepibile essere descritta come sostenitrice del velo, della lapidazione o delle mutilazioni”.

“Mi voglio anche scusare, infine, per aver messo in difficoltà tutti coloro che hanno creduto in me e mi hanno concesso la loro fiducia e in particolare la Commissione Pari Opportunità, nella quale ho appena iniziato il mio percorso, con grande entusiasmo e dedizione. Forse ingenuamente, avevo immaginato che il mio intervento potesse essere costruttivo e utile ad un dibattito privo di strumentalizzazioni, con tutti coloro che hanno a cuore il destino del popolo afghano. Mi spiace che sia passato qualcosa che non sono io, che qualcuno abbia potuto leggere in quell’articolo cose che sono lontane da me anni luce. Chi mi conosce sa quanto sia doloroso per me dovermi difendere dalle accuse che mi vengono rivolte. Non condannatemi” conclude.

Nell’audio la nostra intervista alla presidente della commissione pari -opportunità della Regione Toscana, Francesca Basanieri

🎧 GKN: “legge contro le delocalizzazioni sia scritta ‘con’ e non ‘sulle’ nostre teste”

Ieri nella fabbrica ‘occupata’ di Campi Bisenzio l’assemblea con i giuristi per cominciare a porre le basi per la nuova normativa. L’iniziativa nasce all’indomani della bozza del decreto legge anti delocalizzazioni che porta le firme del ministro del Lavoro,  Andrea Orlando, e della viceministra del Mise,Alessandra Todde.

Il timore è che ancora una volta le decisioni siano prese non ‘con’ i lavoratori ma ‘sui’ lavoratori. per questo l’assemblea permanete degli operai della GKN, all’indomani della bozza del decreto legge anti delocalizzazioni (che interessa le aziende non in crisi che decidono di andare via e licenziare tutti) che porta le firme del ministro del Lavoro,  Andrea Orlando del Partito Democratico, e della viceministra del Mise, la grillina Alessandra Todde, hanno sin da subito espresso   dubbi  sulla norma che si sta scrivendo.

Il parere generale è quello di promuovere l’impianto complessivo   della proposta di legge, per quello che riguarda  gli obblighi e gli adempimenti del datore di lavoro. le contestazioni riguardano  gli  strumenti attuativi e  l’apparato sanzionatorio. in pratica si teme la solita legge-bandiera prova di effetti pratici, se non addirittura controproducente.

A fronte infatti della finalità di ‘salvaguardia del tessuto occupazionale e produttivo’, la bozza del decreto legge parla solo di sanzioni economiche. Secondo il  giurista Piergiovanni Alleva, ex consigliere Cnel e componente di diverse commissioni ministeriali, citato da la Nazione, “partendo dal presupposto che chi vuole disinvestire deve prendersi una responsabilità sociale, la bozza del decreto legge prevede un piano di «disinvestimento» e un periodo di preavvviso così da iniziare la ricerca di un nuovo compratore. Se questo piano non viene attuato dall’azienda che se ne vuole andare, allora i licenziamenti devono diventare inefficaci”.

Secondo  Alleva  si deve anche provare la strada di un commissariamento dell’azienda per il tempo necessario a realizzare il piano.

C’è poi il problema delle soglie di applicabilità che la legge pone ad almeno 250 dipendenti. “La soglia va tolta” dicono i giuristi che hanno partecipato all’assemblea.

Intanto domani alla GKN il concerto in solidarietà della vertenza con ,tra gli altri, la Banda Bassotti

Intervista con Michele Di Paola della GKN

🎧 Montanari: mai negato le Foibe, attacchi strumentali

Ai nostri microfoni lo storico dell’arte e neo rettore dell’università per Stranieri di Siena precisa il senso delle cose scritte sul Fatto Quotidiano in merito alle foibe, che gli hanno procurato gli attacchi della destra che ne chiede le dimissioni in quanto ‘negazionista’

“Basta leggere quell’articolo per capire che gli attacchi sono solo strumentali, sto pensando di querelare” lo afferma ai nostri microfoni lo storico dell’arte e neo rettore dell’università per Stranieri di Siena, Tomaso Montanari, accusato dalla destra di aver ‘negato’ le foibe’.

“Il più clamoroso successo” di una “falsificazione storica revisionista” queste le esatte parole di  Montanari.

Parole che non sono passate inosservate, e che hanno provocato l’immediata levata di scudi del centrodestra. in particolare della Lega.“Prima una componente della commissione pari opportunità della Regione Toscana – indicata dal Pd – plaude ai talebani, ora il rettore dell’Università per Stranieri di Siena Tomaso Montanari minimizza il dramma delle foibe. Dalla Toscana arrivano parole gravissime. È strano e preoccupante che Letta, sempre col ditino alzato e candidato nella Siena ferita dallo scandalo Pd-Mps, non apra bocca” dice il leader della Lega Matteo Salvini

“Durante i massacri delle foibe ventimila nostri connazionali furono torturati, assassinati e gettati in delle fenditure carsiche usate come discariche dalle milizie titine della Jugoslavia. La colpa: essere italiani. Un eccidio definito dal Presidente Mattarella ‘un orrore che colpisce le nostre coscienze’. Ancora oggi, però, c’è chi nega, per motivi totalmente ideologici, quanto accaduto. Le gravi considerazioni del Rettore Montanari sono vergognose. La negazione di una verità storica conclamata è quanto meno incompatibile col ruolo di cattedratico. Ci auguriamo siano presi al più presto provvedimenti contro queste dichiarazioni vergognose” così invece senatori della Lega Rosellina Sbrana e Manuel Vescovi 

Toccafondi (IV): “Montanari? Sia coerente e si dimetta da tutti gli incarichi ricevuti dal governo”

Intervista con il deputato fiorentino di Italia viva Gabriele Toccafondi

“Apprendiamo delle dimissioni di Tomaso Montanari dal Consiglio superiore dei Beni culturali, come afferma lui: “contro l’arroganza del ministro Franceschini”. Montanari faccia una cosa si dimetta da tutti gli incarichi ricevuti dal governo. Franceschini prenda atto definitivamente di chi ha nominato, in ultimo alla fondazione museo Ginori. Il Pd, soprattutto quello di Sesto Fiorentino, apra gli occhi e capisca con chi si sta alleando” così ha dichiarato Gabriele Toccafondi, deputato fiorentino di Italia Viva.

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