Un punto all’ordine del giorno del prossimo Consiglio regionale è destinato a occupare la scena politica. Quello che ormai è stato ribattezzato il “Manetti gate” continua infatti a interrogare le strategie comunicative degli schieramenti politici.
Martedì 2 dicembre la discussione sull’opportunità diventerà un vero dibattito politico. Quel pomeriggio tornerà a riunirsi il Consiglio regionale della Toscana e al momento l’unico punto all’ordine del giorno è l’interrogazione presentata da Chiara La Porta, capogruppo di Fratelli d’Italia, sulla vicenda che lo scorso 13 ottobre ha coinvolto l’assessora regionale alla Cultura Cristina Manetti e il presidente Eugenio Giani. Quello che ormai è stato ribattezzato il “Manetti gate” continua infatti a interrogare le strategie comunicative degli schieramenti. Da una parte il centrosinistra, che mantiene un silenzio compatto a difesa – quantomeno d’ufficio – della giunta. Dall’altra la destra, decisa a trasformare il caso in un tema nazionale. A riaccendere la miccia, giovedì, è stata un’unica frase: quella di Giuseppe Provenzano, membro della segreteria nazionale del PD. Incalzato in un programma Rai, ha risposto sul caso dicendo che «andrebbe chiesto a Giani e ai protagonisti della vicenda». Tanto è bastato per Fratelli d’Italia: secondo La Porta, quella frase rappresenterebbe un vero e proprio “scarico” del PD sul presidente della Regione. La diretta interessata – Cristina Manetti – spiega che la questione è per lei superata. «La multa l’ho pagata, la patente non ce l’ho. Non ho altro da aggiungere», ha sussurrato ai cronisti. Ma i dettagli diffusi dal Viminale mercoledì scorso aggiungono elementi di cui proprio Fdi vuole ora chiedere conto in consiglio regionale: quel 13 ottobre la Manetti fu trovata dalla Polstrada sull’A11, nella corsia di accelerazione, a causa – ha spiegato – di un malore. Un’ambulanza confermò la pressione alterata. Il documento ministeriale chiarisce che sul posto arrivò anche il governatore Giani, e che insieme i due si spostarono poi in Prefettura. Ricorso prima presentato, quindi ritirato: pagata la sanzione, 430 euro. E così, mentre FdI moltiplica gli attacchi – con gli affondi di Torselli, Amorese e Rossi – la vicenda approderà ufficialmente martedì in aula, dove La Porta chiederà chiarimenti anche sul certificato medico presentato dall’assessora.



