
Quasi pronto lo chalet “verde” alle Cascine, la pagoda costata diversi anni di intoppi burocratici e ritardi nei lavori. Serviranno i tempi di collaudo, ma è ormai vicino il taglio del nastro per questo luogo che sarà gestito da MSP Italia e una cooperativa sociale, e rappresenterà una svolta nella vivibilità del parco.
Meglio che tardi mai. La parabola della Pagoda che sorge laddove c’era la discoteca Meccanò, alle Cascine, non fa onore al suo etimo più antico dal sanscrito, che significa “fortunata”, perché il percorso per arrivare fin qui, è stato ad ostacoli, con slittamenti, inadempienze e proroghe, non ultima quella che ha spostato la chiusura del cantiere al 24 dal 17 ottobre come in origine preventivato da Palazzo Vecchio.
Una storia iniziata con una ruspa ormai 19 anni fa, con ai comandi l’allora sindaco di Firenze Matteo Renzi, che pose le basi per una nuova destinazione d’uso dell’area. L’idea, unica costante di questo lungo periodo, era quella di avere un luogo per tutti nel cuore verde della città, un tetto per attività ricreative, culturali, sportive, aperto tutti i giorni, anche di sera per quei giovani in cerca di uno spazio di aggregazione, con buona musica da ascoltare o piece teatrali a cui assistere.
Un progetto che è corso più veloce nelle parole che sul campo, minato come è stato da burocrazia, non meno da ritardi enormi da parte della ditta cui erano stati affidati i lavori e che avrebbe dovuto concluderli nel 2022. Tempi biblici che hanno portato l’amministrazione comunale a rescindere il contratto per passare alla l’impresa fiorentina ICE. Dunque altri cantieri e ancora tanta pazienza da aggiungere da parte dei cittadini in passeggiata di fronte al perdurare delle transenne.
La Pagoda è solo uno degli step del complesso piano di recupero del parco da un punto di vista ambientale e della vivibilità, per il quale sono in essere una serie di iniziative, a cominciare dalla Fondazione Cascine, a garanzia della sicurezza del luogo e della sua sostenibilità.