Fine vita, la Toscana regge alla Consulta: legge salva, ma stop a deleghe e tempi rigidi

    0
    Consiglio regionale della Toscana
    Logo Controradio
    www.controradio.it
    Fine vita, la Toscana regge alla Consulta: legge salva, ma stop a deleghe e tempi rigidi
    Loading
    /

    La Corte costituzionale respinge il ricorso del governo e riconosce il diritto della Regione a legiferare sul suicidio medicalmente assistito, cancellando però i 37 giorni massimi per le risposte Asl e il ruolo del “delegato” del paziente.

    La Corte costituzionale ha promosso, con correzioni, la legge toscana sul fine vita impugnata dal governo, riconoscendo il diritto della Regione a disciplinare l’accesso al suicidio medicalmente assistito nell’ambito dell’organizzazione del Servizio sanitario. Il Governo chiedeva di cancellare il regolamento approvato a marzo 2025, ma la Consulta ha stabilito che le Regioni non devono attendere una legge nazionale organica per rendere effettivi diritti già riconosciuti dalle sue stesse sentenze.​ Nel dettaglio, la Corte ha però dichiarato illegittime alcune disposizioni che invadevano competenze statali. Sparisce innanzitutto la possibilità che la richiesta di suicidio assistito sia presentata non solo dall’interessato ma anche da un suo delegato, così come vengono cancellati i tempi certi imposti alle Asl: i 37 giorni massimi per la risposta e i termini per l’erogazione di farmaci e dispositivi sono giudicati troppo rigidi rispetto alla complessità dei singoli casi clinici.​ Un ulteriore rilievo riguarda il fatto che la Toscana aveva finito per enunciare principi già fissati dalla stessa Consulta, sconfinando sul terreno della legislazione statale. Nonostante ciò, la sentenza precisa che resta intatto il diritto della persona a ottenere dalle aziende sanitarie regionali il farmaco, gli strumenti necessari all’auto‑somministrazione e l’assistenza sanitaria durante la procedura, nei casi che rientrano nei requisiti indicati dalla giurisprudenza costituzionale.​ Soddisfatti il governatore Eugenio Giani e il Pd toscano: per loro, la Consulta riconosce la legittimità politica e giuridica dell’intervento regionale sul fine vita, pur con l’eliminazione della parte sui tempi. Enrico Sostegni, relatore della legge, sottolinea che “resta salva la procedura per i pazienti”, mentre l’associazione Luca Coscioni parla di una sconfitta per il governo e di una conferma della possibilità per le Regioni di organizzare il servizio sanitario per rendere effettivi i diritti sul fine vita già riconosciuti a livello nazionale.