Timeline della Controversia del Cubo Nero – Ex Teatro Comunale Firenze
📅 2018-2019: Le Origini del Progetto
La giunta Nardella approva il piano di recupero dell’ex Teatro Comunale. L’assessore all’Urbanistica Bettarini presenta un progetto che prevede destinazione residenziale per il 95% dell’area, con il restante 5% destinato ad attività direzionali e di servizio. Il piano viene giustificato come “importante intervento di riqualificazione urbana”.
Il Comune di Firenze ufficializza che il piano di recupero si basa sul “disegno originale del Poggi”, richiamando l’architetto ottocentesco per conferire legittimità storica al progetto. La decisione trasforma definitivamente l’area da spazio culturale a zona residenziale.
🏗️ 2021-2024: La Realizzazione Silenziosa
Durante questi anni, i lavori procedono senza particolare clamore mediatico. Il progetto prende forma concreta, ma l’impatto visivo dell’edificio inizia a destare le prime perplessità tra cittadini e osservatori. La struttura, caratterizzata da linee geometriche nette e colori scuri, si guadagna il soprannome di “cubo nero” per la sua forma squadrata e la colorazione distintiva.
🚨 Agosto 2025: Esplode la Controversia
La Procura di Firenze apre un fascicolo “esplorativo” sulla rigenerazione dell’ex teatro comunale. Gli inquirenti decidono di vagliare tutto il materiale relativo al progetto dopo l’intensificarsi delle polemiche politiche e pubbliche.
Controradio pubblica l’analisi “Cubo della discordia: sull’ex Teatro Comunale ‘hanno tutti ragione'”, evidenziando come la controversia abbia assunto dimensioni che vanno oltre l’aspetto urbanistico, toccando questioni di governance e partecipazione democratica.
⚔️ Settembre 2025: Lo Scontro Istituzionale
Scoppia il caso politico in Consiglio comunale. Eike Schmidt, ex direttore degli Uffizi e consigliere di centrodestra, guida una clamorosa protesta: tutto il centrodestra abbandona l’aula consiliare per contestare il cubo nero. Il gesto segna l’apice dello scontro istituzionale.
Il PD risponde alle critiche. In una nota ufficiale, il partito dichiara che “l’amministrazione ha fatto tutto quello che è di sua competenza” e difende l’operato della giunta Nardella, respingendo le accuse dell’opposizione.
Arriva la proposta di compromesso. Lo stesso PD, evidentemente consapevole dell’impatto negativo della controversia, propone di “cambiare colore al cubo nero” per attenuare l’impatto visivo e le polemiche. Una soluzione che molti considerano tardiva e cosmetica.
La controversia del cubo nero ha messo in luce questioni fondamentali sulla gestione dello spazio urbano, la partecipazione democratica nelle scelte urbanistiche e il rapporto tra innovazione architettonica e conservazione del patrimonio culturale. Mentre la Procura valuta gli aspetti procedurali, il dibattito politico e sociale prosegue, rendendo il “cubo nero” simbolo di una città divisa tra modernizzazione e tradizione.