Ven 26 Apr 2024

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Asili nido: in Toscana spesa media 324 euro al mese

In Toscana una famiglia media, con un bimbo all’asilo nido, spende in media 324 euro al mese. La media nazionale è invece di 303 euro. Questi sono i dati dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva, realizzato nell’ambito del progetto ‘Consapevolmente consumatore, ugualmente cittadino’.

I dati sulla Toscana sono alti rispetto alla media nazionale. Allargando lo sguardo all’intera Penisola si rileva che al Nord si registrano le rette più alte, ma anche maggiori misure di agevolazione per le famiglie. Al Sud invece i costi sono più contenuti (seppur in aumento rispetto all’anno precedente) ma è minore la disponibilità di posti.

La retta più alta è in Trentino Alto Adige, pari a 472 euro in media, quella più bassa in Molise, 169 euro. Le regioni settentrionali si caratterizzano per una spesa media per le famiglie più elevata, ma in decremento rispetto all’anno precedente, stabile la spesa al Centro e in aumento invece nelle regioni meridionali (+5,1%). Lecco è il capoluogo più costoso con 515 euro di spesa media a famiglia, Catanzaro il più economico con 100 euro. Ad Andria incremento boom del 105,5% (si passa dai 146 euro del 2018/19 ai 300€ dell’anno in corso).

L’indagine ha interessato le rette applicate al servizio di asilo nido comunale in tutti i capoluoghi di provincia. Il riferimento è una famiglia tipo composta da tre persone (due genitori e un minore di età 0-3 anni) e con un indicatore Isee pari a 19.900 euro. Le rette rilevate si riferiscono all’ anno educativo in corso 2019-20 e riguardano gli asili nido a tempo pieno, ove presenti, con frequenza per cinque giorni a settimana. Nel calcolo non sono state considerate né le eventuali agevolazioni attivate dai Comuni in virtù dei provvedimenti regionali, né quelle di derivazione nazionale.

A livello comunale, il 48% prevede esenzioni dal pagamento della retta per le famiglie in stato di disagio economico e già seguite dai servizi sociali. A livello regionale, dieci regioni quasi esclusivamente del Centro Nord (Emilia Romagna, FVG, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana, Valle d’Aosta) hanno emanato disposizioni per contenere o abbattere i costi a carico delle famiglie.

In relazione alle Carte dei servizi, essa è presente nell’81% delle amministrazioni prese in esame, ma anche questo dato mostra molte discrepanze territoriali: la carta è assente nel 40% dei capoluoghi di provincia del Sud, nel 12,5% di quelli del Centro e nel 6% dei capoluoghi del Nord.

Qui i dati dell’Osservatorio.

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