
“Non siamo qui a raccattare le briciole”. Così stamani una trentina di lavoratori del punto vendita LIDL di Viale D’Annnunzio, a Firenze, che hanno scioperato con le rappresentanze di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs. Uno stato di agitazione a livello nazionale, con Firenze, Viareggio, Massa e Grosseto in Toscana, per ribadire la necessità di una soluzione adeguata al negoziato per il contratto integrativo aziendale di Lidl Italia, ormai in corso da più di due anni, al fine di migliorare le proposte dell’impresa, ad oggi non soddisfacenti.
Circa una trentina tra lavoratrici e lavoratori del Lidl hanno scioperato stamattina davanti al punto vendita di viale D’Annunzio, a Firenze. Il motivo è scritto nella sproporzione tra un fatturato di oltre 7 miliardi di euro della casa madre tedesca, tra i leader della GDO a livello nazionale, che conta un utile da 1,3 miliardi in cinque anni, e che per tutta risposta riconosce ai propri dipendenti, in termini di ridistribuzione della ricchezza, “soltanto dei buoni spesa per un valore totale di 360 Euro”, naturalmente da impiegare solo negli store Lidl e in occasione delle festività, dunque Pasqua e Natale.
“Scioperiamo perché chiediamo una miglioria dal punto di vista economico e normativo”, dichiara Gianni Filindassi, Filmacasm CGIL Firenze. “Economico perché questa è un’azienda che ha fatto negli ultimi cinque anni 250 milioni l’anno di utile commerciale e non ritorna niente ai propri dipendenti. E noi chiediamo che a fronte di questo grande fatturato, una parte di questo sia ridistribuito ai lavoratori che ogni giorno contribuiscono al raggiungimento di questo utile”.
“Questo, che appare più come una mancia che un riconoscimento del servizio dei propri dipendenti”, non poteva naturalmente essere accettato, così, per la seconda volta nel giro di pochi mesi – il primo sciopero è stato fatto il 24 maggio scorso – i lavoratori sono scesi in piazza – in questo caso il parcheggio antistante l’entrata della Lidl – per rivendicare un diritto peraltro già applicato da altre catene di supermercati con soddisfazione dei loro dipendenti, che ricevono circa il 10-15 %per cento più in busta paga.
Sono 23 mila i dipendenti Lidl a livello nazionale, solo a Firenze, distribuiti in otto punti vendita sono 200, mentre le sedi in Toscana sono 35, e oggi si sciopera anche Massa, Viareggio e Grosseto. Il confronto sul CIA (Contratto Integrativo Aziendale) tenutosi la scorsa settimana non ha dato esiti soddisfacenti sia sul fronte economico che su quello riguardante l’organizzazione del lavoro di cui, denuncia la Filmcams Cgil, “è aumentato enormemente il carico a fronte di una diminuzione del costo del lavoro, e questo è un segnale evidentemente preoccupante perché, soprattutto nel settore – spiega ancora Filindassi – dove la forza lavoro è pressoché esclusivamente dell’uomo, quindi non supportata da macchinari, applicare un Job intensive in questo modo significa sfruttare la manodopera al massimo”. I dipendenti sono pochi e pagati poco con contratti, racconta chi era in presidio, che sono principalmente di tipo part-time.
L’azienda, fanno sapere i sindacati, non assume più full time da anni. Ed è quello che si vorrebbe ottenere oltre all’aumento di salario. Inoltre, “utilizza anche il lavoratore a chiamata, che è la forma più precaria di lavoro che si possa avere”.
All’orizzonte, l’intenzione di promuovere un’indagine con l’Inail sugli infortuni e sullo stress lavoro correlato. Non solo, a seconda dell’esito di questa giornata, i sindacati valuteranno un’azione di tipo vertenziale.