Incidente lavoro Prato: Valeria Fedeli (Pd), subito commissione inchiesta

“La morte sul lavoro di Luana, lavoratrice e giovane mamma, stritolata da un macchinario, è un fatto inaccettabile”, Valeria Fedeli componente della commissione Lavoro del Senato

“Per tutta la mia vita sindacale mi sono occupata di lavoratrici e lavoratori tessili. E oggi da senatrice continuo a occuparmi di lavoro, di donne, di diritti e tutele. A pochi giorni dal 1 maggio, la morte sul lavoro di Luana, lavoratrice e giovane mamma, stritolata da un macchinario, è un fatto inaccettabile. La prima condizione per lavorare è lavorare in sicurezza. Eppure dall’inizio dell’anno questo è già il secondo incidente mortale in un’azienda tessile nella zona di Prato. Torno a segnalare, come già fatto nel settembre scorso, che il 31 ottobre del 2019 il Senato della Repubblica istituiva la Commissione parlamentare d’inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati. A distanza di un anno e mezzo non solo non si è mai riunita ma nemmeno si è ancora costituita”.

Così la senatrice Pd Valeria Fedeli componente della commissione Lavoro del Senato. “Eppure in Italia – aggiunge – si continua a morire sul lavoro, ad ammalarsi e infortunarsi. Non solo per il COVID, che pure richiede un sistema di controllo e prevenzione specifico, ma anche, come successo alla giovanissima operaia impiegata nell’azienda tessile di Oste di Montemurlo in provincia di Prato, perché si finisce incastrati in un rullo. Questo non può accadere in un Paese civile. Bisogna mettere al centro la sicurezza sul lavoro, la prevenzione, la manutenzione, la formazione”.

“Sono sconvolto dalla tragica morte sul lavoro della giovane mamma toscana, Luana, deceduta ieri in un incidente sul lavoro in un industria tessile del pratese.Un dramma che non ho nemmeno le parole per commentare, mi limito solo a esprimere il mio dolore per questa giovane vittima e il mio cordoglio alla famiglia. Ancora una volta ci troviamo di fronte ad una tragedia su un posto di lavoro. L’ennesima. Ma non possiamo continuare a piangere vite umane perse lavorando.La sicurezza sul lavoro è un diritto fondamentale, che dobbiamo garantire sempre e comunque. Questa è una tragedia che, a prescindere dalle cause, non possiamo accettare: è necessario aumentare i controlli, promuovere una maggiore cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro e più formazione. La sicurezza del lavoro deve essere, e restare, una delle priorità dell’agenda politica di maggioranza”. Lo afferma il senatore Roberto Calderoli, vice presidente del Senato

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Normale, Barone: non mi hanno dato modo di spiegare progetto

Così Vincenzo Barone, intervistato dall’ANSA,  ricostruisce l’ultimo mese di polemiche interne alla Normale culminate con le sue dimissioni da direttore presentate oggi.

“Mi accusano di scarsa condivisione di un progetto, peraltro ideato completamente dal Governo, ma in meno di un mese era già tutto deciso e non mi hanno neppure dato
il tempo di spiegarlo”.
“Bastano le date – spiega – a comprendere l’inusuale accelerazione che c’è stata: l’11 dicembre ho illustrato alla conferenza d’Ateneo il provvedimento del governo” ma già alla
successiva conferenza d’ateneo, una settima dopo, “è stata avanzata la richiesta di dimissioni, condivisa anche dai docenti, da parte degli studenti. Tutto ciò mentre ho continuato a fare incontri al ministero per relazionare sull’intera vicenda. Nei giorni 20 e 21 dicembre sono stato male, lo testimoniano i certificati medici, e dunque si è arrivati alla
scadenza di oggi, che era la prima utile dopo la pausa natalizia. Non vedo come avrei potuto informare più tempestivamente di come ho fatto: lo statuto prevede che certi
passaggi si facciano negli organi preposti, l’ho rispettato”.
Barone parla anche delle “invasioni di campo della politica, con un attacco all’autonomia universitaria”: “Al Senato accademico ho inviato anche una lettera del ministro che
ripercorre l’intera vicenda e precisa che si tratta di una decisione sulla quale io non ho avuto alcuna influenza e non posso per questo essere attaccato se all’interno della Lega si
vive una gigantesca contraddizione interna e se in questo dibattito è del tutto sparito il M5s”.

“Ciò che è capitato a me – sottolinea – è quello che gli storici definiscono sommossa,
ovvero una coalizione di interessi tra loro anche contrastanti che per risolvere i propri malesseri decidono di abbattere il capo. Vedremo cosa succederà quando questi interessi torneranno a divergere tra loro”.
Infine Barone ribadisce che la soluzione finale della nuova Scuola superiore al sud, “di cui continuo a ritenere ce ne fosse assolutamente bisogno e ritengo di avere convinto tutti, tranne qualcuno alla Normale e al Comune” non è la migliore possibile perché “è la solita scuola superiore che nasce da una costola di una università, e per quanto auspico i migliori successi alla Federico II, senza avere come incubatore un’eccellenza assoluta
come la Normale che avrebbe potuto aiutarla nel corso di tre anni di sperimentazione a ritagliarsi uno spazio migliore, con fondi in nessun caso sottratti a Pisa perché vincolati a
progetti per il Sud, ho qualche perplessità in più che l’esperimento vada a buon fine”.

Il Senato accademico della Normale ha invece reso noto di aver ” preso  atto che il direttore ha ritenuto opportuno evitare, vista la netta presa di posizione di tutte le componenti della
Scuola a favore della mozione di sfiducia, un’ultima inutile prova di forza rassegnando le sue dimissioni”.
Il Senato accademico poi “deplora la tendenziosa e strumentale campagna mediatica orientata a interferire con la fisiologica dialettica interna della Scuola, condanna
l’ingerenza politica nelle scelte interne della Scuola, ribadendo il ruolo primario dell’autonomia universitaria” e  “confida che con questo atto la Normale possa chiudere una
pagina travagliata e senza precedenti nella sua storia, augurandosi al contempo che ciò rappresenti un primo necessario passaggio per recuperare armonia, condivisione e serenità
necessarie alla vita e sviluppo della Scuola”.

“Non spetta a me commentare le scelte interne della Normale o del suo direttore . La mia è stata una battaglia per la città di Pisa, troppo spesso in passato depauperata delle
proprie eccellenze”. Qeusto il commento del sindaco di Pisa  Michele Conti, le dimissioni del direttore Vincenzo Barone. Nelle scorse settimane Conti era stato insieme al deputato leghista Edoardo Ziello al Miur per esprimere contrarietà al progetto di una
Scuola Normale al Sud.
“La Normale è qui da 208 anni, rimane a Pisa continuando a portare avanti progetti di apertura e collaborazione con le università e con gli altri istituti di eccellenza – conclude il
sindaco -. Auspico per la Scuola Normale che dopo questa vicenda corpo docente, studenti e ricercatori sappiano ritrovare l’armonia necessaria per continuare a rappresentare
quell’eccellenza che caratterizza l’ateneo in tutto il mondo”.

Mi amareggiano molto le dimissioni del direttore della Scuola Normale di Pisa Vincenzo Barone che voglio ringraziare per la qualità e lungimiranza del lavoro svolto fino ad oggi” dice  in una nota dichiara la senatrice PD Valeria Fedeli.
“La ferma contrarietà della Lega, con il sindaco di Pisa in prima linea, alla fondazione di una Scuola Normale al Sud d’Italia con sede a Napoli ha purtroppo condizionato anche studenti e corpo docente. Da qui – aggiunge la parlamentare – la scelta di Barone di dimettersi. Ma tale opposizione non ha valide ragioni se non quelle di uno sterile campanilismo
cavalcato da un partito che, nonostante la propaganda, resta contro il Sud. Non solo il modello proposto da Barone è quello perfettamente funzionante in Francia dove convivono, con grandi vantaggi per la qualità dell’offerta formativa e del livello di
ricerca scientifica, ben quattro Scuole Normali Superiori, ma l’iniziativa aveva anche il grande pregio di portare una proposta concreta per la crescita culturale proprio del
Mezzogiorno”.

 

PD Toscana: Bonafè segretaria con il 65%

Lo sfidante Valerio Fabiani si ferma al 35%. 45mila i votanti in Toscana.

Sarà l’eurodeputata Simona Bonafè, il nuovo segretario del Pd Toscano. La partecipazione, alla chiusura dei seggi alle 20.00 di ieri sera, è stata di circa 45mila votanti e il risultato di Bonafè, voluta dall’area renziana, si attesta al 65% contro il 35% di Valerio Fabiani, candidato di area orlandiana.

“Grande partecipazione per le primarie in #Toscana. Un segnale di fiducia e vitalità che ci permette di affrontare tutti #insieme, a testa alta, le sfide che abbiamo di fronte”. Lo scrive su twitter Simona Bonafè.

“Alle parlamentarie nazionali 5 stelle votarono 39 mila iscritti, alle primarie nazionali della #Lega 8000 iscritti. Nella sola Toscana votano alle primarie del #Pd circa 45 mila persone e consegnano a @simonabonafe un successo netto. Ora avanti. #primariepdtoscana”. Lo dichiara il capogruppo del Pd a Palazzo Madama Andrea Marcucci.

“Due ottime notizie dalle #primarie toscane. @pdnetwork è più vivo che mai con i 45.000 votanti e @simonabonafe sarà la nuova segretaria che porterà forza e unità”. Così il sindaco di Firenze Dario Nardella su Twitter commenta il risultato delle primarie del Pd in Toscana. “Grazie ai volontari, a tutti coloro che hanno partecipato e a @valeriofabiani. Ora torniamo a vincere in #Toscana !”, aggiunge.

“Grande soddisfazione per la bella partecipazione alle #primariepdtoscana e per la netta vittoria di @simonabonafe. Una vittoria condivisa con le tante e tanti che, al fianco di Simona, vogliono andare #avanti in Toscana e in Italia”. Cosi’ Valeria Fedeli su Twitter.

“Auguro buon lavoro alla nuova segretaria Simona Bonafé” scrive su Facebook la deputata Pd, Rosa Maria Di Giorgi. Che aggiunge “il risultato conferma la necessità –  avvertita anche dagli elettori – di dare una discontinuità al Partito democratico della Toscana. È stata premiata la “voglia di esserci” di chi come Fabiani crede ad un partito aperto a tutte e alle tante voci che da sempre lo hanno caratterizzato, un partito inclusivo e che guarda al futuro”.

Ballottaggi: caso Pisa, Pd “grave rottura silenzio elettorale”

“In merito ai fatti avvenuti a Pisa venerdì scorso e alla conseguente rottura del silenzio elettorale determinatasi, guarda caso, il giorno seguente, presenteremo un’interrogazione al ministro dell’Interno affinché si faccia chiarezza sull’accaduto”. Così in una nota congiunta i parlamentari del Pd Stefano Ceccanti, Lucia Ciampi, Susanna Cenni e Valeria Fedeli”.

“Premesso che nel corso della sua visita di venerdì a Pisa, blindata con eccezionale e fortissimo presidio delle forze dell’ordine, si sarebbe svolta una rissa in un’area vicina alla
zona dove lei era presente, per qual motivo di tale rissa si viene a sapere solo nel pomeriggio di sabato, con immediata e sospetta copertura mediatica e politica? Riteniamo grave quanto accaduto e vorremmo sapere dal lei, in quanto garante del regolare svolgimento delle elezioni, se non ritiene esservi stata una violazione del silenzio elettorale allo scopo di alterare il genuino risultato del voto. E quali misure intenda adottare per accertare le responsabilità”, concludono i parlamentari.

Prof bullizzato a Lucca: Fedeli, “non ammettere studenti a scrutini”

Il ministro Fedeli ha spiegato al Tgcom24  “serve una linea rigorosa e l’attuazione delle sanzioni già previste: di fronte ai fatti di Lucca e Velletri gli studenti vanno sospesi, e deve esserci la sanzione fino alla non ammissione agli scrutini finali”.

“Le regole ci sono e vanno applicate, non si possono accettare comportamenti come questi; lo dico non solo per questi due casi”. Fedeli ha ricordato che “ci sono due temi su cui mi sono impegnata: la prevenzione e l’educazione al rispetto; ho mandato in tutte le scuole una campagna per il rispetto e ho operato perché si rilanci il patto di corresponsabilità educativa tra scuola e famiglia.
Questi ragazzi vivono nella società e vedono comportamenti che hanno in qualche modo legittimato, anche dai genitori. Un mese fa un genitore ha aggredito un docente perché questi faceva il suo lavoro”. Gli autori di questi gravi episodi dunque, “vanno sospesi e non fatti arrivare agli scrutini finali: quando si delegittima la funzione dei docenti, si delegittima la funzione educativa dell’adulto in famiglia, quindi dei genitori. Vanno seguiti, accompagnati e rieducati ma le sanzioni vanno prese in considerazione”.
continua parlando di chi ha girato il video “Vanno sospesi e sanzionati anche i ragazzi che hanno girato il video e che hanno guardato quanto avveniva in classe, senza intervenire in difesa del docente”. Conclude la ministra Fedeli  ” il tema non è usare il linguaggio del pugno di ferro ma minacce offese sono inaccettabili: serve una linea rigorosa e l’attuazione delle sanzioni già previste”.
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