Case popolari: il sociale che fa rete – Violenza di genere in contesto domestico

La violenza di genere all’interno del contesto domestico. Un abuso difficile da fare emergere che ha bisogno di una serie di strumenti per individuare quei campanelli di allarme e quelle situazioni che devono essere presi in carico da una rete di soggetti a sostegno della donna e del suo percorso di denuncia.

Si è parlato di questo nella puntata del 9 settembre 2019 di “Case popolari: il sociale che fa rete!”, il reportage quindicinale dedicato all’attività dell’ufficio inquilinato sociale di Casa spa.

in studio con Chiara Brilli., Luca Talluri, presidente di Casa Spa, la presidente di Artemisia Centro Antiviolenza Teresa Bruno, Francesca Busato Ufficio gestione Sociale di Casa Spa, la Dott. ssa Valeria Dubini, responsabile del Codice Rosa dell’ASL Toscana Centro.

#Farsibellanonéunacolpa: la campagna della Cna sostenuta dal Comune di Firenze

Una campagna live (nei saloni dei parrucchieri, estetiste e tatuatori aderenti) e social, patrocinata dalla Città Metropolitana di Firenze. Nardella, la vera medicina è essere uniti: le forze economiche, culturali, le istituzioni, con le famiglie e le scuole.

Gli uomini picchiano le donne e a volte le uccidono. 27 volte, nella Città Metropolitana di Firenze dal 2006 al 2016. Ai centri antiviolenza però, tra violenza fisica, psicologica, economica e sessuale, stalking, mobbing e molestie sessuali, se ne sono rivolte, dal 2009 al 2017, 6.140 e, solo tra il 2016 e il 2017, i centri ne hanno seguite1.212: una donna dai 16 anni in su ogni 380.

Poi, ci sono i minori: vittime “indirette”. 131 bambini e ragazzi vittime di violenza assistita segnalati agli organi giudiziari nel solo 2016 a Firenze, almeno 34 gli orfani in Toscana dal 2006 al 2016.

E non si pensi che i numeri del “Nono rapporto sulla violenza di genere in Toscana”, curato da centri Antiviolenza e Regione Toscana, siano collegati esclusivamente a culture diverse dalla nostra: i ¾ delle donne uccise dal 2006 al 2016 per motivi di genere in Toscana erano italiane e italiane anche le 7 donne su 10 che si sono rivolte e si rivolgono ai centri antiviolenza.

“CNA Firenze Metropolitana, l’associazione che a Firenze rappresenta artigiani e piccole e medie imprese, ha ritenuto doveroso scendere in campo. L’abbiamo nel Dna: da sempre curiamo con l’interesse delle imprese, il benessere economico del territorio in cui operiamo e quello sociale” spiega Giacomo Cioni, Presidente di CNA Firenze Metropolitana.

“E questa è un’emergenza che va affrontata di petto – commentano Antonella Batacchi, presidente di CNA Acconciatori Firenze e Daniela Vallarano, presidente di CNA estetica Firenze – È sul contesto che bisogna incidere: quella cultura sotterranea che tende a relegare (e spesso a giustificare) gli episodi violenti contro le donne nell’ambito dell’episodicità o, peggio, a connetterli alla corresponsabilità delle vittime”.

È nata così una campagna di sensibilizzazione contro la violenza alle donne e di raccolta fondi, patrocinata dalla Città Metropolitana di Firenze, in favore dei centri anti violenza che, giorno dopo giorno, aiutano le vittime: “Scarpette rosse – #farsibellanonèunacolpa”.

“Ringrazio la Cna perché avere anche le imprese schierate in una battaglia difficilissima ma necessaria è molto incoraggiante. Non dimentichiamo che in Italia ogni 60 ore viene uccisa una donna e la violenza sulle donne avviene ovunque, nelle piccole e nelle grandi città. Bisogna ancora parlare di questi drammi perché non sempre siamo informati e consapevoli di cosa succede nelle nostre città. La vera medicina è essere uniti: le forze economiche, culturali, le istituzioni, con le famiglie e le scuole, per levare questo velo” dichiara Dario Nardella, Sindaco di Firenze e della Città metropolitana.

“È importante che anche il mondo degli imprenditori abbia sensibilità su questi argomenti e accenda i riflettori sul tema della violenza sulle donne sensibilizzando la cittadinanza e appoggiando associazioni che già si impegnano molto in questo” prosegue Sara Funaro, Assessore al welfare di Firenze.

Per un anno, le estetiste, i parrucchieri e i tatuatori della Città Metropolitana di Firenze che aderiranno distribuiranno materiale informativo sul problema e raccoglieranno offerte dai loro clienti, offriranno gadget a tema alla clientela (spillette), venderanno apposito merchandising (come T-shirt) e devolveranno parte dei loro incassi per consentire il day by day di due centri anti violenza radicati sul territorio: il Centro Artemisia e il Centro Lilith.

CNA Firenze Metropolitana, dal canto suo e con il contributo di Enegan, Giusto Manetti Battiloro, Jean Paul Mynè, Prodigiodivono, Uvagina, Vinocchio, ha realizzato un apposto sito (www.farsibellanoneunacolpa), un’app in download gratuito su Google Play per Android e su Apple Store per IOS (farsi bella non è una colpa), una pagina Facebook e un profilo Instagram (farsi bella non è una colpa) in cui è possibile tenersi aggiornati su ogni step dell’iniziativa, trovare i saloni aderenti (tutti geolocalizzati) e l’Iban dei due centri antiviolenze per donazioni spontanee. L’app, inoltre, è in realtà aumentata: è possibile scattare fotografie e postarle immergendole in contesti legati alla lotta contro la violenza alle donne. Idem, sulla pagina Facebook è a disposizione un custom profile frame, la cornice legata alla campagna in cui inserire l’immagine del proprio profilo per “metterci la faccia”.

A sostenere la campagna, tramite video diffusi su tutti i mezzi, alcuni dei personaggi più noti di Firenze o vicini ad essa tra cui Katia Beni, Fabio Canino, Alessandro Canino, Andrea di Salvo, Massimiliano Galligani, Paolo Hendel, Andrea Muzzi, Alessandro Paci, Alessandro Riccio, Bruno Tommassini, Marco Vichi.

“E siamo strafelici che la maggioranza, al momento (siamo sicure che aderiranno anche altri personaggi dello spettacolo, sport, istituzioni), siano di sesso maschile perché la violenza di genere non è una questione che può essere affrontata attraverso il coinvolgimento delle sole donne, ma anche gli uomini devono essere chiamati in causa” proseguono Batacchi e Vallarano.

In più, due concorsi. Uno su Facebook riservato ai saloni aderenti che posteranno le fotografie della loro vetrina a tema, uno su Instagram per tutti coloro che vorranno partecipare postando una foto/immagine legata alla campagna. A stabilire i vincitori, gli utenti dei due social tramite i loro like. In premio per l’impresa vincitrice, un servizio CNA ed un’apposita pergamena. Per gli utenti, due servizi scontati del 50% presso i saloni aderenti e la pergamena CNA. I saloni aderenti possono essere identificati anche tramite un’apposita vetrofania. La campagna di comunicazione è curata da una giovane start up fiorentina: Officine Valis.

Con Cioni, Vallarano e Batacchi a presentare la campagna quest’oggi Dario Nardella, Sindaco di Firenze e della Città Metropolitana di Firenze, Sara Funaro, Assessore Welfare e sanità, accoglienza e integrazione, pari opportunità, casa del Comune di Firenze e Teresa Bruno presidente del Centro Antiviolenze Artemisia.

Violenza di genere: appello in difesa della Convenzione di Istanbul

Un appello anche da Firenze per salvaguardare contenuti e spirito della la Convenzione del Consiglio Europeo per la prevenzione e la lotta contro la violenza sulle donne e la violenza domestica, meglio nota come Convenzione di Istanbul.

La richiesta diffusa in Italia da DiRe, Donne in rete contro la violenza mira alla sottoscrizione della lettera che WAVE Women against violence Europe ha preparato per contrastare l’azione di 333 organizzazioni, in larghissima parte di matrice cattolica, pro-life e di destra, che “andrebbe a svuotare dall’interno un riferimento fondamentale nel contrasto alla violenza di genere”, sottolinea Teresa Bruno, presidente del centro antiviolenza Artemisia di Firenze, intervistata da Chiara Brilli.

https://www.controradio.it/wp-content/uploads/2018/04/180419_01_TERESA-BRUNO-SU-CONVENZIONE-ISTANBUL.mp3?_=2

Le firme dovranno essere comunicate alla segreteria di D.i.Re (segreteria@direcontrolaviolenza.it) con indicazione  NOME COGNOME / ASSOCIAZIONE

Di seguito il testo della lettera al Segretario generale del Consiglio d’Europa:

To the Secretary General of the Council of Europe, We, the members of the European network Women Against Violence Europe (WAVE) and our allies, are writing to express our shock and concern at the challenge made to the universal recognition of discrimination and inequality as the causes and consequences of violence against women and girls and its inclusion in the Council of Europe Convention on Preventing and Combating Violence against Women and Domestic Violence (Istanbul Convention). This challenge was made in a letter sent to you. We believe that the recommendations in this letter directly undermine the prevention and protection of women and girls from all forms of violence. WAVE has been working in the field of combating violence against women and girls and implementing women’s human rights since 1994, and we are deeply committed to universal principles of gender equality and women’s human rights. We strongly affirm our full support for the Istanbul Convention as well as its monitoring Committee GREVIO and we totally reject any call to subject the core provisions of the Convention to reservations. We recognize the Istanbul Convention as the most comprehensive regional and international tool combating gender based violence against women and domestic violence. We strongly believe that ratification and the full implementation of the Istanbul Convention will significantly reduce women’s vulnerability to violence and facilitate a more equal and fairer society for everyone. We do this in solidarity with other organisations, including the European Women’s Lobby, who have also expressed concern at this letter.

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