Calenzano: “La Signora Pirandello” al Teatro Manzoni

Identità, creazione poetica, confine tra finzione e realtà in teatro come nella vita. Temi cari a Pirandello che l’attrice, regista e drammaturga Alessandra Bedino porta in scena nello spettacolo “La Signora Pirandello”, sabato 23 febbraio al Teatro Manzoni di Calenzano (Firenze – ore 21) nell’ambito della stagione del Teatro delle Donne.

Il testo prende spunto da alcune novelle in cui Pirandello racconta in modo ironico il suo difficile rapporto con i signori personaggi che, sempre scontenti, lo assillano per essere ascoltati.

Protagonisti tre personaggi femminili che si introducono nello studio dello scrittore, dunque nella sua immaginazione, per essere scritti o ri-scritti da lui.

Una donna attende di essere ricevuta nello studio del professor Pirandello, forse «quel» Pirandello o forse un omonimo psicoanalista. È domenica, la donna non ha un appuntamento e del resto il Professore da tempo non vuole più ricevere nessuno. La donna dice di aver vissuto una vita molto «pirandelliana», si sente a tutti gli effetti diventata personaggio, dice.

L’anticamera dello studio si rivela poco a poco uno spazio onirico: si sentono voci di persone (o personaggi) probabilmente a colloquio con il professore, nell’altra stanza. Ma è davvero così? L’attesa si prolunga, le parole della donna sulla sua vita si confondono con le parole di «quel» Pirandello, ma fatte proprie, vissute e calzate fino in fondo. C’è inquietudine, certo, ma anche tanta autoironia.

Ogni personaggio, contraddistinto da una maschera e da uno stile di recitazione, perora la propria causa in un immaginario dialogo con il Maestro/Regista/Creatore assoluto. Il destino dei personaggi però, bene o male, non è in loro potere, possono pregare o litigare con il creatore ma non possono cambiare la sua fantasia.

Domenica 24 febbraio dalle ore 11 alle ore 18 si terrà in teatro un seminario di scrittura teatrale con Alessandra Bedino.

INFO:

Teatro Manzoni – via Mascagni 18 – Calenzano (Fi)

teatro.donne@libero.it – www.teatrodelledonne.com

Tel 055 8877213 / teatro.donne@libero.it

Livia Gionfrida in “Gioia” al Manzoni di Calenzano

Sabato 9 febbraio alle ore 21:15 Livia Gionfrida in “Gioia” al Teatro Manzoni (Via Pietro Mascagni, 18, 50041 Calenzano FI), uno spettacolo nato da una lunga esperienza di teatro in carcere, una storia d’amore senza tempo, tra una madre e un figlio difficile, una “testa di legno” che intraprende la cattiva strada e alla fine si lancia nella Grande Impresa che lo condurrà tra le braccia di un ingiusto e paradossale destino.

Con questo spettacolo Livia Gionfrida si è aggiudicata il premio dell’Associazione Nazionale Critici di Teatro 2018, tra i maggiori riconoscimenti del settore.

Dialetto siciliano e animazioni video si alimentano di suggestioni letterarie, simboli provenienti dall’immaginario religioso, fatti di cronaca e interviste realizzate in carcere. Ne viene fuori una singolare drammaturgia originale, sospesa tra fiaba e realtà, che ha per protagonisti gli ultimi, i calpestati.

“Da qualche anno ho nella testa l’idea di fare uno spettacolo che parli di morti ammazzati per mano dello Stato – spiega Livia Gionfrida – . Non è un argomento facile per me. Lavoro in carcere, dove da molto tempo conduco una singolare esperienza di ricerca teatrale.
Ho conosciuto in questi anni molti detenuti e conosco il duro impegno di chi, agenti e operatori, lavora all’interno degli istituti di pena. Il desiderio che ha fatto nascere Gioia non è stato dunque quello di tracciare un facile confine tra buoni e cattivi ma piuttosto quello di raccontare delle storie che in questi anni ho sentito maturare dentro di me.
Le storie di Stefano Cucchi e di altri che come lui hanno attraversato insieme alle loro famiglie un terribile calvario, le vicende e i crimini commessi lungo la cattiva strada che alcuni detenuti mi hanno raccontato in questi anni, hanno acceso in me la necessità di provare a scrivere questo monologo. Il lavoro qui proposto fa parte di un fecondo progetto che ha dato vita a studi autonomi e molto distanti tra loro.
Gioia ne rappresenta lo sviluppo e il punto estremo, in cui nascita e morte si incrociano e perdono i contorni. Per questa ultima stesura ho scelto la lingua siciliana, per i suoi colori aspri e rassegnati con i quali volevo descrivere una famiglia qualunque, senza strumenti economici e culturali, senza difesa”.

Lo spettacolo è inserito nell’ambito della rassegna What’s Up che Teatro delle Donne dedica alle nuove realtà teatrali.

Venerdì 8 febbraio alle ore 21 alla Biblioteca Civica di Calenzano (Via della Conoscenza, 11, 50041 Calenzano FI) si avrà la proiezione del film “Sulla mia pelle” di Alessio Cremonini, ingresso gratuito.

livia

INFO:

Teatro Manzoni – via Mascagni 18 – Calenzano (Fi)
teatro.donne@libero.it – www.teatrodelledonne.com
Tel 055 8877213 / teatro.donne@libero.it

Un secolo fa, come oggi: “Amy, storia di un naufragio” con Daniela Morozzi

La rappresentazione debutterà in prima nazionale al Teatro delle Donne di Calenzano (Firenze) venerdì 13 e sabato 14 aprile alle 21,15 e domenica 15 aprile alle 16,30. Diretto ed interpretato da Daniela Morozzi, con testi di Valerio Nardoni e le musiche originali di Stefano “Cocco” Cantini.

È il 1901 quando Joseph Conrad scrive “Amy Foster”. Leggendo questa specie di incubo, l’impressione è che 117 anni siano passati invano. Allora erano emigranti che dall’Est Europa volevano raggiungere in massa l’America, oggi sono africani e asiatici, forse ancora più affamati, ma disperazione, truffe, furti, scafisti e naufragi sono identici. Come tristemente uguali sono i cadaveri dei bambini sulle spiagge e quella sensazione di fastidio (o lo vogliamo chiamare odio?) verso lo straniero che scuote i valori della società mortalmente fissa in se stessa.

Yanko viene dai Carpazi ed è l’unico sopravvissuto di un bastimento andato a fondo davanti alle coste dell’Inghilterra, col suo carico di emigranti stipato in condizioni spaventose.
Yanko è bello, sa lavorare la terra, mungere le vacche, è religioso, impara l’inglese e addirittura salva da morte certa la nipotina di un ricco possidente inglese. Amy Foster, la “grulla” del paese, lo aiuta. Si innamora di lui e, contro la volontà di tutti, lo sposa. Mettono al mondo un figlio.

Ma nell’opaca comunità, Yanko appare alla stregua di un pagano, una specie di stregone, forse un pazzo, molto probabilmente un demonio. Di sicuro uno straniero. E tanto basta per condannarlo.

Per stoltezza, Amy Foster lo salverà; per stoltezza, lo lascerà morire con la faccia nel fango. La vicenda di Yanko è la storia di una tenace speranza infranta mille volte, infine sconfitta e caduta, ma che ha radicato nella terra come un seme.

Una violenta storia accaduta un secolo fa in Inghilterra, o forse proprio qui, da noi, questa notte.

Programma completo www.teatrodelledonne.com.

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