Cicognini di Prato, dirigente: “Il ballo sarà aperto a ogni tipo di coppia”

Prato – la dirigente del Cicognini: “Sempre permesso valori di inclusione, integrazione e accoglienza”.

Giovanna Nunziata, dirigente scolastica del liceo convitto Cicognini in cui nei giorni scorsi si sono consumate polemiche riguardo alla partecipazione di alcuni studenti gay al ‘ballo delle debuttanti’, fa chiarezza sui cambiamenti intervenuti nelle ultime ore.

L’evento, in programma il 18 giugno, si chiamerà ‘ballo di fine anno‘ e sarà aperto a ogni tipo di coppia, purché formata all’interno delle classi superiori delle classi quinte della stessa scuola. “A seguito dei recenti avvenimenti che hanno coinvolto il nostro istituto – spiega la dirigente Giovanna Nunziata in una nota – il collegio unitario dei docenti e degli educatori del Convitto nazionale statale F.Cicognini ribadisce di aver sempre promosso i valori di inclusione, integrazione e accoglienza. E ribadisce altrui la volontà di continuare a promuovere tali valori ora e sempre attraverso l’azione didattica dei suoi componenti. La recente modifica del ballo di fine anno scolastico va intesa come espressione di tale volontà.”

“Il ballo di fine anno sarà aperto a tutte le coppie liberamente formate, dal 18 giugno 2022, come già deciso nella delibera del 9 maggio 2022”. Sul ballo si sono espressi anche gli studenti, che hanno votato però con riferimento al tipo di danze che accompagnano la serata di festeggiamenti.

Le regole sono state cambiate dopo che il 5 maggio Arcigay Prato-Pistoia ‘l’Asterisco’ aveva polemizzato a seguito dell’istanza di alcuni studenti che avrebbero voluto formare coppie dello stesso sesso.

Shi Yang Shi apre Libri d’Italia, al Teatro Cicognini

La rassegna Libri d’Italia si apre venerdì 23 febbraio, ore 21.15, al Teatro Cicognini di Prato con una conversazione-intervista a Shi Yang Shi, l’attore e autore sino italiano di cui Mondadori ha da poco pubblicato il racconto autobiografico “Cuore di seta – La mia storia italiana made in China”.

“Cuore di seta” si apre con il ricordo del lungo volo aereo che nel 1990 portò Shi Yang Shi e sua madre in Italia. Il padre li avrebbe raggiunti molto tempo dopo, perché doveva restare in Cina ad accudire i vecchi genitori. In Cina il valore della famiglia e sopratutto la ” pietas filiale” per i genitori anziani è enorme, ci si sacrifica volentieri per contribuire al loro benessere in segno di gratitudine.

La vita in Italia si rivelerà molto presto assai più difficile di come il bambino Shi Yang avesse immaginato. Dovrà dormire a lungo in giacigli di fortuna e sacrificarsi a fare i mestieri più umili, come il lavapiatti e il venditore ambulante. C’è una convinzione però che non lo abbandona mai, quella che impegnandosi e studiando con responsabilità, potrà farsi strada per emancipare la propria vita e quella della propia famiglia.

Da questo punto di vista, la sua è una storia a lieto fine. Prima ancora di laurearsi alla Bocconi è diventato interprete di Luciano Pavarotti nelle sue turneè in Cina e ha perfino tradotto in presa diretta il presidente cinese Xi Jinping in visita in Italia. Anche Berlusconi si è avvalso di lui nelle trattative ( (finali e iniziali ) per vendere il Milan.

Anche in teatro ha saputo esprimere la sua personalità complessa con uno spettacolo radicato a Prato, regia di Cristina Pezzoli, che ha avuto successo in tutta Italia e che mette in scena le aspirazioni e i conflitti dei cinesi di seconda generazione, “ArleChino: traduttore e traditore di due padroni”.

“Mi hai fatto fare pace con i miei cinesini sotto casa. Dal tuo racconto dei ravioli che preparavi con la nonna in Cina ho capito che il valore della famiglia per italiani e cinesi è uguale” gli ha confidato una signora dopo lo spettacolo.

A Prato vive la più grande comunità italiana di cinesi. Forse nessuno è più adatto di Shi Yang Shi per illuminare questo rapporto tra culture così lontane e favorirne una vera comprensione.

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