Susanna Camusso: “Lo smart working per le donne è stato un massacro”

Per l’ex Segretaria generale della Cgil ed attuale responsabile delle politiche di genere Susanna Camusso, “lo smart working per donne è stato un massacro”.

La questione “donne e potere” è tornata di scottante attualità dopo lo scivolone del Pd nella formazione del Governo Draghi. Ed è stato questo il punto di partenza della trasmissione “Il Signor Rossi”, che ha avuto come ospite Susanna Camusso per oggi per la Cgil è la responsabile delle politiche di genere.

Enrico Rossi ha esordito dicendo che “il PD ha fatto sicuramente un autogol e il rimedio di mettere delle sottosegretarie non sarà certo la soluzione. Inoltre Draghi ha dedicato alla questione un passaggio importante, anche se forse un’autocritica avrebbe dovuta farla, essendo stato lui a formare il governo”.

Anche la Camusso è intervenuta sul discorso di Draghi, ricordando che “ha sbagliato a parlare di competizione. Come è possibile competere senza uguaglianza? Siamo di fronte ad una tale disparità di trattamento, dalla disparità di retribuzione, dei salari, nel tasso di occupazione, per quanto riguarda il lavoro di cura. E’ ovvio che siamo di fronte ad una situazione figlia delle discriminazioni che sono in essere”.

E su Draghi che avrebbe dovuto fare autocritica? “Il Pd ha sbagliato – risponde Susanna Camusso – ma hanno sbagliato anche Draghi e e il Presidente Mattarella, responsabili della formazione del governo. C’è ancora diffusa una idea della donna legata al focolare domestico, una donna che se vuole entrare nel mercato del lavoro deve farlo in una logica di competizione maschile.

Un pensiero tipico di una società patriarcale. Dove le donne se sono anche lavoratrici, lo sono ma su una seconda linea. Dove la maternità rimane una responsabilità privata e non sociale. E poi parliamo di crisi demografica. Viene in mente uno slogan del movimento delle donne che diceva che la precarietà è contraccezione”. Resta sempre incagliato nella discussione il tema delle così dette “quote rosa”.

Per Enrico Rossi è necessario supportare l’accesso delle donne nel mondo del lavoro. Spesso le donne contrarie sono quelle che hanno già raggiunto posizioni apicali. Mentre al contrario abbiamo vissuto per decenni un capitalismo basato sullo sfruttamento delle donne e del loro lavoro a domicilio”.

A proposito di lavoro a domicilio, Susanna Camusso fa notare che lo Smart working – o meglio, dice lei “un telelavoro obbligato” – ha rappresentato per le donne una stagione durissima, dove dovevano lavorare, badare ai figli, alla casa e tutto questo senza servizi e senza la scuola. La dimensione del domicilio è stata massacrante per le donne. Ed inoltre ha fatto riecheggiare il grande non detto, ovvero che è meglio che le donne se ne tornino a casa”.

Ed Enrico Rossi chiude la trasmissione ritirando fuori una sua vecchia proposta di quando era Presidente della Regione: “bisogna considerare l’asilo come primo anello gratuito della catena educativa, di accesso all’educazione. Feci al tempo due conti e si poteva fare. La cosa avrebbe una ricaduta notevole sia per quanto andiamo dicendo sulle problematiche demografiche, sia per un accesso più egualitario delle donne nel mondo del lavoro”.

Violenza contro le donne, domani presentazione libro “Bread & roses” su Controradio con Angelini e Camusso

Storie di donne, vittima di discriminazione o molestie sul lavoro, andate a lieto fine: esce il libro “Bread & roses” (Porto Seguro Editore), scritto e curato dall’attrice Morozzi e dall’avvocata Capponi, all’interno di un progetto contro le discriminazioni di genere con Cgil Toscana e Controradio. “Un libro che è anche uno strumento di lavoro a tutela delle vittime”. Domani martedì 24 novembre (alla vigilia della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne) la presentazione in diretta su Controradio con le autrici, la Cgil Toscana (Dalida Angelini e Barbara Orlandi) e Susanna Camusso.

Da Mara a Sophie, da Silvana a Giulia, fino a Emma, Ginevra e Luciana. Dieci storie di donne, discriminate o molestate sul lavoro, che hanno saputo, con coraggio ed energia, farsi ascoltare dai giudici, aiutate da professioniste e professionisti appassionati, e hanno visto riconoscere in pieno le loro ragioni, hanno riconquistato la loro dignità, ottenuto la condanna e la giusta punizione dei loro carnefici. Donne che sono riuscite a riprendere in mano la loro vita e rientrare a testa alta nel mondo del lavoro, non più da vittime, ma da protagoniste.

Sono le loro vicende (liberamente ispirate a esperienze realmente accadute in Toscana) le protagoniste del libro “Bread & roses – Storie straordinarie di ordinaria discriminazione” (Porto Seguro Editore, 216 pagine, 15,90 euro), in uscita in libreria il 26 novembre (all’indomani della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne) e ordinabile sul sito dell’editore. Il volume è curato e scritto dall’attrice Daniela Morozzi e dall’avvocata Marina Capponi, all’interno di un progetto contro le discriminazioni di genere che a Firenze ha visto realizzare convegni e incontri nelle scuole, progetto a cui hanno collaborato Cgil Toscana e Controradio (sulle cui frequenze nell’autunno dell’anno scorso è andata in onda la trasmissione da cui è nato il libro in questione: stesso titolo, stesse autrici, stesso tema).

Il titolo del libro riprende il celebre “Vogliamo il pane, ma anche le rose, vogliamo il diritto di vivere, non semplicemente di esistere”, parole pronunciate nel 1912 da Rose Schneiderman, di fronte ad una platea di suffragette a Cleveland, parole che hanno poi ispirato tante successive battaglie, ma anche canzoni, film, poesie; alla fine di ogni capitolo dedicato a una storia, c’è il commento “legale” di un avvocato che spiega le peculiarità giuridiche della vicenda e come possano fare giurisprudenza.

Il volume, inoltre, sarà presentato in diretta su Controradio domani martedì 24 novembre (alla vigilia della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne). Per la precisione, la trasmissione, condotta da Raffaele Palumbo, andrà in onda alle 8.40 su Controradio FM 93.6 – 98.9 e in streaming su controradio.it. Sarà anche in video tramite la piattaforma EDO Eventi Digitali Online su controradio.it, sulla pagina Facebook e il canale YouTube di Controradio. Interverranno, oltre a Morozzi e Capponi, Susanna Camusso (responsabile politiche di genere di Cgil nazionale), Dalida Angelini (segretaria generale Cgil Toscana), Barbara Orlandi (Coordinamento Donne Cgil Toscana)

“Ci auguriamo che questo libro un ulteriore momento di diffusione della consapevolezza che la lotta contro la violenza esercitata contro le donne non è certo un problema delle sole donne. Perché tutelare i diritti delle donne vuol dire, innanzitutto, garantire il rispetto dei diritti umani, ed è una questione che riguarda tutti, uomini e donne, senza differenze”, spiegano Morozzi e Capponi.

“Diffondere storie concluse positivamente per raccontarci e non essere raccontate: siamo orgogliose del progetto che abbiamo intrapreso e convinte che questo testo possa diventare un utile strumento di lavoro, che incoraggi, orienti e sostenga le tante donne che possono farcela, con il sostegno e il supporto di tutto ciò che mettiamo a disposizione – dicono nella presentazione del libro Angelini e Orlandi -. La forza delle donne del sindacato risiede nella capacità di difendere le garanzie democratiche per tutti e per tutte, di un lavoro delle donne libero dai ricatti e dalle discriminazioni. Serve sostenere e incoraggiare la cultura del rispetto come stile di vita e di relazione. E serve condannare atteggiamenti oltraggiosi, irriverenti, che se rivolti alle donne diventano, sempre, anche sessisti e arricchiti di volgarità, senza distinzione di ruolo, di età o di incarichi, prova ne siano le offese rivolte a tante donne, siano giornaliste, ministre, professioniste. L’obiettivo resta quello di infondere consapevolezza del valore del riscatto e del coraggio, per liberarsi dalle angosce generate dalla reticenza; questo è ciò che serve”. In tal senso, si ricorda l’iniziativa intrapresa dal Centro Antiviolenza Luna di Lucca insieme alle donne della Cgil Toscana che, attraverso una petizione siglata da migliaia di firme che a breve sarà consegnata alla ministra per le pari opportunità Bonetti, promuove una modifica normativa che può favorire l’emergere delle violenze: si tratta di garantire il diritto alla riservatezza per le donne vittime di violenza, in maniera da favorire l’utilizzo dei 3 mesi di congedo retribuito previsti dal D. Lg.vo 80 del 2015, per le donne vittime di violenza e pochissimo utilizzato.

Nella prefazione del libro, scrive Camusso: “Si raccontano qui storie di giustizia, di ricorso alla giustizia, storie importanti per chi le ha vissute e per tutte noi che ne traiamo forza. Il lavoro è stato uno straordinario fattore del processo di emancipazione delle donne, determinata dalla forza delle lavoratrici, e dalle loro lotte.  Oggi come allora, però, la parola lavoro, a noi tanta cara, non può essere lasciata da sola, perché per essere portatore di autonomia, rispettoso delle persone, deve essere lavoro ben retribuito, sicuro, riconosciuto. Le lotte delle donne hanno determinato grandi passi in avanti, ma siamo ancora lontane da quella autonomia e indipendenza che deve traguardare la nostra libertà. Ecco quindi la responsabilità collettiva, ma innanzitutto maschile, di uscire da quel tortuoso pensiero per il quale le donne sono vittime ma contemporaneamente sono loro che devono risolvere il problema e non i carnefici, sono vittime ma colpevoli. La responsabilità che può e deve tradursi anche in atti legislativi, in provvedimenti che vanno oltre che ratificate, applicate. Fornendo così strumenti necessari per cambiare la cultura. Cambiare la cultura: una invocazione diffusa che noi vorremmo, invece, diventi una pratica”.

Conclude Marco Imponente (direttore generale Controradio): “Quando l’anno scorso Marina e Daniela ci hanno esposto l’idea di un racconto radiofonico sui temi della discriminazione e la violenza sulle donne nei luoghi di lavoro, non hanno dovuto convincerci, lo eravamo già. Le puntate, molto apprezzate dal pubblico, hanno fornito una visione su quello che è un vero e proprio dramma, spesso non svelato dalle vittime per il timore che la soluzione sia peggiore del male. È un sentire molto comune che va combattuto e cambiato. Ogni azione che possa far denunciare un comportamento scorretto va incentivata. Le trasmissioni radiofoniche, questo libro, le molte iniziative promosse dal sindacato sono azioni concrete di contrasto alle violenze e alle discriminazioni, tentativi di smuovere le coscienze per superare la diffidenza della vittima a denunciare e l’indifferenza di noi tutti”.

1 Maggio:Cgil-Cisl-Uil: sicurezza priorità per fermare strage

“Tredicimila morti sul lavoro negli ultimi dieci anni sono il tributo che abbiamo pagato e che non vogliamo pagare più. Basta, non si può e non si deve morire di lavoro”. Così la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, dal palco del primo maggio a Prato.

Furlan ha lanciato  “un appello forte che oggi si leva da tutte le piazze italiane, dal
nord al centro, al sud”. Un appello rivolto alle imprese, ma anche alle istituzioni, ha aggiunto Furlan, sostenendo che “l”Italia deve ripartire dal lavoro e dalla sua sicurezza”.
“E” un appello alle imprese, che devono fare di più negli investimenti per la sicurezza, la
prevenzione degli incidenti, il rispetto delle leggi e degli accordi con il sindacato sulla tutela della salute dei lavoratori e delle lavoratrici”, ha detto Furlan.
“Ma è un appello forte anche alle istituzioni, agli enti pubblici, alle Regioni, a tutti quelli che hanno responsabilità e che devono vigilare di più e meglio nei cantieri, nelle
fabbriche, nei trasporti, nei servizi”, ha proseguito la leader della Cisl rimarcando che la salute e la sicurezza sono “un diritto per tutti”.

Furlan ha posto l”accento anche sulla necessità di aumentare l”occupazione, a partire dai giovani, e di “recuperare i tanti posti di lavoro perduti a causa della crisi. Ecco perché oggi il nostro pensiero va a coloro che lottano per difendere il proprio posto di lavoro”, ha detto citando alcuni dei casi di crisi aziendale da Embraco ad Auchan, da Almaviva all”Ilva. E, inoltre, ha fatto riferimento anche ai lavori della gig economy: “siamo con i lavoratori di Amazon, di Foodora e di altre aziende che sono sottopagati e senza alcuna tutela, che sfrecciano per le strade ai ritmi serrati imposti dai computer che assegnano le mansioni e controllano le prestazioni. Non ci piace questo modello di sviluppo, dove c”è tanto sfruttamento, dumping nei contratti, rischi per la salute, negazione dei diritti umani essenziali e della dignità stessa della persona. Per la sicurezza e la salute ma non solo per questo c”é tanto bisogno di sindacato confederale nel nostro Paese”, ha rimarcato Furlan.

“La somma di mancati investimenti e precarietà ha determinato disattenzione alle norme di sicurezza” sul lavoro. “Ancora troppi insistono a dire che sono dei costi e devono essere tagliati”, ma non è così: lo ha sostenuto la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso. “Non ci sono investimenti su questo tema. Nonostante
tanta tecnologia, non la si usa per creare le condizioni di sicurezza. Inoltre c”è tanta ricattabilità che deriva dalla disoccupazione e dalla precarietà”, ha aggiunto Camusso.
L”aumento dei controlli, ha concluso, “è una delle strade per risolvere il problema”..

1 maggio: Barbagallo, morti sul lavoro come a inizio ”900

Lo ha affermato il segretario generale della Uil dal corteo del primo maggio a Prat. Camusso (CGIL): “mi sembra che il Paese non si meriti il voto in autunno. Servono cose concrete, mi pare che ci sia una responsabilità che le forze politiche devono assumersi”.

“Oggi siamo allo stesso livello di mortalità del 1911 e questo vuol dire che non stiamo facendo nulla”. Lo ha affermato il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, parlando dal corteo del primo maggio a Prato dedicato alla salute e alla sicurezza sul lavoro, ricordando di essere andato questa mattina, prima dell”inizio del corteo
insieme ai leader di Cigl e Cisl, a deporre una corona al monumento ai caduti sul lavoro a Marcognano dove nel 1911 persero la vita 10 lavoratori. “Si mette al primo posto il
profitto”, ha sottolineato Barbagallo e invece bisogna investire di più sulla sicurezza sul lavoro e anche “aumentare le sanzioni”.

“La somma di mancati investimenti e precarietà ha determinato disattenzione alle norme di sicurezza” sul lavoro. “Ancora troppi insistono a dire che sono dei costi e devono essere tagliati”, ma non è così: lo ha sostenuto la segretaria generale della Cgil, Susanna Camusso. “Non ci sono investimenti su questo tema. Nonostante tanta tecnologia, non la si usa per creare le condizioni di sicurezza. Inoltre c”è tanta ricattabilità che deriva dalla disoccupazione e dalla precarietà”, ha aggiunto Camusso.
L”aumento dei controlli, ha concluso, “è una delle strade per risolvere il problema”

Camusso è intervenuta anche sulla situazione politica italiana. “Mi sembra che il Paese non si meriti il voto in autunno. Non ci si avvicina ai problemi del Paese continuando ad invocare il voto, servono cose concrete, mi pare che ci sia una responsabilità che le forze politiche devono assumersi” ha osservato.   Le forze politiche, ha proseguito, “devono decidere su quale programma governare questo Paese e noi chiediamo che i temi della sicurezza sul lavoro siano affrontati anche prima del nuovo governo”.

Camusso: “bene Calenda su Ilva, si prosegua anche per Aferpi”

La segretaria generale della Cgil durante un convegno a Firenze ha espresso preoccupazione per la probabile mancata approvazione dello Ius Soli

“In queste ore abbiamo visto un’iniziativa del ministro Calenda che va esattamente nella direzione delle cose che abbiamo detto: abbiamo bisogno che i tavoli proseguano, e che non si fermino con i ricorsi”. Lo ha detto Susanna Camusso, segretaria generale della Cgil, parlando con i giornalisti a proposito della situazione dell’Ilva di Taranto. “Vorremmo la stessa nettezza per quel che riguarda Aferpi – ha proseguito Camusso, a margine di un convegno sull’educazione linguistica democratica a Firenze – e ci vorrebbero scelte, ma per questo scontiamo anni e anni di governi che hanno predicato il fatto che non servono le politiche industriali e non si deve fare politiche industriali, e questo è uno dei tanti nodi che vengono al pettine. Invece ci vogliono scelte, ci vogliono scelte di difesa di industrie che ovviamente devono avere alti livelli di innovazione e di qualità”.

La segretaria generale della Cgil si è espressa anche su altri temi, tra cui lo Ius Soli. “Vediamo con preoccupazione il fatto che si annunci una possibilità, che però ancora non si concretizza: crediamo che sia un elemento di civiltà affrontare l’argomento e dargli soluzione”.

“Abbiamo detto – ha proseguito Camusso- con molta coerenza e costanza, anche perché siamo fra i promotori dell’iniziativa per la cittadinanza e per lo Ius Soli, che quello era un impegno che era stato assunto, che nella legislazione dovrebbe essere attuato”.

“Siamo di fronte alla conferma, da un lato che la nostra denuncia che le diseguaglianze stanno crescendo è documentata e dall’altro lato che il grande tema, il punto sulla diseguaglianza, è esattamente quello dei giovani”. Afferma sempre Camusso commentando i dati di oggi dell’Istat sulla povertà e sulle disuguaglianze dei redditi. “La questione è esattamente la priorità dei giovani, non intesa come strumentalizzazione al fine di fargli avere forme di precarietà, ma come invece tema di aumento dei salari, del reddito, così come quel dato sul rischio di esclusione, dato che riporta il tema dell’istruzione e dei titoli di studio”,  sottolineando che “quando il governo dice che questa è una legge di bilancio a fini sociali, in realtà non lo è perché non affronta il tema della creazione del lavoro, della certezza del lavoro per i giovani, delle regole che permettano di avere degli elementi di certezza dell’aumento del salario”.

“Continuiamo a non essere convinti che il tema sia quello degli incentivi”. Interpellata sull’appello del presidente del Cnel, Tiziano Treu, a rendere strutturali gli incentivi per gli avviamenti al lavoro a tempo indeterminato, ha risposto così. “Continuiamo a pensare che i 18 miliardi spesi nel triennio scorso – ha affermato Camusso- se fossero stati utilizzati per fare investimenti, avrebbero determinato risultati molto più significativi”.

“Si continua a insistere solo sul tema del costo del lavoro – ha aggiunto – non guardando invece un sistema fiscale che è assolutamente iniquo, non guardando i tassi di investimento che continuano a non crescere a partire da quelli pubblici. E’ una logica che si conferma, quella dei bonus, perché ci sono i bonus per i bebè e invece non si pensa che servirebbero asili nido e soluzioni strutturali, perché se no si continuerà ad avere la totale discontinuità del lavoro femminile”. Quindi, ha sottolineato la leader della Cgil, in questo caso il problema “è proprio nell’impostazione, che pensa di avere sempre un carattere emergenziale invece di affrontare i nodi strutturali del Paese, che sono quelli che determinano le grandi diseguaglianze che ci sono”.

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